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L’e-commerce in elettrico, Milano dia l’esempio

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‘Inquinamento da e-commerce’. Il titolo dell’ultimo articolo di Milena Gabanelli  riapre un tema caro a noi di Vaielettrico: diffondere la mobilità a emissioni zero a partire dai veicoli che percorrono in continuazione le strade delle nostre città.

Solo a Milano 23 mila consegne al giorno

Nel suo Dataroom sul Corriere, la giornalista divenuta famosa con Report snocciola numeri su cui tutti i sindaci dovrebbero riflettere. Il dilagare degli acquisti on-line fa sì che il numero dei camioncini che ogni giorno fanno servizio di consegne in città come Roma e Milano si sia moltiplicato. Nel solo capoluogo lombardo, tra i pacchetti di Amazon, la spesa di Esselunga e mille altri acquisti, si calcola che ogni giorno le consegne da e-commerce siano almeno 23 mila. In tutto 650 mila pacchetti al mese, con tempi di recapito sempre più celeri, spesso in giornata.  Il guaio è che i mezzi con cui queste merci vengono movimentate sono spesso dei vecchi diesel. Comunque inferiori all’Euro 5, secondo un rapporto dell’Ispra. In una metropoli come Londra, in cui il fenomeno è ancora più accentuato, si calcola che questi camioncini siano responsabili di un terzo delle emissioni ci CO2 e di ossidi di azoto. Sono tutti dati da cui dovrebbero partire i sindaci delle grandi città. A cominciare dal primo cittadino di Milano, Beppe Sala, attentissimo alle potenzialità della mobilità elettrica e fautore dell’acquisto di bus spinti da motori a batterie (guarda). Acquisto da lui salutato con un tweet dal significativo hashtag #addiodiesel.

CoraggIo: incentivi alla sostituzione dei vecchi diesel

Sì, è da qui che bisogna ripartire. Da quelli che una Provincia all’avanguardia come Trento (leggi) definisce “i moltiplicatori della mobilità sostenibile” (come anche i taxi)Con due tipi di misure: la chiusura di zone sempre più ampie dei centri ai veicoli che non siano a emissioni zero. E una politica di incentivi mirata a chi sostituisce i vecchi camioncini a gasolio con nuovi veicoli elettrici. Politiche di questo genere si possono attuare anche a livello locale. Senza aspettare un governo nazionale prigioniero della lobby del gas. E sono ampiamente giustificate in città come Milano (e ancor di più Torino) che, anche per le particolari situazioni climatiche, sono sottoposte a livelli di inquinamento intollerabili. E uno sforzo in questo senso potrebbe essere richiesto anche ai grandi protagonisti dell‘e-commerce. Tra cui figura in una posizione preminente Poste Italiane, che non può non avere una responsabilità sociale (ha già fatto diversi passi in questa direzione).  Abbiamo scritto più volte che Milano, dopo decenni di degrado ambientale, può diventare un modello per la vivibilità urbana. Sarebbe un modo concreto per dimostrare che l’EXPO 2015 non è stata solo una grande kermesse, ma l’inizio di un’era fatta anche di qualità della vita, oltre che di business. Sala ha l’opportunità (e la responsabilità) di dimostrare all’Italia e all’Europa che si può fare.

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