Più colonnine che distributori di carburanti: è il record mondiale centrato dal Giappone nei primi mesi di quest’anno.
Nel Sol Levante sarebbero in funzione infatti 40 mila punti di ricarica per auto elettriche, contro 31 mila pompe di benzina tradizionali. Nel calcolo sarebbero comprese anche le wallbox domestiche; ciò non toglie che il Pese dell’estremo oriente sia di gran lunga il più attrezzato al mondo ad affrontare la rivoluzione elettrica. Per fare un confronto si pensi che in tutti gli Stati Uniti i punti di ricarica per Ev sono solo 9 mila e in Italia 2 mila. Al boom ha contribuito l’atteggiamento delle principali case automobilistiche, prima fra tutte la Nissan che con il modello Leaf è il maggior produttore al mondo di auto elettriche. Honda dovrebbe uscire con propri modelli Ev nei prossimi mesi e Toyota, pur restando fedele all’ibrido, sta sviluppando la tecnologia dell’ibrido plug-in che comunque richiede il collegamento alla rete per la ricarica delle batterie. Honda inoltre ha in programma l’uscita di uno scooter elettrico e Toyota ha già annunciato il lancio di un servizio in condivisione con il triciclo I-Road.
Anche il governo ha fatto la sua parte costruendo una rete di 3.000 stazioni di ricarica veloce lungo tutte le principali strade del Paese. Ammonterebbero poi a 6.500 le stazioni di ricarica pubbliche nriservate a moto e scooter elettrici, già molto diffusi in Giappone. A rendere ancora più capillare l’infrastruttura elettrica sarebbe l’intenzione dell’esecutivo di varare altri provvedimenti per incentivarne lo sviluppo. I più significativi riguardano il rilascio dell’autorizzazione per l’installazione di colonnine presso i “konbini”, minimarket aperti 24 ore e molto diffusi sul territorio, e l’abolizione di alcune norme antincendio che renderebbero possibile l’aggiunta di punti di ricarica nelle stazioni di servizio tradizionali.