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Concessionari contro l’elettrico? “Non il mio…”

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Concessionari contro l'elettrico? Non tutti: l'esperienza di Marco con l'Audi è stata positiva.

Concessionari contro l’elettrico? A Marco, un lettore di Alessandria, dopo alcune esperienze effettivamente negative, è capitato il contrario. Ecco il suo racconto, con una nostra breve risposta. Per scriverci l’indirizzo è info@vaielettrico.it 

Concessionari contro l'elettricodi Marco Pasino

“Leggo sempre più spesso notizie e commenti sulla poca voglia di certi venditori e concessionarie di informare correttamente i clienti che vogliono passare alla mobilità elettrica. Questa mancanza di ‘interesse’, unita alle notizie catastrofistiche dei vari Porro e compagnia bella, oltre all’incertezza dei costi energetici del “bel Paese”, stanno facendo naufragare un mercato che potrebbe avere grandi potenzialità.

Concessionari contro l'elettrico
L’Audi Q4 di Marco fotografata in un contesto corsaiolo.

Concessionari contro l’elettrico? C’è chi ti spinge verso il diesel, ma per fortuna…

Personalmente mi sono trovato in questa condizione a metà del 2021. Complici gli incentivi statali ed una vecchia auto da rottamare, mi sono convinto a valutare la mobilità elettrica come una valida alternativa. Ho visitato quasi tutte le concessionarie con in listino almeno un modello full-electric. Ho navigato su quasi tutti i siti di settore, i blog ed ho ascoltato opinioni autorevoli e non, per farmi un’idea il più possibile neutrale. Dopo due settimane di totale immersione nell’argomento, molti dei dubbi iniziali erano ancora al loro posto. Ai fini pratici, nessuna delle concessionarie visitate era riuscita a dare risposte esaustive. In un caso addirittura mi fu proposto l’acquisto di un diesel perché, cito, “è assolutamente più pratico e dà maggiori garanzie”. Ormai quasi convinto ad abbandonare la strada dell’elettrico, mi rimaneva da onorare l’ultimo appuntamento presso la concessionaria Audi per visionare l’appena presentato Q4. Se avessi rinunciato,  fatto prendere dallo sconforto, probabilmente avrei commesso il più grande errore!“.

Concessionari contro l'elettrico
In Italia nei primi 3 mesi 2023 si sono vendute 541 Audi Q4.

L’Audi Q4 l’ho aspettata ben 16 mesi, ma poi…

Qui ho trovato personale competente, preparato e propositivo. Mi sono stati illustrati tutti i vantaggi dell’elettrico ed anche le effettive differenze tra le auto tradizionali e quelle “senza motore”. Attenzione: differenze, non problematiche. Mi è stata offerta una prova su strada, tranquilla, con accanto un tecnico esperto e preparato con il solo compito di illustrarmi le caratteristiche di un’auto a suo modo innovativa. In maniera neutrale e senza enfasi di sorta. Dopo un paio di giorni sono stato invitato ad effettuare un nuovo test, senza impegno, e mi è stato proposto un piano di acquisto ‘prudente’. In grado di darmi sufficienti garanzie qualora il mercato elettrico dovesse prendere strade ‘dissestate’. Ad oggi sono felice possessore di un Q4 che, per motivi noti a tutti, è stato atteso ben 16 mesi, durante i quali il supporto della concessionaria è stato costante ed encomiabile. Al raggiunto limite operativo della mia vecchia auto, ad esempio, mi hanno offerto ritiro e rottamazione anticipata. Mettendo a disposizione un’auto analoga a quella acquistata a titolo  gratuito per un intero mese.

Concessionari contro l'elettrico
L’interno dell aQ4. Caratteristiche e prezzi sul nostro Listino interattivo  .

Concessionari contro l’elettrico? Non tutti, raccontiamo anche i casi positivi

Sono convinto che in giro per l’Italia esistano persone come quelle da me incontrate, preparate e competenti. In grado di dare i giusti consigli ed accogliere chi vuole fare il salto nella mobilità di nuova generazione valutando insieme pro e contro.  Questa mia missiva vuole essere un modo per esortare i clienti soddisfatti come me ad uscire allo scoperto. Oltre che un ringraziamento pubblico e meritato al personale dell’Audi Zentrum Alessandria. Ritengo che sia anche compito nostro accompagnare chi ha dei dubbi verso quelle persone che hanno le giuste e necessarie competenze. Evitando chi preferisce fare cassa vendendo ciò che ha i maggiori margini di guadagno, magari anche cavalcando l’onda dei detrattori dell’elettrico. Dall’altra parte della scrivania non serve solo essere bravi venditori. Bisogna essere aperti, anche critici, ma è sempre opportuno provare a trovare insieme al cliente il giusto compromesso, valutando vere esigenze e necessità. Sentirmi trattato da buon amico anziché nuovo cliente è stato veramente piacevole.

