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Queste politiche non aiutano chi guida elettrico

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Queste politiche non aiutano chi guida elettrico. Simone è passato dal diesel a una VW ID.3, ma ricaricare a casa o alla colonnine è un rompicapo. Vaielettrico risponde. Ricordiamo che i vostri quesiti vanno inviati a info@vaielettrico.it

Queste politiche non aiutanoQueste politiche non aiutano, ricaricare in un condominio è un’impresa

“Vi scrivo a fronte degli ennesimi rincari dei prezzi alle colonnine. Ho comprato la mia prima EV (una ID.3 Pro Performance) a marzo, con una prospettiva specifica. Ho un box di proprietà con linea dedicata. E ho dunque immaginato di poter facilmente installare una wallbox o, al limite, caricare la notte con l’IC-CPD in dotazione alla Schuko, o al limite ad una industriale dedicata. Non avevo fatto i conti con il fatto che, in un’autorimessa sottoposta a CPI, entra in gioco la circolare 2/2018 dei VVFF che inibisce il modo 2 (niente IC-CPD). E che per installare la wallbox serve l’autorizzazione condominiale per tirare i fili nel corsello. Il mio condominio non me lo consente (la faccio breve per non dilungarmi sulle tante discussioni fatte). Voi stessi avevate fatto un bell’articolo sulla difficoltà di ricaricare in condominio. Mea culpa, ma per quanto ci si informi prima, non riesci a ricavare proprio tutto. Quindi, niente ricarica in box.

Queste politiche non aiutanoE anche fuori, con gli abbonamenti rincarati il timore è che poi…

Ho quindi cambiato prospettiva e cominciato a caricare fuori con gli abbonamenti. Tralasciando le complicazioni logistiche, dapprima i costi erano paragonabili alla ricarica a casa, soprattutto considerati i mie consumi (380/400 kWh/mese). Oggi sono più alti, ma ancora competitivi, tra i 40 e i 45 cents a kWh. Mantenendo i consumi nel range estate/inverno tra 13 e 17 kWh/100 km, il punto di pareggio con il  diesel che avevo si attesta sui 60/70 cent/kWh. Ma i continui aumenti mi fanno impensierire per due ragioni:
la prima: temo il trend rialzista possa continuare e dunque portare la EV, anche su medio/grandi chilometraggi, a non essere più tanto conveniente;
la seconda: già oggi sui chilometraggi più bassi nemmeno gli abbonamenti (con pacchetti di kWh minori) rischiano di essere convenienti rispetto alle termiche. E men che mai rispetto al GPL. A meno di aumenti anche sui carburanti“. Simone Rizza 
Risposta.  Simone conclude la sua mail con una punta di amarezza e una constatazione che vediamo condivisa da molti lettori: “La scelta di una EV non è certo solo economica. Ma un trend di questo tipo rischia di mettere fuori gioco anche i potenziali acquirenti che vedono nella EV una scelta come seconda auto, sia ecologica che economica. Al di là di questioni legate al piacere di guida etc. Resto dunque sempre un felice guidatore di EV per molte ragioni, ma sicuramente queste politiche non aiutano“. Lo sfogo è più che comprensibile: la mobilità elettrica decollerà solo se si renderà più agevole la ricarica nei grandi condomini, ovviamente garantendo la sicurezza. E se si troverà il modo di calmierare gli abbonamenti di ricarica, anche (perché no) legandoli ai contratti di fornitura domestica
  • Saranno il leasing sociale e i suoi 75 euro al mese a far decollare l’auto elettrica? Il VIDEO di Paolo Mariano

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67 COMMENTI

  1. Aggiungo che l’amministratore di condominio non è (sempre) una scelta obbligata, nella prossima votazione di rinnovo dell’amministratore di condominio io voterei per non rinnovare l’attuale amministratore. Se anche qui trova sponda con altri condomini infastiditi da burocrazia inutile la sua posizione si potrebbe ammorbidire.
    L’amministratore di condominio rimane sempre un dipendente, alle volte quando sono gli stessi da anni tendono a dimenticarlo…

  2. Ritengo sia comunque solo un problema di tempo, entro pochi anni altri condomini si troveranno nella posizione di scegliere un’auto elettrica e quindi cosa succederà?

    Altro dubbio che insinuerei all’assemblea è che i posti auto con ricarica saranno sempre più richiesti per affittare o vendere la casa, avere addirittura già la predisposizione o la wallbox impreziosirebbe una eventuale vendita. Se mi trovassi oggi nella posizione di cambiare casa, un condominio in cui non c’è la possibilità di installare la wallbox sarebbe da scartare o un’ultima scelta.

