Un sondaggio “visivo” lanciato da Voi Technology, società di monopattini in sharing, fa luce sui desideri di cambiamento dei milanesi. Si accende il dibattito sulle “Città 30”.
Da una parte la realtà, così come ci appare oggi; dall’altra la stessa realtà proiettata in un ipotetico domani. Immaginato, diverso e, per molti, auspicato.
Si basa su questa contrapposizione tra un prima e un dopo, tra presente e futuro, l’iniziativa promossa in questi giorni a Milano da Voi Technology, azienda svedese attiva nel capoluogo lombardo con un servizio di micro-mobilità elettrica in sharing.
Un semplice test, sotto forma di sondaggio tra i cittadini, per capire le reazioni dei milanesi di fronte ad immagini realistiche di una Milano più green, più a “misura d’uomo”, dove nuove infrastrutture pubbliche per la mobilità sostenibile rivoluzionano il contesto urbano, influendo anche sul trasporto e gli spostamenti delle stesse persone.
Nello specifico, il progetto ha visto circa 2.000 cittadini milanesi esprimere la propria opinione, tramite i social media, riguardo ad alcuni rendering che ritraggono due importanti arterie di Milano – via Giorgio Washington e Corso Buenos Aires/Piazza Oberdan – riprogettate in una nuova veste green.
In sostanza, come queste apparirebbero se dotate di più infrastrutture per la mobilità dolce, elettrica e condivisa, ad integrazione del trasporto pubblico. Con un maggiore spazio per gli incontri sociali. Il tutto a scapito di asfalto, auto e parcheggi.
L’esperimento è stato sottoposto a due community differenti di milanesi, una più generalista, l’altra di specifici fruitori della micro-mobilità in sharing. E l’esito finale è stato abbastanza chiaro in entrambe. Di fronte alla simulazione visiva, circa due terzi degli intervistati ha gradito il cambiamento, preferendo la versione green e futuristica delle loro strade.
Una città “green”, utopia?
Al di là della resa quanto più realistica dei rendering creati dall’architetto e visual artist Giuseppe Campolattano – che può aver incontrato o meno i gusti degli intervistati – il tema toccato da Voi Technology è molto attuale e riguarda da vicino il dibattito circa la futura trasformazione delle nostre città in chiave più sostenibile e ambientalista.
Un processo già in atto in diverse piazze italiane, tra cui la stessa Milano, le cui amministrazioni provano a rendere attuabili progetti come “Città 30” o “Città di 15 minuti”. Piani che, negli intenti, dovrebbero trasformare il modo in cui i cittadini si spostano nei contesti urbani, diminuendo la dipendenza dall’auto privata a favore di una mobilità a zero emissioni più sicura e condivisa.
Lo scopo è limitare il traffico, ridurre gli incidenti e favorire tipologie di spostamento alternative e più eco-sostenibili. Un percorso che dovrebbe inoltre permettere di “riconquistare” spazi pubblici, per metterli a disposizione della collettività.
Esattamente come si evince dai rendering di Voi Technology, società attiva in una Milano che oggi è la 61° città più trafficata al mondo, nonostante, per popolazione e grandezza, si posizioni solo al 229° posto.
Va detto che queste riprogettazioni urbanistiche in chiave green non piacciono a tutti, soprattutto in chi le considera magari anche belle esteticamente ma forzose, poco risolutive dei problemi e non aderenti alle reali necessità dei cittadini.
In generale, anche la spinta al cambiamento, insita in piani di lungo periodo come ad esempio “Città 30”, non sempre viene accettata allo stesso modo dalla cittadinanza. Le obiezioni, più o meno condivisibili, esistono e continuano ad alimentare il dibattito sul tema.
Resta il fatto che immaginare, e “vedere”, un’ipotetica evoluzione futura delle nostre realtà urbane non costa nulla. A prescindere che piaccia o non piaccia.
Partiamo dalle critiche: i rendering non mi piacciono. Ma non perchè l’idea sia brutta, proprio non mi piacciono come organizzazione. Li trovo inutilmente “affollati”, paiono i giardini pensili di Babilonia.
Chiaro che stiamo parlando di gusti, ma personalmente gradirei qualcosa di più arioso.
Detto questo, che poco sposta il centro del discorso, l’idea non mi dispiace affatto e capisco perfettamente, avendo vissuto a Milano, che chi ci abita possa trovare attraente l’idea.