Risposta. Diciamo che le organizzazioni dei concessionari, Federauto in testa, non sono proprio ben disposte verso l’elettrico. E anche noi abbiamo raccontato diversi casi di venditori che sconsigliavano apertamente un’auto a batterie. Ma per fortuna ci sono anche tante dealer che, come nel caso raccontato da Marco, hanno capito che il futuro è questo. Volenti e nolenti.

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22 COMMENTI

  1. Purtroppo le auto elettriche sono ancora un mistero per molti.
    Compresi i concessionari e il loro personale spesso impreparato.
    E che dire delle case automobilistiche che le producono?

    Provate a leggere le caratteristiche di un auto elettrica e/o a chiedere in concessionaria quanto assorbe un motore elettrico e quanta potenza e coppia restituisce realmente.

    Nessuno lo sa, per un motivo molto semplice, le case produttrici tengono queste informazioni gelosamente nascoste.
    Tutte nessuna esclusa.

    Si trincerano solo con dati di facciata, come potenza e coppia di picco, che nell’uso reale nella pratica non esistono se non per pochi secondi. Il rendimento pubblicizzato del 90% o più può essere ottenuto solo in condizioni particolari, che nella pratica si verificano raramente.
    Nella realtà le curve di conversione non vengono rese note perché altrimenti i 150kw di potenza rotazionale che vengono pubblicizzati (come media…) diventano nella realtà appena 75kw continui ma consumando energia per il doppio di energia elettrica.
    È per questo motivo che i 400km promessi da un pacco batterie, diventano poi 200km nella realtà se porto l’auto a velocità di crociera tipiche di una vettura tradizionale, peggio se a pieno carico (pieno di valige, occupanti, box tetto e bici elettriche sul retro..)

    Insomma ci sono molte cose che non vengono dette in modo esplicito.
    E tutto questo non giova al mercato della propulsione elettrica.

    • Anche i motori termici hanno le curve di potenza e di coppia ma ne viene pubblicizzato solo il picco. È sempre stato così. Che dire allora dei vari 1.0 benzina da 120/125cv che mettono ormai su tutto, suv compresi? Basta salire in 2 già non si muovono, se vuoi sorpassare un trattore devi tirargli il collo. Da come descrivi sembra che guidare elettriche sia come guidare muli ma in pratica non è vero e la sensazione di potenza e scatto è molto superiore rispetto al motore termico.
      Lo dice un appassionato del diesel che ancora rimpiange il vecchio 1.9 iniettore pompa da 150cv della mia cara vecchia A4. Con l’euro 6 tutto ciò è morto l’unico powertrain che da piacere di guida oggi è l’elettrico

  2. Un venditore deve saper consigliare al meglio in base alle esigenze del cliente oltre ad avere la conoscenza tecnica di ciò che va a proporre; spesso manca questa prerogativa per cui cercano di sbolognare ciò che è presente in concessionaria o dove da maggior guadagno.. brutto aspettare 16 mesi, non fa per me che prendo , dopo una brutta passata esperienza, solo se è subito disponibile … Ti pago all’immatricolazione

    • No Eraldo, un venditore deve saper VENDERE per l’azienda per cui lavora. Punto.
      Deve essere cinico, freddo e spietato, non deve empatizzare con il cliente ma anzi deve saperne sfruttare le debolezze e infilarsi nei varchi che vede per far sentire il cliente capito, accompagnato.
      Il venditore ti vende quello che fa comodo a lui. Non a te.
      Se ha da piazzare 10 auto per il suo target, quelle 10 auto sono lingotti d’oro che ti vuole vendere ad un prezzo d’amico perchè tu sei tu e sei il sui cliente più speciale.

      • Prima regola del marketing: perseguire la soddisfazione del cliente.
        Ripeto, del cliente. Un cliente soddisfatto torna, se soddisfo le mie casse oggi ma il cliente dopo un pò riconosce di non aver acquistato il bene o servizio più adatto alle sue esigenze perderà fiducia, non tornerà più e parlandone con altri mi farà perdere ulteriori clienti o potenziali tali.
        Come ad esempio tutti coloro che hanno scritto su Vaielettrico per denunciare concessionari che non vogliono vendere le elettriche

        • Tutto giusto. Tranne quando hai obiettivi di vendita (e non di soddisfazione del cliente) e su quelli si basa il tuo stipendio.
          Se il tuo modello aziendale invece prevede che il cliente possa ordinarsi i prodotti in completa autonmia, si può perseguire la soddisfazione del cliente.
          Ma nei concessionari classici, non è così.

