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5 mila km in un mese: “Che cosa ho imparato”

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5 mila km in un mese, anzi 5.231 per la precisione: li ha percorsi Caterina Cianca, Charging Manager di Ford Italia. Ecco che cosa ha imparato.

5 mila km in un mese
Caterina Cianca (foto da Linkedin).

Caterina è un giovane ingegnere che lavora in Ford da un anno, dopo un’esperienza in ABB. Il marchio americano ha creato questa figura anche in vista dell’arrivo sul mercato del secondo modello elettrico, l’Explorer. E lei ha voluto capire meglio di che cosa stiamo parlando con questa specie di “temporada” di cui ha condiviso il succo sul suo profilo LinkedInScatenando più di 400 commenti, molti improntati a un certo sarcasmo, con pronta replica della giovane manager. Ma ecco i 5 punti, con una chiosa finale: “Ho imparato anche che chi parcheggia l’auto termica nel posto dedicato alla ricarica è molto, molto, molto, molto, molto (spero si sia capito) fastidioso”.

5 mila km in un mese5 mila km in un mese, “5 cose che ho imparato”

1. Viaggiare in autostrada è ormai semplicissimo grazie all’ampia diffusione delle stazioni di ricarica ultra veloci
2. Come in tutte le cose, sono necessari gli strumenti giusti. E il primo periodo è l’occasione per esplorare e capire ciò di cui hai bisogno (se mangio gli spaghetti con il coltello, dirò che sono immangiabili e invece…bastava usare la forchetta!)
3. La pianificazione è super importante…ma non sempre necessaria: quando si conosce meglio la propria auto, si può improvvisare e fermarsi dove si preferisce al momento.
4. È molto più lunga una sosta di 5 minuti in cui si può solo aspettare che una di 20 minuti in cui si può ottimizzare il tempo per fare altro? Mangiare? controllare le mail? andare al bagno?
5. Chi ha la possibilità di ricaricare a casa o in ufficio è il re/la regina del mondo. Non c’è niente di più bello che uscire di casa o dall’ufficio con la macchina carica e pronta per partire!

Commento sarcastico tipo: “E’ tutto bellissimo! Se devi andare solo dove la puoi ricaricare e non hai niente di meglio da fare nella vita che aspettare che si ricarica, la macchina elettrica è una figata!”.

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55 COMMENTI

  1. Beh gli è andata come mi sarei atteso. Poi che faccia 5000 km in un mese è sbagliato? Ok ci si deve lavorare, ma nel mentre meglio farli in elettrico o in un diesel?

  2. Siamo evidentemente in una società dove contano solo le emozioni e l’immagine e le dichiarazioni sono sempre così anodine che nessuno le può contestare: come dire che i fiori profumano e che il tramonto è romantico.

    Ma santo cielo, l’Explorer non è ancora uscita, non si sa nemmeno con sicurezza che motorizzazione avrà, si parla di un’autonomia di 350 km che, se confermata, sarebbe un po’ modesta per un veicolo che costa circa 45.000 Euro (perciò ben più di una Tesla model 3, seppur con una capacità di ricarica veloce non disprezzabile) e tutto quello che un ingegnere “vero” -mica una testimonial presa dal mondo della moda- ci comunica non sono dati pratici e magari utili ad un potenziale acquirente, ma massime che sembrano estratte dal primo manuale del “pensa positivo”.

    Ridateci Forghieri!

    PS: in un anno e 5 mesi ho percorso 48.000 km con la mia auto ibrida a noleggio. Sto seriamente pensando, alla scadenza del triennio, ad una Tesla model 3 e, in quell’ottica, è compreso un ripensamento su abitazione, garage, consumi, valutazione dei percorsi che effettuo abitualmente, eventuali alternative all’auto per i viaggi in aree meno coperte dalle colonnine veloci etc.. Ditemi tutto quello che volete, ma è necessario tenere in considerazione molti parametri se con l’auto si lavora e non si ha la classica vita casa-ufficio con abitudini consolidate. Che molti di quelli che scrivono qui non abbiano minimamente idea di cosa significa dover usare l’auto per lavoro, con i relativi imprevisti, lo si evince dal solito commento “eh, ma i due viaggi di 500 km che fai ogni anno li puoi programmare”. Certo, peccato che, stando bassi, i 20 viaggi l’anno che mi portano a fare 500 km in giornata non lo siano con altrettanta facilità. Perché non è detto che le fabbriche ed i capannoni dei clienti siano tutti all’uscita dell’autostrada e per mille altri motivi.

    In quest’ottica, per piacere non banalizzate l’opinione chi fa osservazioni educate e non immaginatevi che sia in corso una guerra tra fazioni, perché io conosco molte persone “prudenti” sull’elettrico, ma proprio nessuna ostile.