    Se trovasse qualche altro condomino interessato a fare il lavoro con lei, magari con un prezzo più aggressivo, si potrebbe trovare una seconda o terza spalla. Se mi dice che è stato bloccato a maggioranza, magari basterà convincere pochi condomini…

    • Secondo me servirebbe una specie di Checklist da preparare prima della richiesta in assemblea per verificare la facilità o difficoltà di poter caricare in Box
      Esempio :
      Il condominio ha necessità o meno di avre CPI Certificato prevenzione Incendi ?
      I box sono collegati a contatore comune ?
      I box sono collegati a contatore individuale ? Si ? Con cavi di quale sezione ?
      Esiste possibilità nel caso sezione insufficiente di fare passare nelle canaline esistenti cavi maggiorati ?
      Altri eventuali punti da aggiungere .
      Poi sempre prima dell assemblea , verificare se vi sono eventuali altri condomini interessati al cablaggio per la ricarica, facendo notare l incremento di valore che il Box avre in futuro .
      Poi bisognerebbe andare in ANACI Associazione Mministratori per spiegare quanto .
      Si ptrebbe prepararre tutti qualcosa e poi chiedere a Vaielettrico di andare in ANACI

      • Siamo disponibili a fare da intermediari. Il problema è che le norme sono talmente aggrovigliate che nemmeno in Anaci riescono a districarsi. Servirebbe, invece, un testo di legge unico che disciplini da capo tutta la materia

  3. Ormai più di vent’anni fa, l’accesso a internet era cosa per pochi. Io ero un nerd che iniziava l’università, e con il mio modem a 33.6 Kbps iniziavo a esplorare questo mondo che ormai permea costantemente le nostre vite. Ero anche la disperazione dei miei genitori, perchè collegarsi a internet aveva il costo di una telefonata urbana. E quando stavi una decina di ore al pc, il conto della bolletta saliva… Oggi sappiamo bene che nessuno naviga più a consumo, nemmeno sugli smartphone. Il contesto commerciale si è adeguato, e ha garantito tariffe plafond per la navigazione. Credo che, per quanto riguarda i servizi di ricarica, siamo ancora a una fase commerciale pionieristica (e le contingenze mondiali recenti hanno giocato a sfavore), ma uno shift di paradigma sarà imposto dal mercato. In questa fase, le iniziative istituzionali sono state però troppo discontinue e troppo disomogenee. Non è facile, ma arriveremo alla situazione in cui la ricarica elettrica sarà veramente accessibile a tutti a prezzi popolari, probabilmente diversificando il mercato energetico.

  4. Comprare una BEV? Sì certo, ne riparliamo nel 2035. Al momento è una barzelletta, sono macchine ovviamente non a zero emissioni, ma neppure a basse emissioni, visti i processi industriali. Con in più la tragicommedia di spendere il doppio ed essere al servizio di un’auto (e non viceversa)

  5. Questo è l’ennesimo esempio di come sia necessaria una normativa che sblocchi i permessi quando il condominio si oppone per “incapacità manifesta” . Ma deve essere fatto a norma di legge, in modo da non aumentare in nessun modo i rischi di incendio, e di permettere ai condomini di poter accedere alla ricarica domestica.
    Finché non vedremo questo sblocco. L’auto elettrica nei grandi complessi residenziali non riuscirà a decollare, ed è proprio nei grandi complessi la chiave di (s)volta…
    E’ giusto che tutti possano riuscire ad acquistare un mezzo, ma altrettanto vero che la sua ricarica è un punto fondamentale, ed essendo la grande differenza rispetto al rifornimento di un veicolo endotermico, vada resa possibile ove fattibile alla platea.
    Buona giornata a tutti

  6. Buongiorno, anche sulla base di un mio articolo precedente su Vaielettrico.it, che riprendo in parte, provo a mettere un po’ di ordine.

    1) La circolare 5/11/2018 del Ministero dell’Interno-Dipartimento dei VVF in effetti indica solo il Modo 3 (wallbox fissa con controllo integrato, non wallbox portatile), quindi apparentemente escludendo sia prese Schuko 16 A che prese industriale CEE (blu o rossa da 16 a 32 A) ma allo stesso tempo applica la circolare ai punti di ricarica definiti come segue: “Un punto di ricarica come definito all’art. 2, comma l, lettere c), d), e), g) e h), del decreto legislativo 16 dicembre 2016 n. 257”. Questo articolo NON si applica ai dispositivi pari o inferiori a 3,7 kW.

