Taxi ed auto elettriche. E’ un matrimonio che s’ha da fare, ma la strada per arrivarci è lastricata di resistenze solo in parte comprensibili. C’è molta disinformazione, a volta messa in giro ad arte, come dimostra il caso di Bologna.
Le polemiche per 30 nuove licenze
Il capoluogo emiliano sta vivendo un vero e proprio boom del turismo. E i taxi che ci sono in circolazione non bastano. L’assessore alla mobilità, Irene Priolo, è un tipo tosto.
Tiene duro sul progetto di rilasciare sì 36 nuove licenze, ma a patto che sei siano prioritariamente dedicate al trasporto-handicap e le altre 30 siano appannaggio di veicoli elettrici. Apriti cielo. I tassisti mugugnano e sulla stampa locale si leggono cose che non vorresti vedere su giornali autorevoli. Ecco per esempio un passaggio dall’edizione bolognese del quotidiano ‘La Repubblica‘ di giovedì 5 aprile: <Per i tassisti il capitolo trazione elettrica è un problema. Sul mercato in questo momento esiste solo un marchio sperimentato di questo tipo di vetture ed è l’americano Tesla che garantisce tra i 200 e 250 km di autonomia. Però nessuno ha mai usato questo tipo di vettura (oltre 60 mila euro il suo costo) come taxi. L’incognita, oltre che la durata e il costo delle batterie, è legata al rifornimento. La rete di colonnine attualmente è scarsa e i tempi di ricarica forse troppo lunghi>
Ecco perché sono plateali false informazioni
Quante false informazioni ci sono in queste poche righe? Proviamo a vedere le principali:
1-Non è vero che esiste un solo marchio sperimentato. Dove vogliamo mettere Nissan e Renault, che sono leader di mercato in Italia? E la Golf elettrica? E la Hyundai ecc.? 2-Nessuno ha mai usato una Tesla come taxi? Beh, basta andare nella vicina Modena, non a Seattle o a Denver, per vedere un taxi Tesla con decine di migliaia di km sulle spalle 3–Il costo: a parte che le Tesla costano ben più di 60 mila euro, ci sono sul mercato veicoli come la Nissan LEAF che nella versione 2018 vengono offerti ai tassisti a 27 mila euro. Si tratta di un prezzo ormai competitivo con le auto tradizionali, perché a parità di km percorsi il prezzo dell’energia è assai minore di quel che si spende per benzina e gasolio. In più la manutenzione è ridotta al minimo, così come le possibili rotture, perché l’ auto elettrica ha un minor numero di pezzi. E non si paga il bollo per 5 anni. 4–Il costo delle batterie è incluso nel prezzo dell’auto e in genere è garantito per 8 anni.
I taxi e il problema della ricarica a Bologna
L’obiezione più fondata è quella del rifornimento. Un tassista che disponga di un garage non avrebbe problemi: a fine turno attacca la spina e riprende l’auto carica quando deve ripartire. Quanto alla rete di colonnine pubbliche, in effetti Bologna è un po’ indietro. L’utility locale, Hera, non è particolarmente interessata al tema e qualche giorno fa proprio l’assessore Priolo ha annunciato la firma di un accordo con Enel X per portare a 50 i punti di ricarica, concentrandosi su ospedali, ambulatori, centri commerciali e centri sportivi. Ma se la domanda aumenta, aumenteranno anche le colonnine. Una città che investe sulla mobilità a emissioni zero, oltre a migliorare la qualità dell’aria che si respira, è anche più attrattiva per il turismo internazionale. E Bologna, come del resto Milano (leggi), ha l’opportunità di diventare una vetrina di un modo di muoversi più sostenibile.
La questione è … la città ha più bisogno di 30 taxi elettrici o di 36 taxi attrezzati al trasporto disabili?
Una precisazione, le 36 “nuove” licenze sono in realtà già state digerite da tempo dai tassisti perché previste dal vecchio pgtu 2006 (piano generale del traffico Urbano) della giunta Cofferati, già presenti in organico potenziale nel regolamento unificato taxi-ncc del comune di Bologna approvato nel 2007.
Ciò non toglie che bisogna creare una rete diffusa di colonnine di ricarica per incentivare l’acquisto di auto elettriche.
Non so rispondere alla prima domanda, perché non conosco quanti taxi bolognesi siano già attrezzati per i disabili. Ma so che 30 taxi elettrici (su oltre 1.600, se non ricordo male) sarebbero un primo assaggio di una mobilità che presto potrebbe essere conveniente anche per i tassisti. Quanto alle colonnine, i tassisti sono organizzati in cooperative, piuttosto efficienti: anche una pressione da parte di queste ultime sarebbe molto utile per indurre chi di dovere a darsi una mossa. Anche perché, insisto, Bologna è ormai una città turistica e dal nord Europa molti arriveranno con mezzi elettrici, con la necessità di trovare dove ricaricare. O faranno tappa altrove.
I taxi attrezzati al trasporto disabili sono 31 su 706.
Per quanto riguarda i turisti del nord Europa credo che continueranno ad arrivare a Bologna in aereo con un bel volo low cost.
Mi ripeto, ciò non toglie che il Comune di Bologna deve incrementare il numero di colonnine di ricarica per incentivare l’acquisto di auto elettriche.