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Clima & dintorni, 5 cose semplici che ho capito

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Sarà la tecnologia a salvarci? Arriverà dove fallisce la politica? Foto: Volkswagen Media.

Clima & dintorni, 5 cose semplici che ho capito. Non sono uno scienziato, ma visto che la faccenda riguarda tutti cerchiamo di fare chiarezza su alcuni punti.

Clima & dintorni
La scienziata Claudia Tibaldi.

Clima & dintorni (1): possono più gli scienziati della politica.

La Cop 26 ci ha confermato quel che temevamo: la sfida del clima è troppo grande per la politica. Troppe divisioni, non solo tra Russia & Cina e il resto del mondo, ma anche all’interno dei singoli Stati. Che, peraltro, prendono solo impegni a lungo termine, con il rischio che un avvicendamento alla presidenza (tipo un nuovo Trump negli Usa) porti a rimangiarsi tutto. L’unica speranza è nella tecnologia, che ormai (lo sappiamo per esperienza personale) pesa nelle nostre vite molto più della politica. Lo ha spiegato bene Claudia Tibaldi, una scienziata italiana che che vive e lavora da 30 anni negli Stati Uniti in un’intervista al Corriere. Come? Non si sa, forse con tecniche come la cattura della CO2 in atmosfera. “Realisticamente credo che sarà molto più facile risolvere il problema del riscaldamento globale così. Piuttosto che cambiando il nostro stile di vita radicalmente come la politica promette di voler fare“.

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Bill Gates punta sul nucleare “pulito”.

Clima & dintorni (2) Quale tecnologia? Ah, saperlo…

Bill Gates scommette sul nucleare pulito, altri sulla cattura della CO2...La verità è che, ovviamente, non ci sarà un’unica tecnologia e che al momento si procede per tentativi. Il concetto è riassunto in modo molto chiaro da Federico Fubini, analista del Corriere:Immaginate di dover attraversare il deserto a piedi per 300 km per sfuggire a una minaccia imminente. Immaginate di partire avendo acqua solo per i primi 100 km. Vi direte che la prospettiva di incontrare un’oasi dopo 100 km è verosimile e con quella vi mettete in cammino.Ma per ora non sapete dove si trova un’oasi. La transizione energetica nella quale si sta lanciando l’Europa è così, una scommessa senza alternative su ciò che accadrà in seguito. Una speranza in tecnologie che si intravvedono ma, nella forma attuale, non risolvono il problema“. Rende l’idea?

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Roberto Cingolani, ministro Transizione ecologica.

Clima e dintorni (3) Che cosa è green e cosa no?

Il premier Mario Draghi ripete che i soldi per la transizione ecologica ci sono e che questo è l’ultimo dei problemi. Ma per capire come spenderli bisogna stabilire che cosa è “green” e che cosa no. Sull’idrogeno, per esempio, persiste tuttora una grande confusione. E ora ci si aspetta che sia l’Europa, nel senso della UE, a fissare paletti precisi, su cui costruire una road map di lungo respiro. Lo dice lo stesso ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani, uno scienziato prestato alla politica che spesso non aiuta a chiarirci le idee: “Aspettiamo la tassonomia UE. L’Europa deve stabilire i criteri. Quali sono le sorgenti di energia cosiddette verdi. È un lavoro fondamentale.Poi ogni Paese calibrerà autonomamente il suo Energy mix, ma bisogna fare chiarezza su dove e come“. (P.S. “La tassonomia è la disciplina che si occupa della classificazione gerarchica di elementi viventi o inanimati”, fonte Wikipedia).

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Lo scienziato premio Nobel Giorgio Parisi

 Noi che possiamo fare? (4)

Certo non possiamo risolvere da soli un gigantesco problema globale come questo.Ma questo non può essere un alibi per continuare con gli sprechi di sempre. Sentiamo un scienziato di indubbie capacità come il premio Nobel Giorgio Parisi: “Ho l’impressione che le cose non siano ben capite e ritenute necessarie. Non vedo la gente che installa pannelli solari sui tetti.A Roma se facciamo una ricognizione sui tetti vediamo più piscine che pannelli solari. È evidente che le amministrazioni comunali dovrebbero predisporre regole e sollecitare i condomini ad attuare degli interventi. Magari offrendo assistenza ai progetti senza onere alcuno“.

