Home Auto I guai di un tassista con la Nissan Leaf

I guai di un tassista con la Nissan Leaf

55
(Immagine d'archivio)
I guai di un tassista fiorentino con la sua Nissan Leaf: Gabriele condivide le vicissitudini  con l’auto acquistata a marzo 2020. Ovviamente siamo a disposizione per ospitare la versione dell’assistenza del costruttore, se riterrà di intervenire.
                                     di Gabriele D’Elia
“Sono un tassista elettrico di Firenze che guida macchine elettriche dal 2017. Le problematiche con la mia attuale macchina, una Nissan Leaf 62 Kw/h acquistata a marzo 2020, cominciano a novembre 2023 a 162.000 km e rotti.

I guai di un tassistaI guai di un tassista: “Repentino calo e risalita dei km di autonomia”

La problematica consiste nell’avere un repentino calo e risalita dei km e della percentuale di carica della batteria ad alta percorrenza in base al mio accelerare e decelerare con l’auto. Questo problema inizia al 65% della carica e smette al 20%, portando la mia autonomia totale a circa 130,140 km. 
Fisso un incontro con Nissan Firenze che mi da appuntamento dopo quasi due mesi, quindi decido di portarla alla Nissan di Empoli. Il capo officina mi dice che la macchina non ha nessun problema perché la diagnosi non dà anomalie. Ovviamente fatico a tornare a casa perché il problema, nonostante il computer dicesse di no, c’era eccome. 
Finalmente arriva il giorno in cui la devo portare a Firenze. Quindi mi preparo con una macchina sostitutiva (che pago giornalmente) perché non posso non lavorare e la lascio all’officina dopo una completa spiegazione dei problemi.

I guai di un tassistaPrima diagnosi: “Va sostituita la batteria dei servizi, spesa 200 euro”

Dopo 5 giorni di cui 3 di festivo, mi chiamano e mi dicono che la problematica risiede nella batteria dei servizi. E, se mi andava bene, me la potevano cambiare per 200 €. Io ovviamente già immaginavo problematiche di celle, moduli e migliaia di euro di spesa o un cambio macchina in periodo natalizio quindi con tempi di attesa infiniti. E invece no, solo 200 euro di batteria. Enorme gioia.
Il giorno dopo vado a ritirare la macchina e il meccanico mi dice che hanno cambiato la batteria, ma non hanno provato il mezzo. Vi lascio immaginare la mia reazione. Vado a provare la macchina e chiaramente il problema c’era ancora lì. Il giorno dopo torno in officina imbestialito e amareggiato dal trattamento.
Quindi decidono di ‘venirmi in contro’ per fare un’altra diagnosi alla macchina da mandare alla casa madre, per poi procedere in non si sa bene cosa. Alla prima analisi segue una seconda analisi, perché i dati a loro disposizione non erano sufficienti.

I guai di un tassistaI guai di un tassista: “Seconda diagnosi: 10 mila euro per 4 moduli della batteria”

Ho scritto questa mail il 5 gennaio e sono passati 2 mesi dall’inizio dei miei problemi. Siamo arrivati alla conclusione che il problema risiede in una cella e che va cambiato uno dei quattro moduli della batteria. Per capire quale, va spedita la macchina in una fantomatica officina del nord (vi giuro che, nonostante gli sforzi, non sono riuscito ancora a capire quale ).
Morale della favola: per risolvere il problema la spesa si aggira intorno ai 10.000 euro e circa un mese di stop alla macchina, con spese di trasporto a mio carico perché fuori garanzia. Non esiste una preparazione dei meccanici degna di questo nome. Brancolano tutti nel buio e la politica delle case costruttrici è quella di far cambiare macchina all’utenza, nonostante i costi esosi dei mezzi.
Il prezzo (economico e morale) della transizione green è tutto sulle nostre spalle. Le politiche di consumo non si interessano minimamente della gestione di problematiche comuni. Molto probabilmente cambierò macchina dopo soli 3 anni di utilizzo. Fine della storia e grazie per l’ascolto.
– Model 3 MY2024: dalla befana la migliore Tesla di sempre: guarda il VIDEO-TEST di Paolo Mariano

