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Ricaricare poco e spesso: cosa succede alla batteria?

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ricaricare batteria
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E’ giusto ricaricare la batteria poco e spesso sfruttando per esempio i picchi di produzione dell’impianto fotovoltaico? E in viaggio? Non si rischia così di danneggiarla? Lo chiedono Claudio e Robertino, Vaielettrico risponde. Inviate quesiti e osservazioni a info@vaielettrico.it.

ricaricare batteria

Con il mio impianto fotovoltaico per esempio…

 

punto interrogativoQuando si parla di durata totale delle batterie di solito si fa riferimento al numero totale di chilometri ma anche al numero delle ricariche. Ho visto diversi vostri servizi in cui fate dei test su viaggi di lunga percorrenza e a volte decidete che è più strategico fare magari una ricarica in più piuttosto che una ricarica in meno perché sarebbe più lunga.

A volte capita anche a me di fare ragionamenti di questo tipo per motivazioni diverse: ho un impianto fotovoltaico a casa e nel weekend divido la carica necessaria per lunedì un po’ di sabato un po’ la domenica per sfruttare al massimo l’energia auto prodotta.

Questi ragionamenti però mi pongono il dubbio se sto facendo la cosa giusta per preservare al meglio la batteria della mia auto considerando che ricarico a circa 3 kW e mezzo e quindi a basso voltaggio cosa che dall’altro lato protegge le batterie cosa ne pensate?Claudio Temperanza

mg4 luxuryE con la mia MG4 Luxury, se sto sempre tra il 60 e l’80?

punto interrogativoDa qualche mese sono un possessore soddisfatto di un’auto elettrica la MG 4 Luxury .
Faccio mediamente pochi chilometri al giorno, ho avuto la possibilità di installare una wallbox con la quale ricarico l’auto.
Il mio quesito: 
ricarico sempre per tenere la batteria tra il 60% e 80% non scendo quasi mai(a meno che non sia su un lungo viaggio)al di sotto del 60%, per avere abbastanza carica per un bisogno improvviso di un spostamento non preventivato.
È corretto per la salute della batteria ricaricare frequentemente tra 60-70% e 80%? Ricarico in media a giorni alterni. Robertino Bartolotti

L’equazione cicli, anni, potenza

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punto interrogativoRisposta- L’usura della batteria dipende da due variabili: il tempo e i cicli di ricarica. Un ciclo di ricarica è per definizione una ricarica piena, da 0 al 100%. Non importa se effettuato in una sola sessione o in più sessioni di ricarica parziale.

In sostanza si possono quantificare dividendo la percorrenza totale peri i km percorsi con una singola carica. Semplifichiamo con un esempio: una batteria da 50 kWh, che mediamente consente di percorrere 350 km, avrà accumulato dieci cicli con 3.500 km, 100 cicli con 35.000, 1.000 cicli con 350.000 km.

Infatti tutte le case auto, stando abbondantemente dalla parte dei bottoni,  garantiscono le loro batterie per chilometraggio percorso e anni di utilizzo. Generalmente 160.000 km e 8 anni con un degrado massino del 30%.

Lei sa facendo la cosa giusta

Un terzo elemento da valutare, ma più difficile da quantificare,  è la tipologia della ricarica: ricaricare la batteria a bassa potenza in corrente alternata è meno stressante che ricaricarla da una colonnina  fast o ultrafast. Soprattutto  in un intervallo di carica che va dal 20 all’80% della capacità totale.

Concludendo: state facendo la cosa giusta. Ma quando affronterete viaggi lunghi e sarete costretti a ricaricare la batteria ad alta potenza da una colonnina pubblica, per esempio in autostrada, scegliete tranquillamente la strategia che le fa perdere meno tempo. Molto spesso può essere opportuno effettuare più ricariche parziali molto veloci sfruttando la parte migliore della curva di ricarica (fra il 30 e il 60%, quando la sua batteria accetta la massima potenza).

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Phoenix
Vesper
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9 COMMENTI

  1. Il range migliore di carica per chi fa pochi chilometri con le NMC è 40/60%. Si ottiene il doppio vantaggio di bassi voltaggi che prolungano la vita della batteria nel tempo (anche e soprattutto durante l’estate con temperature elevate) e scarso “sfruttamento” dei cicli di ricarica utili.