    • “se con l’auto si lavora”

      A meno che uno di lavoro non fa il taxista o il conducente ncc, con l’auto non ci si lavora, con l’auto ci si sposta tra un cliente e l’altro. Tutto tempo perso a fare altro (guidare) invece che a fare il lavoro per cui si viene poi pagati. Ai pendolari non pagano le ore passate in auto, ma solo quelle in ufficio.
      Forse invece di programmare la vita intorno all’auto bisognerebbe iniziare a ripensare a come si lavora: sono necessari quei 50.000 km all’anno, indipendentemente da come li si percorre? Magari si può fare più smart working e restituire alle persone questo tempo buttato via in spostamenti, che generano incidenti, traffico e inquinamento?
      Chi lavora vicino a casa o chi lavora da casa non è un pelandrone come ho letto in molti commenti nel tempo su questo sito, spesso contrapposto a “chi lavora sul serio”, o chi “non ha tempo da perdere”. Al contrario, il tempo – che non ci viene restituito mai, anche se fosse pagato oro – lo perde proprio chi spende ore e ore in auto.
      E dico questo a prescindere dall’auto elettrica, la cui ricarica lenta forza ovviamente a pensare di più ai viaggi che si fanno.

      • Guarda, non è del tutto vero che l’auto non sia uno dei miei strumenti di lavoro (anche se non faccio il taxista) come lo sono il pc (anche se non faccio l’informatico, quanto meno non di professione) o la giacca e cravatta per andare in udienza (anche se non faccio l’indossatore). Ovvero sono un po’ tutti strumenti di lavoro perché, per poter svolgere la professione, in concreto questi ed altri strumenti mi sono necessari.

        Detto questo, non è che siamo realmente in contrasto. Per quel che mi riguarda, già dal 2003 mi sono attrezzato per scannerizzare ogni cosa e per avere tutto il mio studio a portata di pc/smartphone e le prime call credo di averle abitualmente fatte almeno dal 2010. Questo tipo di organizzazione mi ha effettivamente permesso, pur con uno studio piccolo, di seguire una piccola clientela che, di regola, usa studi grandi/internazionali, ma lo scotto che ho dovuto pagare è quello di andare dal cliente ogni volta che c’è una necessità. Magari anche per una riunione a cena, ma sempre di viaggiare si tratta.

        Il problema è banale: non sono abbastanza importante da fare girare il mondo attorno a me e la gente adora vedersi di persona e fissare riunioni che regolarmente vengono spostate all’ultimo momento.

        Io vorrei liberarmi di quei 34.000 km annui scarsi (non 50.000, eh!) ma non è possibile rinunciare all’auto quando il mondo ti chiede di spostarti più volte in giornata. Mi girano le scatole, ma è così e, se pretendessi di cambiare sistema, perderei la metà della clientela perché il mio plus rispetto ai megastudi sono la disponibilità e la celerità, la competenza è un prerequisito.

        Come corollario di quanto sopra, passando all’elettrico sarò costretto a valutare ed adeguare molti più comportamenti di una persona che non ha esigenze come le mie. Non è una questione filosofica o ideologica, è che la mia vita è questa, almeno oggi.

        • Ciao, io non sottovaluterei l’ìmportanza dei messaggi emozionali,
          se cui come hai notato ha puntato la comunicazione Ford

          non sono diretti alle persone piu tecniche e già interessate/informate, come siamo qui nel blog, ma un pubblico più ampio

          – livello medio di alfabetizzazione sul’argomento auto elettrica in italia è basso,
          – molte persone non le raggiungi se inizi con ragionamenti tecnici,
          – anzi, devi anche smorzare e ribaltare le campagne di diffidenza (messaggio emozionale) che sono stata fatte, che poi in italia si mischiano tra qualche interesse commerciale di vecchi asset, e ideologie politiche populiste no-tutto

          Insomma c’è ne da spalare..ehm.. remare, iniziando dalle cose più semplici, non darei la colpa a Ford, ma alla situazione nostrana

          per questo usano anche messaggi emozionali, positivi, e per spiegare dalle basi senza darle per scontate; vedi lo schema:

          – sono un ingegnere -> autorevole, competente in materia
          – comunque non sono un nerd, ma una persona normale e vitale
          – ho provato l’auto di persona per un mese -> so di cosa parlo
          – ora posso dire che ho visto che -> qui i messaggi dell’ ABC

          es. ha “spiegato” che ora si può “usare l’autostrada, per chi non ha già visto articoli e video recenti non è scontato

          • Sì, probabilmente c’è del vero. E’ che io preferisco le informazioni alle emozioni, altrimenti scadiamo nel “piace alla gente che piace” come il vecchio slogan della Y10. Gli argomenti emozionali mi ricordano i comizi dei politici:)

        • Beh, 34.000 km non sono poi tanti onestamente, noi in casa con la id.3 ne abbiamo fatti 60.000 in 26 mesi quasi solo girando in zona con l’aggiunta di 3 viaggi importanti, quindi sono 28.000 all’anno. E abbiamo preso quella da 45kWh proprio sapendo che sarebbero stati tutti spostamenti in zona; con già solo la 58kWh (senza nemmeno scomodare auto con 70-80 e oltre kWh) si può andare dappertutto e senza poi tutta questa angoscia da pianificazione che dicono in molti (oltretutto molti lo dicono senza mai aver provato una BEV se non per il giretto di due ore del test drive).

