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L’Etiopia si butta: solo auto elettriche, da subito

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auto elettriche più piccole

Non sarà la Norvegia il primo Paese al mondo a mettere al bando le auto termiche ma probabilmente sarà…l’Etiopia: anticiperà di un anno il Paese scandinavo (non nel 2025, bensì entro il 2024) nel riservare la circolazione alle sole auto elettriche

Bando immediato alle termiche: è l’annuncio del ministro dei Trasporti Alemu Sime

L’incredibile notizia viene da una fonte ufficiale: il Ministro dei Trasporti e della Logistica, Alemu Sime. «La decisione è stata presa: le auto non potranno entrare in Etiopia a meno di non essere elettriche» ha affermato il 29 gennaio presentando il  rapporto semestrale al Comitato permanente per lo sviluppo urbano e i trasporti della Camera dei rappresentanti del popolo (Parlamento etiope). I dettagli del piano non sono stati resi noti, ma la ratio del provvedimento è chiara: ogni anno l’Etiopia spende 6 miliardi di dollari per l’importazione di combustibili fossili e derivati dal petrolio e, semplicemente, non se lo può più permettere.

Petrolio troppo caro e rinnovabili a go go

Viceversa dispone di enormi capacità di generazione elettrica da fonti rinnovabili; dal vento più di 1 milione di megawatt e più di 50.000 megawatt dall’energia idroelettrica. Già oggi copre così oltre il 95% del suo fabbisogno elettrico, tenendo però conto che circa il 50% della popolazione non è raggiunta dalla rete.

etiopia auto elettriche
La grande diga GERD sul Nilo Azzurro

Entro l’anno andrà a regime il colossale impianto idroelettrico GERD (Grand Ethiopian Renaissance Dam) il più grande del continente e il settimo al mondo, con una capacità di oltre 6 GW e una produzione annua stimata in quasi 20 TWh. Grazie allo  sbarramento sul Nilo Azzurro, al confine con il Sudan, potrà alimentare l’intero fabbisogno della sua popolazione (la seconda più numerosa in Africa con 115 milioni di anime) e anche esportarla.

Addis Abeba punta anche al solare: di recente la società saudita ACWA Power ha firmato un accordo con la sua omologa etiope per costruire due impianti da 125 MW ciascuno situati a Dicheto, nella regione di Afar e a Gad, nella regione di Somali. Una volta a regime saranno capaci di illuminare 750mila abitazioni.

etiopia auto elettriche
Questi i Pesi che hanno già piani di sostituzione dei veicoli termici con veicoli elettrici o a zero emissioni (fonte Statista Research)

Sime ha ammesso però in Etiopia la rete di ricarica per auto elettriche dovrà essere ampliata. Del resto l’Etiopia non eccelle nemmeno nel network di distribuzione dei carburanti. E il tasso di motorizzazione è tra i più bassi del mondo: 3 auto ogni 1.000 abitanti per un parco circolante di 75 mila veicoli (dati 2014).

La tentazione del Terzo mondo: saltare il secolo del motore a scoppio

Insomma: se il bando alle termiche andrà in porto, il governo di Adis Abeba salterà a piè pari la fase del motore a scoppio, cioè un secolo di storia automobilistica, per atterrare direttamente in quello che si ritiene essere il futuro del trasporto terrestre.

Chi può escludere la possibilità che lo stesso salto triplo non possano compierlo tanti altri Paesi dell’Africa, dell’Asia e del Sud America, ricchi di fonti energetiche green e un sistema di mobilità ancora tutto da disegnare? Partire da un foglio praticamente bianco potrebbe essere per loro un’opportunità storica.

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69 COMMENTI

  1. Leggo sotto lo spunto di Remo

    Mi ha dato da ragionare: che per i grandi progetti energetici di uno Stato inzialmente poverissimo si associno con investitori esteri, più che essere uno scandalo, è normale

    anzi gli investitori ci sono anche da noi, persino oggi che siamo benestanti e abbiamo il lusso di poter scegliere, se Tesla o un grosso gruppo Cinese che fa Pannelli Fotovotaici o Batterie ci portasse direttamente in Italia una Gigafactory, investimenti e tecnologia aggiornata, ci faremmo un pensierino, cosi come in passato lo abbiamo fatto per lasciar installare le raffinerie, era ritenuto conveniente allo sviluppo economico

