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BESS, ecco lo “storage” per condomìni e Pmi

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Battery Energy Storage System (BESS) della società svedese Sparq è l’accumulo di taglia media progettato per condomìni, piccole imprese o comunità remote non collegate alla rete. Lo scopriamo assieme a Luigi Negri, Sales manager di Sparq Italia.

C’è un buco tra i normali accumulatori domestici da una decina di kWh e gli accumulatori utility scale al servizio dei grandi campi eolici o degli snodi di rete che arrivano anche oltre i 150 MWh. O meglio, c’era: oggi prova a colmarlo Sparq con i suoi BESS, con potenza che arriva fino a 1 MW.  Si parte cioè da un modulo integrato che può servire un condominio, a un container con quattro moduli in parallelo da capace di supportare una piccola azienda o in insediamento remoto, un villaggio, scollegato dalla rete.

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Sparq fa parte del Gruppo Cebon, fondato nel 1985 da tre neolaureati svedesi, inizialmente nelle piccole batterie per l’elettronica di consumo. In partnership con il produttore di celle batteria GP ha creato  GPBM Nordic che produce batterie ricaricabili con diverse chimiche e diversi utilizzi.

Sparq è nata nel 2022 per finalizzare il progetto BESS con la realizzazione di due unità, ciascuna formata da 4 rack per un totale di 24 pacchi batteria. Sparq combina soluzioni di batterie, cablaggi, caricabatterie, BMS e altro ancora. La potenza totale che i rack sono in grado di fornire è di 253 kW ciascuno, per un totale di 1,012 MW. Per ovvie ragioni logistiche e di sicurezza, ogni sistema BESS è stato inserito in un container standard. Il primo esemplare è stato installato in un villaggio vietnamita remoto, alimentato esclusivamente da un impianto fotovoltaico.

Ma Sparq proponei i suoi BESS per impieghi diversificati, dall’ambito residenziale a quello automotive e industriale. Infatti, ci spiega Negri, «le dimensioni relativamente contenute di questo sistema lo rendono adattabile in vari contesti». In termini di chimica, i pacchi batteria utilizzano celle al litio ferro fosfato (LiFePO4) che garantisce elevata densità energetica, alta efficienza e ciclo di vita relativamente lungo rispetto ad altre tipologie di chimica. Si avvale di collaborazioni con i principali produttori cinesi di celle FLP (ferro-litio-fosfato) con i quali sta studiano anche dispositivi monofamiliari tipo powerwall. Potrebbero arrivare il prossimo anno, ci dice Negri.

Un singolo modulo può alimentare una famiglia per circa un mese, oppure, parlando di EV, consentire ricariche complete per un’autonomia pari a circa 5000 km. O anche alimentare ininterrottamente per un anno due lampadine da 60.

«Nell’attuale contesto di transizione energetica _ aggiunge Negri _, queste soluzioni possono realmente contribuire fortemente a creare una rete energetica parallela a quella esistente».

L’accumulo condominiale potrebbe diventare la norma per le nuove costruzioni. Saprq sta studiando una prima applicazione a Milano, in un condominio da 100 appartamenti e altrettanto box. Dalle prima stime un BESS dal costo di 60-80 mila euro potrebbe garantire la ricarica, quasi interamente da energia autoprodotta, per tutti i veicoli elettrici dei condòmini.

Luigi Negri

Gli utilizzi degli Energy Storage System (ESS) si stanno estendendo molto rapidamente alle aziende europee, grazie anche all’abbassamento del costo dei sistemi.

«Per un’azienda acquisire una certa indipendenza energetica porta senz’altro dei benefici, ma ne porta anche al di fuori delle singole realtà _ spiega Negri _. Contribuire al bilanciamento della rete e ridurre il fabbisogno innesca un circolo virtuoso che può ridurre la dipendenza dai combustibili fossili per la generazione di energia, il che si traduce anche in significativi risparmi finanziari futuri».  «Il sistema BESS messo a punto da Sparq rappresenta la prima risposta tangibile che va verso questa direzione» conclude.