          • è esattamente per questo motivo che, quando e semmai sarò obbligato a prendere una BEV, chiederò almeno 1 mese di noleggio, per capire prima di acquistare.

          • @fred potrebbe anche provare adesso, per capire come funziona e avere meno remore in futuro. Magari potrebbe accorgersi che non serve essere obbligati per prenderne una 😉

  3. Tutto molto bello, fino a quando il governo metterà le accise che attualmente ha su benzina e gasolio anche sulla corrente per recuperare il mancato gettito, e quando invece di un’auto da ricaricare ne trovi davanti 4 e butti via una giornata.
    Ma alla fine rispetto le scelte, come è giusto che sia.

    • Le accise sulla corrente anche su piano ad induzione, lavatrice, aspirapolvere, asciugacapelli, illuminazione, computer, pompa di calore, carica dei telefonini, TV, ecc… ecc… ecc…?
      Vabbè che il popolo italiano si beve di tutto, tipo lo smantellamento della sanità pubblica che ormai non funziona più, redditi sempre più bassi, soliti favori ai soliti evasori, ecc… ma se si ingoiassero anche questa… ce lo meriteremmo proprio!
      O magari riescono a fare un sensore da inserire nel mio contatore che si accorge se in garage lavo la biancheria piuttosto che caricare la batteria? (senza 4 auto davanti: nel mio garage non ospito nessuno per caricare).
      Chissà…
      Ma, magari, con la nuova “era dei lumi” (neo-illuminismo, non lampioni) che sta pervadendo l’Europa ed il mondo, il prossimo giro ci vedrà pagare accise su carburanti per motori termici a bassissimo impatto sull’ambiente: auto che riescono ad emettere “solo” 100g/Km di schifezze, da noi euro 8 al quadrato.
      Del resto, abbiamo imparato recentemente che il covid non esiste, i vaccini fanno male, la terra è piatta e non c’è alcun cambiamento climatico in corso.
      Vado a togliere i pezzi di albero caduti sul parcheggio dopo il tifone tropicale che ha imperversato questa notte.
      Saluti.

    • Prima di commentare, hai provato ad approfondire le poche conoscenze che hai?
      FreeToX ha già detto che le sue installazioni sono pronte per essere ampliate semplicemente ponendo le colonnine ed allacciando le, in quanto le cabine di alimentazione sono state progettate proprio per supportare più colonnine di quante ce ne siano ora
      Da 2 anni giro con una ID3, quasi 60000km all’attivo, unica volta che ho atteso che si liberasse la colonnina, ho atteso per ben 10min. Un’attesa interminabile, vero?
      Provare a dare un’occhiata tramite la mappa di Nextcharge filtrando le colonnine Fast, in modo da rendersi conto di quante siano, è un’idea che non ti è venuta?
      Prova, così magari ti renderai conto un poco di più delle boiate che hai scritto.

      • Solo per chiacchera:

        – con 2 tonnellate di petrolio importate dall’estero ci puoi far andare 2 auto termiche per un anno

        oppure

        – con 1 tonnellate di petrolio ( o l’equivalente in metano ) ci fai la corrente da una centrale e ci fai andare 2 auto elettriche

        – la tonnelleta di petrolio risparmiata non la paghi, lo Stato ha un risparmio, che alleggerisce la fiscalità generale, è un “efficentamento”

        Poi, su come vengano ridistribiite le accise o le varie tasse, si certo, tutto può essere

  4. Vorrei aggiungere un commento di lode e congratulazioni nei confronti di FreetoX. Se oggi viaggiare in autostrada è più semplice e comodo è grazie alla diffusione di queste efficacissime stazioni di ricarica. In un paese come il nostro, retrogrado nell’accettare la mobilità elettrica, non è così scontato che un’azienda abbia sviluppato in così breve tempo una rete così ampia e, soprattutto, affidabile! Non ho mai avuto nè sentito nessuno che abbia avuto problemi con una colonnina FreetoX!.
    Quando 2 anni fa leggevo degli obiettivi di installazione sulle autostrade mi dicevo: “seeeeeee figuriamoci”. Invece devo ricredermi.
    Si meriterebbero un articolo di stima. Bravi

    • io non santificherei freetoX, alias autostrade private e soci ..

      ricrdiamoci che il pecedente governo mise dei paletti

      se non le mettete voi entro certi termini , le metterà qualcun altro ..

