Enzo, il mitico bastian contrario del nostro blog, condensa in questo messaggio le sue idee (o i suoi sogni?) sull’auto del futuro, che, ipotizza, sarà il trionfo dell’Intelligenza Artificiale. Inviate quesiti e osservazioni a info@vaielettrico.it
A piccoli passi il futuro sta già arrivando
“Agli albori dell’avvento dell’auto elettrica cercai di immaginarne l’evoluzione: autonomia più elevata, velocità di ricarica in grado di competere con i rifornimenti delle auto tradizionali e un piacere di guida sportivo basato sulla reintroduzione di cambio e sound, simulati o non.
Adesso questa innovazione non fa più notizia: solo qualche giorno fa è stata annunciata la Zeekr 007 da 870 km di autonomia nel ciclo CLTC (con batteria da 100 kWh). CATL ha presentato una nuova piattaforma CIIC capace di garantire 1000 km di autonomia e ricarica di 300 km in 5 minuti (discorso colonnine a parte). Stellantis e ora anche MG sperimentano il battery swap mentre diversi produttori (Toyota, Hyundai, Kia, Dodge, Abarth, Maserati e pure VW con la id2all GTI) si cimentano nell’introduzione di sound e/o marce sull’auto elettrica per renderla emozionante e godibile durante un uso più sportivo (che questo sia virtuale o reale è un dettaglio sul quale sorvolo).
Queste innovazioni non saranno per tutti, almeno inizialmente, e saranno limitate ad alcuni modelli per chi ha particolari esigenze. Ma la strada è tracciata tanto da diventare una solida realtà che si andrà affermando nei prossimi anni. Auto così quasi non fanno più notizia.
Partendo da questa premessa, sono qui a chiedermi qual è la next big thing, la prossima innovazione vera che vedremo nel mondo dell’auto, dove per innovazione intendo qualcosa che non abbiamo ancora mai visto fino ad oggi abbinato all’automotive. E credo che sarà l’Intelligenza Artificiale.
ChatGpt entra in Mercedes (in punta di piedi)
Mercedes ce ne dà un assaggio con l’integrazione di ChatGPT nelle sua interfaccia utente. Sappiamo già che ChatGPT è in grado adesso di riconoscere domande vocali e fornire risposte vocali, quindi l’interazione tra l’IA e il guidatore non comporterà distrazioni alla guida. Inoltre è facile immaginare l’utilizzo dell’IA per migliorare tutti i software presenti a bordo, dal navigatore (e relative ricariche) al controllo elettronico di stabilità, agli adas, ai consumi.
E dopo, cosa verrà dopo? Se avete avuto occasione di guardare il video di anteprima di Gemini, l’Intelligenza Artificiale di Google, avrete notato che si concentrerà sul riconoscimento visivo, ovvero la IA interpreta la realtà che osserva tramite una webcam. Questo andrà ulteriormente a far evolvere le sue funzionalità, potendo interagire meglio con gli occupanti del veicolo (ad esempio regolando automaticamente le impostazioni secondo le preferenze di ognuno, semplicemente riconoscendoci dal volto) e comprendendo meglio la realtà che ci circonda (ostacoli e pericoli sulla strada).
E’ possibile dunque che, presto o tardi, i teslaBot Optimus, magari potenziati dall’Intelligenza Artificiale di Grok, possano essere utilizzati per fabbricare le Tesla del futuro.
Musk metterà i Teslabot in fabbrica?
Musk di recente ha dichiarato che la linea di produzione della baby Tesla sarà superiore a quella dei concorrenti globali. L’auto da 25000 euro sarà prodotta anche in Germania oltre che a Shanghai. E ha detto, cito: “penso che la rivoluzione nella produzione che sarà rappresentata da quell’auto lascerà a bocca aperta le persone. Non assomiglia a nessuna linea di produzione automobilistica mai vista prima”.
