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Con influencer e simili è tutto tempo sprecato

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Con influencer e simili è tutto tempo sprecato: cercano solo clic, anche a costo di mistificare la realtà, inutile replicare. È il consiglio di Sergio. Vaielettrico risponde. Ricordiamo che le vostre mail vanno inviate a info@vaielettrico.it

con influencer e similiCon influencer e simili inutile replicare e occuparsi di cose più serie, no?

Sono un appassionato di auto da lunga data e vi seguo da un paio di anni per capire qualcosa di più sulle auto elettriche, in particolare sul fenomeno Tesla. Discutendo con i soliti amici, ci siamo ormai ritrovati in due fazioni: chi dice che questo Elon Musk è un genio che cambierà la storia dell’auto, e non solo. E chi invece è convinto che è solo un grande imbonitore e che prima o poi ci dimenticheremo di lui e anche di Tesla. Ma non è per questo che vi ho scritto. Vedo che vi affannate a smentire questo o quel personaggio che, per fare ascolti in televisore o dimostrare di esistere su internet, scrive sciocchezze sull’auto elettrica. Ascoltate il mio consiglio: fiato e tempo sprecato. Questi soggetti sono sempre esistiti ed esisteranno sempre, solo che con la tv o con internet (e Facebook ecc.) ha fatto il salto. Dal bar di Paese a migliaia, se non milioni, di persone che stanno lì a vedere che cosa si inventano. Datemi retta: meglio dedicarsi a cose più serie, non credete?. Sergio Torre

con influencer e simili
Edgard Laplante in versione capo Arapaho.

Edgar, il padre di tutti gli influencer farlocchi

Risponde Mauro Tedeschini. Tra noi ce lo chiediamo sempre: che facciamo? Replichiamo o lasciamo perdere? Spesso scegliamo questa seconda strada, qualche volta (come nel caso degli improbabili viaggi di Corrado FormigliPiazza Pulita) non ce la facciamo e replichiamo. Poi è vero che altri personaggi di cui ci siamo occupati e che oggi impazzano sui social hanno migliaia di illustri e ingegnosi predecessori nella storia. Divago un po’ (ma non tanto) consigliando a tutti la lettura di un bel libro che Einaudi ha appena aggiornato e ristampato, “L’anno dell’indiano“. È la storia di Edgar Laplante, un impostore che arrivò in Italia negli anni’20 ottenendo enorme popolarità e successo fingendosi un pellerossa Arapaho. E diventando anche un beniamino di Benito Mussolini per il suo sostegno al fascismo. La sua capacità di manipolare il prossimo (e di sedurre donne ricchissime), facendo sembrare vero quel che vero non era, ne farebbe oggi il re degli influencer. E il beniamino di molti media. Comunque grazie del consiglio, ci penseremo su.

  • E poi li chiamano influencer…Paolo Mariano sbugiarda un altro personaggio anti-elettrico: guarda il VIDEO
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6 COMMENTI

  1. signor Sergio,le previsioni danno entro il 2030 tesla tra i primi produttori di veicoli elettrici ,dica ai suoi amici detrattori che si facciano i conti , altro che imbonitore ! saluti

  2. Non concordo con l’amico che scrive….
    Agli infliencer hanno dato questo nome perché influenzano la massa che è altamente influenzabile…. lasciando da parte il politicamente corretto il mondo è pieno di pecoroni a cui sa troppa fatica cercare di ragionare con la propria testa (perché per chi lo fa non c’è bisogno di smascherare gli influencer….) ma che so fanno dire cosa pensare da questi tizzi prendendoli come moderni guru….
    E per gli influencer qual’è la verità conta 0, conta solo cosa gli permette di monetizzare (o essendo pagati direttamente parlando “su commissione” o attraverso le visualizzazioni) in modo maggiore….
    Non lasciarli come unica voce del coro (visto la qualità della voce in esame) non serve a far fare figuracce all’influenza di turno ma a dare una possibilità a qualche pecoroni di farsi una domanda in più e magari, anche se è una missioni quasi impossibile, fargli dubitare dell’attendibilità del proprio guru….

    • E per gli influencer qual’è la verità conta 0, conta solo cosa gli permette di monetizzare

      Ecco perché citandoli e sbugiardandoli direttamente li fai felici. Creano scandalo con qualche fake, tanti ne parlano e tanti li sbugiardano e loro hanno sempre più visualizzazioni.

      Per di più per l’algoritmo di Twitter rispondere a uno di questi crea una situazione per cui il suo post avrà sempre più visibilità. E la massa vedrà il suo post. La tua risposta? Sarà letta si e no dal 0,01% delle persone che lo vedono.

      Per questo penso che non bisognerebbe scontrarsi, bensì procedere per discorsi paralleli. Non li citi, li sbugiardi con articoli, retweet, post che parlano dello stesso argomento, senza menzionare chi ne parla.

      E ogni tanto una raccolta/decalogo con le più frequenti bufale.

  3. Comunque il finto indiano dove andò per impiantare il suo “business”? In Italia.
    Ci sarà un motivo per questo fatto, o no?
    Mah, che ‘me ffrega, io nun so niente. Faccio l’indiano, hug.

  4. Un mio vecchio collega a volte diceva: “Essere ignoranti è un diritto, ma spesso c’è chi se ne approfitta”.

    Ecco, semplicemente ormai dilagano principalmente personaggi del secondo tipo.

    Buona domenica a tutti, ad eccezione di quelli che coltivano ignoranza al solo scopo di approfittarsi del prossimo. 😁

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