Quanti monopattini in sharing circolano per Milano? Dove vengono abbandonati? A che velocità viaggiano nelle aree pedonali dove non dovrebbero superare il 6 km/h? Se lo chiedono in tanti nel capoluogo lombardo.
Il braccio di ferro che divide la città
Da un lato pedoni e automobilisti, che ne percepiscono forse più di quanti effettivamente siano e quindi li considerano un pericolo incombente. Dall’altro i millennial urbani che li usano come il pane e ne vorrebbero sempre di più. In mezzo c’è l’Amministrazione comunale, combattuta fra due opposte esigenze: rassicurare i cittadini allarmati ma nel contempo sostenere una mobilità nuova, leggera e sostenibile ancor più necessaria in tempi di coronavirus.
Il festival dei numeri “percepiti”
In questo triangolo dalla forte valenza politica è entrata la Procura di Milano con una “indagine esplorativa” motivata dall’esigenza di verificare la sicurezza dei monopattini, in particolare quelli dei servizi di sharing. Si suppone infatti che gli incidenti siano tanti (troppi) e spesso con feriti gravi.
I monopattini in più? Sono in magazzino
L’indagine della Procura, avviata in luglio per fare chiarezza, per il momento sta facendo solo confusione. La stampa milanese riporta con grande rilievo che dall’indagine emergerebbe un numero di monopattini in sharing circolanti superiore a quello autorizzato dal bando del Comune che regola il servizio. Non i 750 per ogni flotta delle sette società autorizzate, ma forse il doppio. Una delle aziende dichiara per esempio di avere in flotta circa 1430 mezzi (700 in più del previsto) ma non è chiaro quanti siano in strada e quanti in magazzino per manitenzione e scorta. Un’altra società può contare su oltre 200 mezzi in più rispetto ai 750 previsti, ma anche in questo caso non si sa quanti di questi siano dispiegati e quanti in garage. Ricordiamo che ogni società paga al Comune una concessione basata sui veicoli in circolazione, quindi al massimo per 750 mezzi. Il magazzino non è preso in considerazione. Come è giusto che sia.
Il nostro parere: una caccia alle streghe
Da un’ìndagine ci aspetteremmo risposte. Quantomeno qualche indizio concreto di possibili irregolarità. Nei termini in cui è stata illustrata, invece, l’iniziativa della Procura sui monopattini di Milano assomoglia piuttosto a una caccia alle streghe. I pregiudizi verso le nuove forme di mobilità sono già tanti; che bisogno c’è di alimentarli?