Potrebbe dunque significare che nella produzione saranno già coinvolti, del tutto o in parte, gli Optimus Gen 2 (magari una versione modificata ad-hoc) al posto dei lavoratori in carne e ossa? In effetti questo consentirebbe di tenere i prezzi di produzione bassi (un Teslabot costa meno di 20000 dollari) anche con una produzione in Germania. E consentirebbe una velocità di produzione e assemblaggio superiore a qualunque altra linea di produzione. Senza considerare che un TeslaBot lavora h24, 365 giorni l’anno e non aderisce ai sindacati tanto odiati da Musk, oltre che risolvere i problemi di allineamento e qualità in fase di produzione.
Dopotutto il lavoro ripetitivo di una IA in una linea di assemblaggio è più semplice di una IA generativa che deve essere “tuttologa” e capace di rispondere agli stimoli più disparati.
E dopo, cosa verrà dopo? Io qualche idea ce l’ho ma la tengo nel cassetto. L’IA è stata appena introdotta, è iniziata una nuova era in cui l’Intelligenza artificiale è destinata a soppiantarci un po’ alla volta in tante attività. In quanti anni non è dato saperlo ma lo sviluppo avviene con una velocità esponenziale difficile da calcolare. Esistono già studi che analizzano le professioni a rischio nel breve e medio periodo (e non sono solo operai, si parla anche di avvocati, analisti finanziari, giornalisti).
Al momento solo Elon Musk si sta muovendo nella direzione giusta, costituendo tutte quelle aziende la cui tecnologia è destinata a plasmare il “mondo nuovo”. E in questo mondo nuovo tutto sembra possibile, qualunque sogno o idea e i sognatori saranno coloro che governeranno il nostro domani.„ Enzo
Risposta– Come Jeremy Rifkin nel libro che nel 1995 lo rese famoso, “La Fine del Lavoro”, Enzo immagina fabbriche senza operai e veicoli senza piloti che dialogano con i passeggeri. Trent’anni dopo, però, le profezie di Rifkin non si sono realizzate: il lavoro è cambiato ma non è finito. Tutto sommato ci sembrò ovvio già allora: in un mondo senza lavoro (e senza circolazione di ricchezza) nessun prodotto avrebbe un mercato.
Secondo noi le profezie di Enzo non avranno sorte migliore. l’Intelligenza Artificiale avrà sicuramente un impatto sul modo di produrre l’auto e di utilizzarla, ma non sarà quello descritto in questo scritto.
Al di là dell’auto, elettrica o meno, a me l’IA fa paura perché la immagino in mano a canaglie come Putin, o ancor peggio il dittatore coreano che per le armi – anche atomiche – costringe il suo popolo ala carestia perenne. Chi li fermerebbe se non con chissà quale tipo di guerre? Ad meliora 🙁
Grazie Enzo per articolo,
intrigante immaginare l’evoluzione dei software di bordo, dei comandi vocali e degli assistenti alla guida, che diventano più “capaci” e tutto fare
poi sicuro Tesla sta progettando la prossima vettura in modo che sia ancora più semplice da assemblare, non solo gigapress, anche la componentistica (i carrozzieri e i meccanici già della Tesla attuali dicono che i vari componenti sono molto facili da smontare); tanti anni fa, mi pare che i più bravi in questo forse erano i brand giapponesi, ergonomia anche nel posionare viti e bulloni e design razionale, ma ora siamo su un altro livello, con forte riduzione dei costi
lato fabbriche e robotica, penso che andranno avanti a sviluppare e usare i classici robot industriali, sono robusti e durevoli per il lavoro intensivo
i robot tipo Otminus, sono dei tuttofare, ma fragili e usurabili se messi a fare lavori tosti, li immagino in altri tipi di lavori; intanto pero’ li usano per sviluppare i sofwtare, come già hanno fatto con l’autopilot delle Tesla
PS: ho visto di recente un paio di video girati dentro una fabbrica Tesla, e un altro girato in una fabbrica Hiunday, sembra che già il 50% delle postazioni di assemblaggio siano gestite da sistemi robotici.. poi “dietro” tanti umani ha tarare e controllare i sistemi robotici
Non è detto siano gli Optimus i robot della fabbrica del futuro ma qualcosa basato sugli Optimus, eliminando il superfluo (magari non servono le gambe), ma standardizzando il tutto (ad esempio 4 o 5 modelli diversi sufficientemente flessibili da coprire tutte le esigenze).
