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Geotab “misura” i vantaggi delle auto elettriche: ecco i dati

«Non si può gestire quello che non si può misurare»: è la massima sulla quale Neil Cawse fondò, e ancor oggi guida, Geotab, prima società al mondo di raccolta ed elaborazione dati su veicoli connessi, auto elettriche comprese. Basandosi sui di essi, Geotab ha sviluppato una gamma di strumenti digitali per ottimizzare la gestione di ogni tipologia di flotta aziendale. E per offrire servizi IoT avanzati a tutto l’ecosistema della mobilità sostenibile. Il feed back di questa attività le consente di elaborare i più dettagliati studi su costi, emissioni e funzionamento dell’intero parco auto mondiale. Ne abbiamo parlato con Franco Viganò, Director Strategic Channel Development e Country manager Italia in questa intervista.

Sulla nuova frontiera dall’auto connessa

Nata nel 2.000 a Oakville, in Canada, Geotab oggi conta oltre 2 mila dipendenti nel mondo e connette 3,2 milioni di veicoli in 152 Paesi.

Neil Cawse, fondatore e amministraotre delegato di Geotab

Ogni giorno raccoglie e processa 55 miliardi di dati reali provenienti dalla centralina di bordo e dai sensori di 9 mila diversi modelli di automobile. I veicoli elettrici connessi da Geotab sono circa 100 mila e coprono l’intera gamma di mercato che conta oggi 275 diversi modelli.

Ma «i dati sono solo rumore di fondo se non sono aggregati in modo tale da dare loro un senso_ avverte Viganò _. Geotab fa proprio questo. I dati reali raccolti vengono elborati in funzione di sei pilastri: sostenibilità, sicurezza del veicolo e del driver, ottimizzazione dei percorsi, conformità alle norme, produttività, espandibilità a nuove funzioni».

Flotte elettriche: quante, quali e come

Per i fleet manager, i tools della piattaforma Geotab sono strumenti di lavoro indispensabili. A partire da EVSA il simulatore che consente di individuare quali e quanti veicoli di ogni flotta aziendale potrebbero essere convertiti all’elettrico. EVSA parte rilevando due e tre mesi di uso reale di tutti i veicoli termici in flotta e identifica uno per uno quelli potenzialmente convertibili. Indicando anche marca e modello adeguati, logistica della ricarica, potenziale risparmio sui costi, convenienza di diverse formule d’acquisto (leasing, noleggio, proprietà).

Aggregando i dati per ogni Paese ha diffuso un interessante studio  sulle flotte di veicoli commerciali (furgoni per le consegne) che quantifica i risparmi della transizione elettrica. In sette anni, per esempio, ogni furgone convertito in Italia genererebbe più di 12 mila euro di minori costi.

L’anomalia italiana? Scetticismo e poca informazione

Ciononostante, ammette Viganò, la transizione in Italia è particolarmente lenta «benchè dai nostri dati risulti che almeno 7 veicoli su 10 potrebbero già essere elettrici, senza limitazioni d’impiego e con notevoli risparmi». Perché, gli chiediamo? «Il passaggio all’elettrico comporta un impegnativo ripensamento dell’organizzazione aziendale». Senza contare che anche i fleet manager non vivono sulla luna e inevitabilmente risentono del diffuso scetticismo che circonda l’auto elettrica nel nostro Paese. Viganò cita la range anxiety «dovuta alla percezione di un’ infrastruttura di ricarica poco omogenea e scomoda da utilizzare» e un sistema di incentivi «meno favorevole, intermittente e farraginoso»

La sostituzone del veicolo è solo una parte del percorso, spiega. Contestualmente è necessario creare infrastrutture aziendali per la ricarica, riorganizzare i tempi di sosta per il rifornimento, introdurre soluzioni energetiche nuove per abbattere i costi dell’elettricità, ottimizzare le percorrenze e i tragitti. «Per le grandi aziende è più facile, e infatti si stanno già attrezzando. Per le piccole e medie, che sono il grosso delle imprese italiane, il passo è più complicato».

Tutto si può misurare: risparmi e impronta ambientale

La piattaforma di Geotab consente di monitorare flotte di auto elettriche sulla base di decine di parametri funzionali ed economici, ottimizzandone la gestione

Tuttavia Viganò è convinto che il 2023 possa essere l’anno di svolta. Dal 2024, infatti, tutte le imprese con più di 250 dipendenti dovranno certificare il loro impatto climatico. «La sostenibilità diventerà un argomento cardine e anche le emissioni delle flotte aziendali avranno un peso significativo» dice. Tra gli strumenti messi a disposizione da Geotab, uno in particolare, il Greenfleet dashboard, permette di simulare l’impronta di carbonio di una flotta a seconda delle motorizzazioni e del loro utilizzo. Per le ibride plug-in, per esempio, indicando anche le modalità di guida ottimali per rientrare nei livelli di emissioni da targa.

Geotab, insomma, certifica in modo inequivocabile i vantaggi economici e ambientali della mobilità elettrica. Come mai un messaggio così chiaro stenta a raggiungere l’automobilista medio italiano? Come mai un ministro come Adolfo Urso può dire che l’auto elettrica è “roba per per ricchi” senza essere smentito? «In Italia siamo troppo abituati a valutare solo il costo d’acquisto iniziale, che è indubbiamente più alto. In una visione prospettica, mettendo nel conto alimentazione, manutenzione, incentivi, bollo si scopre invece che anche gran parte dei privati potrebbero ammortizzare l’esborso iniziale in alcuni anni e ottenere un vantaggio economico al momento di sostituire il veicolo».

Il degrado della batteria, modello per modello

Le elaborazioni non si fermano qui. Geotab affronta anche il tema del degrado della batteria con i dati reali di auto elettriche connesse ormai da 3-4 anni. Mediamente, svela, la riduzione della capacità è pari al 2,3% annuo. Negli 8 anni canonici di garanzia sulle batterie, quindi, il degrado medio assomma  al 18,4%, con una capacità residua dell’81,6%. Come si sa le batterie sono grantite per mantenere almeno il 70% della capacità al termine del periodo, quindi le case costruttrici mantengono un margine di sicurezza di oltre il 10%. Ma Geotab non si limita alle medie: cliccando su Analisi degrado batteria si accede a uno strumento che analizza i dati reali per ognuno dei modelli elettrici connessi alla piattaforma. Vale certamente la pena di consultarlo prima di scegliere il modello da acquistare.

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