La Germania si svena per avere la fabbrica di batterie Northvolt: mette sul piatto 902 milioni (aiuto approvato dalla UE) e porta a casa un altro grande impianto.
Produrrà pacchi per quasi 1 milione di auto all’anno
Anche nell’elettrico la Germania si conferma il cuore produttivo d’Europa. Anche a costo di esborsi enormi da parte del governo federale, che già è riuscito ad attirare diversi grandi impianti, tra cui la fabbrica Tesla di Grunheide.
Ora la Commissione UE ha approvato una misura tedesca da 902 milioni per sostenere Northvolt, società svedese partner di Volkswagen, nella costruzione di una Gifafactory per produrre batterie. L’aiuto è stato approvato nell’ambito del quadro temporaneo per la crisi e la transizione sugli aiuti di Stato. Quadro adottato dalla Commissione per sostenere misure in settori fondamentali per accelerare la transizione verde e ridurre la dipendenza dai combustibili.
L’impianto avrà una capacità annua di 60 GWh, con batterie quindi in grado di equipaggiare da 800.000 a 1 milione di veicoli elettrici all’anno, a seconda delle dimensioni della batteria. Inizio produzione nel 2026, piena capacità produttiva nel 2029.
La Germania si svena: 902 mln (con benedizione UE) per strappare la fabbrica agli USA
Secondo la misura, l’aiuto assumerà la forma di una sovvenzione diretta di 700 milioni di euro e di una garanzia di 202 milioni. Secondo la UE, senza l’aiuto la Northvolt installerebbe lo stabilimento negli Stati Uniti, dove il sostegno è stato offerto nell’ambito dell’Inflation Reduction Act.
“Questa misura tedesca da 902 milioni di euro è il primo aiuto individuale approvato per evitare che un investimento venga distolto dall’Europa. Nell’ambito della nuova possibilità offerta dal quadro temporaneo di crisi e transizione dal marzo 2023“, commenta Margrethe Vestager, vicepresidente della Commissione e responsabile della politica di concorrenza.
“Permette alla Germania di sostenere la costruzione dell’impianto di produzione di Northvolt impianto di batterie per veicoli elettrici. Si tratta di un passo importante per l’elettrificazione dei trasporti, preservando al tempo stesso la parità di condizioni nel mercato unico“.
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