– Iscriviti alla Newsletter e al canale YouTube di Vaielettrico

Webinar
Apri commenti

55 COMMENTI

  1. Lo ripeto…le BEV sono ormai considerate dai costruttori ELETTRONICA DI CINSUMO,certo moooolto più costosa, alla stregua di TV…frigo…telefonini…fin che non hanno problemi ok…un caso di guasto…conviene rottamare,ragion per cui le BEV si svalutano molto più delle ICE.E questo ai costruttori piace! Loro devono vendere non riparare

    • si vedo che ti piace ripeterlo

      però ho appena visto il video di una utilitaria Bev che dopo 4 anni è stata venduta al 50% del suop prezza da buova, mi pare molto buono; mentre 50% lo perdi dopo 2 anni su vetture grandi, ma questo succede anche con le termiche

      poi da consumatore mi basta sapere che in caso di guasto la riparazione è gratuita in garanzia sino a 160.000 km (su quelle grandi 190-200.000 km), mentre con una termica mi attacco al tram (con gli oli leggeri i motori a pistoni recenti sino tornati a “fondere” come 50 anni fa)

      dopo la garanzia, è da vedere se la casa madre non vorrà ripararla, perchè rischia sempre di perdere un cliente, che poi se deluso comprerebbe da altro da brand

      e credo ci saranno anche officine non ufficiali e che lavorano a prezzi più convenienti, sono nicchie di lavoro che diventeranno interessanti man mano che aumentano le bev in circolazione e già che arrivano ad essere fuori garanzia; qualcosa c’è già, per ora solo all’estero

      chi lo sa, non ho ancora la palla di vetro..

  2. girando a Firenze di taxi elettrici ne ho sempre visti tanti …
    la domanda che mi faccio è:
    dato che il mercato dell’auto si sta trasformando pesantemente (una volta un modello di vettura durava oltre 10 anni, al massimo piccoli ritocchi dopo 5 anni; adesso o almeno negli ultimi 10 anni siamo nell’era elettronica, con progressi repentini ma anche costose svalutazioni dell’auto) invece che essere “tassisti singoli”, ognuno col suo taxi…e i c***i suoi, non sarebbe meglio che si unissero tutti assieme in un consorzio, con una variegata flotta di auto (dotati magari con anche di “auto sostitutive” interne in caso di incidente o guasto) da condividersi tra tutti loro, avendo magari anche due autisti – turno notte e turno giorno- per massimizzarne la resa economica ?
    Tra l’altro… facendo magari gli acquisti condivisi “strappano” anche sconti interessanti… e magari qualcuno si impegna seriamente anche nella manutenzione di una “flotta”…
    (nb: In famiglia abbiamo il caso di un driver taxi che si è trovato l’auto distrutta da una grandinata: finisto senza lavoro … finché il titolare licenza non riesce a comprarne un’altra … Secondo me .. l’unione fa la forza )

    • I taxisti, come dimostrato da quello di Bologna che è stato sospeso, quadagnano spesso più di un parlamentare. Non hanno certo bisogno di strappare il prezzo migliore, e cambiare auto dopo tre anni non sarà certo un problema.

  3. Parliamo di Nissan, non una start-up. Sembra invece che le “vecchie” case non riescano proprio a cambiare il modello di produzione. Rimaste a metà tra vecchio sistema e il nuovo (bev) non hanno creato un circuito di assistenza adeguato. C’è da dire che Nissan ha venduto troppe poche auto elettriche per investire su un’assistenza capillare…