    In Etiopia gli investitori esteri avranno poi dei ritorni (in diritti minerari, o impianti produttivi per il crescente mercato africano, o quote di energia prodotta, o denaro se e quando ce ne sarà) anche questo è normale

    in particolare l’opera della diga idroelettrica senza gli investimenti (immagino della Cina parlando di opere di idrolettrico) in effetti con il loro bilancio è probabile se la sarebbero sognata; i parchi eolici poi ho letto sono di realizzazione uno Francese, e uno più grande appena deliberato di realizzazione Saudita

    Il punto è che in Etiopia hanno scelto di associarsi ad investitori in energie rinnovabili, ritenute un affare riciproco molto più vantaggioso che scegliere investitori esteri nell a fileira degli idrocarburi

    è qui la notizia.. gli investimenti, le palanche (non le ideolgie, perché le chiacchere stanno a zero) puntano sul maggiore ritorno delle rinnovabili, per entrambi le parti

    le compagni e di idrocarburi hanno spadroneggiato anche in Africa per un secolo con modesti risultati di sviluppo, anzi con inquinamento e forse peggiorando le guerre in una logica predatoria delle risorse; il carburante fossile è per natura una dipendenza continua, non ti affranchi mai

  2. Che notiziona, l’Etiopia definita come la piccola Cina d’Africa prende questa decisione storica ma ovviamente senza nessuna influenza da parte del prezioso e influente stretto collaboratore, ovvero la Cina! Quella stessa Cina produttore di auto elettriche… ma vedi tu la casualità.
    Per non parlare poi della diga della discordia etiope GERD fatta in collaborazione con aziende cinesi e con accordi con la Cina.
    Senza dimenticare che la GERD è importante per alimentare non le auto elettriche ma i distretti di stampo cinese in Etiopia perché le produzioni a basso costo si stanno spostando li.
    Però tutto questo è superfluo, da bravi ecologisti prendiamo esempio dall’Etiopia che ha sparato la sua sulle auto elettriche.

    • Continuo a chiedermi, caro Remo, quanta frustrazione ci voglia in corpo per vomitare tanta rabbia su una notizia curiosa, riportata senza alcuna pretesa di farne un esempio per l’Italia o l’Europa.

  3. Se posso un pensierino…

    Son andato a cercarmi la notizia anche su siti anglofoni, è solo una sensazione… Ma mi sa che la cosa è stata comunicata male. E quindi “riportata” di conseguenza.

    Se fossi ancora “in attività”, avrei già tentato di mandare una mail al ministero dei trasporti (motr@motr.gov.et, publicrelations@motac.gov.et) chiedendogli conferma in merito al fatto che la notizia, così come è riportata, paventa il blocco della circolazione dei veicoli già attualmente circolanti.

    Cosa su cui nutro fortissimi dubbi, mi sia concesso, in quanto è vero che le auto laggù sono poche, ma bloccarle farebbe un dispetto enorme a chi (più o meno a fatica) è riuscito ad acquistarle. La vedo piuttosto dura da sostenere, onestamente.

    L’interpretazone più probabile (che si evince anche da diversi filamti di Youtube sul tema, dove si chiedeva alla gente di Addis Abeba cosa ne pensasse) è che dal 2024 si voglia mettere un ban alla vendita di veicoli nuovi stile 2035 qui da noi per intenderci.

    Sulla cosa in sè non discuto, l’avete già fatto voi, mi sembrava corretto condividere con voi e con la redazione questo mio dubbio.
    Secondo me una mail sarebbe interessante da spedire: se rispondono e ci disvelano tutto l’Ambaradan (e non vedo perchè no… se c’è pure un ufficio stampa…) sarebbe una notizia di prima mano praticamente in esclusiva… 😉

    Poi ho anche imparato che da cosa nasce cosa, e per quanto possa sembrare incredibile magari ci scappa anche l’intervista via skype col ministro dei trasporti etiope… mica deve durar mezz’ora, tre o quattro domande interessanti e poi grazie e arrivederci… Ma sai che storia?

    • Sì chiaro Ale, si parla solo da omologare e non già omologate (anche io l’avevo intesa così).

