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La BMW e le Case tedesche in mezzo al guado

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BMW NEXTGen
Moto e supercar elettriche nella NEXTGen BMW, la prossima generazione.

La BMW con le sue turbolenze dimostra quanto sia difficile la transizione verso l’elettrico. In pochi giorni l’annuncio di un anticipo della gamma a emissioni zero, le clamorose parole del direttore tecnico e le dimissioni del presidente.

Con l’elettrico oggi si perdono soldi

Tutti gli analisti concordano: l’auto è nel pieno della più importante rivoluzione tecnologica della sua storia. Ma mentre gli sfidanti come Tesla puntano tutto sull’elettrico senza esitazioni, le Case tradizionali devono gestire un passaggio complicato. Vogliono giustamente difendere l’immenso patrimonio tecnico sviluppato con i motori tradizionali, uno status quo fatto di milioni di clienti. Ma allo stesso tempo devono investire sull’elettrico, nella convinzione (non condivisa da tutti, come vedremo) che questo sia il futuro. Il problema è che con l’elettrico oggi non si guadagna.

Mini Cooper elettrica.
La Mini Cooper SE, elettrica, verrà presentata martedì. Seguirà l’anno prossimo   la BMW iX3.

Anzi, in genere si perde, perché gli investimenti sono enormi, ma di macchine se ne vendono ancora poche. Per di più, quelle poche hanno spese di costruzione ancora elevati, perché le batterie con quel po’ po’ di metalli rari costano parecchie. I margini, quando ci sono, sono risicatissimi e questo fa storcere il naso anche alla rete di vendita, che notoriamente non è fatta di gente che ha come mission quella di rendere il pianeta più sostenibile. Insomma, un’equazione difficile da far tornare.

Con il Model 3, Tesla comincia a dar fastidio

A misurarsi con questa difficile sfida sono soprattutto i marchi “premium” tedeschi, BMW, Audi e Mercedes. Premiate ditte che da decenni hanno abituato i loro azionisti a distribuire ricchi dividendi, grazie a bilanci con guadagni strepitosi. Ma l’avvento dell’elettrico sta un po’ guastando il giochino. Perché i profitti ci sono ancora, ma si stanno assottigliando. E oltretutto la concorrenza comincia a dar fastidio: il Model 3 Tesla è già da tempo l’auto venduta nella sua categoria negli Usa, molto più delle tedesche.

Tesla Model 3
Il Model 3 della Tesla

E ora comincia a dar fastidio anche in Europa e in Cina, mettendo in discussione una leadership globale che sembrava inarrivabile. Di qui la decisione di BMW, Mercedes e Audi di anticipare i programmi sull’elettrico. L’ha fatto l’Audi, , la fatto la Mercedes e, da ultimo, la Casa di Monaco, che all’evento NEXTGen ha annunciato che già nel 2023 (e non più nel 2025) avrà 25 modelli elettrificati in gamma. Non senza qualche mal di pancia interno.

I mal di pancia del direttore tecnico Fröhlich,

Klaus Fröhlich
Klaus Fröhlich, direttore tecnico del BMW Group.

Mal di pancia espresso, con encomiabile franchezza, non da uno qualunque, ma dal Chief Technical Officer  del gruppo BMW-Mini, Klaus Fröhlich,. Il quale, agli attoniti giornalisti convenuti a NEXTGen, ha detto papale papale: “L’industria è pronta, ma i clienti le auto elettriche non le vogliono, hanno dubbi sulla ricarica e sul valore dell’usato”. Ovvio che parole del genere, dette durante un grande evento dedicato proprio all’elettrico, abbiano scatenato un putiferio. E a poco è servito il fatto che Fröhlich, abbia poi corretto il tiro, ricordando tutto quel che BMW ha fatto e farà nell’elettrico, dal 2004 in poi.

Via anzitempo il presidente Kruger

Kruger
Il presidente uscente, Harald Kruger

Il suo è un punto di vista molto diffuso, soprattutto all’interno del mondo tedesco dell’automotive. Molti, legittimamente, non ci credono e questo sta creando grandi lacerazioni all’interno delle aziende. E anche queste lacerazioni hanno portato allo sviluppo ancor più clamoroso, le dimissioni del presidente Harald Kruger (qui l’articolo)A cui il consiglio di sorveglianza, che rappresenta gli azionisti, nell’impasse BMW sembrava imputare tutto e il contrario di tutto. Ovvero: un deciso trend di calo dei profitti. Ma anche un ritardo nello sviluppare modelli elettrici, dopo che la BMW era stata tra le prime ad arrivare  con la i3.

Una grande sfida per il made in Germany

Questa sarà la grande partita del decennio che sta per cominciare: come i marchi storici riusciranno a gestire una transizione che è già storica a sua volta. L’auto elettrica non porta solo con sé una nuova motorizzazione. È un altro mondo, un altro modo di intendere la mobilità, che si interfaccia con mille aspetti nuovi, come l’auto-produzione di energia. L’impasse BMW non è un caso isolato: il gruppo Daimler Mercedes ha già annunciato diversi warning per calo dei profitti.

BMW iX3
La BMW iX3, elettrica, uscirà l’anno prossimo.

E l’Audi è alle prese con il difficile avvio delle consegne del suo primo modello elettrico, la e-tron. Un po’ per inattese difficoltà produttive nella fabbrica di Bruxelles, un po’ per un richiamo dovuto a un rischio di incendio nel pacco-batterie  (qui l’articolo) . E proprio sullo sviluppo delle batterie, i tedeschi sembrano un passo indietro non solo rispetto a Tesla, ma anche a concorrenti in passato poco temibili come i coreani di Hyundai-Kia. Non sarà facile ridisegnare aziende che per anni hanno tenuto in piedi il made in Germany senza mai un cedimento. Ma la sfida ora è questa e i nuovi boss di BMW e Mercedes dovranno dimostrare di avere non solo la forza, ma anche le idee, per vincerla.

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