  3. Convengo che i venditori sono poco preparati e non conoscono spesso cosa vendono. Forse non è solo loro colpa ma delle scelte marketing della casa produttrice. Es solo alla consegna ho scoperto che la mia auto elettrica, dove unica opzione era il colore, non prevede fornito il caricatore domestico. Un accessorio del valore di 200/300 € per un veicolo di listino 38.000€. Capisco che per una macchina con una batteria da 70 kW una carica domestica da 0 a 100 sarebbe di oltre 35 ore. Però per il ‘rabbocco’ quotidiano la domestica è sufficiente nella maggior parte dei casi.
    Altro difetto del marketing, ma questo è comune alla maggioranza delle case, auto consegnata in inverno con ruote estive
    . Inoltre avendo le ruote larghe non può usare le catene. Così o compri un cambio di gomme invernali o 4stagioni, oppure la macchina la userai dopo metà aprile in autostrada, montagna etc. Non sono grossi problemi però sono cose che nuocciono.
    Anche io ho girato molti concessionari di varie marche e ne ho trovati poco di competenti o con una propria esperienza di uso di auto elettriche.

  4. Io non ho avuto praticamente quasi nessun training da Tesla, al massimo mi avevano spiegato cone innestare la marcia avanti- indietro-folle. Ma la Model3 chiude in automatico lo sportellino della ricarica quando si parte! Per quanto riguarda le ricariche pubbliche (avevo giá predisposto la wallbox a casa) ho fatto un certo periodo di trial and error per capire come funzionano le colonnine: da quelle vecchie di enel dove si deve ruotare il connettore, a quelle dove il connettore va inserito e poi spinto in basso, a quelle con cavo incorporato, a quelle FAST con connettore CCS2 che spesso erano in modalitá manutenzione etc. Per spiegare queste cose i concessionari di solito non hanno tempo, devono piazzarti il pacco e poi arrivederci e grazie. In realtá sarebbe utile che le concessionarie consigliassero alcuni video di training da vedere (e se non li vogliono produrre loro, ci sono parecchi filmati di vari youtuber che andrebbero bene).

    • Beato te!
      La mia “l’automatismo” lo ha se spingi lo sportellino con la mano (talvolta per un paio di volte: non sempre si “aggancia subito”).
      Va bene che è una termica adattata, ma mi sarei accontentato che sul cruscotto comparisse la scritta “sportellino ricarica aperto”.
      Macché! Per risparmiare, immagino, il “warning” che viene indicato con tanto di suono squillante è “porta di sinistra aperta”, con tanto di disegnino della porta in rosso. L’ho aperta e richiusa: niente! Sempre lo stesso “warning”.
      Ho pensato: “cominciamo bene, già indica messaggi sballati il secondo giorno!”.
      No, il messaggio aveva un motivo, solo che evidentemente costa troppo renderlo comprensibile. In effetti, sul disegnino nel display del cruscotto, che immagino debba essere standard per tutte le Octavia di tutte le motorizzazioni, non esiste il disegno dello sportellino!
      Basta saperlo, ma se me lo dicevano prima (sul manuale non dice nulla) era meglio: avrei risparmiato 135€ (di cui 21,76€ per la sola etichetta adesiva con le indicazioni del significato dei led, 15€ manodopera più tasse e contributi e tre giorni in officina perché, dopo averlo montato, alla Concessionaria serve un OK dalla Volkswagen per “rilasciare” l’auto al cliente).
      Certo, con un’auto che nasce solo elettrica queste “cosette” non accadono.

      • Non è vero la mia sportage se parti con lo sportellino aperto te lo indica con una bella scritta sul cruscotto e bippa, al pari di portiere portellone e tetto apribile

        • La mia no! Con lo sportellino aperto (e porte chiuse) ti segnala “porta anteriore sinistra aperta” col cicalino “allarmistico”. Ora lo so e va bene, ma la primissima volta mi ha fregato!
          Come ho detto, penso che nel gruppo VAG risparmino mantenendo inalterato il software di base nei vari modelli. Magari le Audi no… non lo so (prezzi molto diversi), ma la mia Skoda Octavia Combi iV quella parte di programma la condivide con tutte le altre Octavia diesel e benzina. Cambia solo nella gestione “energetica”, con dati sdoppiati tra benzina ed elettrico.

  5. …storia davvero molto commovente…
    L’ho letta con le lacrime agli occhi….
    Un unico dubbio….non è che per caso le tante attenzioni erano dovute soltanto ai 60.000€ che hai sborsato???
    A queste cifre, figurati se ti consigliavano il diesel!!!

    • Conosco la concessionaria e chi la gestisce (Dindo). Si tratta di un modus operandi che avrebbe avuto con la maggior parte dei clienti e a prescindere dalla motorizzazione.
      Probabilmente è più lungimirante ed è consapevole che a decidere per gli altri ci si fa del male. Bisogna mettere le persone nelle condizioni di scegliere il meglio per sé ed assisterle nel processo.

