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I 5 difetti dell’auto elettrica secondo Paolo

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I 5 difetti dell’auto elettrica secondo Paolo Mariano. O meglio: i 5 i principali ostacoli che rallentano questo mercato in Italia. Tra verità e falsi miti. Siamo su quote di mercato del 4%, l’Europa viaggia sul 15%, perché? Articolo + VIDEO.

I 5 difetti / Pochi modelli nei segmenti economici (1)

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C’è poca disponibilità di modelli nei segmenti e nelle fasce di mercato più basse. Questa carenza si fa particolarmente sentire nelle city car e segmento B (quella della VW Polo), dove le opzioni sono ridotte. Questo influisce sulla percezione dell’accessibilità delle auto elettriche per l’italiano medio. Anche perché Inoltre, questi modelli tendono a presentare un prezzo d’acquisto superiore rispetto alle controparti a benzina (vedi il caso di 500 e Twingo). La maggioranza dei clienti tende a considerare principalmente il costo di acquisto iniziale, senza approfondire ulteriormente il calcolo del “Total Cost of Ownership,” che include tutti i costi di gestione a lungo termine. Eppure il prezzo più elevato di un’elettrica, anche se di soli 2-3.000 euro in più rispetto a un modello a combustione (al netto degli incentivi), spesso costituisce un deterrente. Impedendo di valutare i vantaggi complessivi dell’elettrico e frenandone la sua diffusione.

I 5 difettiAutonomia: manca la consapevolezza delle performance delle EV (2)

La mancanza di consapevolezza sulla reale autonomia è un secondo ostacolo. Molte persone sottovalutano le performance delle auto elettriche e sovrastimano le loro esigenze di mobilità. Questo accade in parte perché non si riflette sulle effettive abitudini di guida e sulle opportunità di ricarica disponibili presso la propria abitazione o sul luogo di lavoro. Molte elettriche offrono una notevole autonomia, con molte berline di segmento C capaci di percorrere almeno 250 km anche in condizioni sfavorevoli. Inoltre, la ricarica rapida tramite stazioni ad alta potenza (HPC) consente di recuperare energia in tempi brevi. Ad esempio, considerando un tasso di ricarica di 2 kWh al minuto, è possibile ottenere una rifornimento di 20 kWh in soli 10 minuti, sufficienti per coprire circa 150 km.

I 5 difettiCosti: percezione distorta delle spese di gestione (3)

La percezione distorta dei costi di gestione è un altro punto di discussione significativo nell’adozione delle EV. Molti conducenti di veicoli a combustione non sono a conoscenza del notevole vantaggio economico che le auto a batterie possono offrire. Le tariffe di ricarica casalinga, i prezzi degli abbonamenti e le agevolazioni fiscali contribuiscono a ridurre notevolmente i costi operativi. In generale, indipendentemente dalla categoria, dal segmento o dal prezzo dell’auto elettrica, i costi di gestione si attestano a circa il 50% di quelli di un veicolo a combustione. In alcuni casi, è possibile addirittura ridurre i costi di gestione a un terzo del loro equivalente per veicoli tradizionali. Queste cifre dimostrano chiaramente i vantaggi economici dell’elettrico, anche sela maggioranza dei potenziali clienti non ha idea.

i 5 difettiRicarica: confusione con il rifornimento tradizionale (4)

C’è una confusione diffusa tra i concetti di ricarica elettrica e di rifornimento tradizionale presso le stazioni di carburante. E chi non ha familiarità con le EV spesso immagina che, se acquistasse un veicolo a batterie, sarebbe obbligato a fare ricariche esclusivamente nelle colonnine pubbliche. Questa percezione scoraggia molte persone, che tendono a sopravvalutare la necessità di ricarica, sottovalutando invece disponibilità e diffusione dell’infrastruttura di ricarica pubblica. La realtà è diversa da questa percezione errata. Molti che guidano elettrico da anni non hanno mai avuto la necessità di ricaricare nelle infrastrutture pubbliche: possono farlo agevolmente a casa o sul luogo di lavoro. Questo crea disparità tra  chi può accedere a una ricarica comoda e chi non dispone di questa opportunità. E questo sì è un ostacolo all’adozione delle auto elettriche.

i 5 difettiFake news: il maggior impatto delle notizie negative (5)

La diffusione di fake news online rappresenta una significativa sfida per l’adozione e diffusione delle auto elettriche. Le notizie negative legate alle auto elettriche tendono ad avere maggiore impatto e si diffondono rapidamente. Creando una percezione distorta. Ad esempio: alcune notizie enfatizzano rari incidenti di incendi che coinvolgono auto elettriche. Trascurando il fatto che i veicoli a combustione interna possono essere soggetti agli stessi incidenti. Questo tipo di copertura mediatica contribuisce alla disinformazione e alimenta l’idea erronea che le auto elettriche siano problematiche e poco convenienti.