    2) Non è assolutamente necessario chiedere e tantomeno ottenere autorizzazione assemblea per passare un cavo nella canalina del corsello box, a meno che questo non comporti una modifica sostanziale dell’impianto (cosa che non è) o impedisca di fare altrettanto ad altri condomini (idem). In altri termini è diritto di ciascun condomino farlo, anche senza informare amministratore (naturalmente nel pieno rispetto del DM 37/08). È del tutto equivalente ad esempio a portare la fibra nel proprio appartamento o SKY: nessuno chiede il permesso e tantomeno autorizzazione all’assemblea per tirare i cavi che passano nel cavedio condominiale.

    Spero che queste precisazioni siano utili all’autore dell’articolo che ha pieno diritto ad effettuare l’impianto che ha descritto.

    • Buongiorno,
      la ringrazio per le precisazioni.

      Il Punto 1 lo avevo fatto presente anche io alla mia Amministratrice, ma il consulente tecnico del condominio in tema di antincendio la vede diversamente e ritiene che la circolare si applichi anche ai dispositivi inferiori ai 3,7 kw.

      Circa il Punto 2, anche in questo caso la Amministratrice (credo anche in ottica opportunistica) fa passare qualsiasi opera che abbia visibilità esterna o sulle parti comuni dall’approvazione della assemblea. Per capirci, nell’ultima assemblea ha fatto passare persino la richiesta di installazione di un addolcitore domestico per l’acqua.
      E’ ovviamente un comportamento scorretto ma opportunistico e molto deresponsabilizzante, e potrei su questo certamente “spingere” di più. Onde evitare discussioni sterili con tutto il vicinato (che comunque è spaventato dall’auto elettrica, anche a causa di certa stampa) ho preferito per ora non insistere, ma portare avanti per il momento il punto in modo il più conciliante possibile e provare a costruire una soluzione insieme al resto del condominio.

      Grazie davvero per le indicazioni, comunque: molto utili.

      • Scusami Simone, tu scrivi che un qualsiasi lavoro che abbia visibilità esterna o sulle parti comuni deve passare per l’approvazione dell’assemblea e quindi anche sostituire la linea che dal tuo contatore va a quello del box auto.
        Ora la mia domanda è, se in un futuro prossimo uno dei condomini riscontra un problema sulla linea da contatore a box (esempio un corto circuito che mette fuori uso la linea, un topo che morde un filo tra il contatore e il box) anche in questo caso è necessaria l’approvazione dell’assemblea condominiale per il ripristino della linea? A me sembra che sia un’assurdità. Comunque se uno si trova in questa situazione cambiare la linea aumentando la sezione del filo non dovrebbe essere un problema, visto che l’assemblea non può bloccare il ripristino (diciamo che potrebbe essere una strada percorribile per sostituire la linea con una più adatta alla ricarica con carichino)

      • Buongiorno, non mi permetto di entrare nel merito dei suoi rapporti condominiali (lei può fare delle scelte anche rinunciando ai suoi diritti, ma questa è un’altra questione che a mio parere nulla ha a che fare con la normative sulle wallbox e la mobilità elettrica di per sè).
        A parte questo chiunque rispetti il DM 37/08 e la circolare del Ministero dell’Interno-Dipartimento dei VVF, non è tenuto neanche ad informare l’amministratore (semmai lo può fare solo come gesto di cortesia), tantomeno, ripeto, avere la sua autorizzazione o quella dell’assemblea. Se lei rispetta il DM non deve fare assolutamente null’altro. L’unico obbligo è che, poichè la modifica deve essere inserita in corrispondenza del rinnovo periodico del CPI, entro il rinnovo deve mandare tutta la documentazione al professionista che farà la domanda di rinnovo per il Condominio. Le consiglio di rivolgersi a un professionista (iscritto all’albo) che le progetta l’impianto (e lo esegue con un elettricista che rilascerà Dichiarazione di Conformità) e le rilascia tutta la documentazione che poi servirà per il rinnovo del CPI. Non dovrebbe fare null’altro (se non come gesto informativo di pura cortesia). Se l’amministratore o chiunque altro afferma il contrario chieda documentazione a supporto (che non potrà darle perchè non esiste).

        • Scusi se mi aggancio, ma ho appena acquistato una Niro Plugin 2019.
          Mi conferma che, secondo la normativa, nel box privato all’interno del condominio, posso caricarla:
          a) con presa Schuko, attaccandola ad una normalissima presa già presente nel box, senza particolari formalità (nemmeno magnetotermico dedicato, in quanto è sufficiente quello del contatore della linea box). In questo caso, la ricarica avviene a 10A
          b) con eventuale “carichino”, quindi in Modo 2, previa verifica sezione dei cavi, ricaricando quindi a 16A, ed anche in questo caso senza particolari formalità relativamente alla documentazione antincendio? Eventualmente, in questo caso, è necessario un magnetotermico dedicato alla presa che sarà utilizzata?