Senza dubbio, se ci vivessi ancora, sarei pure io felicissimo di spostarmi prevalentemente coi mezzi.
Del resto in città l’automobile l’ho sempre cordialmente evitata, spostandomi il più possibile in moto anche d’inverno.
Chiaro: avevo 20 anni e vivevo da solo.
Già a 45 il fisico mi farebbe presente che non è più un’idea brillantissima muovermi su due ruote col freddo o con la pioggia.
E due figli piccoli mi “spiegano” che l’uso dei mezzi, per quanto validi e di per se intelligentissimi, potrebbe non essere sempre la soluzione migliore. O anche solo la più “facile”.
Rimane che è più che comprensibile che trovi terreno fertile in una città come Milano (tra l’altro oramai al 50% composta da silgles se mal non ricordo) l’idea portata avanti da questo progetto.
E ci sta tutto sommato.
Il problema è che… non si affronta il nocciòlo del problema.
Che non verte tanto sulla mobilità “intra moenia” (pregi e difetti, ma tutto sommato funziona) quanto il rapporto fra città e provincia. Quello è il vero problema.
E non è un rilievo peregrino stante che il sindaco di Milano, ipso facto, è anche il presidente della provincia.
Carica che ricopre in quanto votato dai milanesi, e questo è vero, ma (che piaccia o no) ricopre. e a cui di conseguenza deve “fare onore”.
Invece sappiamo tutti perfettamente che le possibilità di trasporto pubblico fra Milano e l’hinterland sono tutto tranne che ottimali.
Anche qui: chiaro che c’è di peggio.
Ma è tutto l’impianto ad essere carente.
Il trasporto ferroviario andrebbe potenziato e portato ad essere simile ad un vero e proprio prolungamento della metropolitana (e no: un treno ogni mezz’ora tra l’altro solo in orari tutto sommato “diurni” è appena sufficiente).
Tutte le stazioni sulle singole trate dovrebbero veder potenziate la propria funzione di parcheggio di interscambio (magari con tanto di “fabbrichetta della ricarica” per i veicoli elettrici)
E via, le idee potrebbero essere tantissime.
Invece lo zio Beppe cntinua a comportarsi come se il mondo di sua competenza finisse a Musocco o in fondo a Via Rpiamonti.
Quando invece de jure e de facto dovrebbe essere assai interessato anche a posti come Motta Visconti e Trezzo sull’Adda.
Senza voler dire quello che sappiamo tutti, e cioè che ormai Milano “arriva” fin quasi a Bergamo, di sicuro Gallarate, perchè no Pavia e via discorrendo.
Ecco, finchè non si cambia questa prospettiva, sarà quantomeno “sorprendente” il vlersi lamentare delle centinaia di migliaia di giargiana che quotidianamente si riversano in città a bordo delle loro automobili.
Perchè QUESTO è il vero problema del traffico di Milano.
In città le cose tutto sommato già funzionano.
Poi chiaro, ribadisco: belle le zone pedonalizzate. Ma sinceramente vorrei anche vedere chi le trova brutte però. 😉
Ciao Alessandro, ieri per mia sventura mi sono divuto muovere coi mezzi pubblici (non avevo nessuna voglia di fare 1.000 km in auto). A parte che ormai anche il Frecciarossa, se non hai l’accortezza di prenotare in business, è diventato molto più simile ad un regionale che ai Freccia dei bei tempi andati, obtorto collo ho dovuto prendere un regionale. A parte il cattivo odore, il livello di pulizia è assolutamente inaccettabile, con sedili macchiati chissà si cosa e pavimenti luridi. Se questo è il livello dei mezzi pubblici, viva l’auto privata.
-Se questo è il livello dei mezzi pubblici, viva l’auto privata.-
Che è esattamente quello che sto dicendo io.
Ribadisco: muoversi coi mezzi all’interno di Milano, pregi e difetti, alti e bassi, ma tutto somato non è una tortura.
Chiaro che farebbe piacere a tutti avere dei tram da business class e magari col bagno e il baretto, ma ovvio che non è pensabile sul serio.
Il guaio è arrivarci a Milano.
Si certo, ci si arriva, ci mancherebbe… Ma con gli stessi “principi” e le stesse “cadenze” che si hanno quando si pensa ad un servizio “città-contado”.
Quando invece bisognerebbe avere il coraggio di tentare il salto di qualità e cominciare a considerare tanti centro dell’hinterland quasi come delle “città satelliti” se non addorottura dei quartieri periferici del capoluogo.
