Vi interessa il Model Y? La quarta auto della gamma Tesla è già prenotabile anche in Italia, con prezzi da 63.980 euro (seguiranno versioni più abbordabili).
Vi interessa il Model Y? Quanto alla verniciatura…
Nuvolette di polvere sono state trovate in altre parti della carrozzeria. Difettucci in genere facilmente rimediabili. Ma in una portiera, secondo il severissimo tecnico, il problema era così diffuso da richiedere una totale riverniciata. Altro problemino: materiale adesivo lasciato sull’interno del tettuccio, con il pericolo che la superficie inizi a “spelarsi”. E infine qualche graffio individuato nella fanaleria. Il giudizio complessivo è comunque positivo: “La verniciatura è abbastanza in buone condizioni. Il colore grigio metallizzato è ottimo nel celare i graffi…molti dei problemi della vernice sono molto modesti e facilmente riparabili“.
La caccia al difetto dell’implacabile Munro, lo smontatore
Ma l’esame del Model Y che sta spopolando negli Usa è quello di Sandy Munro, consulente di molti costruttori americani, famoso per i video in cui smonta pezzo dopo pezzo le auto per saggiarne la qualità (qui il video sul Model 3). Il suo è un work in progress, documentato dai cliccatissimi video che man mano posta sul suo sito e su YouTube (sotto ne riproduciamo uno). Il primo responso di Munro è che anche con il Model Y (esaminato nella versione Performance) Tesla ha fatto un deciso balzo in avanti rispetto ai modelli precedenti. Il che non significa che non ci siano pecche. Con il suo fidato strumento di misurazione, Munro ha trovato una serie di imperfezioni nelle finiture, soprattutto in corrispondenza del tettuccio e dei fanali posteriori. Tutti nei che l’automobilista normale di solito non nota, ma che non dovrebbero comunque comparire in un’auto di questa categoria.
Anche Munro rimarca alcune imperfezioni nella verniciatura, puntando il dito sul bagagliaio anteriore, dove ha trovato rivestimenti un po’ approssimativi e punti di ancoraggio fissati con poca cura. E anche con qualche difficoltà nella chiusura del cofano. Cose che Tesla potrebbe e dovrebbe migliorare senza grandi sforzi. Con una curiosità: anche Tesla, come i costruttori “storici”, fa ampio ricorso sl “carry-over“, ovvero la condivisione di componenti tra le diverse auto, con conseguenti risparmi. Sulla sospensione posteriore, per esempio, ha trovato un pezzo con uno sticker su cui sta scritto “Model 3“…
Ma ci sono molte cose promosse a pieni voti
Anche il giudizio di Munro, comunque, è pieno di cose positive. Apprezza molto, per esempio, il perfetto funzionamento delle portiere, con ottime finiture, e il piano totalmente piatto del grande bagagliaio posteriore, che facilita il carico. Con un impianto frenante, sempre made in Brembo, ancora rafforzato. Ma soprattutto trova un sacco di miglioramenti rispetto al Model 3, sul quale invece aveva espresso parecchie riserve: “Quando la Tesla fece il Model 3, ero davvero insoddisfatto del backend della vettura. Avevo visto centinaia di pezzi che non avrebbero dovuto esserci”, ha spiegato.
Ora il suo lavoro continua, smontando e “scavando” in profondità. È un esame seguito con grande attenzione dagli addetti ai lavori, anche per verificare se funzionano i miglioramenti al processo produttivo introdotti dallo staff di Elon Musk per rendere tutto ancora più robotizzato. Soprattutto nella sistemazione e nella gestione dei cavi del sistema interno della vettura. Le prime impressioni sono molto buone, ma c’è ancora molto lavoro da fare. Se vi interessa il Model Y, stay tuned.
SECONDO NOI. Ci sono ancora imperfezioni nelle Tesla, cose che farebbero impazzire un costruttore tedesco o giapponese. Ma tutte le indagini di mercato mostrano un dato che fa ancora più preoccupare la concorrenza: gli acquirenti delle auto di Elon Musk se ne catafottono (per dirla alla Montalbano) di questi difettucci.
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