  2. Consigliano una ricarica al 100% ogni tanto per il bilanciamento delle celle, io faccio così almeno una volta la mese. senza lasciarla al 100% per diverso tempo (la riempio quando mi serve subito dopo). Poi magari con le batterie di oggi sono solo paranoie mie che mi sono fatto leggendo qua e là. Comunque per ora dopo 4 anni non ho avvertito nessun degrado sensibile nell’utilizzo.

  3. Non è del tutto corretto, la batteria risente anche del cosiddetto depth of discharge ovvero quanta percentuale di scarica viene utilizzata prima di ricaricarla. Gli studi hanno verificato che un DOD del 100% è peggio di uno all 80% e così via. Per cui è preferibile tante piccole ricariche invece di una più grande: ad esempio meglio una ricarica dal 60 al 80 per due volte (quindi un totale di 40% di utilizzo) che una ricarica del 40%

    • Ciao.. io avevo capito che le fasce di carica (leggermente) meno stressanti erano quelle centrali, in pratica 30-70% (ma anche 20-80)

      a basse percentuali hai gli ioni ammassati sul catodo, ad alte percentuali sono ammassati sull’anodo, nel mezzo sia catodo che anodo lavorano diciamo con minore concentazione di siti attivi rispetto al loro dimensionamento da progetto

      ..almeno credo (?).. comunqnue si parla di finezze, che allungano un poco la vita giòà lunga della batteria

  4. L’unico problema, forse, è che con ricariche sempre e solo così, il bms non lavora bene per il bilanciamento delle celle non avendo il tempo e la potenza necessarie alle sue esigenze

    • Verissimo, ma si risolve facendo periodicamente una carica completa (dal 10% lasciandola in quello stato per qualche ora, poi al 100% e dopo un’oretta partire) in modo da permettere di ricalcolare con esattezza cosa sia il 100% (dato che il bilanciamento avviene a differenza della carica, con la modulazione degli ampere) ma anche offrendo al BMS vari stati di carica, quello che lo manda in crisi, ad esempio, è riportarla tutti i santi giorni all’80% partendo magari dal 60%: si perde il riferimento (in volt) di che cosa sia il 100%.
      Per rimediare è sufficiente darle una ampia varietà di SoC (state of charge), possibilmente anche bassi, ogni tanto.
      Per Tesla, valgono queste considerazioni: https://tesla-info.com/guide/tesla-bms-calibration.php

      Io personalmente, in estate, quando il fotovoltaico aiuta, faccio tante microricariche (dalle 6:30 alle 7:40 e dalle 13:15 alle 13:45) tali per cui sfrutto al 100% il fotovoltaico, ma non sufficienti a coprire il consumo giornaliero, salvo poi ogni due settimane dovere per forza fare una ricarica perchè sono sceso sotto al 30% ugualmente. Così facendo, ogni giorno è un pochino più scarica del precedente e quindi gli offro tutta la gamma di SoC possibili, per poi finire con una bella ricarica al 100%. Ovvio che se so di averne bisogno, la ricarico al 100% e tanti saluti.
      In inverno invece ricarico quando scende sotto al 35% e ricarico fino al 50-60% (vario appositamente ogni volta, in modo decrescente), una volta alla settimana faccio fino all’80% e alla prima occasione in cui so che devo farci almeno 50 km, carico al 100% (perchè le LFP, in inverno, perdono parecchia capacità di rigenerativa quando sono cariche, fino ad annullarsi completamente al 100%)
      Potendo fare tutto da APP non mi costa niente, quando mi viene in mente la imposto, se mi dimentico pazienza, fossero anche solo 3.000 i cicli di ricarica ci faccio ben oltre il mezzo milione di chilometri, sarà più vecchia la carrozzeria che la batteria, non sto certo a preoccuparmene.

      • ottimo suggerimento per una tranquilla gestione del SOC … grazie Guido

        (PS: il motore e forse pure la batteria faranno anche 500.000km e più … ma con le strade che abbiamo .. sospensioni, sterzo e freni si “acciaccheranno” parecchio prima ! specie per gli utenti meno accorti a scansare buche, marciapiedi ed oggetti sul tracciato …)

    • interessante grazie

      loro sembrano della scuola 25%-75% in caso di batterie NCM (nei loro test sembra il tipo di ricarica che permette più “km” complessivi prima di un degrado della batteria)

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