I 5 difetti / Rimedi? Paolo suggerisce…

Morale della facola: Paolo suggerisce di sperimentare direttamente la guida di un’auto elettrica. Approfittando del fatto che spesso le concessionarie offrono la possibilità di testare questi veicoli per una settimana o due. Mai fidarsi del sentito dire. È inoltre importante un’adeguata documentazione preliminare, per evitare che aspettative distorte influenzino negativamente l’esperienza.

Phoenix
Vesper
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27 COMMENTI

  1. Io ricarico su strada, ho la fortuna di avere una colonnina con due stalli sotto casa. Purtroppo ho anche la sfortuna di trovarla spesso occupata da veicoli termici. Non sono ancora riuscito a farne rimuovere uno, quindi spesso mi riduco a dovermi spostare di parecchio per poter ricaricare la sera e utilizzare la macchina il giorno seguente. Situazioni analoghe sono capitate anche durante le mie frequenti gite del fine settimana: Poche colonnine (seppur onestamente sufficienti per il numero di EV circolanti) ma spesso non funzionanti/occupate da veicoli che non avevano titolo di sostare/o con mancanza di interoperabilità col mio gestore. Quando ho acquistato un’auto elettrica ho fatto tantissimi ragionamenti ma non avevo fatto i conti con gli incivili. Tornando indietro la ricomprerei? Probabilmente sí, per le mie esigenze mi dà più di ciò che mi toglie ma penso che per chi ricarica esclusivamente su strada (aggiungiamo anche un non incoraggiante rincaro abbonamenti) la mobilità elettrica non sia ancora così agevole come la si vuole far passare

  2. Scusate, forse quello che sto per scrivere a molti sembrerà una bestemmia…ma io non sono per nulla convinto che l’ostacolo alla diffusione delle auto elettriche sia principalmente il prezzo della vettura.
    Se fosse così, tutte le auto aziendali (su cui il quadro/dirigente non paga sostanzillamente nulla, o comuque molto poco, e peraltro meno sulle BEV che sulle “termiche) dovrebbero essere elettriche, o comunque in una percentuale maggiore rispetto al mercato generale di coloro che la vettura devono pagarsela di tasca propria.
    Invece non mi risulta sia così: nella mia azienda (parecchie centinaia di vetture aziendali) le auto elettriche “aziendali” si contano sulle dita di una mano (io ho scelto una PHEV, per la cronaca), ma lo stesso mi sembra di poter dire valga per le decine di aziende con cui mi interfaccio quotidinamente per motivi professionali. E, leggendo una rivista di settore che “spaccava” il mercato per tipologie di vendita, notavo che la percentuale di elettriche nel “noleggio” (tipico acquisto per auto aziendali) era alòineata
    Il mio non è un giudizio, è solo una spunto di riflessione, se così si può dire. Forse i “problemi” sono altri? Magari l’utilizzo quotidiano della vettura elettriche viene visto come una complicazione? Boh. Sono dubbi che mi pongo. Non so cosa ne pensate voi.

    • Le pensiamo esattamente come lei. Non a caso continuiamo a ripetere che l’auto elettrica non è per tutti, ma è già per molti. E lo dimostriamo ogni giorno pubblicando l’esperienza diretta di chi la usa. Più di così?