Cosa che richiede tempo, ovvio, ma se nemmeno si comincia…
Solo per farmi due minuti di fatti tuoi: da dove a dove col treno?
Sono in treno in questo momento: regionale Tper-Trenitalia, nuovissimo, pulitissimo, puntuale. Due ore e 50 da Milano a Bologna, 17 euro e sto lavorando tranquillamente.
Temo anch’io che la “tirata” dell’amico Astuto sui frecciarossa e sui regionali sia eccessiva.
Sul TPL di tutta l’area attorno alla città metropolitana di Milano credo però che saremo d’accordo in tanti.
Non che sia il vuoto cosmico, ma se si vuole tolgiere macchine che da fuori convergono sul capoluogo sicuramente c’è grosso margine di miglioramento.
/// il trasporto ferroviario andrebbe potenziato e portato ad essere simile ad un vero e proprio prolungamento della metropolitana (e no: un treno ogni mezz’ora tra l’altro solo in orari tutto sommato “diurni” è appena sufficiente) \\\ Per motivi di affollamento della rete e altro non credo che si potrá mai superare il treno ogni quarto d’ora nelle fasce orarie piú critiche.. Poi ogni macroarea ha le sue particolaritá che richiedono soluzioni personalizzate (non si puó mettere sullo stesso piano il “continuum” urbano a nord con l’alternanza fra centri abitati e zone agricole a ovest e sud)
Ciao Enzo,
non solo è fattibile, ma è anche meno estremo di come sembrerebbe, e quasi tutte le città hanno già soluzioni di limitazione di accesso alle auto per i centri storici (o solo di velocità); non implica dover cambiare casa, ammesso di abitare in pieno centro, o rinunciare all’auto, ne essere “odiatori” di auto
di solito le zone a traffico limitato e pedonalizzate sono piccole, a Milano l’aera con traffico limitato (ad oggi limitato solo in orario diurno diurno) ha un raggio di 1 km, si possono fare spostamenti misti, auto fuori dall’area limitata e qualche minuto a piedi (uso anche bici pieghevole)
anche se in generale nel caso di milano hai supermercati e servizi dappertutto e la metro molto capillare che è più rapida per spostarsi (anche da fuori città, con la metro di superficie, treni ogni 30 minuti), a parte la sera quando cala il traffico e allora anche con l’auto si riesce a muoversi veloci
è che in generale quando si parla di queste aeree molti immaginano di pedonalizzare aree estreme molto larghe (come a Londra), e poi invece da noi sono soluzioni pìù miti e di compromesso (anche ragionevole), di solito è una parte dei centri storici
Per quelle poche volte in cui sono costretto ad andarci, mio malgrado, ho visto solo tanta, tantissima criminalità se ci vai in macchina 2 volte su 3 ti ritrovi il vetro sfondato il baule aperto e la ruota di scorta mancante (per fortuna macchina a noleggio) … se ci vai con i mezzi tentano di aprire borse borselli e rubare quanto più possibile…
Peccato che grazie al suo sindaco Milano sia la seconda città per aumento di cementificazione. Forse perchè dopo aver dichiarato di aderire ai Verdi europei non l’ha più fatto? Oppure perchè vorrebbe demolire il Meazza e realizzare un nuovo stadio che produrrà almeno 210 mila tonnellate di Co2.
Per chi vuole c’è giusto una petizione con 10 domande al sindaco su questi argomenti a questo link
https://www.ioscelgo.org/petizioni/dieci-domande-al-sindaco-di-milano-giuseppe-sala-firmate-insieme-a-noi/
Lette..ti dico la mia:
le 10 domande alcune incuriosicono, magari erano corrette, ma per lo più mi paiono richieste ingrate e non ho approfondito perchè ho avuto un moto di disagio verso questa petizione e il tipo di comunicazione che usano, in sostanza si lamentano perchè non avrebbe fatto “di più”
ma non considerano se, nel contesto di Milano e dei tanti vincoli di un Sindaco, che non è un dittatore con poteri assoluti ma vaglia le richieste di tutti, non abbia già fatto più di altri
es si lamentano che sarebbe poco l’obiettivo di diminuire le emissioni del 45% al 2030, ma se ci pensi è già un obiettivo molto alto, non è scontato che sarà raggiunto
anche il conteggio dello Co2 dello Stadio lo trovo un cherry-picking, lo stadio non lo rifai ogni anno, quel 5% si diluisce; avrei capito piuttosto entrare nel merito sul perchè vogliono o meno rifare lo stadio, non conosco i dettagli ma forse ci sono delle motivazioni?