L’assemblaggio di un’auto (perché alla fine questa è una fabbrica d’auto, la progettazione dell’auto e la costruzione dei componenti avviene da altre parti, l’auto semplicemente viene assemblata nelle giga fabbriche di Tesla) è un po’ come la costruzione di un gigantesco lego con tanti mattoncini di forma diversa. Ad oggi la produzione prevede l’uso di robot e cobot, ovvero macchine che fanno bene una e una sola cosa, intelligenti quanto un trapano o un cacciavite elettronico, cioè sono banali strumenti di lavoro. Già spiegare ad una macchina come collegare dei cavi con altri cavi in base al colore sarebbe un processo traumatico. Ma tutto questo cambia con i TeslaBot.
I TeslaBot, a differenza della versione alla “I Robot” (o per i nostalgici “Io e Caterina”) che Musk ha promesso all’umanità a 20000 dollari, ovvero il casalingo che sa far tutto, quando usati in fabbrica, devono essere intelligenti meno della metà della versione domestica, mentre la versione domestica deve essere tuttologa, il teslabot piazzato in catena di montaggio fa solo una cosa: monta un cruscotto collegando i cavi dietro oppure avvita le portiere e le allinea, facendo tutto questo con la precisione millimetrica tipica delle auto, con la loro velocità e instancabilità.
Non si tratta semplicemente del paradigma “più robot”, non si sta passando dal 50% al 100% della robotizzazione perché sono cose diverse: una cosa è un cacciavite elettronico o un braccio meccanico che fa ruotare il telaio dell’auto, un’altra cosa è un teslabot che usa la ia e gli llm per fare un compito che, fino ad oggi, era prerogativa dell’uomo alla catena di montaggio. Insomma una cosa è il braccio meccanico, un’altra è C3PO.
Perché mai Musk dovrebbe utilizzare i TeslaBot nella sua fabbrica? Non solo perché gli costa meno dell’operaio, non solo perché lavora meglio e più velocemente ma anche per un altro motivo: perché poi tutti gli altri dovrebbero acquistare i TeslaBot da lui per arrivare alle stesse economie di scala. Anche se in un ordine inverso, è un po’ quello che fa BYD: BYD compete con gli altri produttori di auto tanto da avere oggi il market share più alto nel segmento full electric e allo stesso tempo vende loro le batterie. Allo stesso modo Tesla potrebbe competere con gli altri produttori e poi vendere loro i TeslaBot per consentire di ridurre i costi. L’altra ipotesi, quella di non venderglieli per conquistare il mercato, la escluderei perché ricordiamoci che c’è sempre Boston Dynamics che potrebbe fornire qualcosa di simile.
Quando e come i TeslaBot faranno il loro ingresso nelle fabbriche Tesla io non lo so. Ho scritto: “potrebbe dunque significare che nella produzione saranno già coinvolti, del tutto o in parte, gli Optimus Gen 2 (magari una versione modificata ad-hoc) al posto dei lavoratori in carne e ossa?”. Non so se questo capiterà già per la baby Tesla, anche se certe affermazioni di Musk mi fanno presagire questa eventualità. Se anche ne entrasse una piccola parte al posto di alcuni operai, tanto per far scena (ad esempio nella sezione di montaggio e allineamento pannelli, punto debole di Musk) e cominciare a raccogliere ordini dai competitor, si darebbe comunque inizio ad una rivoluzione.