 Le rinnovabili risolvono il problema? No, ma… (5)

No, ma possono attenuarlo e dare un buon contributo per risolverlo. Anche qui il fatto che l’energia prodotta da acqua, sole e vento non sia “LA SOLUZIONE” assoluta non può essere un alibi per non investirci. Eppure è quel che sembra avvenire in Italia, nei fatti e anche in certe dichiarazioni del ministro Cingolani. Sempre sul Corriere, il 1°novembre, Milena Gabanelli ha spiegato perché siamo così indietro sulle nuove installazioni, mentre altri Paesi stanno correndo. In tutta Italia, con la Puglia in prima fila, ci sono centinaia di impianti che attendono da una vita di essere autorizzati. Con istruttorie che durano anche 8 anni e coinvolgono file interminabili di enti di ogni ordine e grado. Basta che solo uno di questi si metta di traverso e tutto si blocca, dando vita a una lunga sequela di ricorsi e contro-ricorsi. Da cui escono vincitori soprattutto gli avvocati con le loro parcelle.


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15 COMMENTI

  1. Parlammo di questo ad un corso sulle energie rinnovabili in università nel lontano 1977.
    E ancora oggi gli argomenti e le tecnologie di cui si discute sono sempre quelle.
    Come dice Greta bla bla bla. C’è nello stretto di messina una boa con una lampadina accesa lí da allora, ma nessuno ha mai pensato di usare quel “mare” di energia. Lascio a voi fare due conti diciamo solo che se si fosse sfruttato negli anni 70 e i oggi probabilmente non esisterebbe.
    Dal Vajont non sie é più fatto idroelettrico. Per colpa di un delinquente che ha sempre ignorato quello che gli dicevano i geologi locali. Ma oggi più che mai ci serve la corrente idroelettrica e ancora di più l’acqua delle dighe visto che i ghiacciai presto non forniranno piú acqua al Po’.
    E le pentole a pressione del nucleare sono dinosauri. Esistono centrali autoestinguenti che usano il piombo liquido come refrigerante e scambio termico, per non parlare del torio. Ma tutti pensano alla fusione, a nessuno è stato detto che la fusione emette raggi gamma in misura migliaia di volte superiore alla fissione. Raggi che non si fermano nel ciambellone ma vanno a irradiare e rendere radioattivo tutto quello che sta intorno a loro.
    Ma perché nessuno si informa nelle università, e parla a vanvera informato dal sedicente guru analfabeta sui social?
    E Larderello? Abbiamo la stessa possibilità di essere carbon free come l’Islanda, impariamo da loro nooo!!!
    Che tristezza!!!

    • Concordo in pieno e tra l’altro il geotermico potremmo pure esportarlo, come tecnologia.
      Ma anche fv ed eolico, dato che siamo il paese del sole. Penso a quanto potenziale abbiamo ed alla burocrazia che frena tutto. Cingolani e colleghi dovrebbero sbrogliare quella matassa, invece che aspettare la tassonomia UE

  2. visto che l’auto va verso l’elettrificazione sarebbe più utile comparare il consumo dell’impianto cattura CO2 con il riscaldamento a gas e capire quanto caldaie si potrebbero compensare. Detto questo, dagli articoli non si capisce quanta energia richiede e quante “caldaie” potrebbe alimentare direttamente anzichè catturarne l’emissione di CO2.
    Per il resto le rinnovabili risolverebbero gran parte del problema; dovrebbero avere la priorità lasciando proseguire la ricerca su idrogeno e nucleare che è ancora in altissimo mare e con costi ancor più incerti.