          Grazie

          • Io ho una Niro full ectric , penso che il carichino sia lo stesso ed è settabile da 8 10 12 e 16 A .
            Considerata la batteria piccola della Plug in io mi setterei fra 8 e 10 per stare tranquillo

    • Buongiorno,
      c’è un criterio per capire se un semplice box deve avere o meno il certificato CPI come le grandi autorimesse?

    • Buon dì Alessandro, leggendo https://www.vigilfuoco.it/allegati/PI/DisposizioniGeneraliPI/COORD_C_05_11_2018_n_2_RICARICA_AUTO_ELETTRICHE.pdf effettivamente a me sembra di capire che tutte queste limitazioni sono legate a locali soggetti alla normativa antincendio e che in ogni caso è possibile installare wallbox modo 3/4 con gli opportuni adeguamenti.
      In ogni caso se il condominio fa storie, sempre dalla stessa circolare nessuna vieta di usare un modo 2 ovvero un carichino con schuco o presa industriale visto che questa tipologia non richiede l’applicazione della circolare.
      Un’alternativa per Simone potrebbe installare una wallbox con abilitazione RFID su un posto macchina esterno a lui dedicato (in molti palazzi oltre al box sono previsti posti auto all’aperto), sempre che nel condominio dove vive ha un posto auto dedicato all’esterno. In questo caso deve solo portare la linea elettrica (a sue spese) e i condomini non posso opporsi visto che il punto di ricarica è fuori dalla struttura soggetta a normativa antincendio.

    • Io ho installato la mia wallbox da 7,5 kW avvisando semplicemente il condominio e l’amministratore in assemblea, senza richiesta di autorizzazione, anche perchè avevo la scusa che nel mio box non arrivasse corrente (ci arrivava da un altro box ma è stata scollegata quando ho acquistato casa), quindi ho fatto installare la wallbox con relativo misuratore collegata al mio contatore posto a 50 mt dal box, attraverso una canalina esterna, poco invasiva. Il condominio non ha battuto ciglio.

  7. Ma i suoi condomini hanno motivato il rifiuto al consenso?…oppure è solo per rompere le palpebre?..io chiamerei un tecnico per istallare una 16A con magnetotermico al primo che le chiede qualcosa risponda che è per un trapano a colonna😉..a volte bisogna usare vie traverse per combattere l’ignoranza (sempre in sicurezza)👍🖖

    • Attenzione a fare i “furbacchioni”, in caso di incendio, se l’assicurazione non è stata adeguata…le vie posso diventare molto più che traverse per i trasgressori

    • Salve, ho esattamente quel tipo di linea interna al box.
      Il problema è che la circolare sopra richiamata impedisce la ricarica con il cavo in dotazione (quello con presa Schuko), e per installare la wallbox dovrei far passare un nuovo cavo dal corsello esterno (il cavo interno non ha sezione sufficiente) e per farlo serve l’approvazione condominiale. La ragione del diniego? Penso soprattutto paura di incendi o altro, troppa cattiva pubblicità.

      • Non si tratta di paura di incendio, ma di quello che si chiama aumento del carico di incendio, cioè aumento del rischio di incendio. Per questo motivo vanno fatti lavori dedicarsi (come dice lei cavo apposito) va fatta una certificazione e va informata l’assicurazione. Il tutto naturalmente a carico di chi esegue i lavori.

          • Questa é la posizione delle compagnie assicurative, dunque più rischio piu paghi. O meglio paga chi vuole l’impianto

          • Se l’impianto rispetta le regole, nessun rischio e quindi nessun aumento della polizza.

          • Certamente Massimo, deve essere tutto a norma di legge e successivamente fatto valutare dal perito assicurativo.

          • Non mi risulta. Se l’impianto è a norma e certificato dall’installatore l’assicurazione è tenuta ad onorare il contratto.

          • Si certo, poi lo dovrà certificare il presidente della Repubblica e vederlo anche il Papa.
            Basta con ‘sto terrorismo burocratico, è sufficiente avere il certificato dell’installatore. Tutto il resto è già consentito dalla legge, passaggio cavi compreso.

          • Francesco, se fosse così semplice come dice lei, non saremo qui a discutere di problematiche degli utenti. Lei evidenza della semplicità? Se si ci racconti il suo caso

          • Se ha la pazienza di scorrere nei vari commenti che ho postato sotto, troverà quello che chiede. Non è questione di semplicità, ma di chiarezza.
            Ergo, è come dice Massimo.

