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Fotovoltaico nelle cave dismesse: urge accelerare

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Fotovoltaico nelle cave dismesse: le associazioni di categoria invocano iter burocratici più veloci. L’energia prodotta andrebbe a un settore a forti consumi. Senza impattare su zone ad alto interesse storico, naturalistico o abitativo.

fotovoltaico nelle cave dimesseFotovoltaico nelle cave dismesse: fermo in istruttoria il 76% delle domande

La richiesta è stata avanzata da Federbeton, (produttori di cemento e calcestruzzo), e Anepla (produttori estrattori lapidei ed affini). Per le cave dismesse il fotovoltaico rappresenta un’opportunità immediata. Destinarle all’installazione “permetterebbe di accelerare le strategie di decarbonizzazione dei settori cosiddetti hard to abate come quello del cemento“. Con soli mille ettari di superficie dedicati al solare, si ridurrebbe l’emissione di CO2 di circa mezzo milione di tonnellate. Ma a oltre un anno dalla conversione in legge del cosiddetto DL Ucraina, che ha introdotto un iter semplificato, la burocrazia resta un collo di bottiglia. Delle 814 istanze protocollate relative alle sole iniziative fotovoltaiche, solo il 2,7% è si è concluso definitivamente. L’1,7% è in fase conclusiva di predisposizione provvedimento, mentre il 76% è bloccato in fase di istruttoria tecnica.

Fotovoltaico nelle cave dismesse
Fotovoltaico da 1 MW realizzato da Hydrosolar (foto da Infobuildenergia).

Serve uno snellimento già in fase di VIA

Spiega Nicola Zampella di Federbeton: “Usufruire di energia da rinnovabili puntando su territori idonei all’installazione di fotovoltaico, garantirebbe un risparmio potenziale di emissioni di oltre il 5%. Non solo: le estensioni di cava in prossimità degli impianti di produzione, renderebbero autonomi gli stessi impianti nell’approvvigionamento energetico. Oltre al vantaggio per la decarbonizzazione, si eviterebbero i rischi derivanti dall’instabilità dei costi energetici, con perdita di competitività dell’industria italiana“. Aggiunge Francesco Castagna di Anepla: “I dati evidenziano come sia imprescindibile un forte intervento di riorganizzazione, a partire dalla fase istruttoria in Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA). Affinché la fase burocratica non finisca, ancora una volta, a determinare un collo di bottiglia che penalizzi, invece che sostenere, le migliori iniziative imprenditoriali“.

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4 COMMENTI

  1. certo che l’impatto ambientale del FV in una cava che sarà già devastato chissà quanto ovviamente necessiterà di anni e anni di studi molto approfonditi fin nei minimi dettagli .

  2. Vaghi ricordi, le autorizzazioni con iter attraverso la valutazione VIA nazionale, passano per un unico ufficio del ministero a Roma con 40 impiegati, e da tanti anni viene sollecitato da più parti un aumento dell’organico

    se mettiamo una pratica necessita di 2 settimane di studio e verifiche per essere vagliata, e magari ci sono 10.000 pratiche all’anno, come faranno i nostri eroici 40 (ammesso che mediamente ci siano tutti e 40, e non ne siano dispersi la metà) a sbrigarle in tempi ragionevoli e a non far scappare gli investitori dei progetti in italia?

    a volte a pensar male si indovina?

    • Sono andato a vedere:

      il ministero è l’ex M.I.T.E. (Ministero della Transizione Ecologica) rinominato a novembre 2022 in M.A.S.E. (Ministero Ambiente e Sicurezza Energetica)

      ha una commissione di 40 persone che si occupano delle autorizzazioni VIA , VAS, AIA

      al momento risultano “in corso” (di valutazione, in lavorazione) circa 3000 pratiche (non riporta il numero il quelle in coda, “protocollate” )

      sono opere cantieristiche di vario genere, non solo parchi energetici; al momento quelle “in corso”:

      – 2712 pratiche VIA
      – 32 pratiche VAS
      – 148 pratiche AIA

      Consultabili da qui:
      https://va.mite.gov.it/it-IT/Procedure/ProcedureInCorso

      Gli eroici 40 ( drammaticamente pochi ?)

      ” La Commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale VIA – VAS, istituita dalla norma anzidetta, è costituita da 40 membri ivi inclusi il Presidente ed il Segretario, nominati con decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, tra liberi professionisti ed esperti provenienti dalle amministrazioni pubbliche con adeguata qualificazioni in materie tecnico ambientali. Con decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare n.342 del 13 dicembre 2017 sono stati stabiliti il funzionamento e l’organizzazione della Commissione. ”

      https://www.mase.gov.it/pagina/commissione-valutazione-impatto-ambientale-e-vas

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