      e non mi risulta che siano in anticipo ..
      anzi, sono ancora molto indietro

      per foruna l’Europa ha messo un altro paletto
      ricarica veloce entro 60km in atostrada
      peggio del decreto italiano che le voleva ogni 50 km
      ma chissà,
      forse così le installeranno TUTTE prima e
      il viaggio da capo nord a portopalo di capopassero
      sarebbe fattibille senza troppe complicazioni

      • Aggiungerei che oltre che essere in ritardo vogliono restare monopolisti non avendo trovando qualsiasi scusa per non dare i bandi che permetterebbero anche ad altri di istallare colonnine negli autogrill…
        Bandi che sarebbero costretti da un bel po’ a fare secondo la legge ma che non hanno alcun intenzione di rispettare visto che nella legge che gli ha messo questo obbligo si sono scordati di prevedere una sanzione se non rispettato….
        in chiaro stile italiano dove l’unica cosa che conta non è far o far fare le cose ma far si che la colpa sia addossabile ad altri… in quedto caso il governo ha fatto una legge che chiaramente non sarebbe stata rispettata, perchè se sai che non ti fanno nulla non ti fai problemi a non rispettarla, ma così può dire che lui la legge l’ha fatta la colpa è dei gestori che non la rispettano…

  5. Cosa ha imparato nel fare molte 5000 km al mese?
    Che non dovrebbe farlo! se ci tiene all’ambiente. Strano che con tutte le persone sensibili a questo tema che affollano il sito nessuno mai lo rappresenti. Tutti a scagliarsi contro le auto che emettono un tot di più di Co2 al km ma nessuno che si sofferma su quanti km effettivamente fanno. Chi ha un’impronta carbonica peggiore tra un’auto elettrica che fa 5000 km al mese e una euro 3 che ne fa 100? Intanto le leggi discriminano(nella quasi totalità) sulla base della CO2 emessa al km senza chiedersi quanti sono i km effettivi di circolazione.

    • È evidente a tutti che si trattava di un test, mica farà 5mila km al mese tutti i mesi e tutta la vita, dai…

    • Vede esistono delle figure professionali che sono preposte a testare i veicoli o le infrastrutture al fine di collaudarne le funzionalità e individuarne eventuali difetti così da porne rimedio. Chiaramente non è l’ecologia e il risparmio energetico il fine di tali test pertanto è contemplato nel mondo industriale. Anche la sua caldaia domestica ha subito un test prima della messa in vendita durante il quale è stata accesa ed ha consumato gas/gpl/gasolio/energia elettrica inutilmente, col solo fine di valutarne il corretto funzionamento all’interno di determinati parametri.
      Ora un’azienda molto importante come Ford, abituata a confrontarsi con un sistema di mobilità basato sul carburante e il motore a scoppio, del quale si da per assodata la disponibilità, necessita di calarsi nei panni dell’automobilista elettrico con l’obiettivo di migliorare l’esperienza di utilizzo del proprio prodotto.
      Da qui la necessità di far percorrere ad un proprio dipendente migliaia di km in auto elettrica del proprio marchio.
      Credo che sia buonsenso e logica industriale che dice???

      • Non è che Carlo ha una Euro2?
        Euro3 è del 2000, quindi una Euro2 ha almeno 23 anni, sarà il caso di toglierla dalla strada? Adesso magari fa 100km al mese, ma in vita sua quanti ne ha fatti, 200.000, 500.000? Sa quanti kg di co2 e particolato sono, aggravato dalla scarsa efficienza di una Euro2?

    • “Chi ha un’impronta carbonica peggiore tra un’auto elettrica che fa 5000 km al mese e una euro 3 che ne fa 100? ”

      Hai ragione. Io sto con la mia BEV chiuso in garage accesa per il tempo necessario a percorrere 5000km, tu stai con la tua euro3 chiuso in garage accesa per il tempo necessario a percorrere 100km.
      Poi usciamo e ci raccontiamo com’è andata. Ma temo sarebbe un racconto mono direzionale.

      • Non è che se inquini da un’altra parte e non dentro al tuo garage allora non inquini. Suvvia, certe argomentazioni sono risibili. Sono tutti fatti tramite energie ad impatto zero(che poi non esistono nemmeno quelle)? se si ha ragione altrimenti no.

        • Vede che lo scrive anche lei? “energie ad impatto zero”, con l’elettricità è possibile. Ogni volta in cui il mix energetico nazionale migliora dello 0,1%, l’intero parco elettrico migliora, fossero anche BEV di 10 anni fa che hanno fatto 1 milione di chilometri o che siano nuove di zecca: gli elettroni sono democratici, uguali per tutti. Può dire la stessa cosa delle termiche? Ovviamente no.
          Non mi si tirino fuori gli e-fuel: energeticamente parlando richiedono uno sproposito di energia per essere ottenuti, energia che potrei usare direttamente, andranno bene in un futuro per qualche veicolo di nicchia, non certo per la mobilità di tutti.