            Adesso, le chiedo io di portare qualche esperienza riguardo a ciò che asserisce. Conosce qualche precedente o solo passaparola? Ha qualche link o articolo da condividere a tal proposito?

            Vede, io l’esperienza l’ho portata, con il proposito di fare chiarezza, cosa che lei non fa in quanto gli argomenti che ha portato non hanno riscontro.

        • Purtroppo normalmente le canalizzazioni vengo fatte “giuste”, difficilmente vengono installate canalizzazione piu grandi

          • Nel corrugato da 20 mm, che è quello che si mette quasi sempre, un fg16 3x4mmq ci passa.
            Appena fatto.
            Salvo pieghe e improvvide strozzature ovviamente.

          • Solitamente si mette in corrugato che serve un certo numero di box, il punto é che se lo fa uno lo devono poter fare tutti, a quel punto nessun corrugato e tanto capiente

          • Qui stiamo parlando di un box che è già servito dalla sua canalizzazione dedicata.
            Ergo la sua puntualizzazione, che potrebbe avere un suo senso, nello specifico caso non si dovrebbe applicare.

        • Luigi, lei non risponde alle domande e semina confusione, come questa storia del corrugato.
          Forse meglio che si trovi qualcosa da fare.

  8. Possiedo una Panda a metano ed avevo deciso di passare nel 2024 ad un’auto elettrica: la mia scelta (etica ed economica) era caduta sulla MG 4: prezzi lievitati a causa, secondo me , anche degli incentivi.
    Ora vedo che le tariffe di ricarica sono aumentate e di non poco, Di contro, con 14 euro di gas ho un’autonomia di 280 km (piede leggero…) Converrà ancora l’elettrica se continuiamo così?

    • Carissimo, ti basteranno cinque minuti seduto a terra dietro la tua auto con il motore acceso… Vedrai che ogni dubbio svanirà nell’aria… (Mi raccomando: Freno a mano ben tirato!)

    • Ma tieniti stretta la tua Panda a metano che come costi è imbattibile, con l’elettrico fai da cavia su tutto ricariche, autonomia deprezzamento usato etc

      • se il fine è il risparmio massimo possibile:

        buona la panda a metano (bicilindrica twin air o quadri-cilindrica?) soprattutto presa usata (almeno finché non bisogna aprire il motore)

        ma ancora meglio passare ad una ape-car (sempre usata) oppure un ciclomotore Ciao piaggio che è pure vintage

        e ancora di più restare in casa e uscire solo a piedi

        anzi io eviterei proprio di nascere, cosi il risparmio è TOP

  9. la seconda: già oggi sui chilometraggi più bassi nemmeno gli abbonamenti (con pacchetti di kWh minori) rischiano di essere convenienti rispetto alle termiche. E men che mai rispetto al GPL. A meno di aumenti anche sui carburanti“

    Se proprio non ce la fa prenda in considerazione il metano che se fa bene i conti con le rese al kg costa meno del gpl.

  10. Da quello che so il condominio non può opporsi a una miglioria tecnologica, ma può rifiutarsi tramite votazione di pagarla. Quindi teoricamente il problema è superabile se il lettore affronta l’intera spesa di verifica da parte di un tecnico abilitato al rilascio del CPI, di adeguamento dell’impianto, se possibile a valle della verifica, di rilascio del nuovo CPI dopo l’installazione. Eventualemnte anche l’aggravio di impegnativa se il contatore è comune e le spese aggiuntive in bolletta.
    Resta che se va a toccare una parte comune migliorandola, ad esempio adeguamento delle canaline per il passaggio dei cavi o un contatore comune con maggiore impegnativa, un domani in cui gl ialtri condomini andranno a installare anch’essi la wallbox dovranno risarcire il lettroe della quota “anticipata” e partecipare anch’essi all’aggravio sui costi operativi.

    ALmeno io sapevo fosse così…

    • Si é corretto, tenga però presente che tirare un vocavo ex novo (leggasi lavoro de demolizione) in un costello box, magari interrato, non è esattamente una miglioria.
      Inoltre occorre interpellare l’assicurazione condominiale, se si prevedono degli aumenti, in tal caso saranno addebitati interamente alla persona che ha richiesto il lavoro.

  11. Dalla lettera non ho capito se il problema è la CPI o se è solo la posa della canalina per mettere i fili, nel secondo caso il condominio non può proibire la posa della canalina a tue spese negli spazi comuni (che sono anche di chi la vuole posare) a condizione che ciò non ne alteri la destinazione e non ostacoli gli altri condomini nell’uguale utilizzo.
    suggerisco una lettura qui: (https://daze.eu/it/normative/wallbox-condominio/#:~:text=L%27installazione%20delle%20wallbox%20di,diritto%20ai%20punti%20di%20ricarica”.)

