Home Auto La Cina fa paura, le idee di De Meo per competere

La Cina fa paura, le idee di De Meo per competere

23
Luca De Meo, presidente della Renault e degli industriali europei dell'auto ACEA.

La Cina fa paura con la sua aggressività e il n.1 degli industriali europei dell’auto, Luca De Meo, lancia un manifesto su come competere alla pari.

la Cina fa paura
Una citycar elettrica cinese: prezzi inimmaginabili per il Made in Europe.

La Cina fa paura: “Permetteteci  di gareggiare alla pari”

Nel manifesto la Cina non viene mai espressamente menzionata, ma è chiaro che i ripetuti riferimenti sono all’aggressività del colosso asiatico:La concorrenza e’ molto salutare e una vera concorrenza significa anche mercati globali aperti e regole commerciali libere ed eque“, ha detto il presidente dell’ACEA, che è anche il CEO di Renault Group. “E perché ciò sia possibile è necessario che l’Europa adotti con urgenza un approccio complessivo alle sfide dell’industria automobilistica. Che comprenda l’intera catena del valore, da monte a valle. Perché i problemi che affrontiamo riguardano tutti i settori: automobilistico, minerario, energetico, delle infrastrutture e altro ancora“. Batterie comprese, quindi. De Meo indica che il settore auto “si trova nel pieno della più grande trasformazione da oltre un secolo: non ci sono dubbi sulla necessità di decarbonizzare. Stiamo investendo miliardi affinché ciò accada, più di qualsiasi altro settore”.

la Cina fa paura
Ecco come sarà la nuova Renault Twingo Electric, con prezzo di 19 mila euro. De Meo vuole citycar a batterie ancor più competitive.

“Dobbiamo poter fare auto elettriche piccole ed economiche”

Data la portata della trasformazione, “nessun singolo stakeholder sarà in grado di trasformare da solo l’intero ecosistema della mobilita“, ha aggiunto il n.1 della Renault. Un elemento chiave della tabella di marcia Acea è fare dell’Europa un hub per la produzione di veicoli ecologici e intelligenti. Di tutti i prezzi, senza abbandonare alla Cina le fasce più abbordabili: “Dobbiamo collaborare con i decisori politici per creare le condizioni per la produzione di una vasta gamma di modelli a emissioni zero. Compresi veicoli elettrici piccoli ed economici che siano redditizi da produrre in Europa“. In tal modo, secondo De Meo, è possibile “affrontare molte sfide con la stessa soluzione, soprattutto quando si tratta di mobilità urbana. Dobbiamo anche lavorare sul lato della domanda attraverso schemi di incentivi adeguati e adatti allo scopo, a tutti i livelli, dalla Ue fino alle autorità locali”.

– Iscriviti a Newsletter e canale YouTube di Vaielettrico.it

Apri commenti

23 COMMENTI

  1. Fino a ieri faceva pressione sui governi per ostacolare l’auto elettrica e oggi dice che bisogna “adottare con urgenza” misure per poter competere. Ma chi doveva organizzarsi per tempo, io? Se fossi stato io al posto suo avrei iniziato ad organizzarmi almeno 10 anni fa se non prima, avrei cercato di capire perché qualcuno (Tesla) stava investendo miliardi per creare una filiera di produzione invece di supplicare i miei clienti, come ha fatto Marchionne, di non comprare le mie auto elettriche perché erano un prodotto in perdita, avrei fatto studiare ai miei ingegneri una Tesla nel 2013 come ha fatto Toyota nel 2023. Ma è lui e i suoi predecessori che hanno scelto le strategie industriali, quindi a loro e a chi li ha messi al loro posto vanno tutte le responsabilità del ritardo fallimentare rispetto ai cinesi. E non mi venite a dire che i cinesi hanno le materie prime e noi no, perché gli stessi cinesi che hanno il litio stanno già producendo un’auto elettrica con batteria senza litio (al sodio), grazie alla ricerca.

    • Il lato paradossale della faccenda è che la Renault pre-De Meo è stata decisamente una pioniera dell’auto elettrica, avendo presentato i suoi primi modelli e “concept” — la Zoe Concept, la Twizy e un simil-Kangoo per uso commerciale – già nel lontano 2009.
      Se solo Renault ci avesse creduto davvero…

    • Concordo al 100%., I Cinesi le materie prime le prendono principalmente all’estero, dove possiamo prenderle anche noi. Non regge piu’ nemmeno tanto il discorso ambientale (cioe’ che i Cinesi hanno regole ambientali meno severe e quindi costi piu’ bassi, cio’ valeva fino a qualche anno fa, ora non piu’), e nemmeno quello degli stipendi (ormai in Cina il costo del personale si avvicina e in alcuni casi supera gli stipendi Europei)