      «La decisione è stata presa: le auto non potranno entrare in Etiopia a meno di non essere elettriche»

      Nel senso che quelle già entrate ormai sono dentro. Altrimenti avrebbe detto “non potranno più circolare”. Poi tutti noi (io per primo) semplifichiamo e parliamo di ban ma è sottinteso il ban alle vendite

    • Caro Alessandro ci fai più sprovveduti di quel che siamo. Primo: abbiamo riportato testualmente le parole del ministro che dice: “non entreranno più auto a combustione”. Mi sembra evidente che l’idea sia bloccare vendite di auto nuove o usate, non fermare quelle che sono già entro i confini. Secondo: anche noi siamo capaci di googlare i siti in lingua inglese. Abbiamo fatto di meglio: abbiamo consultato un organo di informazione locale che ha dato la notizia il giorno stesso https://borkena.com/2024/01/29/ethiopia-to-prohibit-importation-of-non-electric-cars/

      • -Mi sembra evidente che l’idea sia bloccare vendite di auto nuove o usate, non fermare quelle che sono già entro i confini-

        Nel momento in cui nell’articolo che riporti si legge:

        “For instance, it doesn’t clarify whether vehicles in transit from overseas before the decision will be subject to the new policy”

        non mi sembra più così tanto evidente e la domanda me la faccio.
        Anzi, rilancio, gliela farei al ministro. 😉

          • Eh no caro… 🙂
            Già tempo fa mi avevi chiesto se…
            E io ti ho detto: “ok, molto volentieri, ti chiedo solo una cosa… una sola, che non ti costa nulla.”
            Mi hai detto: “ma si, perchè no”
            L’hai fatta poi?
            No.
            Quindi… 😛

            Sempre disponibile nel caso. 😉

    • La decisione è stata presa: le auto non potranno entrare in Etiopia a meno di non essere elettriche.

      Io leggo questo come introduzione, vero che la doppia negazione è ortograficamente scorretta, perché significherebbe che le elettriche non potrebbero entrare. Comunque il senso è chiaro, se poi nel testo si chiama bando alle termiche non è che si intende che quelle vengono incatenate il 1.1.2025.

    • direi ban sulle vendite delle ICE , nuove o usate di importazione;

      penso che l’espressione che suona strana fuori contesto “qui non entrano”, sia riferita appunto alle importazioni di auto usate (quelle che dismettiamo noi)

  4. 3 auto ogni 1000 abitanti.
    115 milioni di persone (di cui la metà non è raggiunta dalla corrente).
    effettivamente il loro problema è l’importazione di petrolio per le 75000 ice presenti e lo smog che ne deriva..
    adesso si che vedremo la corsa degli etiopi ad accaparrarsi le bev dei sogni con cui vivranno meglio. 😎

        • Come mi raccontò con nostalgia un anziano signore, che da giovane visse in Etiopia quando ancora era Abissinia…

          “Addis Abeba, sempre 25 gradi, ventilato, umidità media 55%. D’inverno sei al caldo perchè sei all’equatore, d’estate non soffri perchè sei a 2400 metri di altezza. Il paradiso in terra”.

          (magari rimpiangeva un po’ anche i suoi 20 anni, non lo nego. però in fondo ci sta la descrizione)

    • non ci sono calciatori solo in serie A,
      c’è molta dignità professionale anche nelle serie inferiori, con altri stipendi e altre aspettative,
      ciascuno per quello che è il suo orto e le sue possibilità.

      poi ci sono i tifosi umarell che blaterano e non fanno nulla.

    • Ma infatti. MI chiedo perchè non abbiano chiesto a Ernesto Grottaferrata che avrebbe dato loro le giuste dritte.
      Bello vedere il risultato di questi ultimi anni dove tutti sono esperti di tutto. Anche di paesi in cui non sono mai stati e di cui non sanno nulla.
      Ma tanto che ci vuole a premere dei tasti su una tastiera e diventare di colpo… virologi? Nulla.

    • alessandro D. in effetti non avevo rimembrato i fondisti locali (poche auto perché corrono volentieri? 😇).

      per i soliti altri che disquisiscono con saccenza di ogni (accreditati dai loro studi ventennali 🤣) ma vengono a contare i peli a me, dico: senti da che pulpito..

  5. Scusa R.S. (non mi perdo uno dei tuoi messaggi ! complimenti!) ma dove si trova uno storage da 31 kWh a 3700€ ? Ho capito bene? Grazie!