    • Salve, in linea teorica è così. Ma in pratica l’assemblea condominiale si è messa in mezzo adducendo ragioni sciocche, ma maggioritarie. A questo punto ho due possibilità: litigo con i vicini e l’amministratrice e mi impongo (ma poi ci devo vivere); oppure ricaricare fuori e vivere più sereno.

  12. Guardi, io ho un garage di proprietà in condominio con linea elettrica che termina direttamente nel mio contatore domestico.
    Ho fatto controllare i cavi dal mio elettricista, il quale mi ha detto che fino a 2kW di potenza potevo stare tranquillo in base alla sezione del cavo.
    Allora ho installato un interruttore magnetotermico/differenziale e collegato la presa del box, dove ho collegato il mio caricatore in dotazione e messo al 50% della potenza, ovvero 1,5kW.
    Sono 3 anni che vado avanti così; è vero che in termini di efficienza ci perdo, ma mi mette in relativa sicurezza, potendo caricare almeno 15kWh a notte. Che sono poco meno di 100km su un’elettrica, poi ho 3 colonnine fast nei dintorni e quando mi serve la massima autonomia, faccio una scappata e carico fino all’80% in poco tempo.
    Da considerare che avevo già i cavi miei che arrivavano al box, la quale dovrebbe essere anche la sua situazione.

    Una volta verificato che la sezione del cavo che arriva al suo garage può tenere una potenza di circa 3kW, io collegherei il caricatore di serie e verificherei fino a che potenza può arrivare in singola fase. Da lì setterei un valore di corrente conservativamente basso, in modo da mantenere una certa soglia. Per esempio impostarlo a 6A consente di caricare a poco più di 1,4kW.
    Non è un buon metodo impostarlo a 10A se collegato ad una shucko, visto che 10A è il suo massimo valore di corrente e che si sottoporrebbe la presa al massimo stress per molte ore consecutive. Quindi, per rimanere sul sicuro, io imposterei il caricatore a 8A se lo consente, oppure ad un valore congruo in base alle caratteristiche del suo caricatore.

    Lei dovrebbe avere già tutto per caricare in garage a potenze basse, ma con la garanzia di poter caricare per molte ore.

    Se deve chiedere il permesso per usare il caricatore della sua elettrica al condominio, vista la diffusa ignoranza in materia di elettriche… beh conviene che si muova da solo.
    Non capisco per quale motivo posso installare un pozzetto da 2kW nel mio garage, ma se voglio caricare a 2kW devo chiedere il permesso al mio condominio. La normativa è poco chiara in tal senso.

    • Turro corretto, la mia linea attuale andrebbe benissimo per l’uso con caricatore di bordo già ora. Ma questo uso è proibito in rimessa sottoposta a CPI dalla circolare 2/2018 dei vigili del fuoco. Si può caricare solo con wallbox, e questa non posso installarla perché servirebbe una linea dedicata esterna al box, che però non posso installare senza approvazione condominiale. Un cane che si morde la coda..

      • Io per esperienza posso dirle che ha il pieno diritto di portare un cavo dal contatore al suo box, a maggior ragione se ha le canaline già predisposte. In più, lei vuole solo sostituire il cavo, non posarne un altro, ma anche nel secondo caso ne avrebbe pieno diritto.
        L’unica cosa da rispettare è che se lo fa lei, lo devono poter fare tutti. Ma anche in questo caso, lei non sta imponendo alcun impedimento a nessuno.

        Se lei dovesse acquistare un nuovo box e deve portare dei nuovi cavi per scopi diversi dal ricaricare l’auto, tipo accendere una lampadina, significa che non potrebbe farlo se non le danno il benestare i condomini?
        Di per sé sarebbe una regola ingiusta che limiterebbe il suo diritto di poter usufruire dei suoi spazi come meglio crede, demandandolo ad eventuali dissapori che ci possono essere tra condomini (come anche lei dimostra di non voler “litigare”).
        Anche perché, se lei è nei suoi pieni diritti, deve solo informare il suo amministratore come buona pratica e poi passare i cavi.
        Cosa possono fare per fermala? Se poi vogliono far valere i loro diritti, scopriranno che lei poteva passare i cavi tranquillamente.
        Lei può utilizzare gli spazi comuni (canaline comprese) per le sue necessità, a patto che non inibisca nessuno e che lo faccia a regola d’arte.
        Significa che per mettersi in regola, deve avere un impianto adeguato agli scopi, quindi cavi adeguati, differenziale/magnetotermico etc. E’ sua responsabilità farlo, quindi se lei ha predisposto un impianto adeguato e sicuro, sta a posto.