        • Le nostre città sono come grandi garage puzzolenti. Inquinare (molto meno) in aree poco affollate è un vantaggio oppure no?

          • sarà un vantaggio ma non si può affermare che fare 50000 km con un’auto elettrica abbia un impatto minore di chi ne fa 100, altrimenti non c’è serietà.

        • L’argomento più risibile è leggere che una Euro3 vecchia di vent’anni è da salvare perchè oggi fa solo 100km al mese (tutti da dimostrare).

        • Essì. E’ vero. Me ne scuso. Certe affermazioni sono risibili. Suvvia siamo seri. usiamo la matematica.
          La frase del sommo prof. ing. Carlo Petrucci è “Chi ha un’impronta carbonica peggiore tra un’auto elettrica che fa 5000 km al mese e una euro 3 che ne fa 100? ”

          Matematicamente, come sostiene l’esimio, è:
          Chiamiamo l’emissione di CO2 per km E, il totale consumato T.
          Tbev = (Ebev x 5000)
          Tice = (Eice x 100)

          Ebev = 0
          Eice = (>0)

          Consegue che

          Tbev = (0 x 5000) = 0
          Tice = (>0 x 5000) = >0

          Quindi Tice > Tbev

          Suvvia.
          E’ semplice matematica (cit)

          • Ma per favore, non vi accorgete che sono discorsi ridicoli. Come diceva qualcuno: “non c’è niente di più insopportabile di un ipocrita”. L’emissione 0 per le bev non esiste e la stessa redazione di vaielettrico l’ha scritto più volte dedicandoci articoli scrivendo che si scopre l’acqua calda. Con l’attuale mix energetico italiano le bev emettono circa la metà di una corrispondente termica se alimentata dalla rete. Quindi, caro professrore le consiglio di rivedere i suoi calcoli e tornare al prossimo appello. Alla redazione chiederei un minimo di coerenza e di rettificare, anche da parte loro, le errate convinzioni espresse da molti utenti di questo forum.
            Una volta per tutte: l’auto elettrica non è ad emissione zero.
            https://www.google.com/amp/s/www.vaielettrico.it/una-volta-per-tutte-lauto-elettrica-non-e-a-emissioni-zero/%3famp=1

          • Esimio Carlo, una volta per tutte: l’auto elettrica è ad emissioni zero. Non emette nulla.
            E’ semplice italiano.

            Il vettore energetico non comporta alcuna emissione.

            Lei si fossilizza sull’emissione prodotta nella produzione dell’energia consumata da una ipotetica BEV quindi ch emette è chi produce energia, non chi la consuma. Se la produzione energetica (tipo solare, eolico, idrico, geotermico) è ad emissione zero, quel quantitaivo di energia è prodotta a zero emissioni. Ma l’utilizzo in una BEV resta ad emissioni zero della BEV.

            Mentre se anche noi estraessimo petrolio e producessimo carburante usando solo energia a zero emissioni, la sua macchina termica emetterebbe co2 e altri inquinanti usandolo.

            Quindi ribadisco che una BEV viaggiando per 5000, 10000, 5000000 km sarà sempre ad emissione zero.

            La sua domanda era relativa a chi emette più CO2 in un viaggio. Bene. La risposta è quella. Può battere i piedi finchè vuole ma la realtà resta quella. E’ il brutto della realtà: non è democratica.

          • Non so se ha letto bene ma ho messo il link di vai elettrico. La redazione di questo forum dice che l’auto elettrica non è a zero emissioni non io. Peraltro, lei può battere i piedi quanto vuole ma la realtà è che non è ad emissioni zero e questa realtà non può essere stravolta da nessuna regola fantasiosa di istituzioni sovranazionali. Non funziona come dice lei, l’auto elettrica avrà un impatto ambientale migliore o peggiore e non zero a prescindere dal luogo in cui la ricarica. Se la ricarica in Polonia, dove l’80% dell’energia elettrica è prodotta con il carbone, la sua auto elettrica emetterà più CO2 di una a combustione interna, se, viceversa, l’alimenta in Norvegia è praticamente ad emissione zero. E questo non lo dico io lo dice la ragione: “Quantunque la nostra maestà sia sciolta da ogni legge, non si leva tuttavia essa al di sopra del giudizio della ragione, che è la madre del diritto”(Federico II). Evidentemente l’UE è al di sopra di tutto anche della ragione.

          • Se vuole citarci lo faccia, ma sia corretto. Un’auto elettrica emette meno C02 nell’arco di vita anche con il mix energetico Polacco, che oggi è il peggiore in Europa. In italia le emissioni si dimezzano. Inoltre l’auto elettrica immatricolata oggi emetterà sempre meno via via che aumentera’ la quota di elettricità da fonti rinnovavili. Un termica continuerà ad emettere la stessa CO2 e le stesse sostanze inqinanti fino alla rottamazione.