A meno che non si pensi che Musk abbia creato i TeslaBot perché si sente solo e ha bisogno di qualcuno/qualcosa con cui giocare …
/// PS: sembra che già il 50% delle postazioni di assemblaggio siano gestite da sistemi robotici.. poi “dietro” tanti umani ha tarare e controllare i sistemi robotici ///
Io ho visto video (probabilmente fake) di TeslaBot che riparano altri TeslaBot (anche questa cosa presa a piene mani dai film di fantascienza che tanto ispirano Musk).
Non conosco Jeremy Rifkin, si vede la diversa estrazione tra me e la redazione, Rifkin leggo che era un economista e un sociologo, io sono un informatico e parlo di informatica. Non ho mai scritto che il lavoro finirà ma che il business as usual finirà, occorrerà reinventarlo e poi chiedersi qual è quell’ambito in cui l’informatica non potrà arrivare a competere (non mi interessa disquisire su questo, ricordo ancora le facce tristi di tutti i professoroni quando vinsi la scommessa sulla macchina che batteva a scacchi l’uomo, deve bruciare perdere la scommessa con un informatico ventenne). Se qualcuno è interessato alle profezie e vuole seguire i profeti allora suggerisco Raymond Kurzweil, è l’unico che stimo e trovo stimolante la sua “profezia” sulla singolarità (e non è questa la platea dove approfondirla, è evidente).
Molto di quanto dice Enzo è plausibile e lo si vedrà presto; gli automi che costruiscono auto però esistono già anche se non hanno le sembianze umane; se vengono usati oggi per montare i motori delle ICE, sarà molto più semplice per loro montare i dispositivi delle BEV.
Conosco bene la potenzialità di ChatGPT ma se Mercedes pensa ancora di utilizzare la SUA interfaccia vocale per sollecitare delle risposte, il risultato sarà pessimo.
Lo dico perchè nella mia EQA per fare domande ed avere risposte pronte ed immediate ho dovuto installare Alexa di Amazon.
A mio avviso Tesla continuerà a dettare le nuove regole; e lo può fare sia perchè non le mancano i fondi, sia perchè ha iniziato a lavorare DIRETTAMENTE sull’elettrico e non ha avuto bisogno di DIMENTICARE un passato.
I vecchi costruttori di auto, che secondo loro, hanno il vantaggio di essere già nell’ambiente, hanno lo svantaggio di essere ancora legati, anche senza volerlo, alla tecnologia precedente.
Concordo, sono quasi tutti indietro e in gran confusione sull’hardware e sul software nelle auto e questo perché i ceo non hanno affatto una mentalità geek o nerd, non comprendono la tecnologia e le potenzialità e non riescono a proporre novità e funzionalità all’avanguardia, non hanno compreso i vantaggi della gamification né della ia e si limitano a iniziative spot, come quella di Mercedes.
Non riescono a costruire un infotainment minimamente interessante, ma se non hai idea di come portarti in caso queste competenze fossi in loro andrai di corsa ad affidare la progettazione ad aziende come KUNOS Simulazioni o altre software house affidandogli la realizzazione del cockpit dell’auto e dell’infotainment: allora sì ne vedremmo delle belle.
