La notiziona del mese di novembre? È l’Audi che spreme 25 km di autonomia in più dalla e-tron. Al motto di “ogni dettaglio conta“, la Casa di Ingolstadt ha corretto al volo un modella uscito solo un anno fa.
La notiziona del mese, più del Cybertruck di Tesla
Certo, il mese che si chiude sul fronte della mobilità elettrica ha visto un sacco di eventi. A cominciare da presentazioni importanti come il Cybertruck di Tesla, con tanto di vetro rotto (leggi qui). E il Suv della Ford, con un nome impegnativo come Mustang (qui l’articolo). Ma nulla, secondo noi, regge il confronto con quel che è successo in casa Audi. All’apparire della e-tron, i confronti con i Suv elettrici della concorrenza non erano stati confortanti per l’Audi. E così la Casa tedesca, poco abituata ad essere strapazzata dalla critica, ha messo alla frusta i suoi ingegneri. Dando loro non qualche anno di tempo, come si fa di solito nella compassata industria made in Germany, ma pochi mesi. E ora lo staff può annunciare di essere saliti a 436 km, nel ciclo WLTP.
I dettagli sono contenuti in un report messo on line il 28 novembre. Vi si racconta per esempio che “gli sviluppatori Audi hanno sensibilmente ridotto le perdite di energia concentrate negli istanti in cui le pastiglie dei freni sfiorano i dischi”. O che il powertrain ha beneficiato di una serie di affinamenti. Disinserendo completamente il motore elettrico anteriore durante la marcia normale e scollegandolo dalla rete di alimentazione. E si è lavorato anche sulle batterie, portando la capacità effettiva, sui 95 kWh nominali, a 86,5 kWh. Gli ingegneri hanno poi affinato il sistema di raffreddamento dell’auto, per ottimizzare la performance dei motori elettrici. Così da gestire in modo più efficiente la temperatura della batteria, dei motori e dei relativi rotori, delle elettroniche di potenza e del dispositivo di ricarica.
“Ogni dettaglio conta”, finalmente
P.S. Non sarebbe male se anche l’Audi per l’e-tron presentasse un bilancio delle emissioni nell’intero ciclo di vita. Dalla produzione delle batterie fino a quel che si consuma su 200 mila km e allo smaltimento finale. Come già fanno la Mercedes per la EQC e la stessa Volkswagen per l’ID.3.