    • A mio modesto parere il problema è il sistema di vendita a concessionarie.
      Queste ultime hanno un’officina e per loro investire nella formazione dei dipendenti e negli utensili necessari in officina per garantire la giusta manutenzione è un costo che non vogliono sostenere viste il numero di vendite attuali (per questo istruiscono i venditori a proporre le ICE alla clientela).
      Oggi un meccanico lo formi in casa (escluso qualche corso di perfezionamento/aggiornamento) a costo quasi zero e gli utensili li hai già.
      Formare un dipendente per la manutenzione delle BEV richiede mandarli praticamente nuovamente a scuola e chi oggi fa la professione del meccanico (almeno questo in Italia) molte volte non ha terminato le superiori (nulla di discriminante su di questi lavoratori che comunque molte volte fanno miracoli, ma è la pura realtà e se non hai solide basi teoriche molte volte non puoi capire un problema legato all’elettronica/informatica che oggi si hanno sulle auto).
      Per risolvere il problema servirebbero scuole di formazione altamente professionalizzanti e né stato né imprese hanno voglia di investirci. Semplicemente fa più comodo assumere (sempre pagando poco) una persona che si è formata autonomamente, ma chi lo fa spende miglia di euro e pertanto preferisce a quel punto accollarsi anche il rischio imprenditoriale.
      La cosa più semplice sarebbe creare queste benedette scuole di formazione pagate dalle imprese e creare contratti di lavoro che garantiscano all’azienda o stipendi a cui detrarre parte del costo (defiscalizzazione) o vincolare il dipendente a 2/3 anni all’azienda prima di poter cambiare (sempre che l’azienda sia regolare con il pagamento degli stipendi/contributi/tasse riferite al dipendente) oppure entrambe le cose.

      • Sono daccordo sulla questione (e relativa crisi) delle concessionarie e mi piace la possibilità di ridurre i costi evitando servizi, per me, non indispensabili.
        Ogni concessionaria è quasi sempre una pmi a conduzione familiare che ovviamente comporta un costo per i clienti come Gianni di Torino che in un altro articolo non ha apprezzato quanto trovato in Tesla.
        A me invece piace pur non essendo una fanboy, non ho neanche una Tesla ma preferisco scegliere in autonomia il prodotto e pagare meno ricarichi possibili.
        Forse il futuro appartiene a consulenti indipendenti che accompagnano nell’acquisto chi desidera quel tipo di servizio e non interessa una costo superiore, come dicevamo: il mondo è vario

  4. Leggo spesso di gente che si è ritrovata la batteria rovinata, il problema è affermare il contrario.
    È purtroppo una cosa normale: quante volte ci capita con prodotti di elettronica di consumo?

    Il problema dell’auto è il costo della batteria. Cmq Renault/Nissan come marchio, in generale, è abbastanza scandaloso (da possessore)

    • Sa quanti problemi ho letto negli anni sulle auto termiche? Guarnizioni testata, frizioni, radiatori che perdono, alternatori, scatola del cambio, valvole piegate,…..la lista sarebbe lunga……quanti mal di pancia….

      • Signore mai però mal di pancia da 10 mila euro, c’è poco da dire, per uso professionale la BEV non è l’auto ideale se dopo 3 anni si è costretti a dismetterla. Ho letto caso analogo per la Tesla in cui macinare migliaia di km con innumerevoli ricariche stressano troppo le batterie che poi si guastano. 80 Mila km annui anziché 15/20 Mila sono troppi per le Ev.

        • In giro è ormai pieno di taxisti con auto elettriche. Perché è l’auto ideale per chi fa un uso professionale. Non è postando commenti denigratori che ne fermerete la diffusione. Perdete solo tempo

          • Mai visto uno con i miei occhi… la diffusione rallenterà da sola quando sarà noto a tutti che fuori garanzia hai una svalutazione dell’usato veloce quanto il tuo 0-100…fatti un giro su autoscout e guardati le infinite tesla model S vendute a 30k (ce ne sono molte di nemmeno 5 anni fa), auto che partiva da un prezzo di quasi 100k…nemmeno le audi e le mercedes si svalutano così in fretta…se questo è il futuro tenetevelo

        • Questo è un problema oggettivo ..
          se in questo paese non si farà formazione ,per riparatori terzi
          e l’ignoranza continuerà a dominare
          tra qualche lustro l’auto asrà una cosa da ricchi

