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Powy: “Abbracciamo la rivoluzione elettrica”

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Presente e futuro della mobilità elettrica in un’intervista a Federico Fea, CEO e cofondatore di Powy, giovane realtà in forte sviluppo nel panorama dei servizi di ricarica pubblica per veicoli elettrici.

Scale-up in costante crescita, fondata quasi per gioco quattro anni fa, Powy si presenta oggi sul sempre più combattivo mercato dei servizi di ricarica pubblica per veicoli elettrici con una certa ambizione. Da quando è entrata a pieno regime nel febbraio 2021, l’azienda torinese ha concluso accordi importanti, in primis con il Gruppo Stellantis, ampliando la sua rete di ricarica anche in Spagna.
Lo scorso mese di maggio, uno dei principali fondi d’investimento europei – Swiss Life Asset Managers – ha investito 84 milioni di euro in Powy, per sostenerne la crescita in Italia, Spagna e resto d’Europa.

Di Powy, dei suoi piani di sviluppo e del futuro della mobilità elettrica abbiamo parlato direttamente con il CEO e Co-founder Federico Fea, in una chiacchierata da cui emerge la necessità di puntare ad obiettivi ben precisi per garantirsi un futuro sostenibile.

“Powy punta ad una rete di ricarica di qualità”

Dottor Fea, Powy è una realtà giovane. Come vi approcciate ad un mercato sempre più competitivo?
La nostra missione è quella di creare un network europeo di punti di ricarica pubblici per veicoli elettrici. Ma non vogliamo essere i più grandi, non è questa la nostra ambizione. Vogliamo creare una piattaforma di stazioni di ricarica focalizzata sulla qualità del servizio offerto, per dare libertà ai possessori di auto elettriche di ricaricare in ogni momento della loro giornata.

Cos’è un servizio di qualità per voi?
La qualità passa innanzitutto dalla giusta scelta della location dove installare i nostri sistemi di ricarica. È fondamentale che il cliente trovi la tipologia di servizio adeguata al posto in cui si trova, quindi ricariche più o meno rapide a seconda delle esigenze. I sistemi poi devono essere semplici da utilizzare. Ovviamente puntiamo anche sulla qualità tecnologica dei componenti e sul loro mantenimento nel tempo.

Federico Fea, CEO e cofondatore di Powy

Per raggiungere questo obiettivo è fondamentale anticipare le necessità dei clienti.Oggi in Italia si stanno investendo centinaia di milioni di euro in infrastrutture di ricarica a fronte di solo un 1% di veicoli elettrici sul parco circolante. Vincerà questa sfida chi avrà anticipato meglio le esigenze dei clienti e chi avrà la possibilità di adattarsi in fretta. Non tutti ci riusciranno.

Cosa proponete?
Innanzitutto offriamo un range di ricarica molto ampio, che va dai 22 ai 400 kW, strutturato in diverse tipologie di locations. In generale puntiamo ad essere presenti in aree di sosta pubblica o semi-pubblica, come i parcheggi delle attività commerciali, in aree di attività ludica (come i circoli sportivi) o negli hub di trasporto (come le stazioni del Gruppo Ferrovie dello Stato). Ma anche nelle grandi arterie, incluse quelle autostradali. Abbiamo inoltre concluso accordi con più di trenta Comuni in Italia.

A proposito di Stellantis?
È una partnership di livello internazionale in corso da due anni. Prevede un’attività congiunta di ricerca di nuovi host in cui realizzare il nostro network, che comunque è aperto a tutti i car maker.
L’accordo ha benefici evidenti per i clienti Stellantis, che attraverso Powy possono godere di sconti specifici nella ricarica in locations di alto pregio.

Quanto conta avere il giusto “host” in questo campo?
Molto. E’ un focus importante del nostro lavoro, perché la qualità del servizio passa, in primis, dalla qualità delle locations e dal valore degli stessi host. Selezioniamo quindi con grande cura con chi collaborare. Ci interessa che il rapporto sia trasparente e duraturo nel tempo, capace di evolversi davanti alle dinamiche sempre nuove che, come accennavo prima, dovremo affrontare.

“Le esigenze dei clienti elettrici vanno anticipate”

Si spieghi meglio
La mobilità elettrica è in evidente evoluzione anche in Italia. Il numero degli EV circolanti oggi è ancora basso ma sta aumentando di giorno in giorno, e così anche il numero dei nostri potenziali clienti. Clienti che, però, non saranno quelli di oggi, che sono perlopiù rappresentati da una nicchia ben definita.
Presto si dovrà aggredire nuove categorie di clienti. I quali, probabilmente, avranno meno possibilità di ricaricare i mezzi a casa, magari con meno dimestichezza con le tecnologie, anche digitali, e con i servizi di ricarica. Clienti, insomma, che avranno necessità diverse da quelle che vediamo oggi e che noi, e i nostri partner, dovremmo essere in grado di anticipare e soddisfare in fretta.

