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3 anni e 140 mila km in elettrico: le 10 cose che ho imparato

3 anni e 140 mila km in elettrico3 anni e 140 mila km in elettrico: ho pensato di condividere quanto ho imparato in questo periodo  Lo faccio quasi in ogni mio articolo. L’ho fatto, con approccio più tecnico, quando vi ho raccontato delle 20 elettriche che ho guidato negli anni. Vorrei rifarlo oggi raccontandovi di come guidare un’elettrica abbia cambiato la mia vita e influenzato quella di chi mi sta accanto. E di ciò che ho osservato negli occhi e nelle parole di chi ho visto avvicinarsi all’elettrico.

3 anni e 140 mila km in elettrico (1) Si spende molto meno!

La prima cosa che ho imparato la presagivo già. Perlomeno la immaginavo. Ed era quella che aveva motivato la mia scelta. Ho percorso a bordo di una e-Golf 2017 i miei primi 100.000 km in elettrico. L’ho fatto in due anni (dicembre 2018-dicembre 2020) risparmiando oltre 7.000 euro. Restituita la mia e-Golf, ho ritirato una nuova ID.3, che guido tuttora e con la quale ho percorso 40.000 km. Che cosa ho imparato in questi anni? La prima è la conferma, a solo un mese dall’acquisto, che le mie proiezioni sui bassi costi di gestione  (rispetto ad un diesel) erano più che corrette. Spendevo circa il 50% di quanto spendevo prima in carburante. E questo nonostante mi muovessi quasi solo in autostrada, con temperature rigide (era inverno, tra Trentino e Alto Adige). Le condizioni peggiori per un’elettrica. Con la bella stagione non potevo che migliorare. E infatti così è stato.

3 anni e 140 mila km in elettrico (2) Si guida più sereni

Il motore elettrico, dico una grossa banalità, non emette alcun rumore. Improvvisamente, nell’uso quotidiano, ciò che da decenni davamo per scontato sparisce. Ma questo significa ben più di un semplice maggior confort alla guida (soprattutto alle basse e medie velocità). Aumenta a dismisura la qualità della vita a bordo. E non si tratta solo dell’assenza del rumore. Ma piuttosto del fatto che quell’assenza ci ricordi istante per istante che ci stiamo spostando senza alcuna emissione locale. E che la nostra impronta ecologica è la più bassa ottenibile. L’auto elettrica, ormai è fuori discussione, inquina molto meno di qualsiasi altra. Sapere che quando ci spostiamo lo stiamo facendo con un impatto minimo sulle emissioni in atmosfera è una diele cose che ti fa star bene. E non è solo l’assenza di rumori e vibrazioni. Ma anche il ricordo sempre più lontano dell’odore del carburante e della scocciatura dei rifornimenti. Un lontano, triste ricordo.

La 500, una delle 20 elettriche provate da Paolo Mariano.

Vuoi che sia meglio di una termica? (3)  Quei soliti timori, quelle solite domande…

Questo l’ho imparato analizzando commenti e domande di quanti ho incrociato in questi anni. I quesiti, alle mie orecchie spesso assurdi (ma comprensibili) erano (e sono ancora oggi) sempre più o meno gli stessi: “Sì, ma… quanti km fa con una carica“. “Quanto impiega a ricaricarsi completamente“. “Di colonnine ce ne sono?“. E così via…Tutte domande lecite, ma alle quali,mi rendevo conto, non volevo rispondere. Non per scortesia. Ma perché ritenevo (e ritengo) che si trattasse delle domande sbagliate. Se vessi risposto che l’auto poteva impiegare anche 10 ore a caricarsi, il mio interlocutore si sarebbe immaginato a una colonnina in una (assurda) attesa senza fine. Quando invece so benissimo che molte delle persone che conosco, e che possiedono un’elettrica, una colonnina pubblica non sanno nemmeno come sia fatta.

La Volkswagen ID.3 con la quale Paolo ha percorso 40mila km.

Un’elettrica non va usata come una termica (4)

Un’elettrica, almeno quelle che possiamo acquistare oggi, non è concepita per essere utilizzata come una termica. E la colonnina pubblica non è assimilabile a una pompa di carburante. L’auto elettrica è concepita per essere ricaricata nei momenti nei quali sarebbe comunque parcheggiata (cioè la maggior parte del tempo). Almeno nell’utilizzo ordinario, quotidiano, almeno oggi. Per questo motivo è opportuno costruirle attorno un piccolo “ecosistema”. Ovvero assicurandoci che, nei luoghi nei quali trascorriamo la maggior parte del tempo, vi sia la possibilità di ricaricarla. Se ciò è possibile, conciliando percorrenza giornaliera, potenza e tempo di ricarica, i minuti impiegati saranno quelli necessari a collegare e scollegare la spina.

L’ansia da ricarica passa, timori sopravvalutati (5)

A meno che non siamo diventati tutti agenti di commercio e che abbiamo quotidianamente appuntamenti nei luoghi più remoti della penisola, l’autonomia di una moderna auto elettrica è sufficiente a gestire quasi tutti gli spostamenti. Senza necessità di ricorrere tutti i giorno alle ricariche pubbliche. Questo, ovviamente, a patto di poterla poi ricaricare, come detto, quando non la si utilizza (il famoso ecosistema). E se questo non fosse possibile? Se non possiamo ricaricare a casa durante la notte (perché siamo costretti a parcheggiare in strada) forse possiamo farlo sul luogo di lavoro. Beh, se non possiamo farlo sul luogo di lavoro o nel luogo nel quale passiamo la maggior parte del tempo, è probabile che, per ora, un’elettrica non sia la scelta migliore.

