Incentivo di 3500 euro se trasformi in elettrico la vecchia auto. Lo prevede un emendamento al “Decreto Agosto”, in via di approvazione (voto finale il 13/10).
Incentivo di 3500 euro, fino a coprire il 60% della spesa
Non solo auto e veicoli commerciali nuovi, dunque. Gli incentivi arrivano anche per chi decide di sostituire il motore termico del suo vecchio veicolo con un propulsore a emissioni zero. Il provvedimento è stato fortemente voluto dal Cinque Stelle Daniele Pesco, presidente della Commissione Bilancio. “Grazie a un mio emendamento abbiamo introdotto un nuovo incentivo per favorire la trasformazione delle auto con motore termico in automobili elettriche. L’incentivo consiste nel riconoscimento di un contributo del 60% del costo di riqualificazione, fino a un massimo di 3.500 euro“. L’aiuto dovrebbe essere valido per chi ri-omologa la sua vettura entro il 2021. E, oltre al bonus per la conversione, dovrebbe garantire il rimborso del 60% delle spese per l’imposta di bollo per l’iscrizione al Pra. La norma rimanda al cosiddetto “Decreto retrofit” del 2015, per specificare le caratteristiche del kit con cui riqualificare a norma con il nuovo motore a emissioni zero.
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Come va fatta la sostituzione
Ma come si effettua la sostituzione di un vecchio motore a benzina o a gasolio con una propulsione elettrica? L’ha spiegato in un articolo per Vaielettrico.it uno specialista come Alessandro Scorcioni. Serve un kit retrofit, che contenga tutti i dispositivi necessari: carica-batteria, batteria, motore elettrico e ausiliari. Serve inoltre un’officina qualificata, che sia in grado di smontare il vecchio propulsore termico ed installare il nuovo propulsore elettrico.
La stessa officina dovrebbe occuparsi delle pratiche di omologazione e immatricolazione, necessarie per poter circolare in strada. Poiché ogni modello è diverso dagli altri (attacchi motore, flange, spazi per la batteria, trasmissione, impianto elettrico…), ogni auto deve avere un kit retrofit dedicato. Kit che deve rispettare normative di omologazione e di sicurezza e, quindi, non può essere “fatto in casa”. Ma progettato, realizzato ed omologato da un’azienda che abbia le competenze adeguate.