    • solo come esempio di forchetta dei prezzi, non è un consiglio (è una delle ditte che ho visto recensite su youtube dai patiti di fotovoltaico e che ha certificati comformità EU 2023-09) e potrebbe non andare bene se non ti assiste uno smanettone o un installatore per fare i settaggi:

      prendendo 2 di questi rack da 15 kwh e 1700-1800e ognuno:
      https://italian.alibaba.com/p-detail/BASEN-1600528695848.html?spm=a2700.details.0.0.1ac633ffLw5Jec

      poi sul loro sito fanno i prezzi con spedizione da europa a europa (per evitare pause in dogana): https://www.basengreen.com/

      sul sito vedi anche altri modelli (più costosi/rifiniti) oppure all’opposto i kit da assemblare “fai da te”, il box con l’elettronica comprato vuoto, e le celle comprate sfuse, Catl o Eve con relativi certificati (il taglio da 304-310 Ah x 3.2 volt circa 87e compresa spedizione, ne servono 16 per fare un box da 15,4 kwh)

      per chi è hobbista ed ha tempo, il kit può essere divertente, bisogna testarle, montare il kit, e imparare a settare il BMS (anche tramite App da cellulare) e il regolatore di carica o l’inveter (se si sbagliano i settaggi però le celle dureranno meno dei 4000-6000 cicli attesi)

      =====
      il sito “alibaba” (vendita all’ingrosso, ma sembra abbiano pazienza di vendere anche singoli pezzi, come “campioni” da esaminare) è buono per curiosare su cosa è in commercio; ad es. scrivendo:
      ” lifepo4 304 Ah ”
      ” lifepo4 15 Kwh ”
      ” sodium battery ”
      ” blade battery byd” etc

      come curiosità, primi accumuli domestici al Sodio:
      https://italian.alibaba.com/p-detail/Sunpok-1600560591224.html?spm=a2700.galleryofferlist.normal_offer.d_title.4a4476e3fyAQWd

  6. In Etiopia ci sono 3 auto ogni 1000 abitanti. E’ la penultima nazione al mondo per diffusione di auto, superata solo dal Togo (2 auto ogni 1000 abitanti). Italia decimo stato al mondo per densità abitativa, 679 ogni 1000 abitanti. Almeno questa la fotografia al 2014: https://it.wikipedia.org/wiki/Veicoli_pro_capite_nel_mondo

    Questo significa che in tutta l’Etiopia sono immatricolate la cifra mostruosa – udite, udite – di ben 360.000 auto: per darvi un’idea, in una provincia a caso dell’Italia, ad esempio la provincia di Catania, le auto immatricolate sono il doppio. Quindi, detto in altre parole, è come se dal 2024 in mezza provincia di Catania scattasse il divieto di acquistare auto a combustibile fossile.

    Quando l’Etiopia dichiara che tutte le auto dal 2024 dovranno essere elettriche è un po’ come se lo stato italiano decidesse che tutte le abitazioni sull’Isola dell’Asinara devono essere dotate di piscina termale.

    Che poi la decisione scaturisce essenzialmente da motivi economici: l’Etiopia ha finito i soldi in valuta estera per acquistare petrolio e quindi è costretta ad autoprodursi in casa l’energia per i suoi veicoli.

      • Ho aggiunto il contesto. E’ chiaro che se una nazione ha un parco auto ridottissimo e ogni anno immatricola pochissimi nuovi veicoli è più facile applicare un ban di questo genere. Siamo ai livelli dell’isoletta di Astypalea. Il contesto è utile a capire anche il perché di questa scelta, ad esempio il costo del petrolio potrebbe spingere anche altri stati africani (e non solo), che non hanno loro giacimenti e con analoghi problemi, a prediligere questo tipo di soluzioni. Dopotutto per lo stesso motivo l’Etiopia e altri stati africani stanno sviluppando energia da fonti rinnovabili, per non dipendere dalle materie prime di terze parti.