  3. Gentile sig. Mariano, purtroppo i difetti che lei enumera ci sono, e sono piuttosto pesanti, più di quanto appaia da quanto scrive. La differenza di prezzo è forse l’ostacolo più rilevante, soprattutto se guardiamo ai modelli più venduti in Italia nel 2022, che in buona parte fanno parte dei segmenti A e B, ammesso che questa classificazione abbia ancora valore. 1) Oggi con 15.000 Euro porto a casa una ICE buona un po’ per tutte le occasioni, quando una BEV equivalente mi costerebbe il doppio (non siamo certo nei 2.000-3.00 euro che eli cita, questo vale solo quando parliamo di listini ben superiori, fuori dalla portata del cittadino medio); 2) i 250 km che lei cita quale autonomia sono risibili, anche perchè non potrò mai sfruttarli all’ultima goccia, in quanto non avrò la colonnina disponibile proprio allo scadere del 250° km; 3) i risparmi nei costi di esercizio sono aleatori, dato che molti di questi dipendono dalla volontà del legislatore, dell’assicuratore, del fornitore di energia elettrica, del manutentore e potrebbero da un giorno all’altro scomparire; 4) la ricarica a casa o sul posto di lavoro, ad oggi, è un’opzione alla portata solo di una frazione degli automobilisti, specie in città, dove invece è più marcato il problema dell’inquinamento. Con questo le assicuro che, se la sorte me ne darà il tempo (classe 1954), sarò ben lieto di passare ad un BEV quando potrò accedervi con il mio budget (orientativamente, i 15.000 euro di cui sopra: l’ultimo acquisto risale al 2016 e con 10.000 euro, oltre ad un usato molto usato, portai a casa una hatchback nuova, provvista di ciò che veramente serve per muoversi). Nel frattempo, cerco di usare l’auto solo quando non ho alternative praticabili (treno o bicicletta), mangio solo raramente carne bovina (gli allevamenti emettono grandi quantità di gas serra), compro abbigliamento solo quando necessario (anche il mondo della moda emette gas serra in grande quantità), sperando di contribuire così alla sopravvivenza della specie umana

  4. vorrei aggiungere l’autonomia per il divertimento!
    Ho appena visto un giro di una Model S Plaid al Nurburgring.. 2 giri e hai finito la batteria !! Lunga 21 km, circa 150 curve e può richiedere circa 10-15 minuti al giro. Quindi a bomba fai una quarantina di km appena! Senza contare che devi mollare sennò rischi veramente di non arrivare alla ricarica.

    • 42 km però fatti sfruttando 900 cv e velocità di punta di 320 Km/h

      se per “divertirti” (e gia devi andare in pista) ti “limiti” a 190 Km/h, anche “solo” con la Model 3 LR ne fai 190 di km

      Penso che il limite vero sono i soldi che servirebbero per comprare un’auto termica che fa 0-200 in 7 secondi (Model S Plaid) o 14 secondi (Model 3 Performance) e per rifornirla di carburante..

      ..e nel caso sussista la danarosità per questi sfizi da supercar, la resistenza e abilità del pilota per reggere più di 40 km con punte di 300 km/h al Nurburging..

      • Dodge Challenger SRT Demon 78000€ – Bmw M5 Competition 145000€ – Porsche 911 Carrera S 144000€ .. potrei andare avanti ma queste son tutte auto che vanno 0-200 in circa 10 secondi o giù di lì.. Riguardo al “reggere” più di 40 km vedrai che se fai un salto sulle piste ti accorgerai che sono più di quanto potresti immaginare..

    • 2 giri del Nurburgring sono circa 42 km.
      Avendo 95 kWh di batteria utilizzabile, ed avendo una media di 165 km/h sul giro, mi pare francamente difficile che in 2 giri possa fare 100% => 0% di batteria

  5. Questo non è un articolo che riporta difetti delle auto elettriche ma che prova a smentire errate percezioni o luoghi comuni sulla mobilità elettrica senza citare dei reali difetti. Mi piacerebbe vedere ogni tanto anche qualche più onesto articolo che sottolineasse i limiti delle auto elettriche e soprattutto proponesse soluzioni attuabili per eliminarli

    • Lei è nel posto giusto, Cristiano: le basta cercare i tanti articoli e interlocuzioni con i lettori che Vaielettrico ha pubblicato nel tempo e continua a pubblicare sia in questo sito che nel suo canale Youtube.
      Buona lettura e buona visione!