        • mha.. temo sia una percezione ingannevole.. non sarei cosi sicuro su una base statistica, i casi rognosi tra le termiche ci sono

          prova a fare un giro sul forum alfa.. sule auto recenti c’è una moria di motori (fusi, non riparabili) su auto che costano tra 45.000 e 70.000 euro, e sono spese da 15.000e

          poi aggiungi le manutenzioni meno straordinarie, più comuni, 3000e di cambio colettori aspirazione intasati, altri 3000 per volani bimassa spaccati, 5000e per cambi automatici che fanno le bizze, pompa alta pressione, turbine, iniettori, malfunzionenti alle centraline che l’assintenza non riesce a risolvere con auto che si spengono in marcia.. ho letto di 1500e per sistemare una banale pompa Adblu.ci sono decine di componenti costosi soggetti a usura e rischio guasti

          e ogni riparazione viene fatta pagare quasi come comprare un autilitaria usata.. per tasche profonde e cuori non deboli

          un familiare si salvò facendo sostiture il motore in garanzia, ma perché aveva voluto estendere (pagando abbastanza) la garanzia a 5 anni

          questo se parliamo di auto grandi come le alfa, chiaro che con un pandino con motore aspirato e semplice non hai spese cosi alte, se capita con 2000-3000e aggiusti/monti un motore di recupero, magari lavoro fatto fare “ammiocuggino”

      • certo, ma c’è differenza: facilità media delle riparazioni, tempi, ma soprattutto disponibilità dei ricambi e capillarità delle officine.

        Poi tutto è relativo, ma di sicuro spendere 10K per una termica generalista segmento C vuol dire come minimo cambiare l’intero motore e il cambio.

  5. L avevo tenuta in considerazione all atto dell acquisto x via dei prezzi bassi dell usato. Poi propio x il raffreddamento ad aria passivo, ho preferito spendere di più e prendere un altro marchio con raffreddamento a liquido e pompa di calore, ottima scelta e sono già a 83000 km …

  6. Dalla descrizione del guasto sembra essere effettivamente un problema alla batteria ad alta tensione, trattandosi di moduli spesso collegati in serie, se un modulo è difettoso e non tiene il voltaggio può dare questo “sintomo” (il variare del kilometraggio residuo, che viene calcolato sul voltaggio totale della batteria). Con accelerazioni il voltaggio e la previsione di percorrenza calano, decelerando o procedendo a pelo di gas il kilometraggio risale.
    Roba che con un tester si potrebbe identificare.
    Trovo strano che , per un’auto che si dice che le batterie vengono poi riutilizzate per scopi meno “nobili” come i gruppi statici, non ci siano officine in grado di rimuovere i moduli e sostituirli.

    • Ciao. Nel cercare di risolvere in autonomia il mio problema, mi sono messo in contatto con un’azienda privata la quale mi ha detto che queste case madri hanno il monopolio della gestione e riparazione delle batterie tramite codici i quali, se non vengono reinseriti al riallaccio della batteria, non fanno ripartire la macchina. È addirittura una problematica europea che stanno cercando di smantellare perché molte aziende private potrebbero fare molto meglio e ad un prezzo più gestibile.

        • (Non è una risposta a lei, mi accodo al commento perché lo trovo molto interessante)

          Oh cazzo…

          Agghiacciante… 🤦‍♂️🤦‍♂️🤦‍♂️🤦‍♂️

          Ottimo sistema per uccidere nella culla la fiducia di tutti quanti.
          Non rispondo dei miei difetti al di là del minimo legale e ti obbligo oppure venire a morire da me, ai miei prezzi, se devi risolvere i problemi.

          Tutto quello che vi sto dicendo da anni, ma voi continuate pure a dirmi che ho le traveggole. 😉

  7. Salve a tutti, sono Gabriele il tassista.

    Come detto nell’articolo comincio ad avere una certa esperienza nel mondo elettrico e volevo darvi un consiglio non richiesto.

    Quando comprate una macchina elettrica INFORMATEVI SEMPRE SUL TIPO DI RAFFREDDAMENTO delle batterie ad alta percorrenza.

    Può essere di 3 tipi:

    Liquido
    Aria attiva
    Aria passiva.

    SE NON È A LIQUIDO LASCIATE PERDERE. Il primo problema delle batterie è il riscaldamento che il processo chimico produce nel creare la corrente.

    La nissal leaf ha il raffreddamento ad aria passiva, il peggio del peggio. Non hanno messo neanche una ventola.