        Per quanto sia interessante quello che accade sull’isoletta di Astypalea e alle future auto etiopi, sono rimasto molto più sorpreso dal leggere che secondo una recente inchiesta tedesca oltre un terzo dei tedeschi intervistati non ha intenzione di passare all’auto elettrica (“per nulla interessati”) e un altro terzo intende passare all’auto elettrica tra 5 e 10 anni ritenendo quelle oggi in vendita non idonee alle loro esigenze. Questo dato è interessante perché mentre i media all’unisono hanno collegato il calo delle vendite con l’azzeramento degli incentivi in realtà sembra più che, con l’attuale offerta, ci sia una saturazione nell’interesse collettivo e che sarà necessaria un’evoluzione dell’offerta (che sappiamo tutti che ci sarà, basta pensare alle batterie a stato solido ad esempio …) per attrarre ulteriori acquirenti. La notizia la trovo interessante sia perché mi sembra rifletta più da vicino anche la realtà italiana, con una “resistenza” verso l’auto elettrica ancora più marcata, sia perché la Germania “rompe” il fronte del Nord Europa con il suo approccio virtuoso al mondo dell’auto ecologica.

          • Che c’azzecca la Germania? Eh non lo, se nel paese che è egemone in Europa e che esprime costantemente il presidente della commissione europea si vendono meno elettriche non perché sono finiti gli incentivi ma perché i tedeschi non le vogliono mi pare un pelo più interessante del fatto che a Astypalea o in Etiopia si viaggia in elettrico. Non faccio profezie, semplicemente tra un’Etiopia che anticipa il ban e una Germania che potrebbe (condizionale!) spingere per rinviarlo sono più interessato alla seconda notizia che alla prima.

            Mercedes: “They think about the one trip they have to do each year [that requires more range] and this is not rational. People think only of their one winter ski trip or summer drive to Italy”

            Quest’uomo ha capito tutto: i consumatori hanno torto, lui ha ragione. Qualcuno dovrebbe dirgli che le sue Mercedes elettriche adesso pagano di più quando parcheggiano a Parigi perché superano le 2 tonnellate [ https://www.adnkronos.com/internazionale/esteri/referendum-suv-parigi-costo-parcheggi_3r1JbcpdaB7y13p8z7JZp4 ], anche una semplice berlina come la Mercedes EQA supera le 2 tonnellate: se avesse batterie con maggiore densità energetica, quindi più leggere … Per non parlare della Norvegia, che pure applica una tassa sul peso … o della BMW, che sta testando le batterie a stato solido EV A fornite da Solid Power …

          • Saresti tu il cliente elettrico? Ma fammi il piacere. Per tua informazione, gli ultimi presidenti della Commissione europea sono stati: Jacques Delors (Francia), Jacques Santer (Lussemburgo), Romano Prodi (Italia), Josè Barroso (Portogallo), Jean-Claude Juncker (Lussemburgo), Ursula von der Leyen (Germania). Due presidenti per il Lussemburgo, quindi Paese egemone del mercato auto. Ma fammi il piacere.

    • intanto lo fanno.
      e in condizioni non propriamente di favore, diciamo, a livello economico e sociale, per dire, ma cominciano.
      e il 97% dell’elettricità è di origine rinnovabile:
      ne consumeranno poca, non ci piove, ma intanto è il 97%.
      gli impianti li pagano loro come gli altri, loro han fatto una scelta, altri no.

      noi italiani abbiamo delle opportunità (sole e vento, le prime che mi vengono in mente), ma le stiamo gettando letteralmente alle ortiche.

      • con una piccola quota di auto ICE circolanti … avere una capillare rete distribuzione carburanti ha un costo spropositato… Forse “creare” piccole stazioni FV/FER in cui rifornire le prime BEV è un investimento importante..ma con grandi e duraturi benefici (principalmente economici)

        nb: In Italia abbiamo oltre 42 milioni di veicoli (https://www.mit.gov.it/comunicazione/news/pubblicato-open-data-il-parco-circolante-dei-veicoli-su-strada-italia) ed uno spropositato numero di stazioni di rifornimento, create dal dopoguerra ad ora, che ci ha sempre portato ad avere il carburante tra i più cari in Europa – anche se abbiamo un’orografia particolare, lo ammetto –

        Comunque … tutti i paesi e le aziende che riusciranno ad autoprodursi l’energia necessaria (o almeno buona parte) avranno un indiscutibile e duraturo vantaggio sui concorrenti … non è il caso che la “ricca Italia” resti indietro per snobismo ..

    • Un paese dove l’acqua potabile e sanitaria manca a circa l’85% della popolazione, che è in costante guerra con tutti i vicini ed è impiccata dal debito estero creato affidando il proprio sviluppo alla Cina aderendo alla trappola della Belt and Road Initiative, direi che ha scelto la via dell’autodistruzione veloce.

