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Rinnovabili al 42%, ma si può dare molto più

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Rinnovabili al 42% di copertura dei consumi italiani. Ma si può fare molto di più, per esempio ricoprendo con fotovoltaico capannoni e stabilimenti industriali.

rinnovabili al 42%Rinnovabili al 42% in maggio, con i consumi ancora giù: -6,3%

Cominciamo dai consumi di elettricità, in costante calo, e dalla copertura da rinnovabili, che invece è in ascesa. Secondo le rilevazioni di Terna nel mese di maggio la domanda in Italia è stata pari complessivamente a 24,3 miliardi di kWh, in diminuzione del 6,3% sullo stesso mese del 2022. Non è un calo isolato: nei primi cinque mesi del 2023 la richiesta di energia elettrica è in calo del 4,5% (-4,1% il dato rettificato). La buona notizia è che le fonti rinnovabili hanno prodotto complessivamente 10,4 miliardi di kWh, coprendo il 42,8% della domanda (contro il 35,6% di maggio 2022). Ed è stata così suddivisa: 40,3% idrico, 28,1% fotovoltaico, 14,6% eolico, 12,6% biomasse, 4,4% geotermico. In crescita la produzione da fonte idrica (+33,4%) ed eolica (+33,8%). In flessione invece da fonte termica (-19,8%) e fotovoltaica (-5,4%); sostanzialmente stabile la geotermoelettrica (+0,2%).

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(Credit foto: sito ufficiale Enel X).

In Italia 110mila capannoni o fabbriche papabili per il fotovoltaico

Ma si può fare molto di più per rendere il nostro Paese più auto-sufficiente e produrre più energia pulita. Margini enormi di crescita ci sono nel fotovoltaico, senza necessità di installazioni in luoghi che creano polemiche e lacerazioni con le comunità locali. Dove? Un assist viene da un centro di analisi economica come il Cerved, non certo un covo di ambientalisti. Sono 110.000 in Italia gli stabilimenti e i capannoni industriali con tetti idonei ad ospitare impianti fotovoltaici di grande taglia. Per ampiezza, posizione geografica,  caratteristiche aziendali come i consumi energetici e solidità finanziaria. Circa 300 km quadrati di superfici, sufficienti a realizzare 30 GW di nuove installazioni.  Coprirebbero il 75% dell’obiettivo 2030 di potenza fotovoltaica installata per impianti superiori ai 200 KW e il 60% del target totale di 50 GW, secondo Fit-for-55.

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Andrea Mignanelli, numero uno del Cerved.

Rinnovabili al 42%, ma nelle aziende c’è ancora un enorme potenziale, dice il Cerved

Un intervento in grado di attivare tra i 30 e i 36 miliardi di euro di investimenti e che porterebbe a un risparmio di emissioni di CO2 di circa 9.000 tonn/anno. Una manna dal cielo, visto che la generazione da solare fotovoltaico in Italia dovrà triplicare nei prossimi 7 anni, passando dai circa 25 GW attuali a 75 GW. “Molte aziende potrebbero produrre energia dal fotovoltaico, ma non hanno idea del loro potenziale di produzione“, spiega Andrea Mignanelli, ad di Cerved. “Le imprese energivore, che stanno sostenendo elevati costi di approvvigionamento, potrebbero avere grandi benefici dall’installazione di impianti propri. Allo stesso tempo, anche le banche vorrebbero intercettare questi casi e sostenerli in maniera mirata“. Cerved mette a disposizione i dati per sostenere questa innovazione. Grazie a specifici algoritmi, ha stilato una mappa delle aziende, con indirizzo e ragione sociale, a cui proporre finanziamenti ad hoc.


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18 COMMENTI

  1. Materia interessante. La questione e’, per quanto ho avuto modo di capire, chi paga.

    Nel mercato Inglese la produzione da eolico in shore e off shore e’ stata enorme durante l’inverno, eppure il prezzo del MWh e’ cambiato poco. Si e’ capito che il gestore ha dovuto pagare gli impianti eoloci spesso per stare fermi o quelli tradizionali per rimanere in stand by mentre l’eolico produceva. Il fotovoltaico italiano e’ stato finanziato, diventando un investimento lucroso, pero’ se si vuole una enorme capacita’ da rinnovabili con guadagno per chi produce, e impianti di backup in stand by, di vantaggi sul costo dell’energia non se ne avrebbero. Ma felice di sentire esperti nel settore.

    Occhio poi al leasing dei tetti: in UK si sono avute persone non piu’ proprietarie del proprio tetto per i 20 anni del leasing, quindi non potevano vendere senza permesso.

    • -Occhio poi al leasing dei tetti: in UK si sono avute persone non piu’ proprietarie del proprio tetto per i 20 anni del leasing, quindi non potevano vendere senza permesso-

      Grazie, spunto imteressante. Nulla che non si possa regolare al meglio con un contratto fatto bene, ma giustissimo tenerne conto. Grazie di nuovo.