    • Sto avendo ora il tuo stesso problema. Portata in assistenza a fare una diagnosi e mi hanno detto che non hanno trovato anomalie. Torno a casa, compro un kit da attaccare alla centralina per fare la diagnosi per conto mio (36 euro+24 di software) e IMMEDIATAMENTE mi dice che ho il delta mV troppo alto (180). Faccio il test, lo faccio analizzare da un azienda apposita e dopo 12 ore ho l’esito, un elemento di una cella non tiene la carica. Mandato una mail in officina ma nessuno mi ha ancora risposto, speriamo bene.
      Comunque sono stufo di meccanici che ne capiscono meno di me (lavoro in un campo che richiede profonda conoscenza delle batterie), aprirò un reclamo alla casa madre.

    • A posteriori (facile dirlo sapendo com’è andata a finire!) la Leaf non è auto adatta a uso professionale… Effettivamente ho sempre notato moltissime Prius e soprattutto Tesla, non ricordo di avere mai visto un Taxi Leaf. Oltre alla problematica ChaDeMo che ti taglia fuori una bella fetta di ricarica.
      Inconcepibile, onestamente, un raffreddamento ad aria passivo.

    • mi spiace ..stai sempre spaventato

      – “spaventoso”
      – “molto preoccupante”
      – “non è buono e non mi tranquillizza per niente”
      – “più mi dicono di stare tranquillo e più mi preoccupo!”
      – “come il covid che poi però non era un’influenza”

    • la copertura mi par che sia 8 anni o 160.000 km , in questo caso se ha 162k e rotti km è uscita di garanzia……

  8. Io che mi guardo attorno per una elettrica usata, quando leggo queste esperienze sulle reti di assistenza mi preoccupo non poco.
    Partendo da un presupposto che posso condividere: l’auto elettrica si rompe meno di una termica (al netto dei difetti di gioventù). Ma se hai un problema e sei fuori garanzia trovare qualcuno in grado di risolvere un problema pare una impresa. Dei costi poi meglio non parlarne.

  9. In questi casi lo swapping (cambio batteria al distributore di benzina) avrebbe risolto il problemone e non svalutato l’auto

    • Anche questo è vero, anche se immagino che l’ affitto della batteria per uso intenso come fanno i tassisti sarebbe comunque piuttosto caro.
      Ad ogni buon conto con lo swapping il rischio batteria è a carico della società che lo gestisce.

      • per l’esattezza, la batteria la smonti dall’auto in 2-4 ore

        quello chè è acerbo è il settore della riparazione/sostituzione dei singoli moduli;
        le case madre lo fanno ingaranzia ma con tempi lunghi; e se non possono forniscono un abatteria nuova completa;

        mentre le officine generiche (per interventi diriparazione fuori garanzia) per ora si vedono solo all’estero

        PS: per Nissan Leaf ci sarebbero on-line moduli nuovi di ricanbio a prezzi stracciati, con 2000 euro puoi anche comprare moduli perrifarla per intero una batteria Leaf, ma poi all’atto pratico da noi non mi pare ci siano officine che aprano e revisionino le batterie, è troppo presto

  10. non capisco per quale motivo non possa passare in garanzia un guasto alla batteria dopo soli 3 anni. mica quasi tutte sono garantite per 7-8-10-TUTTA LA VITA anni o fino un milione e rotti di km?

    • Ciao Federico, sono Gabriele il tassista in questione. La garanzia per i mezzi elettrici ad uso taxi è di 100.000 km invece di 160.000 e gli anni è inutile considerarli perché 100.000 km si fanno dopo poco.

    • La garanzia sulla batteria è 8 anni O 160 mila chilometri, quello che dei due arriva prima. In questo caso, ne ha apoena “compiuti” 162 mila, quindi è scaduta per soli 2000 km…
      Vero che esistono auto elettriche con percorrenze molto maggiori, ma leggendo i termini della garanzia, quest’ultima si può dire conclusa. A rigor di legge.
      Direi che visto che sono 2000 km in più, gli sarebbero pure potuti venire incontro… Anche con una proposta d’acquisto per un nuovo, visto che i tassisti di km ne fanno così tanti. Anche perché ricellando la batteria può essere un mezzo facilmente rivendibile, una volta trovata quella difettosa da personale esperto.
      Insomma se non ti coccoli un po’ il cliente, non piangere miseria se poi questo si rivolge altrove….