        Secondo me c’è troppa mistificazione in merito, creando confusione su cosa sia lecito o meno.
        Il lavoro lo farà fare ad un elettricista, che le passerà i cavi, le installerà il differenziale/magnetotermico e la presa, poi le farà fattura. Al termine dei lavori, lei potrà chiedere il certificato di conformità al professionista che le ha eseguito gli stessi.
        Non le serve altro.

        Altrimenti, carichi già da ora entro i limiti del suo attuale impianto, se non vuole affrontare eventuali fastidi con i vicini antipatici.

        • Concordo assolutamente. Credo che sia corretto in queste pagine sottolineare il fatto che installare una wallbox nel proprio box di proprietà è un diritto sacrosanto di chiunque (purchè installata a regola d’arte e rispettando la normativa vigente) e chi lo impedisce deve essere smentito e isolato. Altrimenti passa il messaggio, del tutto errato, che installare una wallbox in condominio sia un’operazione quasi impossibile. Non lo è! Forse, in alcuni casi, piuttosto cara ma senza alcun dubbio fattibile. A prescindere da quello che pensano gli amministratori (purtroppo molto sovente impreparati su questi argomenti) e gli altri condomini (che non conoscono spesso le norme in materia, per non dire quando sono ideoloficamente contro la mobilità elettrica)! Per cui, dico all’autore dell’articolo, non ceda e sarei lieto di leggere una nuova comunicazione che ha installato con successo la wallbox nel suo box e che ricarica tranquillamente la sua auto elettrica come e quando meglio desidera. Il bello dell’auto elettrica è questo: agganciare la presa e andarsene a casa o da qualsiasi altra parte mentre si ricarica. Possedere un’auto elettrica semplifica la vita, non la complica, anche quando ci sono amministratori e condomini che mettono i bastoni tra le ruote. Si tengano pure le loro opinioni. Che sono solo opinioni, nulla di più!

    • Non sono esperto ma riferisco solo che su un altro forum persone qualificate affermano che anche un pozzetto congelatore sarebbe non a norma…..

  13. se lei ha contatore dal quale si dirama la linea della sua rimessa e il collegamento e’ fatto a regola d’arte con la schuco si puo’ caricare 25-30 kw in 10 ore senza divieti di sorta

    • Visto che la posizione ondivaga da parte degli amministratori di condominio , perché non apriamo una discussione con ANACI , associazione amministratori per una open discussion?

  14. Caro Simone, se per caso legge se per caso ha voglia di rispondermi mi faccia capire una cosa per cortesia: il suo box è già collegato al contatore domestico o è alimentato dalla linea parti comuni? Perché la cosa non riesco a capirla esattamente leggendo la sua lettera. Nel caso il suo box fosse già collegato al suo contatore domestico, rimediare potrebbe non essere così tragico. però me lo può dire solo lei

    • scusa Alessandro, come te ho letto il quesito di Simone, ma la frase “Ho un box di proprietà con linea dedicata.” di Simone io l’ho interpretata come l’aver una linea personale separata da quella condominiale, ora che sia legata al contatore residenziale o un secondo contatore a lui intestato, fa poca differenza. sempre di una linea pagata da lui dovrebbe essere.

      • Anch’io l’ho interpretata così. Quindi rimango un po’ stupito che il nostro non abbia banalmente provveduto a sostituire i fili presenti con magari dei fili da 4 mm quadrati di sezione… o anche solo da 2,5 … passando nelle canaline già esistenti e usando i fili già presenti come traino… e fondamentalmente “morta lì”.
        Di per sé un lavoro piuttosto banale, L’ho appena fatto in due box…

        • Alessandro, in rete esiste anche la formula per calcolare la sezione dei cavi s ed è:

          S = 0.025 * I * L / V

          S: sezione del cavo
          I: corrente [ampere]
          L= lunghezza del cavo [metri] (totale di entrambi i cavi positivo + negativo)
          V = caduta di tensione tollerata (impostiamo 0.5 volt)

          Qui un esperto in materia può confermare come smentire

        • Salve, la mia linea è collegata al contatore domestico, ed è a sezione 2,5. Non posso portarla a 4. Ma se anche fosse, il problema di fondo resta che la circolare 2/2018 dei vigili del fuoco vieta la ricarica con caricatore di bordo schuko, o anche con presa industriale (entrambi i casi sono modo 2). L’unica soluzione sarebbe installare una wallbox su altra linea dedicata ed esterna diretta al contatore, ma per questa dovrei avere approvazione condominiale (oltre che affrontare molti costi di adeguamento e rinnovo del CPI a mie spese).