      • Scusa Eugenio col massimo rispetto però la critica di Cristiano è giusta. Anche a me l’articolo ha un po’ fatto storcere il naso. Con la scusa di citare i 5 difetti vengono rivolte 5 accuse al mercato:
        – incapace di “approfondire ulteriormente il calcolo del “Total Cost of Ownership””
        – “sottovalutano le performance delle auto elettriche e sovrastimano le loro esigenze di mobilità”
        – “percezione distorta dei costi di gestione […] non sono a conoscenza del notevole vantaggio economico”
        – “confusione diffusa […] Questa percezione scoraggia molte persone, che tendono a sopravvalutare la necessità di ricarica, sottovalutando invece disponibilità e diffusione dell’infrastruttura di ricarica pubblica. La realtà è diversa da questa percezione errata.”
        – “diffusione di fake news online […] Le notizie negative legate alle auto elettriche tendono ad avere maggiore impatto e si diffondono rapidamente. Creando una percezione distorta”

        Tutte le opinioni sono legittime e si può legittimamente pensare che l’auto elettrica ha zero difetti e tutte le colpe sono dell’acquirente. Ma allora cambiate il titolo: questi non sono i 5 difetti dell’auto elettrica (altrimenti elencameli, perché io ho letto l’articolo e non ne ho trovati 5), sono i 5 motivi per cui gli acquirenti avrebbero bisogno di abbonarsi a unobravo.com oppure ritornare a frequentare le scuole elementari. Gli acquirenti sono descritti come persone incapaci di approfondire le notizie, persone che credono alle fake news, che non sanno stimare le loro esigenze, che non sanno far di conto: mi vien da pensare che il 4% degli italiani che acquistano l’auto elettrica sono tutti scienziati e luminari, tutti gli altri si svegliano al mattino e decidono cosa fare dopo aver consultato gli astri.

        In tutta onestà, Eugenio, questo è anche un po’ il motivo per cui si creano le tifoserie: se si tratta un tema come questo con queste argomentazioni …

        Tra l’altro, per fortuna, il mondo dell’economia va in un’altra direzione: se una società propone un prodotto e questo prodotto ha delle limitazioni vere o presunte (percepite come vere dal mercato) in una economia libera succedono 2 cose, o quel prodotto finisce in una nicchia e lì resta oppure i produttori vengono incontro alle esigenze del mercato. Io vedo produttori che sfornano auto da 1000 km di autonomia, che si ricaricano in 10 minuti, che hanno cambi e sound simulati, che hanno prezzi che continuano a scendere e garanzie su auto e batterie che continuano a salire: vuol dire che i produttori non pensano che il mercato è pazzo ma iniziano a dare al mercato ciò che il mercato sta chiedendo. Senza dire ai consumatori che non sanno far di conto …

        • Ciao Enzo, non mi pare di aver giudicato in alcun modo il commento di Cristiano: gli ho solo detto che su Vaielettrico si è discusso e si continua a discutere anche dei problemi delle auto elettriche, e l’ho invitato a verificare di persona attraverso gli articoli e i video pubblicati nel tempo.
          Questa peraltro è la regola che qualunque forum di discussione ti mette davanti quando entri come nuovo utente e che vale sempre: prima di porre questioni già poste, cerca se ciò di cui vuoi discutere è già stato discusso e leggi quanto già trattato a suo tempo. Se poi non trovi risposta o la risposta non ti convince o non si attaglia al tuo caso, solo allora poni la tua questione.

  6. I 5 motivi veri per cui le persone non comprano l’auto elettrica:
    – costano di più non solo in fase di acquisto ma anche per quanto riguarda il tco (tranne per chi ricarica a casa e fa molti km). Le persone che oggi vogliono ottenere il massimo risparmio puntano alle migliori gpl o full hybrid che hanno un tco migliore
    – ci si vincola mani e piedi all’assistenza ufficiale della casa madre che può fare il bello e il cattivo tempo, incluso aumentare a dismisura il costo dei tagliandi (come fatto da tanti, in primis VW). Addio al meccanico di fiducia che, a prezzi modici, ci ha sempre serviti e trattati bene
    – la ricarica per chi ricarica per strada è un problema reale, tra colonnine malfunzionanti o occupate abusivamente e lo stesso processo di ricarica non è agevole (tra cavi da srotolare, tempi da rispettare per levare l’auto a ricarica completata) e incompatibile per chi vuole pagare in contanti (… chissà come mai alcuni vogliono pagare in contanti …)
    – il mercato è più incerto di quello a benzina. I costi di ricarica alla colonnina crescono più velocemente di quanto sia aumentato il carburante tradizionale in questi anni
    – l’autonomia è un problema reale, non solo nei lunghi viaggi ma anche nei trasferimenti quotidiani, in particolare per i pendolari che non possono ricaricare a casa