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13 COMMENTI

  1. Mi permetto di citare un competitor, attivo da diversi anni, tutto italiano e della motorvalley: Aton Green Storage.
    Fanno accumuli e sistemi ibridi per ogni scala: dalla casa al condominio ai grandi impianti.

  2. Se posso permettermi un piccolo suggerimento, chiederei alla redazione, qualora possibile, di inserire sempre qualche prezzo anche a grandi linee di questo tipo di soluzioni. E pacifico che il privato cittadino e anche noi lettori non siamo interessati all’acquisto in prima persona , però aver un’idea del costo di tutte queste varie soluzioni ci può aiutare a capire meglio quale posso essere l’ampiezza di questa sfida che in un modo e l’altro si vede tutti protagonisti se vogliamo passare non sistema energetico di un certo tipo ad uno fondamentalmente basato sulla rinnovabili. Grazie. 😇

          • Ci mancherebbe, cosa buonossima.
            Ma le variabili in gioco sono molte, 100 appartamenti, l’un per l’altro, consumano comodamente 500 kw al giorno anche senza auto elettriche. quando torno dal campeggio ci guardo meglio. L’idea mi piace. Bisogna vedere i costi.

  3. /// i pacchi batteria utilizzano celle al litio ferro fosfato (LiFePO4) che garantisce elevata densità energetica \\\ La densitá energetica non è il punto debole di questa chimica ? Penso che l’abbiano scelta invece per la sicurezza dal punto di vista dell’autocombustione vista anche la taglia che un impianto puó raggiungere..

    • Le batterie LFP stanno facendo passi in avanti mostruosi, sono più economiche delle NCM ma le migliori arrivano anche a 160wh/kg (contro i 240-280 delle Tesla 4680).
      Il vantaggio principale sono i cicli di carica, arrivano comodamente oltre i 6000 che vuol dire oltre 15 anni con un ciclo di scarica al giorno, e sopratutto non hanno nessun problema ad arrivare al 100% di carica che su un accumulo FV è la norma.
      Al momento c’è invece molto fermento sulle batterie al sodio, si stima una capacità inferiore ai 100wh/kg ma ad un costo inferiore del 30/40% almeno. Una volta sul mercato sarà da capire quanti cicli riescono a reggere, ma il potenziale è enorme.

      • Vero le batterie al sodio potrebbero diventare un’interessante alternativa alle LFP, soprattutto nel settore dell’accumulo statico dove la densitá energetica non è un grosso ptoblema

  4. Un accumulo grande richiede un impianto FV di potenza elevata.
    Esempio: In estate per produrre 230kwh ci vogliono 35-40kw di potenza.
    Non so se sul tetto di un condominio si riesce a fare stare un impianto di queste dimensioni, tenendo anche conto che non tutte le falde sono spesso sfruttabili.
    Forse 100-120kwh sarebbe una taglia più adatta per i condomini.
    Per gli altri impieghi dove c’è più spazio per installare pannelli, niente da dire.

  5. Farà incetta di vendite qui in Friuli, garantito. Bès (ma con una S) in friulano significa soldi 😁😁.
    Scherzi a parte immagino un futuro nel quale la sovrapproduzione data dagli impianti fotovoltaici nelle ore di punta necessiterà di batterie di accumulo. Non è utopistico pensare che quando in futuro l’installazione di impianti rinnovabili sarà saturata verranno incentivati gli impianti di accumulo che avranno il compito di immagazzinare l’energia prodotta in eccesso nelle ore di massimo irraggiamento. Chissà magari arriveremo al punto che la tariffa bioraria sarà inversa con energia elettrica a basso costo di giorno e batterie in ogni abitazione anche di chi non possiede un impianto fotovoltaico proprio.

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