    • Metti il naso fuori da casa e vacci.
      Scoprirai il perchè la tua analisi numerica lascia il tempo che trova. E vale per la maggiorparte delle nazioni africane.

      Comunque niente… trovate sempre il “ma”, il “però” pur di sindacare sulle scelte di tutti gli altri.

      • umarell davanti al cantiere di turno:
        escono di casa con l’unico scopo di incontrare altri umarell e vivere le esperienze come critica alle esperienze degli altri.

    • @enzo
      “…la decisione scaturisce essenzialmente da motivi economici: l’Etiopia ha finito i soldi in valuta estera per acquistare petrolio e quindi è costretta ad autoprodursi in casa l’energia per i suoi veicoli….”
      pensa che pazzi, sovranisti con le loro risorse,
      mentre noi che abbiamo tantissimissimi soldi e risorse
      le rinnovabili le schifiamo:
      pensa che scemi loro,
      pensa che furbi noi italiani!

  7. Il no della Norvegia ai combustibili fossili è per consumarne meno a casa e venderne di più all’estero. Il vero no ai combustibili fossili è quello dell’Etiopia per rendersi indipendenti. La politica Etiope è la dimostrazione che bisogna abbandonare politiche energetiche basate sul nucleare a fissione che sono troppo care e complicate per paesi in via di sviluppo, quando le rinnovabili sono una soluzione più semplice. E’ certamente più facile montare dei pannelli o pale eoliche in uno sperduto paese nei monti etiopi chi far arrivare la corrente di una centrale nucleare costruita a chilometri di distanza.

  8. MI sono sempre chiesto, per rispondere a chi dice “ci sono paesi nel terzo mondo che non hanno altro modo se non il carburante per alimentare le loro ICE”, che non è vero, che questi paesi (africani sopratutto) hanno sole e vento a volontà, e con il fotovoltaico è possibile strutturare una serie di micro impianti anche senza avere una rete, e che le importazioni di petrolio sono per loro una voce pesante, e anche chi ha il petrolio comunque è preda delle multinazionali estere. Sembra che il mio pensiero abbia una prima conferma.

  9. In bocca al lupo all’Etiopia. Sicuramente hanno il vantaggio di non avere da proteggere le grandi industrie occidentali. Avranno elettriche cinesi, a basso costo, bassa manutenzione e alimentate in modo totalmente rinnovabile, senza coinvolgimenti in conflitti per l’oro nero. 95% di rinnovabili, usare solo l’elettricità è una scelta più che intelligente.

    Per me ce la fanno se le suddette potenze globali (non solo occidentali stavolta) non si metteranno di mezzo. Penso agli arabi e ai russi che hanno tutto l’interesse a continuare a vendere petrolio e il menefreghismo per intervenire fregandosene delle popolazioni locali.

  10. ELETTRIFICARE x RISANARE LE FINANZE DELL’ ITALIA ?

    a parte India, Africa, etc che non possono sprecare soldi nel petrolio e nello smog, sicuri che anche al nostro debito statale non farebbe bene diminuire le spese di import del petrolio per autotrazione ?

    ..e liberare DECINE di miliardi all’anno netti di risorse disponibili a bilancio?

    il trucco è facile:

    se invece che bruciare petrolio nei motori, si brucia nelle centrali per poi alimentare le Bev a trazione elettrica, di petrolio già se ne risparmierebbe 40%

    ma in Italia le centali elettriche sono moderne, vanno a metano a ciclo combinato, così il risparmio in soldi ed emissioni per far muovere le auto arriva al 60%

    se consideriamo che una quota crescente (34% dei consumi) di elettricità la facciamo con fonti rinnovabili (sia grandi impianti che impianti domestici), il risparmio aumenta ancora

    ===

    non so se è corretto, ma mi pare (?) spendiamo in import di petrolio da autotrazione (lasciando perdere i settori chimica e la raffinazione per conto terzi di altri paesi)

    80 miliardi annui (?)

    sarebbe bello sostituirli con 30 miliardi di metano,
    ci sarebbero +50 miliardi annui ogni anno

    in parte nelle tasche dell’automobilista, se non vengono rimesse le accise, abbassando i costi di gestione delle auto, e in parte nel bilancio statale per finalità virtuose

    Forse forse si scopre che gli incentivi alle BEV sono un investimento Statale ad alto rendimento?