Al di là dell’auto, elettrica o meno, a me l’IA fa paura perché la immagino in mano a canaglie come Putin, o ancor peggio il dittatore coreano che per le armi – anche atomiche – costringe il suo popolo ala carestia perenne. Chi li fermerebbe se non con chissà quale tipo di guerre? Ad meliora 🙁
Grazie Enzo per articolo,
intrigante immaginare l’evoluzione dei software di bordo, dei comandi vocali e degli assistenti alla guida, che diventano più “capaci” e tutto fare
poi sicuro Tesla sta progettando la prossima vettura in modo che sia ancora più semplice da assemblare, non solo gigapress, anche la componentistica (i carrozzieri e i meccanici già della Tesla attuali dicono che i vari componenti sono molto facili da smontare); tanti anni fa, mi pare che i più bravi in questo forse erano i brand giapponesi, ergonomia anche nel posionare viti e bulloni e design razionale, ma ora siamo su un altro livello, con forte riduzione dei costi
lato fabbriche e robotica, penso che andranno avanti a sviluppare e usare i classici robot industriali, sono robusti e durevoli per il lavoro intensivo
i robot tipo Otminus, sono dei tuttofare, ma fragili e usurabili se messi a fare lavori tosti, li immagino in altri tipi di lavori; intanto pero’ li usano per sviluppare i sofwtare, come già hanno fatto con l’autopilot delle Tesla
PS: ho visto di recente un paio di video girati dentro una fabbrica Tesla, e un altro girato in una fabbrica Hiunday, sembra che già il 50% delle postazioni di assemblaggio siano gestite da sistemi robotici.. poi “dietro” tanti umani ha tarare e controllare i sistemi robotici
Non è detto siano gli Optimus i robot della fabbrica del futuro ma qualcosa basato sugli Optimus, eliminando il superfluo (magari non servono le gambe), ma standardizzando il tutto (ad esempio 4 o 5 modelli diversi sufficientemente flessibili da coprire tutte le esigenze).
L’assemblaggio di un’auto (perché alla fine questa è una fabbrica d’auto, la progettazione dell’auto e la costruzione dei componenti avviene da altre parti, l’auto semplicemente viene assemblata nelle giga fabbriche di Tesla) è un po’ come la costruzione di un gigantesco lego con tanti mattoncini di forma diversa. Ad oggi la produzione prevede l’uso di robot e cobot, ovvero macchine che fanno bene una e una sola cosa, intelligenti quanto un trapano o un cacciavite elettronico, cioè sono banali strumenti di lavoro. Già spiegare ad una macchina come collegare dei cavi con altri cavi in base al colore sarebbe un processo traumatico. Ma tutto questo cambia con i TeslaBot.
I TeslaBot, a differenza della versione alla “I Robot” (o per i nostalgici “Io e Caterina”) che Musk ha promesso all’umanità a 20000 dollari, ovvero il casalingo che sa far tutto, quando usati in fabbrica, devono essere intelligenti meno della metà della versione domestica, mentre la versione domestica deve essere tuttologa, il teslabot piazzato in catena di montaggio fa solo una cosa: monta un cruscotto collegando i cavi dietro oppure avvita le portiere e le allinea, facendo tutto questo con la precisione millimetrica tipica delle auto, con la loro velocità e instancabilità.
Non si tratta semplicemente del paradigma “più robot”, non si sta passando dal 50% al 100% della robotizzazione perché sono cose diverse: una cosa è un cacciavite elettronico o un braccio meccanico che fa ruotare il telaio dell’auto, un’altra cosa è un teslabot che usa la ia e gli llm per fare un compito che, fino ad oggi, era prerogativa dell’uomo alla catena di montaggio. Insomma una cosa è il braccio meccanico, un’altra è C3PO.
Perché mai Musk dovrebbe utilizzare i TeslaBot nella sua fabbrica? Non solo perché gli costa meno dell’operaio, non solo perché lavora meglio e più velocemente ma anche per un altro motivo: perché poi tutti gli altri dovrebbero acquistare i TeslaBot da lui per arrivare alle stesse economie di scala. Anche se in un ordine inverso, è un po’ quello che fa BYD: BYD compete con gli altri produttori di auto tanto da avere oggi il market share più alto nel segmento full electric e allo stesso tempo vende loro le batterie. Allo stesso modo Tesla potrebbe competere con gli altri produttori e poi vendere loro i TeslaBot per consentire di ridurre i costi. L’altra ipotesi, quella di non venderglieli per conquistare il mercato, la escluderei perché ricordiamoci che c’è sempre Boston Dynamics che potrebbe fornire qualcosa di simile.