e cosi via..allora forse le cose che chiedono sono un po’ scollegate dal senso pratico, sono una dichiarazione ideologica? una lamentela sulle mancate alleanze politiche (vedi la domanda sui verdi europei)?
e per chiarire, di solito vedo di buon occhio i temi ambientali e chi li propone
C’è anche il paradosso questo sindaco almeno qualcosa ha fatto a Milano, infatti riceve (molte) accuse di senso contrario, cioè di aver dato troppo peso alle tematiche ambientali
è bersaglio su giornali e socials di tante campagne ideologiche della parte opposta, spesso denigratorie e organizzate a livello nazionale, tutt’altro che spontanee, in vista delle prossime elezioni, mezza italia a commentare come vorrebbe che fosse Milano, invece di lasciare il tema ai Milanesi
insomma qualunque cosa faccia in una direzione o l’altra non va bene.. per questo ho usato per queste critiche (almeno alcune delel lista) l’aggettivo “ingrate”
PS: c’era un sondaggio in cui risultava esser ben voluto come sindaco, nei limiti in cui un sindaco possa accontentare i tanti desideri opposti del territorio e peggio ancora in una città come Milano
comunque ha gia fatto 2 mandati, ma pare che non è rieleggibile
https://www.open.online/2023/07/10/sondaggi-governance-pool-sindaci-governatori/
E’ una bella iniziativa, troppi veicoli inquinano e costano, ovvio avra’ un mezzo di trasporto di massa dedicato.
Sul serio? Vorrei vedere i rendering anche d’inverno, quando ci sono 2 gradi e piove.
Mah, sai, non sono contrarissimo. Io non ci vedo niente di strano, cioè se dei cittadini vogliono vivere in un certo modo e sono d’accordo possono farlo, chi non è d’accordo può vendere la casa ad altri e trasferirsi altrove, non è una tragedia. In altri contesti si sono fatti ragionamenti simili ad esempio pensa alle ZTL delle città o proprio alle zone pedonali: lì le case ci sono ma l’accesso con l’auto è inibito agli stessi residenti. Eppure le persone in quelle case ci vivono.
C’è una fetta della popolazione che non ha la patente, che è anziana, a cui piace spostarsi a piedi, che odia le auto: anche questi hanno diritto a organizzarsi come vogliono, se vogliono spostarsi con l’ombrello e con le bici felici loro felici tutti. Anzi, meno persone acquistano l’auto meno traffico incontriamo tutti noi in autostrada perché poi questi quando si spostano finiscono per prendere il treno o l’aereo.
Chiaro che una vita così non è per tutti. Io con l’auto in 10 minuti attraverso la città, senza traffico, ho 2 supermercati raggiungibili uno a meno di 1 minuto (saranno 300 metri) e l’altro in 4 minuti, vado ovunque voglio liberamente e senza stress, insomma una pacchia totale ma capisco che anziani, “naturisti” e altre persone hanno esigenze diverse. A ognuno il suo …
Appunto.
Non capisco i commenti
vedo due rendering con lo stesso colore del cielo, e neppure molto “solare”, è quel azzurrino / grigio che spesso abbiamo qui, al posto dell’azzurro pieno che si vede in collina o in altre regioni
una foto con le auto e una con la zona pedonale, stesse condizioni di luce
le zone pedonali poi si vivono di più proprio quando non piove, come la volevate la foto?
sarebbe stato (molto) fazioso il contrario, cioè mostrare una zona pedonale in un giorno di pioggia o di notte con lampioni rotti e la polizia che fa una retata sparando
e anche cosi a rigor di logica non è detto che non sarebbe stata votata la soluzione pedonale
quanti giorni di pioggia e nebbia vedete a Milano in un anno per dire che la situazione tipica?
quasi tutta la Lombardià è stata molto cementificata negli ultimi 30 anni (e scommetto che la colpa è di Sala ovviamente).. tranne nelle zone dei campi agricoli non c’è quasi più nebbia già da ventanni, non come una volta
invece c’è il cielo grigino come nella foto, per le polveri sottili e per l’umidità residua, che e diminuita ma non scomparsa, non tira un filo di vento