    • Auto elettrica e elettrificazione imho
      vanno di pari passo , io credo che il vantaggio dell’elettrificazione rinnovabile è enorme
      ma è anche molto complesso da gestire
      ma per fortuna oggi ci sono i computer e le reti telematiche per farlo
      se la rete elettrica lombarda va in crisi perchè non c’è abbastanza vento
      potrebbe essere aiutata dal sole in eccesso in Spagna o in Liguria o dalla Puglia

      LA RETE ELETTRICA E’ BIDIREZIONALE
      potremmo ricevere energia da un paese o una regione confinante la mattina presto e restuirgliela il pomeriggio quando da lui è sera
      condividendo grazie ai fusi orari e alle latitudini diverse l’irraggiamento solare
      l’Energia elettrrica puà viaggiare tranquillamente per migliaia di Km

      L’Australia sta allestendo rinnovabili per VENDERE ENERGIA alla Nuova Zelanda a 5000 CINQUEMILA km di distanza ..

      io non so se sarà possibile ma in futuro , pace permettendo
      potremo fare lo stesso anche noi con l’intero Nord Africa
      magari ponendo fine a guerre e miseria in molti paesi
      e integrandoli in una rete dove l’energia viene scambiata a seconda dell’orario, creando
      sviluppo e prosperità

      un bel salto in avanti rispetto a poche centrali controllate da pochi
      e con pochi dipendenti
      rispetto a molteplici fonti , eolico solare idroelettrico geotermico
      gestite da molti ,moltissimi a volte perfino da singoli privati

      my 2 cent di sviluppo pacifico e collaborativo

  3. Italia è il paese del sole, era già definito così al tempo dei Romani.. Italia paese anche del vento, se pensiamo alle coste ed ai monti. Potremmo diventare una nazione capace di produrre energia elettrica pulita non solo per noi, ma anche per altre nazioni europee….esportandola. Invece siamo schiavi del metano altrui. Ringraziamo i nostri politici …. illuminati. Non lamentiamoci, però, del caro metano, gpl, diesel e benzina quando facciamo il pieno alle nostre auto oppure delle bollette per luce e riscaldamento domestico. Lamentiamoci di cattiva politica degli ultimi almeno 15 anni. Ricordo che quando paghiamo le tasse… i nostri soldi dovrebbero essere spesi e rinvestiti per il bene del nostro Stato e della sua popolazione. Altre nazioni hanno fatto causa ai loro politici per incapacità della transizione….
    ai posteri l’ardua sententia…..

  4. Di una cosa non si parla mai. Del più grosso giacimento di energia che abbiamo in Italia. Il risparmio energetico. Del superbonus non si parla che per quanto faccia lavorare (male) le persone, ma non si parla mai di quante nuove centrali ci faccia risparmiare. Si dice che sia costoso, ma non se ne parla mai in termini energetici. Parisi parla di fotovoltaico sui tetti, ma proprio il superbonus non è in grado di incentivato, non c’è logica e il consiglio degli installatori è un di non installare le batterie perché al momento dello smaltimento ci sono solo problemi. Anche l’auto elettrica è una fonte di risparmio energetico, ma di questo aspetto se ne parla poco. Insomma occorre mettere a fuoco l’obiettivo e procedere speditamente e scienziati come Cingolani lasciano perplessi perché non riescono a dare una direzione all’azione di decarbonizzazione.

    • Sottoscrivo in pieno, tra l’altro il risparmio energetico ha effetti in tempi relativamente brevi. C’è da mettere in conto l’impronta causata dai lavori necessari per ottenerlo ma credo che si recuperi in tempi rapidi.

  5. Siamo un paese clientelare con politici e purtroppo spesso anche uomini di scienza che si orientano in base alle amicizie.

    Fanno confusione, perché nel caos si rimane fermi, e restare fermi è l’obiettivo nascosto dei personaggi sopra indicati.

    Stando fermi il sistema attuale continua a funzionare e non si scontenta nessuno (ed i vantaggi personali continuano ad esserci).

    E del cambiamento climatico “chissenefrega” tanto coloro che se ne dovrebbero occupare sono minimo over 50/60/70enni bavosi con limitate prospettive di vita (tra qualche anno saranno in putrefazione).

    Fanno solo proclami e poi dopo aver riempito la pancia delle persone di aria fritta lasciano tutto com’è e fanno di tutto per frenare il passaggio a nuove tecnologie non inquinanti (autorizzazioni per pannelli solari bloccate, assenza di incentivi per l’auto elettrica (presenza però di incentivi per le termiche?!?!?!) ecc.

    • Sottoscrivo.
      Salvo che per gli incentivi che devono ormai sparire, non fanno altro che drogare il mercato.
      Vedasi auto e fotovoltaico.
      Si spendano piuttosto in ricerca o per rafforzare l’infrastruttura elettrica.

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