  6. La risposta è nel dato numero delle vendite della Q4.. del suo segmento di appartenenza e la clientela a cui si rivolge.
    Tolta quella fetta di clientela (Dirigenti, Professionisti, Medici, Commercialisti con 10 dipendenti) nulla più.
    La colpa non è certo delle Concessionarie.
    Q4… 540KM dichiarati su carta.
    Nella vita del professionista di cui sopra (unico a bordo con la sola valigetta)… possiamo parlare della veridicità pratica di quei 540km
    Ma nella realtà pratica.. famiglia, borse, clima, finestrini aperti… saranno si è no 400km reali
    Ecco… sarà che le Concessionarie o meglio i dipendenti… son invece diventati onesti a sconsigliarme l’acquisto al Classico Buon Padre di Famiglia?!

    • E pensa se in autostrada fossero 300 come la mia MY.
      Una tragedia.
      Pensa che vitaccia… entrare in autostrada, cruise a 135. Ad una AdS con FTX la ricarichi per 10-15 min e via.. che brutta vita. Fanno davvero bene a sconsigliarle! Così almeno troviamo le FTX libere. 🙂

    • Finestrini aperti? Ma per favore, ci tieni proprio a fare la figura di quello che non sa di cosa sta parlando?

      • Perchè ha il cane, che notoriamente vuole tenere la testa fuori dal finestrino. Rovinandoti il cx. 😂

    • Mamma mai, ben 4 persone. E se collegassero i telefoni alle prese della macchina per ricaricarlo? Oddio, autonomia persa, non riuscirebbero più ad arrivare alle colonnine.
      Orrore e devastazione!

    • Mah, sig.Vincenzo, sarò probabilmente l’eccezione che conferma la regola. Sono un padre di famiglia con mutuo, tasse e bollette da pagare, sono impiegato in una azienda (fortunatamente solida) con un buon posto ma paragonabile a tanti altri. Di certo senza incentivi statali mi sarei rivolto altrove, ma ho fatto i miei conti e l’acquisto (rigorosamente a rate) rientra nel limite del budget familiare. Come ho detto, il passaggio all’elettrico va ponderato molto bene, sia in termini pratici che economici e l’appoggio di venditori preparati è fondamentale. Le confermo inoltre che i 400 km reali (testati anche con i telefonini in ricarica) sono più che sufficienti alle esigenze della mia famiglia e pure questi sono stati valutati attentamente in fase di acquisto. Ribadisco, forse sarò stato fortunato sia nella scelta che nell’aver trovato persone competenti, ma di certo non sono pentito dell’acquisto. Tutt’altro anzi. Un caro saluto

  7. Bello! Soprattutto la parte della prova con spiegazioni!
    A parte interessi “di cassa” che io non conosco (può essere che una concessionaria guadagni di più ed abbia meno problemi addestrativi al personale di officina proponendo e vendendo endotermico), il problema grosso credo risieda nell’addestramento del personale di vendita e di assistenza.
    Bisogna studiare e guidare a lungo per avere competenza su un’auto “diversa” dal solito.
    Per ciò che mi riguarda, dopo aver superato i suggerimenti a non acquistare (…poi non torni a lamentarsi…) è stato estremamente deludente, post acquisto, scoprire che non ne sapevano nulla su cosa era corretto fare o non fare nell’utilizzo quotidiano o nei lunghi viaggi e, addirittura, avevo “consigli” controproducenti.
    Vero è che la mia era appena uscita (la seconda arrivata in Italia), ed essendo una Plug-in, non è né carne né pesce, ed alcune cose che vanno bene per una BEV non vanno bene per una PHEV, ad esempio caricare all’80% e scaricare fino al 20%. Ed altre che sono ottimali per un diesel o un benzina e che sono diverse per una Plug-in.
    Per me il primo giorno di ricarica è stato tragico! Sul manuale, per staccare la “spina” dall’auto, c’era scritto “aprire l’auto”, omettendo il piccolo particolare “con la chiave”, cosa non usuale con una Keyless. Non c’era verso di staccarla dall’auto! Ho telefonato a ben tre concessionarie (la mia e ed altre due) e nessuna ne sapeva niente. Il consiglio peggiore? “tiri forte, da nuove le prese sono strette!”, col quale ho rischiato di fare danni.
    Fortunatamente, una quarta concessionaria mi ha passato uno dell’officina che mi ha detto “ma per aprirla ha usato la chiave?”. Dopo 4 ore! Altro che occupazione indebita a fine carica!
    Il giorno dopo, seconda carica, in garage, uscendo ho tranciato lo sportellino che copre la presa. Mi ero dimenticato di chiuderlo staccata la spina perché avevo fretta.
    Tutte cose molto educative: mai più successo.
    Questo per dire del livello di chi vende (non tutti, per fortuna) e del livello dell’utente che arriva per la prima volta alla ricarica.

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