  2. Oltre alla solita annuncite, volevo condividere con voi un OT:

    ieri sera il figlio che frequenta la 2a media stava scrivendo la parte di un articolo per il blog della scuola a lui assegnata.
    Passando leggo il titolo sul portatile: cambiamento climatico.
    Ho visto una bellissima occasione e ho chiesto se potevo aiutarlo nei compiti, secondo voi cosa ha risposto?
    Abbiamo inserito gli oggetti fondamentali come CO2, riciclo, fonti rinnovabili, decarbonizzazione e ovviamente l’elettrificazione dei trasporti e climatizzazione.
    La mia speranza è che arrivi qualcosa ai ragazzi che lo leggeranno perché loro sono il futuro migliore che vorrei

    • Molto improbabile, non siamo per niente preparati sulla produzione della componentistica basata sul silicio (se è quello che intendevi)

      • I MOSFET al carburo di silicio che Tesla usa da tempo in grandi quantità escono dalla fabbrica STMicrelectronics di Catania.
        Avevo letto che avevano comprato tutta la produzione per 2 anni. Forse serve aprire qualche fabbrica in più, però non è vero che non siamo preparati

    • Dopo 50 anni in cui tutti, TUTTI i settori industriali immaginabili e possibili dell’Occidente hanno fatto le corse a delocalizzare le produzioni in Cina per ingordigia di aumentare i margini (si produce là a costo più basso e si vende qui a prezzo pieno), accettando senza capirne le conseguenze le regole del governo cinese di condividere con loro conoscenze e tecnologie e di addestrare figure professionali locali anche di altissimo livello?
      Si chiama karma, o in altri termini “l’allievo che supera il maestro”. E quella ingordigia occidentale non è calata di un picogrammo, anzi…

  3. nota per gli amministratori: la gestione dei post mostra delle pecche, blocca il commento salvo pubblicarlo insieme alla leggera modifica successiva

  4. Non era lui quello del chissenefrega se vendo meno auto, l’importante è che faccio soldi come non mai? Forse ha capito che il mercato dell’elettrico sta scalzando pian piano quello delle termiche?

    • Che poi già con le termiche da sole sono andati avanti per anni a forza di incentivi per stare a galla, adesso che ci sono anche le elettriche a mangiarsi quote di mercato indoviniamo un po’ che fine fa chi ha scommesso sulle termiche e ora fatica a fare e piazzare le elettriche!?

      • ma c’eravate quando Renault proponeva una gamma elettrica completa da Twizy a Fluence? Sarebbe Renault ad aver scommesso sulle termiche? De Meo ripete ciò che tutti coloro che guardano possono vedere: le regole al momento valgono solo per l’Europa.

  5. Il suo predecessore era partito al momento giusto, se poi hanno dormito senza andare oltre Leaf e Zoe!!?!?!?

    • La sua valutazione dei dirigenti delle più grandi aziende europee mi lascia sempre basito. Li descrive come una massa di idioti.

      • Idioti no, però caspita navigano a pelo dell’acqua con un piattume nelle proposte che sembra mirare al sei politico.
        Santo Cielo, un guizzo che fosse uno non si vede nemmeno a pregare in sanscrito.
        Adesso… Capisco che magari il personaggio era decisamente borderline, e probabilmente molti di voi non immaginano nemmeno quanto, però un Castiglioni col suo bravo Tamburini nel mondo delle automobili sarebbe una boccata d’aria fresca che pagherei di tasca mia pur di averla…

        • Castiglioni ha fatto moto bellissime, care come la morte e fragili come cristalli di Boemia. Le sue aziende sono finite gambe all’aria, finendo acquisite da altri per poter diventare grandi. Non è questo che serve all’economia europea, ma imprenditori veri alla Pierer (restando in ambito motociclistico).

          • Senza dubbio era un mezzo bucaniere ☠🦜 e sicuramente era un personaggio decisamente sopra le righe. (E “sopra le righe” con ogni probabilità copre anche una molteplicità di significati)
            Però ha fatto le moto più belle del mondo. ♥️

          • Concordo con Alessandro D., era un vero appassionato di moto, visionario, sregolato ed anche un po bucaniere, ma aveva una gran sensibilità per le moto ed ha resuscitato 2 marchi.
            Poi quando si è messo con il Maestro Massimo Tamburini ha lasciato il mondo a bocca aperta.

            Ricordiamoci che:
            Ducati, che stava per finire a produrre motori marini (o roba simile);
            MV Agusta, che era nel cassetto.

            Ha fatto rinascere la moto italiana, creando delle opere d’arte che tutti bene o male, presto o tardi hanno desiderato….creando posti di lavoro in italia (non a Tichy o in Turchia) e contribuendo all’immagine del made in italy nel mondo.

          • Ducati non era a gambe all’aria.
            L’ha venduta ad un buon prezzo ed i soldi li ha usati per ricreare MV Agusta.

Rispondi