Quando e come i TeslaBot faranno il loro ingresso nelle fabbriche Tesla io non lo so. Ho scritto: “potrebbe dunque significare che nella produzione saranno già coinvolti, del tutto o in parte, gli Optimus Gen 2 (magari una versione modificata ad-hoc) al posto dei lavoratori in carne e ossa?”. Non so se questo capiterà già per la baby Tesla, anche se certe affermazioni di Musk mi fanno presagire questa eventualità. Se anche ne entrasse una piccola parte al posto di alcuni operai, tanto per far scena (ad esempio nella sezione di montaggio e allineamento pannelli, punto debole di Musk) e cominciare a raccogliere ordini dai competitor, si darebbe comunque inizio ad una rivoluzione.
A meno che non si pensi che Musk abbia creato i TeslaBot perché si sente solo e ha bisogno di qualcuno/qualcosa con cui giocare …
/// PS: sembra che già il 50% delle postazioni di assemblaggio siano gestite da sistemi robotici.. poi “dietro” tanti umani ha tarare e controllare i sistemi robotici ///
Io ho visto video (probabilmente fake) di TeslaBot che riparano altri TeslaBot (anche questa cosa presa a piene mani dai film di fantascienza che tanto ispirano Musk).
Non conosco Jeremy Rifkin, si vede la diversa estrazione tra me e la redazione, Rifkin leggo che era un economista e un sociologo, io sono un informatico e parlo di informatica. Non ho mai scritto che il lavoro finirà ma che il business as usual finirà, occorrerà reinventarlo e poi chiedersi qual è quell’ambito in cui l’informatica non potrà arrivare a competere (non mi interessa disquisire su questo, ricordo ancora le facce tristi di tutti i professoroni quando vinsi la scommessa sulla macchina che batteva a scacchi l’uomo, deve bruciare perdere la scommessa con un informatico ventenne). Se qualcuno è interessato alle profezie e vuole seguire i profeti allora suggerisco Raymond Kurzweil, è l’unico che stimo e trovo stimolante la sua “profezia” sulla singolarità (e non è questa la platea dove approfondirla, è evidente).
…e quando le macchine si autocostruiranno la “ propria” coscienza… che se ne faranno di noialtri??
Molto di quanto dice Enzo è plausibile e lo si vedrà presto; gli automi che costruiscono auto però esistono già anche se non hanno le sembianze umane; se vengono usati oggi per montare i motori delle ICE, sarà molto più semplice per loro montare i dispositivi delle BEV.
Conosco bene la potenzialità di ChatGPT ma se Mercedes pensa ancora di utilizzare la SUA interfaccia vocale per sollecitare delle risposte, il risultato sarà pessimo.
Lo dico perchè nella mia EQA per fare domande ed avere risposte pronte ed immediate ho dovuto installare Alexa di Amazon.
A mio avviso Tesla continuerà a dettare le nuove regole; e lo può fare sia perchè non le mancano i fondi, sia perchè ha iniziato a lavorare DIRETTAMENTE sull’elettrico e non ha avuto bisogno di DIMENTICARE un passato.
I vecchi costruttori di auto, che secondo loro, hanno il vantaggio di essere già nell’ambiente, hanno lo svantaggio di essere ancora legati, anche senza volerlo, alla tecnologia precedente.
Concordo, sono quasi tutti indietro e in gran confusione sull’hardware e sul software nelle auto e questo perché i ceo non hanno affatto una mentalità geek o nerd, non comprendono la tecnologia e le potenzialità e non riescono a proporre novità e funzionalità all’avanguardia, non hanno compreso i vantaggi della gamification né della ia e si limitano a iniziative spot, come quella di Mercedes.
Non riescono a costruire un infotainment minimamente interessante, ma se non hai idea di come portarti in caso queste competenze fossi in loro andrai di corsa ad affidare la progettazione ad aziende come KUNOS Simulazioni o altre software house affidandogli la realizzazione del cockpit dell’auto e dell’infotainment: allora sì ne vedremmo delle belle.
Come direbbe un noto comico italiano:
“annamo bbene”.