Come?
Modulando ed adattando nel tempo i servizi offerti e le infrastrutture di ricarica alle nuove esigenze dei clienti. Questo è il motivo per cui ai nostri partner, oltre al mero servizio di ricarica a costo zero, offriamo anche la condivisione dei dati dei nostri sistemi, proprio con la finalità di poter studiare insieme la futura evoluzione del servizio di ricarica.
Erogare nel tempo un servizio di qualità, monitorato e gestito, è un’attività che porta benefici a tutti ed è fondamentale per lo sviluppo futuro della mobilità elettrica.

In questi 2 anni di attività quanti punti di ricarica avete installato e dove?
Al momento abbiamo circa 600 punti di ricarica già in azione e altri 1200 in costruzione, con accordi già sottoscritti e firmati. In totale si tratta quindi di una rete di 1800 punti. E tutti utilizzano energia proveniente da fonti rinnovabili.
Siamo presenti principalmente in Italia e da poco in Spagna. Ma l’idea è quella di espanderci al più presto. Stiamo selezionando opportunità di crescita all’estero, avendo però sempre ben chiara la mappa dei partner a cui rivolgerci.

Parliamo del vostro slogan “People have the Powy”.
Il gioco è nel riferimento al testo di Patti Smith e, come tale, vuole essere un messaggio di presa di coscienza che ognuno di noi, nel suo piccolo, può fare qualcosa. E magari provare a cambiare, ad esempio, sposando la causa ambientale acquistando un veicolo elettrico che, oltre ad avere un impatto ecologico molto più basso di un veicolo a combustione interna è, dal punto di vista prestazionale, di comfort e di valore residuo, decisamente migliore.

“La rivoluzione elettrica esiste e va sostenuta da tutti”

In Italia la mobilità elettrica però fatica ad ingranare…
Direi che con l’attuale quadro normativo, non particolarmente favorevole se confrontato con i nostri vicini di casa, i clienti stiano già facendo molto. Serve subito una politica d’incentivi consistente, stabile e pragmatica, per non continuare ad essere il fanalino di coda dell’Europa. I clienti devono essere tranquillizzati sulla fattibilità e convenienza della transizione e supportati economicamente fintanto che le economie di scala e le innovazioni tecnologiche e di processo porteranno alla parità di costo.

Ma le infrastrutture ci sono?
I numeri parlano da soli: la volontà di fare e costruire c’è. Lo dice il fatto che i punti di ricarica nel nostro Paese stanno crescendo in proporzione molto di più rispetto alle EV vendute. Il rapporto tra veicoli elettrici e punti di ricarica pubblica è tra i migliori d’Europa.
Gioverebbe semplificare e velocizzare le procedure amministrative legate alla costruzione di queste infrastrutture, che, non dimentichiamo, creano migliaia di posti di lavoro nel nostro Paese, diventando quindi un volano importante per la nostra economia.

Una rivoluzione elettrica è sempre possibile, quindi?
Molti operatori e migliaia di persone lavorano tutti i giorni per facilitare questa rivoluzione, che è ineludibile. Come già abbiamo avuto modo di sperimentare in passato, i Paesi che ne trarranno maggiori vantaggi saranno quelli che avranno abbracciato prima il cambiamento, creando competenze, posti di lavoro ed attraendo investimenti esteri.
Auspico solo che il Governo abbia un atteggiamento nei prossimi mesi più costruttivo nei confronti di questa piccola grande “rivoluzione” in atto. Perché tale è anche da noi. Rimanere indietro anche solo di qualche anno non farebbe bene al nostro Paese.

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1 COMMENTO

  1. Il cliente elettrico che non ha possibilità di ricaricare a casa ha bisogno di colonnine a bassa potenza (3-7kW) diffuse, anzi molto diffuse, nei grandi quartieri residenziali e nelle zone industriali, con prezzo del kilowattora non superiore ai 0,30€. Niente abbonamenti e niente penali per occupazione a ricarica ultimata negli orari notturni (zone residenziali) e diurna (zone industriali).
    Insomma ha bisogno di poter ricaricare l’auto di notte sotto casa o di giorno al lavoro e a prezzi equi e allineati al costo dell’energia domestica. Non mi sembra difficile

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