      • Sante parole.
        Anche perché qualche cliente sfortunato lo puoi anche perdere senza troppi problemi, ma se si sparge la voce che in caso di problemi lasci i clienti nella sostanza marrone finisce che ti perdi molti potenziali clienti

        • Da “professionista” del settore, questa è una di quelle situazioni dove a una casa costa meno, ma tanto meno, regalare un’auto nuova al nostro malcapitato amico piuttosto che si sappia in giro a mezzo stampa (scripta manent) che un taxista ha bollito la batteria a soli 160k km ed è stato lasciato a piedi.

      • Tutto giusto e più che condivisibile.
        Più che altro, secondo me, sulla Leaf hanno proprio alzato bandiera bianca per via della CHAdeMO: non so come facciano a vendere ancora…

  11. Si ma cosa vuol dire che hanno sostituito la batteria senza poi provare, vi sembra un atteggiamento da professionisti ? Perché se l’attenzione è questa puoi stare sicuro che non te lo risolveranno mai il problema non ci siamo proprio

  12. Sarei curioso se altri tassisti che hanno la stessa o altre BEV riportassero la loro esperienza.
    Tutto questo perché un noto YouTuber una decina di giorni fa ha mostrato una Tesla Model 3 AWD di un tassista con ben 426.000 km. Okay si parla di brand diverso ma solo i tassisti che hanno adottato una BEV per il loro lavoro hanno dei chilometraggi tali da capire l’affidabilità dei vari modelli.

    • Visto anch’io. La cosa che mi ha stupito è l’83% di SOH dopo tutti quei km. Praticamente una long range dopo 426 mila km diventa una standard range

      • La batteria di Tesla viene trattata dal sistema con i guanti, anche in caso di ricariche veloci.
        Quella della Leaf soffre del “rapidgate”, cioè un forte rallentamento della velocità di ricarica in casi di ricariche rapide in sequenza durante un viaggio. Il calore sviluppato in questi frangenti può danneggiare la batteria.

  13. Direi che è SCONFORTANTE che un produttore che commercializza una auto da 10 anni NON ha ancora implemento una seria rete di assistenza !

    • Mi andò bene quando tra le papabili sull’acquisto avevo una Nissan Leaf da 62 KWh. La scartai perchè sapevo proprio del problema del raffreddamento ad aria, evidenziato già allora in altri forum, tra l’altro vengo a scoprire da questo post che la batteria non è nemmeno ventilata con una ventolina!!!
      Mi associo al Suo commento sul fatto che in 10 anni di esistenza di questo modello i tecnici non sappiano dove mettere le mani.
      Non per essere di parte, ma al confronto la diagnostica di Tesla è avanti anni luce: quando si deve segnalare un guasto qualunque non grave (dove non si deve rimorchiare l’auto, in caso contrario c’è un numero apposito da chiamare) lo si fa direttamente dalla APP Tesla aprendo un ticket, si viene ricontattati qualche giorno dopo già con la diagnosi fatta, i pezzi da sostituire ed il preventivo (miracoli della diagnostica da remoto).
      Poi certamente che i guasti di difficile interpretazione (es cavicon contatti difettosi) si fanno al Service ( es. quello al monitor occorso a qualche Youtuber qualche anno fa).

    • Parlando di Nissan, non di un’auto importata da un distributore.
      La rete Tesla è carente nel senso di probabilmente non abbastanza estesa per reggere la numerosità di veicoli (vittima del proprio successo) ma sul fatto che sappiano dove mettere le mani è fuori discussione: fanno solo quello. E hanno deciso a monte che non avrebbero lucrato su questo, i ricambi sono venduti sostanzialmente al costo, anche perchè non c’è filiera, il passaggio è diretto dal produttore al cliente finale, la manodopera è cara ma non carissima se la si confronta con il costo orario di BMW/Audi/Mercedes e gli interventi, pare, siano comunque piuttosto rapidi grazie al grado di ingegnerizzazione del veicolo e alla diagnosi remota che evita parecchie perdite di tempo a caccia del problema non puramente meccanico.

Rispondi