          • Esimio Dott. Petrucci, se anche l’energia prodotta in Polonia per alimentare la mia BEV fosse prodotta bruciando spazzatura, la mia BEV non emetterebbe comunque CO2 nei 5000 Km percorsi.
            E’ la produzione dell’energia ad emetterla. Non la BEV.
            Se in Polonia per produrre corrente elettrica bruciassero pannolini usati di neonato, la sua auto termica emetterebbe più CO2 (e tutto il resto) della mia BEV, per 1, 100, 1000 Km.
            Se altresì usassero solo fotovoltaico, a sua auto termica emetterebbe più CO2 (e tutto il resto) della mia BEV, per 1, 100, 1000 Km.

            Ma continui a pensare che il problema sia la UE o qualche istituzione. Del resto pare molto bravo a costruirsi una sua confortevole realtà per giustificare le sue abitudini. Ma è normale. E’ dalla notte dei tempi che l’uomo si costruisce bozzoli per sentirsi al sicuro. Ma la realtà è diversa, indipendentemente da quanto ci sforziamo di credere che sia come preferiremmo.

            PS: l’articolo che lei cita parla del ciclo di vita di una BEV a confronto di quello di una termica, non dell’emissione di un viaggio in confronto con un viaggio più corto di una termica, che è la sua strampalata tesi.

      • Bhe dai, divertente l’intervento, almeno a me ha fatto sorridere ..Gioele Dix scansati..

        E al quesito tecnico posto assegnerei un premio G.A.C.

    • Fermo restando come ha puntualizzato Tedeschini che si trattava di un test, anche ipotizzando che uno abbia la necessità di fare 5000 km in un mese, avrà un’impronta carbonica peggiore se li percorre con un’elettrica oppure con una termica?

      A furia di voler polemizzare a tutti i costi si perde di vista la logica.

      • Non ho detto questo e non stavo polemizzando. Ho solo notato come le attuali regolamentazioni discriminino le auto in base all’emissione di co2 AL KM senza chiedersi quanti km fanno. E’ un elementare problema di matematica, se compro una full hybri su cui prendo gli incentivi con un tasso di 60 gr/km e faccio 35000 km annui emetto più o meno co2 di un povero anziano che magari ha un’auto euro 3 con un tasso di 150 gr/km ma fa 500 km annui? a voi l’ardua sentenza. Intanto al poveraccio viene preclusa la circolazione pure per andare all’ospedale mentre all’altro no e prende pure gli incentivi.

        • Buona idea: basterebbe installare una scatola nera collegata all’Agenzie delle Entrate e tassare le emissioni annuali di CO2. Non so se le andrebbe bene. A che viaggia elettrico andrbbe benissimo.

    • Certo che fare 100 Km al mese è un utilizzo curioso, persino per me che faccio meno di 8.000 Km all’anno. Ed io che mi credevo di essere una sorta di “rara avis” tra gli automobilisti.
      Comunque…
      “Chi ha un’impronta carbonica peggiore tra un’auto elettrica che fa 5000 km al mese e una euro 3 che ne fa 100?”
      mmm… questa è una domanda che non ha una risposta difficile, direi (tralasciando di considerare il monossido di carbonio, gli idrocarburi incombusti, i vari particolati fini e gli ossidi d’azoto). Quindi solo di CO2 climalterante (e pazienza per il cancro ai polmoni).
      Vediamo:
      Auto euro 3: 160 g/Km (possono essere estremamente di più), in 100 Km sono 16 Kg di CO2 emessi. Ovvero (almeno) 192 Kg all’anno.
      Auto BEV: 0 g/Km, per un milione di Km, zero Kg di CO2 emessi (e tralasciamo, come detto, anche tutto il resto non emesso o emesso in quote risibili da freni, usati pochissimo, e pneumatici). In un anno fa… zero Kg di CO2 emessi (e quasi nulla del resto).
      Come le ha simpaticamente ricordato Endyamar, quelli che passano, pedalano dietro e vivono attorno ad un’auto elettrica che viaggia per 5.000 Km (o un milione) respirano l’inquinamento… delle auto che fanno 100 Km al mese con un qualsiasi motore termico, non certo dell’elettrica.
      Produzione? Elettricità non totalmente prodotta da fonti rinnovabili?
      Vero!
      Ma per la produzione dell’auto non credo che nel 2001 le emissioni per produrre le termiche fossero ottimizzate come ora, quindi, il paragone con una BEV, chilo più, chilo meno…
      Per l’elettricità da fonti rinnovabili… ci dobbiamo arrivare, tutti e per tutto, ma l’elettrico consente a qualcuno già di farsi la propria di energia rinnovabile (cosa non possibile con nessuna termica), e chi non può, può sempre fare contratti che prevedano energia al 100% da rinnovabili (sempre impossibile con una termica).
      Poi chi, come me, è a maggior tutela, purtroppo si becca il mix che è possibile al momento, ed inquina anche senza emettere nulla “in loco”. Ma non c’è paragone con una termica, né del passato, né di oggi, né del futuro (ma speriamo che non ce ne siano più di “robe” che bruciano qualcosa per muoversi).
      Infine, lo smaltimento… più o meno siamo lì, soprattutto con i continui miglioramenti nel riutilizzo delle batterie “affaticate” e nel recupero delle componenti a fine vita.
      Inoltre, se davvero si facessero 5.000 Km al mese, il gap di emissioni “extra viaggi”, qualora esistesse, sarebbe recuperato in pochissimi mesi di viaggi. Col vantaggio, localmente, di poter respirare (naturalmente se, invece di fare 100 Km, le altre facessero zero Km. Così non è, purtroppo!).