    • “Forse forse si scopre che gli incentivi alle BEV sono un investimento Statale ad alto rendimento?” in un paese lungimirante sì. In un paese dove la politica è la politica dei suoi abitanti, tutti, e non ascolta le sirene lobbiste, sì. In un paese dove si fanno piani a medio e lungo periodo, sì. L’Italia non è quel paese, quindi, no, non lo scopriremo mai. O meglio, i pensanti già lo sanno, gli itagliani no, mai lo sapranno.
      Non è questione di questo governo o del precedente o del precedente ancora, sono 40 anni che siamo governati nel segno delle prossime elezioni, di qualsiasi colore fossero, anche in divenire (includo i cambi di colore da rimpasto in itinere).

  11. Buon giorno R.S. sempre ottimi studi … già di primo mattino 👌

    Ti aggiungo una interessante notizia sui futuri migliori luoghi di produzione di materiali per batterie e possibili supply-chains secondo Bloomberg; come vedi .. ci son altri paesi africani 😉

  12. Etiopia come nuovo modello di sviluppo, suggerisco il trasferimento forzato di chi lo auspica…tanto per provare, poi ci racconta

    • 97% di energia da rinnovabili (idro, eolico e solare):
      meno ironia, più dindi in tasca.
      chiamali scemi.

      • Bella percentuale farlocca, dal momento che solo la metà della popolazione ha energia elettrica e l’altra metà è nel medioevo.
        Le statistiche vanno prese per intero, altrimenti sono come il pollo di Trilussa.
        Chiamali scemi? Chiamali poveracci in un paese arretratissimo e violento.

        • la percentuale NON è farlocca. la percentuale è VERA.
          che consumino poca energia elettrica, beh, mi pare ovvio, e non ho certo voluto soprassedere:
          semmai
          come mai questa percentuale non si riscontra nei Paesi circonvicini (Sudan, Egitto, Kenya)?
          forse che la scelta è stata comunque una SCELTA?

          quindi: poveracci, ok,
          ma con l’energia gratis.
          noi ricchi, con il gasolio a 1,800 e il sole ampiamente sottoutilizzato.
          chi è nel medioevo?

          • Ma quale scelta! Non è che ne consumino poca di energia elettrica, META’ della popolazione proprio non ce l’ha la corrente.
            E vorrei proprio vedere come farebbero ad acquistare BEV, visto che sono poverissimi. A voi fanatici il ridicolo non fa proprio paura, vero Milanesio?

          • ma cosa tocca leggere.
            Sono il doppio dell’Italia come popolazione e secondo te come possono riuscire a consumare meno energia? Hanno luce 18 ore al giorno e alimentano gli elettrodomestici facendo correre le gazzelle collegate alle dinamo oppure spengono banalmente la luce quando tramonta il sole?

            Forse non ti è chiaro che il sottoutilizzo delle risorse è dovuto all’arretratezza indsutriale e civile del paese, metà della popolazione non usa alcun tipo di dispositivo alimentato a corrente elettrica e solo il 3×1000 ne usa uno alimentato a idrocarburi, l’etiope difficilmente si preoccupa se ha la pompa di benzina o la colonnina nei pressi della capanna.

    • “Partire da un foglio praticamente bianco potrebbe essere per LORO un’opportunità storica.” (maiuscolo mio).

      Argomento fantoccio come se piovesse. Non è scritto e nemmeno sottinteso.
      Pura polemica con distorsione della realtà (che è scritta sopra, scripta manent).

      Suggerisco il trasferimento forzato in altro blog tanto per provare, poi ci racconta.

    • Basta Franco, per cortesia, vada a fatturare e non perda tempo qui con noi.
      Tanto lei non vuole cogliere le migliori opportunità dell’elettrificazione e si diverte unicamente con le sue provocazioni puerili

      • Come le ho già spiegato, se non ci fosse chi fattura, lei non potrebbe percepire nessun sussidio statale per acquisto di FV o EV

        • Il Signor Fares fattura così tanto che si è addirittura permesso in scioltezza il lusso di rifiutare cortesemente un lavoro che ero pronto a pagargli in nero 🏴‍☠️. ☝️😂😇

          • 😂 diciamo che non seguo il modello della crescita economica infinita e sono arrivato a permettermi di campare con poco sforzo.
            Io mi accontento e godo (perché sono sempre più libero e non ho bisogno di sussidi statali)

  13. Epperò….
    Un triplo salto carpiato all’indietro…
    Che coraggio, certo lì, le auto sono veramente per poche persone….