    • Concordo in tutto Enzo, io per ora non vedo nussun vantaggio economico rispetto alla mia a4 diesel, se non maggiori complicazioni in tutto. Verissimo il costo del tagliando, possono spararti anche 1000 euro per controllare 2 stupidaggini e devi stare muto, quando invece gran parte dei tagliandi io me li son fatto da solo (quando sarà ora per la cinghia la porto da amico meccanico). Si parla di boom dellelltrico ma intanto nio in Cina taglia il 10% dei lavoratori, oltre 2500 persone, notizia di ieri. Io nutro ancora moltissimi dubbi, soprattutto sui costi e sull’efficienza della distribuzione elettrica in milioni di colonnine con le ovvie dispersioni di trasporto.

  7. Senza la possibilità di ricarica casalinga diventa tutto moolto difficile. Se devi fare un viaggio più lungo devi programmare le soste e non piace dipendere dall’autonomia che impone la road map. Gli imprevisti dal punto di vista della ricarica in certi momenti possono essere molto gravosi . Il costo iniziale più alto è un deterrrente del quale si tende sempre a dire che potrà essere recuperato nel tempo. Ma l’impegno di spesa iniziale non è così accessibile per tutti. Ci sono modelli poco appetibili nel segmento più appetibile degli italiani e cioè la PANDA. E poi per chi abita in provincia e non può ricaricare a casa rimane per ora un acquisto impossibile.

  8. Da due anni circa guido una Dacia Spring con grande piacere e soddisfazione,pagata pochissimo, grazie ad incentivi statali e regionali. i miei spostamenti sono di poche decine di Km. alla settimana, con ricarica casalinga e spesa minima. Però non riesco fidarmi completamente, per cui continuo a tenermi la vecchia auto a benzina. Una cosa assolutamente negativa è ,però, l’assistenza.Bisogna rivolgersi quasi esclusivamente alla catena Vip, qui , a Torino e vi assicuro che hanno cercato ,in tutti i modi, di non riconoscere mai la garanzia,dandomi sempre la colpa di incidenti inesistenti. Così mi tengo le icone, che appaiono ogni tanto sul cruscotto e continuo a viaggiare tranquillamente. Questa è la caratteristica negativa della mia Dacia.

  9. Non ci sono ancora auto elettriche che possono trainare carrelli, anche piccoli, se non andando a spendere oltre 60k. Per chi come me ha questa esigenza è un limite. Tesla M3 e id3 non permettono di trainare neanche un carrello appendice.

    • Avevo scritto a vaielettrico proprio riguardo questo argomento ma purtroppo senza ricevere risposta, mi fa piacere vedere che non sono l’unico che si è posto il problema. Sarei molto curioso di conoscere l’impatto sull’autonomia, soprattutto autostradale contando che con il rimorchio il limite di velocità cala considerevolmente.

  10. Guido una ev con soddisfazione da tre anni ma devo dire che:
    La ho presa nuova con un grosso incentivo, quasi metà del prezzo di listino, con rottamazione.
    Ricarico comodamente a casa ed ho il fotovoltaico.
    I nostri percorsi quotidiani si aggirano sui 30 km.
    In caso di necessità abbiamo una seconda auto ibrida.
    Detto questo l’auto è piacevole da guidare più di qualsiasi auto avuta in precedenza, i tagliandi costano pochissimo ed in generale le spese di mantenimento.
    Però non mi sento pronto per avere una sola auto elettrica. Magari in futuro si.

    • Dipendedall’automobile.
      Personalmente con una Tesla M3 non sento la necessità di una seconda auto a combustione. Ne abbiamo una che usa la moglie, e che però fa solo servizio in urbano, per i viaggi di famiglia usiamo l’elettrica, con grande soddisfazione mia e del cane :-).
      Se fosse per me la Tesla sarebbe l’unica auto, e non avrei nessun problema.
      Al massimo avre una seconda auto elettrica 🙂

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