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Previsioni sballate: il guru che predisse il crac di Tesla

Bob Lutz, a destra, con l'ex presidente Donald Trump alla presentazione di una Cadillac.

Bob Lutz durante l’intervista tv in cui predisse l’imminente fine di Tesla. Eravamo nel 2016….

Previsioni sballate: l’ennesimo record di vendite  messo a segno da Tesla anche nei primi 3 mesi del 2023 fa venire in mente le parole di chi si diceva certo di una fine certa marchio. Uno su tutti: Bob Lutz, ex n.1 di colossi come Ford e General Motors, un guru dell’auto. Le affermazioni furono rilasciate 7 anni fa in una famosa, tragica intervista alla CNBC. Ruiflettevano quel che pensava di Tesla non solo Lutz, ma tutto il mondo dell’auto di qua e di là dall’Oceano. L’idea era: lasciamoli fare, non andranno lontano. E invece oggi… 

Tesla Model 3 e Y, i prodotti di punta del marchio americano.

Previsioni sballate – 1 “Bruciando cassa, arriverà presto al giorno del giudizio”

LA PREVISIONE -Continuando a bruciare cassa in modo preoccupante, Tesla non avrebbe avuto la possibilità di investire su nuovi modelli elettrici. Cosa che i concorrenti storici avrebbero fatto grazie ai profitti realizzati vendendo auto a benzina o a gasolio. Guadagnare con le elettriche è impossibile, assicurava Lutz, definendo quello di Tesla un modello di business “uspide down”, a rovescio. Una strategia sciagurata che presto avrebbe portato Elo Musk al “doomsday“, il giorno del giudizio, per mancanza di fondi. COM’È ANDATA VERAMENTE –  Tesla ha smesso ben presto di bruciare cassa ed è anzi diventata l’azienda automobilistica più profittevole del mondo. Con margini che le hanno consentito di sviluppare una gamma che ormai comprende anche un pick-up (il Cibertruck) e un super camion (il SEMI). Non solo: i profitti sono tali da permettere a Tesla di tagliare i listini in modo clamoroso, come fatto un mese fa con Model 3 e Y.

Elon Musk: un successo contro tutte le previsioni.

Previsioni sballate – 2 –  “Fabbrica auto inutilmente complicate e costose”

LA PREVISIONE – Presto Tesla si troverà a fronteggiare la concorrenza delle elettriche prodotte da marchi più blasonati, come Ford, Toyota, Volkswagen e la stessa GM. Tutti costretti a entrare in questo mercato da norme anti-inquinamento sempre più rigorose, che richiederanno la presenza di veicoli a emissioni zero in gamma. Ma questi players non commetteranno gli errori in cui è incorso Elon Musk. Con soluzioni come le portiere ‘ad ali di gabbiano’ del Model X, considerate poco pratiche ed anti-economiche. COM’È ANDATA VERAMENTE – Musk ha imparato presto la lezione, lanciando auto come Model 3 e Model Y molto più pratiche e competitive in termini di prezzi. Con costi di produzione bassissimi, grazie a un’automazione sempre più spinta. E con prestazioni, per accelerazione e velocità, non paragonabili a quelle dei concorrenti.

I Supercharger Tesla, una rete di ricarica diffusa in tutto il mondo.

Previsioni sballate 3 – “Nessuna killer application”

LA PREVISIONE Tesla, sempre secondo Bob Lutz, non aveva un reale vantaggio competitivo: le sue batterie al litio non avevano tecnologie migliori della concorrenza. E quindi, di fatto, Musk non poteva vantare nessuna ‘killer application’ in grado di costringere i competitor a inseguire. Niente a che fare con Google o Apple, insomma. COM’È ANDATA VERAMENTE – In realtà la resa delle batterie di Tesla si è sempre rivelata due passi avanti rispetto alla concorrenza. E tra le killer application va citata anzitutto la capacità di costruire un’auto in circa 12 ore, contro le 18 della migliore concorrenza. E Lutz non considerava un altro grande vantaggio competitivo come la rete di ricarica mondiale dei Supercharger, un’intuizione costosa, ma decisiva.

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