Circa il 13% di tutti i proprietari di veicoli privati in Italia potrebbe già acquistare un’auto elettrica senza cambiare le proprie abitudini, avendo la disponibilità di un punto di ricarica domestico. Andrebbe in pareggio di costi rispetto a un’auto a benzina in meno di 8 anni (con gli attuali incentivi statali su acquisto e bollo). Lo dice un’indagine condotta dai ricercatori del laboratorio MOVE del Politecnico di Milano. E da Bruxelles arriva addirittura la proposta choc di abolire l’Iva (22% in Italia).
Il lavoro del Politecnico ha una elevata affidabilità statistica perché è interamente basato su dati reali. Sono stati infatti analizzati oltre 100 milioni di viaggi di veicoli privati, monitorati su un periodo di 12 mesi. I risultati sono stati ottenuti incrociando un’analisi delle percorrenze, una valutazione economica dell’acquisto e un’analisi geografica di posizionamento dell’abitazione per quantificare la probabilità di avere un punto di ricarica domestico.
A metà degli italiani l’autonomia basta così
Secondo l’analisi delle percorrenze, ben il 50% dei veicoli privati non effettua mai viaggi giornalieri di distanza maggiore dell’autonomia della batteria (ipotizzata pari a circa 300Km), sull’intero arco dell’anno. Quindi passare all’elettrico, non richiederebbe alcun cambio di abitudini. A condizione però che si disponesse di un punto di ricarica domestica (privata o condominiale).
Lo studio ha poi analizzato in dettaglio questo 50% di veicoli funzionalmente pronti per un passaggio all’elettrico dal punto di vista economico. Ha comparato costi di acquisto, dell’energia, di bollo e assicurazione, svalutazione, etc. con quelli di un’equivalente a benzina. Ha scoperto così che il 20% del parco totale potrebbe acquistare un’auto elettrica subito, senza cambiare abitudini di spostamento e solo dotandosi di un punto di ricarica domestico. I costi andrebbero a pareggiare quelli di un’auto termica al massimo in 8 anni (con gli odierni incentivi).
Con la ricarica a casa conti in pareggio in 8 anni
A questo si è aggiunta un’analisi geografica di posizionamento dell’abitazione per quantificare la probabilità di avere effettivamente un punto di ricarica domestico. Introducendo questo vincolo, la percentuale dei veicoli totali del parco auto ‘’pronti subito’’ all’acquisto di un’auto elettrica è stato pari al 13%.
Esiste quindi una immediata opportunità di accelerare la diffusione di veicoli elettrici, anche senza attendere lo sviluppo di una rete pubblica di ricarica. Questa opportunità potrebbe essere aumentata favorendo meccanismi di condivisione delle auto. Ciò faciliterebbe il raggiungimento del “break-even” economico dell’auto elettrica, e quindi la riduzione della necessità di introdurre incentivi.
Il colpo grosso? L’esenzione Iva in tutta Europa
Ma gli incentivi potrebbero anche aumentare se sono vere le indiscrezioni riportate da Bloomberg News sul progetto di legge europea che prevederebbe l’esenzione dell’Iva su tutti i veicoli elettrici e sui dispositivi di ricarica. Oggi in Italia l’Iva è del 22%. A livello europeo si va dal 17% del Lussemburgo al 27% dell’Ungheria. Il budget previsto per tutta l’Unione sarebbe di 20 miliardi di euro, da spendere entro due anni. Sarebbe parte del piano di rilancio dell’economia europea post-pandemia disegnato sulla scorta del Green Deal ,varato in marzo dalla Commissione.