          • Ma chi l’ha detto che deve essere esterna?
            Guardi mi giunge assolutamente nuova.
            Usi la sua linea da 2,5mm , vorrà dire che magari caricherà a 13 ampere.
            Si fa un “centralino” Inbox, E se proprio proprio non vuole usare un caricatore con la spina industriale monta una wallbox (che fino a sedici ampere NON è formalmente considerato un punto di ricarica).
            Secondo me, nelle sue condizioni, lei si sta facendo molti più problemi di quelli che sono in realtà. 😉

          • Scusi, ho letto la normativa e non mi sembra proprio che vieti l’uso di un carichino (modo 2).
            Si parla di cosa deve essere fatto per installare wallbox modo 3/4 e per tanto se non lo si attua non è possibile installare wallbox modo 3/4.
            Non ho trovato scritto che è espressamente vietato installare una presa schuco/industriale da 16/32A monofase e poi non poterci attaccare un caricatore mode 2.

  15. Mi chiedo se possibile che Vaiielettrico chieda ai fornitori di energia la ragione degli aumenti anche a fronte di una diminuzione del PUN rispetto allo scorso anno .
    Già il mercato italiano sta crescendo lentamente e questo aumento di prezzo farà rallentare le vendite.
    Sarebbe interessante fare una sessione Q&A

  16. Simone, visto che non puoi mettere una wallbox modo 2, perché non pensare ad installare una presa industriale monofase (presa blu) e comprare un caricabatteria con tale adattatore come i Juice Booster 2/3?
    nessuno può impedire di mettere una presa industriale monofase e non stai installando nessuna wallbox modo 2. allo stesso tempo aumenti la sicurezza della ricarica nel box.

    • Dimenticavo le prese monofase sono di due tipi:
      – 16A che su una monofase da 220V significa assorbire 3,5 kWh
      – 32A che su una monofase da 220V significa assorbire 7kWh
      quindi occhio alla potenza del contatore ed alla sezione dei cavi dal contatore alla presa
      Ps con il juice booster è possibile decidere la corrente assorbita ed. 10Ah x 220V = 2,2 kWh
      Gli amperaggi dovrebbero essere 6/8/10/13/16/20/25/32 Ah

      • Sia la presa Schuko che quella industriale sono “modo 2” perche hanno il controllo integrato nel cavo. Il Juice booster è lo stesso principio. Questa tipologia di ricarica è vietata nelle autorimessa sottoposte a CPI. Al contrario, la wallbox è permessa, ma per installarla nel mio caso dovrei far passare dei cavi esternamente al box, e il condominio non approva l’idea al momento.

        • Ciao Simone, in base a quello che ho letto su:
          https://www.turbox.it/2023/09/15/guida-installazione-stazioni-di-ricarica-per-auto-elettriche-in-condomini-e-garage/
          abbiamo che:
          Ricarica Modo 1 ❌: ricarica lenta in corrente alternata fino a 16A e 230V in monofase, 400V in trifase. Utilizzata generalmente per veicoli elettrici leggeri (bici elettriche, scooter, ecc.) e non adatta alla ricarica dell’auto. In Italia la Ricarica Modo 1 è consentita esclusivamente in ambito domestico.
          Ricarica Modo 2 ❌: ricarica lenta in corrente alternata fino a 32A e 230V in monofase, 400V in trifase. Diversamente dalla Modalità 1, la ricarica Modo 2 prevede un sistema di protezione, denominato Control Box, montato sul cavo di ricarica, al fine di regolare la potenza e di monitorare i parametri di sicurezza. La ricarica Modo 2, in Italia, è proibita nelle aree pubbliche e consentita solo per la ricarica privata.

          Quindi Modo 1/2 sono vietati in area pubblica. Ma un box auto essendo chiuso da una porta e di proprietà non è area pubblica ma area privata e pertanto non ci dovrebbe essere alcun divieto.
          Diversamente se si tratta di un posto auto in un’area condivisa al chiuso, come i parcheggi coperti pubblici. In questo caso vale il divieto.
          Per me il problema è chi vuol estendere una regola a ciò che non è regolamentato.

    • Io ho fatto così, presa monofase blu e cavo e-station con centralina incorporata, 1000 € in tutto. L’avevo letto proprio su questo sito. Da un anno ho anche il fv su tetto condominiale. I costi a km crollano.

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