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Africa sempre più elettrica, Spiro si espande in Benin e Togo

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Spiro, produttore di moto elettriche, dopo l’Uganda punta a espandersi anche in Benin e nel Togo grazie a un grosso finanziamento.

La storia di Spiro e dell’espansione che sta avendo in Africa è esempio di come il cambiamento può essere veloce ed economicamente sostenibile. Un espansione che non accenna ad arrestarsi. La società infatti ha appena ottenuto un finanziamento di circa 63 milioni di dollari USA che proviene in gran parte da Societe Generale e GuarantCo e da Private Infrastructure Development Group (PIDG).

Questa considerevole cifra sarà investita per diffondere ulteriormente il servizio, principalmente in Benin e Togo. Spiro, dopo questo finanziamento punta ad aggiungere almeno 15.700 moto, 31.400 batterie e 1.000 stazioni di scambio. Nessuna novità quindi, ma una flotta più grande, più batterie e più stazioni di scambio. La formula infatti è piuttosto semplice: moto pressoché indistruttibili, senza pretese di performance e una sempre più capillare rete di stazioni per lo scambio batterie.

Le moto infatti in molti paesi africani è il mezzo di trasporti per eccellenza e anche molti servizi di taxi sono effettuati su due ruote (boda boda). Nella grandi città in particolare questo consente di evitare il traffico e risparmiare sul costo della corsa.

Oltre a ridurre le emissioni di CO2, l’installazione di stazioni scambio – secondo il CEO di Spiro, Jules Saimandi – creerà centinaia di posti di lavoro favorendo occupazione e inclusione di genere. Spiro infatti punta ad avere almeno il 30% di donne all’interno del proprio organico.

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5 COMMENTI

  1. A parere mio in Africa dovrebbero puntare molto e, dovrebbe puntarci molto anche il ricco occidente, allo sviluppo del fotovoltaico, anche ad isola ove la rete elettrica non è ancora ben sviluppata.
    Facendo delle simulazioni a casaccio con pvgis si ottengono dappertutto degli ottimi risultati.

    • La strada ormai è spianata. Con il continuo miglioramento delle batterie e raggiunta la capacità produttiva necessaria a soddisfare la domanda ci sarà sempre meno vantaggio a bruciare fossili.

  2. Un sistema che dove le risorse spono poche, massimizza l’efficenza, economica ed energetica, senza fronzoli, moto relativamente piccole e stazioni di swap, fantastico, spero di leggere nel tempo che si diffonde ulteriormente ( e ricordo aver letto forse qui altri articoli di cooperative che in paesi poveri che convertivano in elettrico anche piccoli minibus/furgoncini )

  3. Iniziativa bellissima.
    L’inquinamento, a tutti i livelli, in Africa è altissimo. Ogni passo è fondamentale.
    Inoltre i costi dei carburanti saranno in crescita e continuare a dipendere da essi non aiuterà di certo quelle nazioni.

    Bello bello.

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