La nuova Kia EV6:  550 km di autonomia se si viaggia in città.

Le colonnine pubbliche? Non sono cruciali come si crede (6)

Le Fast e Ultra Fast? Difficilmente, a oggi almeno, possono sostituire l’assenza di un’ecosistema di ricarica (la possibilità di ricaricare a casa o sul luogo di lavoro). A meno che la nostra percorrenza quotidiana non sia esigua al punto che una ricarica di 20 minuti una volta a settimana copra le nostre necessità. Ma anche in questo caso, andrebbero valutati attentamente i costi di gestione. Che, almeno fino ad oggi, sono superiori se la maggior parte delle ricariche avvengono fuori casa. Nei prossimi anni potrebbero esserci significative evoluzioni sotto questo punto di vista. Già oggi, in alcuni casi, potrebbe essere sensato dotarsi di un’elettrica anche se non possiamo ricaricarla a casa. Esempio: la nuova Kia EV6 è in grado di percorrere oltre 550 km in città prima di dover essere ricaricata. Pensiamo a un utilizzo cittadino, di circa 30 km al giorno. Bene, non sarebbe forse un problema ipotizzare di ricaricarla a una ultra Fast una volta ogni due o tre settimane. Soprattutto se considerando che potremmo farlo in circa mezzora. Resterebbe solo da smarcare la questione-costi.

Ambiente, risparmio d’uso…e accetti nuovi modi di utilizzo (7)

La domanda principale di chi si avvicina a questo nuovo mondo (quella che però non ti fanno), è: “Perché dovrei scegliere un’auto elettrica?” Solo chi riesce a intravvedere un vantaggio di qualsiasi tipo nella scelta di questo tipo di motorizzazione riesce anche ad andare oltre. Riesce a trasformare quelli che sono considerati i limiti (ad esempio i tempi di ricarica) in vantaggi. Chi vive l’avvento delle auto elettriche come un imposizione, al contrario, ne percepisce solo le diversità rispetto all’auto termica. E di conseguenza non potrà che evidenziarne semplicemente i limiti. Nei casi migliori si sforzerà di cercare di ricaricare presso le colonnine ultra Fast, ma si lamenterà del fatto che fare un pieno di gasolio richiede meno tempo. E farà questo quando magari potrebbe tranquillamente ricaricare l’auto a casa o sul posto di lavoro. Risparmiando tempo, anche rispetto a un’auto termica.

Le complicazioni delle termiche? Diventi intollerante (8)

Rumore, puzza, scarso comfort di guida, costose manutenzioni. E ancora: alta probabilità di rotture con il passare degli anni e prestazioni mediocri. Per questo chi guida elettrico difficilmente torna indietro. Perché le termiche, una volta che si guida un’elettrica, diventano improvvisamente “sporche”, fastidiose, inutilmente complesse e costose. E quando realizzi quanto più efficiente sia un’elettrica nello sfruttamento dell’energia, ci si domanda per quale ragione dovremmo voler sprecare così tante risorse. Un dato che dovrebbe dare un’idea di quanto sto cercando di esprimere: percorrere, con un’alta percentuale di autostrada (e quindi consumi molto elevati) 140.000 km mi è costato attorno ai 22.000 kWh di energia.Il 90% circa dell’energia stoccata nella batteria è stata convertita in energia cinetica.

Quando fai il pieno della tua auto termica, sprechi due terzi di quel carburante (9)

Coprire la stessa percorrenza con un’auto a benzina avrebbe richiesto di bruciarne circa 8.500 litri, pari a oltre 75.000 kWh di energia, cioè più di tre volte tanto rispetto a quanto necessario con un’auto elettrica. Questo perché dei quasi 9 kWh di un litro di benzina solo meno di un terzo si trasforma in moto. Il resto se ne va in attriti e calore.Non è impressionante? Nel momento in cui si realizza questo, non si può che rifiutarlo. Non trovate? Soprattutto se, come nel mio caso, il 100% dell’energia che utilizzo proviene da rinnovabili.

3 anni e 140 mila km in elettrico / Conclusioni (10)

Che cosa mi hanno insegnato questi anni fatti di tanti km, altrettanto silenzio, bassi costi e tanta tranquillità? Che non sempre la scelta della maggioranza è quella preferibile. Che alle volte vale la pena provare ciò che non conosciamo bene. Per capire se potrebbe essere un’evoluzione. E che nel momento in cui capissimo che è così, vale la pena condividere la nostra esperienza con quante più persone possibili. In questi anni non ho mai dovuto rinunciare a utilizzare la mia auto per raggiungere la meta prefissata. Certo, alle volte ho dovuto fare un minimo di programmazione. Alle volte ho dovuto pianificare le soste di ricarica. Ma sull’altro piatto della bilancia c’erano plus non trascurabili. Perché le risorse del pianeta sono limitate e se trattiamo bene il pianeta lo facciamo a vantaggio di tutti.

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