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Tuk-Tuk elettrico low cost? D2H ha un progetto e cerca partner

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Un Tuk-Tuk elettrico, flessibile, a basso costo per la mobilità sostenibile nei Paesi in via di sviluppo. E’ l’idea da cui è nata la piattaforma della società di ingegneria avanzata britannica D2H. La società guida un consorzio che intende realizzare un telaio per veicoli elettrici low cost ecocompatibile e scalabile per diverse varianti di veicoli da loavoro.

tuk-tuk, D2H
La sede della società di ingegneria britannica D2H

Il consorzio capeggiato da D2H è finanziato dallo schema IDP15 di Innovate UK, per la ricerca guidata dal settore sulle tecnologie dei veicoli che accelerano la transizione verso veicoli a zero emissioni nel Regno Unito e nel mondo. I principali partner del progetto sono Coventive Composites e Warwick Manufacturing Group (WMG).

Un Tuk-Tuk 2.0 per i Paesi in via di sviluppo

«Vogliamo realizzare una versione moderna e pulita del leggendario Tuk-Tuk, che ha avuto così tanto successo nel mobilitare milioni di persone in India, Sud-Est asiatico e Sud America» spiega Matthew Hicks, direttore tecnico di D2H. «Se saremo in grado di creare un’alternativa più leggera, più sicura, a emissioni zero, in concorrenza su costi e utilità, allora avremo raggiunto il nostro obiettivo».

Telaio in lega di polimeri a base di iuta

Coventive Composites aveva sviluppato un polimero termoplastico in fibra naturale a base di iuta. Questo materiale presenta molti vantaggi: la iuta è prontamente disponibile in loco, è leggera e relativamente resistente. Rispetto al metallo, i materiali termoplastici rinforzati con fibre hanno ridotto i tempi di ciclo di produzione e i requisiti energetici e consentono di modellare elevati livelli di dettaglio, quindi in genere richiedono meno post-elaborazione. WMG ha industrializzato il processo di produzione della lega in polimero. Hicks aggiunge che il progetto di telaio «può essere adattato a diverse configurazioni, può essere realizzato localmente, con materie abbondanti in quei mercati e in modo sostenibile».

tuk-tuk, D2H
Il classici Tuk-Tuk asiatici

Cercasi partner per il power train

Il design soddisfa la classificazione EU Quadricycle pesante L7E, quindi sebbene  esente dalla valutazione dei crash test. Utilizza sospensioni, freni e sterzo di un prodotto già esistente, con trazione anteriore da un motore montato in posizione frontale e pacchi batteria riposti tra le ruote posteriori. Il peso del progetto è di 480 kg, batterie escluse. Il sistema di propulsione non è ancora stato definito, ma secondo gli ideratori deve garantire un utilizzo continuato di 12 ore. Per questo D2H cerca altri partner per passare a un prototipo e alla fase dei test. Hicks lancia quindi un appello: «Lo sviluppo del veicolo richiederà propulsori e fornitori di batterie che la pensano allo stesso modo, in grado di fornire alternative robuste e molto economiche alle unità di combustione a benzina».

 

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3 COMMENTI

  1. Questo è un progetto molto ambizioso con una posta in gioco molto alta.
    Ci son da fare gran soldoni un virtù dei numeri e sarebbe davvero un grande passo avanti per l’elettrico, io proverei a vedere se si riesce a rintracciare quelli che fecero la FZero poi per la produzione di massa in India qualcosa si troverà. Starci dentro con i costi pare impossibile per favore teneteci informati!

  2. Sinceramente non vedo quale vantaggio porti agli asiatici.
    Il materiale, una specie di vetroresina con juta, non è riciclabile e non si sa quanto duri nel tempo, probabilmente meno del metallo. L’unico vantaggio sarebbe quello di inglobare Juta invce della classica fibra di vetro ma la resina va comunque reperita dall’industria chimica.
    Nei paesi asiatici, senza aspettare soluzioni calate dall’alto dalle nostre startup, gia circolano da anni tuck tuck elettrici autoprodotti.

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