      • Bravo ti potevi risparmiare il sarcasmo l’emissione zero sulle auto elettriche non esiste ed è una convenzione(sbagliata) voluta dall’europa al solo scopo di eliminare i motori a combustione interna. Ci sono tanti articoli della redazione che confermano come le auto elettriche al momento non sono affatto ad emissione zero; ma all’occorrenza, quando serve, sono veramente ad emissione zero. Come No!?. Alimento la mia macchina dalla rete per fargli fare 50000 km ed emetto meno CO2 di chi ne fa 500 con motore a combustone interna!? ma siamo seri.

        • se hai un tumore

          aspetti che qualcuno in enti la medicina che te lo guarisca al 100%
          o cominci con quel che c’è, sperando di arrivare vivo a quella medicina.

          perché di un tumore climatico stiamo parlando.

      • Nessuna intenzione di essere sarcastico nella risposta qui sopra alla sua domanda.
        Ed ho trattato seriamente tutti gli argomenti costituenti l'”impronta carbonica” della vita dell’auto: produzione, uso, smaltimento. Su produzione non c’è grandissima differenza con un’auto 2021 (ma anche con le nuove termiche il divario sta diminuendo, come dimostrano vari studi e più Km di devono fare più si è in vantaggio), sull’uso non c’è neppure paragone, sullo smaltimento siamo quasi alla pari col vantaggio di poter recuperare quasi tutto di una batteria per dargli nuova vita, nel frattempo, prima della fine vita, potendo anche utilizzarla per altri utilizzi.
        Sull’uso dicevo che non c’è paragone anche considerando un mix di produzione energetica non totalmente green. Infatti, c’è chi carica con pannelli fotovoltaici e chi ha contratti per energia tutta prodotta da fonti rinnovabili, e questi possono fare un milione di Km ad impatto zero. Per gli altri, tra cui il sottoscritto, siamo in “itinere” verso una situazione migliore, visto che l’obiettivo è di arrivare (prima o poi) ad energia tutta da fonti rinnovabili. E, come dettole da altri, ogni “un percento” di miglioramento del mix è migliorativo per qualsiasi elettrica. Cosa impossibile per una termica: nella sua vita inquina sempre e comunque: prima, durante e dopo, senza la possibilità di migliorare.
        E resta il fatto che localmente 1 Km di una termica è certamente peggio di 1 milione di Km di una BEV. Localmente, visto che si deve anche poter respirare nelle città.
        Nessun sarcasmo.

      • Buongiorno,
        mi ha contattato il sopra citatao signore anziano con l’euro 3 (benzina),

        dice può andare dove vuole, anche con un’euro 2, ad eccezzione del centro di Milano, dove però per motivi di salute si possono avere deroghe, e dove comenuque preferisce usare i mezzi

        e che siccome fa 100km al mese, chiaramente ha un euro 3 benzina,
        non un naftone che usato su brevi tratte si sarebbe già scassato per mancate rigenerazioni con costi di manutenzione esorbitanti

        Chiede la cortesia di non essere tirato in balllo da altri per far vittimismo,
        ne di gufargli di dover andare all’ospedale

        è stato abbastanza chiaro, ha usato altri termini più coloriti 🙂

    • In effetti ho una super utilitaria del 2006 che uso per andare a lavorare e le commissioni in paese attualmente ha sul groppone 55000 km….e faccio circa 1800 km l’anno per lavoro e 700/800 per commissioni .
      Fra pochissimi anni non andrò neanche più a lavorare…
      Chi me lo fa fare di spendere anche “”””””””” solo””””””””” 20000€ per una spring della Dacia??? E pensare che non ho il garage, ma ho il fotovoltaico……