  14. Alla fine resterà solo l’Italia a parlare di Diesel nel 2030.
    Abbiamo avuto una BELLA IDEA (parlo volutamente al passato co siderando PERSA l’occasione delle BEV) a puntare su una tecnologia passata e trapassata come il termico.

    Personalmente ho perso le speranze per questo Paese. Mi devo solo occupare di prendere una BEV quest’anno e sfruttare il mio FV.
    Gli altri facessero il “pieno in 5 minuti” a 1,8€L, visto che è la principale preoccupazione che hanno.

    • Io sto aspettando la seconda BEV per togliere l’auto termica, da due mesi ho tolto il gas in casa, e passati dicembre e gennaio dove l’autosufficienza è stata del 20%, viaggio negli ultimi giorni a più del 40% di autoconsumo. Da marzo a ottobre l’energia di casa mia e delle auto sarà quasi interamente autoprodotta.
      E come noi potebbe farlo tantissima gente.

      • Bravo Luca, spiegaci anche in quale contesto e con quanti investimenti.
        Anche per dare un metro di paragone per capire effettivamente quanto costi e come è riproducibile su larga scala un modello di autosufficienza energetica di almeno 6kw per un uso domestico.

    • Guardavo un po’ di dati delle batterie Sodio (Prussian white) in produzione di Catl

      hanno 4 dollari (!) di costo di materiale per ogni kwh di batteria, contro 24 dollari delle LPF e circa 60 di NCM,

      al costo dei materili, al momento si aggiungono circa 35 dollari di costo lavorazione, che scendono ogni anno

      al momento LPF sono a 24+35=60 dollari a kwh

      per le Sodio, significa che ha regime, con impianti che scalano i costi come le LPF, già a inzio 2025, le Sodio fatte e finite tenderanno a 40 dollari per kwh, e negli anni successivi a 20 dollari

      se ora uno storage LPF da 31 kwh lo puoi comprare on-line con sovraspese di spedizione a (celle CATL-EVE grado A: 80e x 31 kwh =2500e ) + (box ed elettronica 600e) + (montaggio 600e ) = 3700e compreso box ed elettronica

      immagina se entro 2 anni costerà già la metà, accumuli energetici domestici e industriali e di rete a prezzi stracciati ovunque + fotovoltaico o altre rinnovabili

      in aggiunta, possibili usi anche per autotrazione, hanno densità energetica attuale 140 o (Catl ) 160 wh x kg, e seconda generazione (Catl) 200 wh x kg

      senza colli di bottiglia su disponibilità materiali e ancora più facili da riciclare

      Forse le sodio sono “La” partita grande anche più delle LPF, si potrebbe inziare a pensarci (ad es. insieme a Nortvolt Svedese che giustamente ha già iniziato a studiare la produzione)

      ..magari insieme a una filiera locale (acciao, porti, navi, cavi, etc) per l’eolico off-shore nel mediterraneo..

    • Nel 2030 saranno in molti a parlare di diesel, perché il progetto elettrico sarà clamorosamente in ritardo. Stanno fallendo tutti in Europa

      • “stanno fallendo tutti in Europa” mi pare esagerato. È una crisi di crescita, la tecnologia degli accumuli è in tumultuoso affinamento tanto che ci sono parecchi dubbi sull’usato, complice anche il deprezzamento del nuovo.
        Sulla superiorità ecologica, economica e culturale dell’elettrico solo uno in malafede la può negare. Tra qualche anno mi aspetto che, risolte le criticità iniziali (software inadeguati, ricariche lente, una rete di ricarica competitiva e con meno zone scoperte), sarà il turno delle ICE che, se comprate, te le tieni fino alla rottamazione. Verso il 2026-28 si troveranno le 2022 e 2023 a 10.000 euro, con prezzi delle batterie molto bassi e ancora in garanzia. Il mercato della marmitta tracollerà in Europa. Forse non ancora in Italia, troppo conservatori e poco scolarizzati.

      • Soprattutto nelle bocciofile ne parleranno nel 2030.

        – “ti ricordi quando facevamo gasolio?…”
        – “ma certo che mi ricordo, 1,2€ un litro… altri tempi…”

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