  2. Il 2022 e l’impennata dei prezzi energetici hanno dato una forte spinta al settore e molte aziende si sono letteralmente svegliate da un sonno profondo al riguardo. Ci vorrebbe una normativa comunque che li obblighi e agevoli allo stesso tempo, magari inserendo l’obbligo delle wallbox nei parcheggi visto che ad oggi sono ancora un vezzo esclusivo dei manager in Tesla

    • Stiamo tutti aspettando che l’ingegner Mosè sviluppi le tecnologie adeguate, ovvio quando non impegnato a fare commenti intelligenti sui social.
      Intanto, evitando il benaltrismo, gli altri umilmente si stanno adoperando per usare l’elettrico nelle proprie auto e nelle loro case. Mosè oltre a polemizzare cosa sta facendo?

    • Inutile spiritosare, caro mose. il primo aereo elettrico con 40 persone a bordo, ha già percorso una distanza di circa 1000 km senza alcun problema.
      contrariamente alla tua Arca, qui siamo sulla buona strada…

      • L’arca era di Noè. Mosè apriva le acque del mare. Che potrebbe essere anche una buona alternariva al trasporto marittimo. 😂

  3. Sono anni che continuo a dire che bisognerebbe fare in modo che TUTTI i tetti delle case anche dei privati vengano ricoperti di pannelli solari; si tratta di superfici che non hanno altro compito che riparare dalle intemperie e nulla cambierebbe se invece delle tegole la copertura è fatta con pannelli fotovolatici.
    Io penso da tempo che PRIMA DI OGNI ALTRA SUPERFICIE bisognerebbe rendere OBBLIGATORIO la posa di pannelli solari su tutte queste superfici. Ovviamente occorrerebbe chiedere prima ai proprietari se sono intenzionati a fare l’impianto a proprie a proprie spese (ma ovviamente con veri incentivi come ad esempio la totale eliminazione dell’IVA per i lavori effettuati) per godere ciascuno dell’energia prodotta e nel caso questo non fosse di interesse del proprietario dell’immobile fare una specie di esproprio dei tetti e farli ricoprire da organizzazioni pubbliche oppure anche da soggetti privati che fossero interessati (sempre godendo di incentivi) a investire danaro e appropiarsi della produzion che potrebbero rivendere per proprio conto.
    L’uso dei tetti, e non vedo perchè limitarlo ai soli capannoni industriali, avvantaggerebbe tutta la comunità SENZA PERDERE SUPERCI che potrebbero esere più utilmente utilizzate per l’agricoltura o qualunque altro uso, mentre nulla si toglierebbe ai tetti che farebbero ancora il loro lavoro contribuendo anche a generare energia.

    • Sì dovrebbe cominciare da te, dal tuo tetto, dal tuo balcone e se non sei d’accordo te lo espropriamo.

    • Posso immaginare che lei abbia già installato un impianto FV a casa sua. Sarebbe più divertente però se si venisse a scoprire che lei abita in affitto😆.

  4. Oltre ai tetti dei capannoni ci sono i piazzali parcheggio
    che potrebbero benissimo essere coperti con pensilini fototovoltaiche

    vedi con google maps centro commerciale commercity/fira di roma
    impianto fotovoltaico inaugurato più di 20 anni fa
    tra i più grandi di europa all’epoca

  5. quello che dice il Cerved lo dico e ridico da 11 anni ma io non sono un esperto noto però con piacere che anche gli esperti si sono svegliati meglio tardi che mai

  6. -gli stabilimenti e i capannoni industriali con tetti idonei ad ospitare impianti fotovoltaici di grande taglia-

    Io sarei FE LI CIS SI MO di mettere a disposizione della collettività le due falde esposte a sud del tetto del mio magazzino.
    Prontissimo a ospitare i pannelli solari “pubblici”, occhio e croce ne avrei per un 80 mq di superficie utile. Lascio ai più esperti il calcolo di quanti kw se ne potrebbero trarre.

    Però se l’impianto me lo devo pagare io, che di fatto non lo userei e sarebbero solo denari a fondo perduto, è evidente che non lo farò mai.

    Bisognerebbe ragionare anche su questo tipo di situazioni, molto più comuni di quel che possa sembrare, dove lo spazio e la voglia ci sarebbero anche ma il costrutto no (detto con la massima onestà)

    Non sarebbe nemmeno male se si potesse ragionare anche in termini di “affitto” (a grandi linee: io proprietario del tetto in questione ti “affitto” il tetto a te attività economica, e la corrente che ti fai è “tua”…).

    Insomma, c’è effettivamente molto spazio per ragionarci attorno.

    • Ci sono gruppi energetici che affittano campi a terra per installarci impianti, secondo me se la posizione del capannone è buona… Non dovrebbe faticare ad affittarne il tetto

    • Da una velocissima ricerca su Google, ci sono decine di società che ti pagano l’affitto del tetto per metterci un impianto fotovoltaico. Prossimo passo, far seguire i fatti alle parole! 😉

      • Fatto, scritto immediatamente su wazzapal mio compare ingegnere, se ha senso senza impazzire e trovo qualcuno interessato a settembre parto con la cosa.

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