      • Ciao, ma certo, è buon senso

        se la tua auto è una “nicchia” di utilizzo di 2000-3000km anno a benzina, tra l’altro una utilitaria che pesa e consuma poco, euro 3 o 4 immaggino dall’annata, conviene tenerla l’auto, almeno finchè non manifesta costi di riparazioni crescenti o per valutazioni personali su affidabilità o comodità (una elettrica è più comoda da guidare, specie in città)

        con un’auto nuova avresti l’alto costo economico non giustificato dall’uso;
        anche il moderato costo ambientale per costruire una nuova vettura (alcune tonnelleate di Co2 per una utilitaria termica o elettrica) ci metteresti troppi anni ad ammortizzarlo con i risparmi di emissioni di Co2 nell’uso su strada facendo cosi pochi km

        Meglio specificare bene, prima che salti fuori qualche tifoso a distrorcere il ragionamento
        :
        il costo ambientale di fabbricazione dell’auto nuova (calcolato ad es. in Co2 emessa) è inveve normalmente trascurabile rispetto alla Co2 emesso nell’uso su strada in tutte le latre situazioni, cioè viene ammortizzato in pochi anni facendo ad es. già 7000km o più km all’anno; lo stesso ovvio vale anche per l’ammortamento del costo economico di aquisto

        Il tuo è uno dei (pochi) casi in cui sostituire la vettura termica usata con una elettrica nuova non porterebbe vantaggi come Co2 emessa, se non all’inquinamento locale

        benziana euro 3 (ma spesso anche euro 2) può circolare ancora molti anni, se deve fare pochi km annui conviene srfuttarla ancora; l’unica penalizzazione è il bollo meno scontato, cioè 30e di differenza all’anno

        Infatti la transizione si basa su tempi lunghi, sulla sostituzione spontanea dei veicoli man mano che si usurano nel corso degli anni, proprio per tener conto delle tante situazioni differenti e non pesare economicamente, anche se gli heater continuano a fare le vittime ( si lamentano per poter aggredire, molto italiaota )

        Gli unici che hanno avuto alcune limitazioni parziali (quasi solo al Nord Italia, giustamente vista la situazione di aria inquiinata da polveri fini e ultrafini, mentre in molte altre regioni c’è ancora libertà totale) sono i possesseri di diesel non troppo recenti, che comuqnue hanno già fatto a tempo a sfruttare queste vetture per molti km e ancora altri anni lo faranno

        Personalmente, poi ognuno conosce e valuta la propria situazione,
        sarei un po’ più in dubbio con il tuo ragionamento se la tua utilitaria fosse un diesel euro 2-3, i diesel non recenti, oltre ad essere più impattanti in città e nel tuo stesso cortile di casa (particolato ultrafine, e anche particolati fine per imodeli non recenti), molti si guastavano se usati in città o per tratte brevi per mancate rigenerazioni dei fltri, per cui in genere i proprietari di queste vetture di solito se le hanno è perche sono spesso grandi macinatori di km, non combaciano con la nicchia di chi usa poco l’auto

        mettiamoci anche che buona parte di questi, negli anni per risparmiare sulla costosa manutenzione di fltri fap e motore, facevano rimuovere i filtri e valvole egr, magari anche non raro alterano turbo e centralina per dagli nuovo smalto, ottenendo livelli di emissioni ancora più altre, da diesel euto 0

        Comunque si, chi fa pochissimi km, anche secondo me, aspetterà ancora a cambiare l’auto, non ci sono ne obblighi ne convenienza ad essere early-adopter se fai pochi km
        (per qualcuno può pesare magari il “piacere” di usare questo tipo nuovo di auto)

        tra un paio di anni magari arrivano utilitarie elettriche a prezzi qausi dimezzati, o anche più usati di auto elettriche, gli usati sono una opzione economica e ambientale per chi fa pochi km l’anno

        PS: qualcosa lentamente si muove, in un’altra discussione, ho scoperto per caso che anche su auto-scout ci sono già un certo numero di auto elettriche usate, sono vetture prese prima del rialzo dei prezzi pandemica-guerra e che i proprietari vendono ora seminuove, per passare a modelli aggiornati

  6. condivido l’esperienza della ns Caterina , ormai non abbiamo piu’ giustificazioni per usare una termica a meno che uno si fa 500 km al giorno per lavoro per 365 gg all’anno e anche in quel caso una elettrica scelta bene potrebbe dire la sua . avanti cosi’.

    • 500km al giorno li posso fare anche con una ICE da 10-15k€ (ok, scendo un po’ stanco, ma ci arrivo).
      Con una BEV, per fare 500km al giorno ci sono 2 alternative:
      – 1) ci metto 2 giorni;
      – 2) spendo il triplo d’acquisto.

      • Pensa Fred, l’altroieri ho fatto Bologna-Torino e ritorno (700 km) in giornata, e ci ho messo 8 ore in tutto. Oggi 250 Miano-Bologna in 2 ore e 30 minuti. Con una Bev da 25K. Di cosa parli?

  7. “Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi vinci.”
    Visto che siamo già a metà tra la fase di derisione e di osteggiamento, direi che la vittoria è vicina.

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