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Guerra nel Mar Rosso, Tesla e Volvo fermano le fabbriche europee

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Nuova crisi per gli approvvigionamenti di componenti per l’automotive a causa della situazione nel Mar Rosso dopo gli attacchi anglo-americani in Yemen. Tanto che Tesla e Volvo interromperanno le attività nelle rispettive fabbriche di Berlino e Gent.

Tesla sospenderà la produzione dal 29 gennaio all’11 febbraio  nella Gigafactory di Berlino-Brandeburgo a Gruenheide. Volvo lo farà già dalla prossima settimana nella sua fabbrica in Belgio.

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La gigafactory Tesla a Berlino. Dà lavoro a 11 mila dipendenti

Gli attacchi dei ribelli Houthi nel Mar Rosso avevano messo in crisi da oltre due settimane la rotta commerciale del Canale di Suez dove passa la quasi totalità di componenti chiave per l’industria automobilistica, come elettronica di bordo, sensori e semiconduttori, celle batteria.

Il sindacato dei metalmeccanici tedeschi, l’Ig Metall, ha avvertito che l’interruzione avrà conseguenze anche per la forza lavoro.

E dopo i bombardamenti di venerdì notte sullo Yemen si teme che la situazione possa addirittura peggiorare. Gli spedizionieri, per esempio, hanno già triplicato il costo dei noli per i container, passati da 150 a oltre 500 dollari.

Forniture al rallenty e costi alle stelle

Gli analisti prevedono che anche altre case automobilistiche subiranno le conseguenze del conflitto nel Mar Rosso. Comprese le big cinesi che attraverso il Canale di Suez riforniscono l’Europa di veicoli finiti e pezzi di ricambio per l’assistenza.

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Le compagnie di navigazione hanno dichiarato che queste problematiche probabilmente continueranno nei prossimi mesi e hanno consigliato alle aziende di rivedere la gestione dei loro inventari. Le navi container infatti saranno dirottate verso il Capo di Buona Speranza, nella punta meridionale dell’Africa. Questo allunga di diversi giorni il viaggio e impone un costo economico, ambientale e climatico enormemente più elevato.

Potremmo quindi ritrovarci nella situazione del periodo della Pandemia, con abissali ritardi nelle consegne e prezzi alle stelle.

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15 COMMENTI

  1. articolo: chiudono 2 fabbriche (no gigafactory?😉) perché mancano i componenti causa “guerra”.

    commenti: “tranquilli, con le rinnovabili ci esentiamo dai paesi esteri”..

    che dire? 🤣

    • l’associane mentale 2+2 implicita nei commenti è semplice ma gliela spiego volentieri:

      – instabiltà geopoliche -> catene logistiche merci
      – instabilità geoploitiche -> prezzi carburanti importati

      non sono la stessa cosa ma spesso vanno a braccetto

      • posso trovare queste associazioni ridicole?

        personalmente rinnovabili e penuria di componenti dall’asia causa “guerra” non li accomuno nella stessa frase.

        più rinnovabili fanno magicamente arrivare sane e salve le merci: se qualcuno ne è convinto avrei da vendere un paio di colossei.. (solo contanti)

        basta avvertire le marine militari di mezzo mondo che per sconfiggere pirati e “ribelli” occorre solo impiantare fv ed eolico. è così che si risolvono le crisi..

        se vogliamo parlare di RIPORTARE le produzioni (qualsiasi esse siano) su suolo europeo, bene.
        se vogliamo parlare di affrancarci dal petrolio con le rinnovabili, altrettanto bene.

        ma se in un articolo che parla di chiusura temporanea di 2 stabilimenti per mancanza di componenti, mi si commenta che ci vogliono più rinnovabili.. 🤦‍♂️ 2 + 2 = 3%

        • Provo a spiegare meglio: se si pensa che sia una buona idea aspettare che ci sia penuria di petrolio per convertirsi alle energie rinnovabili e alle auto elettriche ho delle cattive notizie in merito.

        • – parte del petrolio e del metano liquefatto viaggiano su navi come le merci, se le navi vengono costrette a fare il giro dell’africa diventa un problema di costi non solo per le merci, ma anche per i carburanti

          – in aggiunta, la speculazione non aspetta altro che segnali di questo tipo per incrementare questi effetti sui prezzi

          – per l’italia c’è pure l’aggravante che le navi che circumnavigano l’africa invece che passare dal mar rosso, decidono di non attraccare più in italia, ma di andare direttamente ad admesterdam; è già stato stimato per noi un danno complessivo che potrebbe arrivare a 80 miliardi; sono altri segnali che possono far partire speculazioni sui prezzi

          – le situazioni di conflitto ed istabilità ad esempio in medio oriente sono spesso mantenute per evitare che i produttori locali di petrolio facciano cartello totale e abbiano totale libertà di gestione su prezzi e quantità;
          se un po’ alla volta si drena l’importanza del petrolio e del metano (l’altro esempio è la Russia), calano gli interessi ad impicciarsi in modo distorto in queste aree, e magari diventa possibile farlo solo in via più del diritto internazionale, con meno ricatti e compromessi, per sedarle le guerre invece che proteggerle come accade ora, ci sono stati 20.000 morti in due mesi

          per ma una parte di rivoluzione (certo non sarà sufficente ma aiuta) si può già fare in modo pacifico installando rinnovabili; se non sei convinto che possa abbassare il tasso di guerre e di distorsioni nelle politiche degli Stati, o giovare al riscaldamento globale, rimane la motivazione più basica: le rinnovabili sono utile già per motivi egoistici, di risparmio e messa in sicurezza dai periodo di instabilità

        • PS: se ti sei distratto negli ultimi 2 mesi, la crisi in medio oriente da cui parte il casino non sono i missili sul mar rosso, anche se a noi interessa di più, quella è una minima conseguenza

          i ribelli e i pirati puoi rincorrerli quanto vuoi e ce ne saranno sempre, in uno scenario asimmetrico di guerriglia possono farsi beffa degli eserciti, quello che dicevo è che idealmente converrebbe ridurre le cause

  2. Non solo le guerre ci suggeriscono di aumentare le installazioni di rinnovabili per essere più autosufficenti (e alcuni peasi europei lo hanno capito, stanno già correndo con le istallazioni)

    ma c’è anche la speranza che se cala progressivamente l’importanza economica e strategica del petrolio, certe guerre sanguinose in medio oriente o altre parti, che in certo senso fanno gioco, magari sarebbero meno facili che si ripetano o che vengano tollerate o appoggiate dal resto dei paesi internazionali

  3. Ancora una volta si conferma quanto sia indispensabile affrancarci dalle fonti fossili e aumentare la produzione di energia da fonti rinnovabili in europa e sopprattutto in italia, per garantire sicurezza energetica, stabilità dei prezzi e contrasto alla crisi climatica

  4. Nello stesso frangente il petrolio sfiora gli 80$ a barile… questo è il prezzo della dipendenza.
    O l’UE si mette in testa che le produzioni strategiche e l’energia non possono arrivare tutte da fuori o saremo sempre cone barche in mezzo al mare.

    • Corrotti come sono arriveranno su pressioni dei soliti ignoti a costruire centrali nucleari così oltre alla dipendenza da uranio % C. dall’estero, ed al problema delle scorie avremo pure delle bombe nucleari on site attivabili a piacere al piccolo missiletto convenzionane sparato con mira millimetrica.

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