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Breve ripasso per Cingolani: le EV non costano €100mila

Qualcuno spieghi al ministro Cingolani che le auto elettriche non sono solo Tesla e non costano 100 mila euro

Breve ripasso per Cingolani, ministro che conferma ogni giorno di non avere idea di che cosa un’auto elettrica. Primo: le EV non costano 100 mila euro.

La 500 elettrica: perché parlare solo di Tesla quando ci sono citycar che costano molto meno?

Breve ripasso per Cingolani / Ci sono elettriche da 20-30 mila (anche la 500)

Il responsabile della Transizione Ecologica (ma quale?) non ama le auto a batterie e questo è un suo diritto. Ma non può giustificare questo ostracismo con argomenti risibili, come quelli espressi in un’intervista a La Stampa. Esempio: Cingolani sostiene che l’auto elettrica non ha senso fino a quando non avremo un’adeguata produzione di energia da rinnovabili. Tema sul quale, peraltro, tutta Europa sta correndo, mentre il nostro amato ministro non ha combinato assolutamente nulla. Il giornalista allora gli chiede se è troppo presto per comprare una EV. Risposta: “Se avessi 100 mila euro da investire, non li investirei in una Tesla. Ai costi attuali dell’energia e con la capacità attuale dell’energia, non conviene“. A parte che ci sono Tesla (Model 3) che costano la metà, è un po’ come se a un ministro si chiedesse se ha senso acquistare un’auto a benzina. E lui rispondesse: “Se avessi 100 mila euro da investire, non li investirei mai in una Maserati“. Ci sono elettriche che di euro ne costano 20-30 mila e sono quelle che comprano le persone normali: una si chiama 500 e la fanno dalle parti di Torino.

Il titolo dell’intervista di Roberto Cingolani alla Stampa.

Breve ripasso per Cingolani / Il gas inquina, ma solo quando fa comodo

Ma non è solo una questione di quattrini. Eh, no, perché il nostro ha a cuore l’ambiente e spiega: “Non conviene nemmeno sul piano dell’impatto ambientale. Perché il grosso dell’energia arriva dal gas e quindi produce anidride carbonica“. A questo punto un ministro che si occupa di transizione ecologica ci dovrebbe spiegare una cosa. Perché, allora, poche settimane fa con il collega Giancarlo Giorgetti ha varato un piano per raddoppiare l’estrazione di gas in Italia entro un paio di anni? Ma c’è dell’altro. Oltre a centinaia di studi indipendenti, è stata l’Unione Europea a ribadire che l’auto elettrica è comunque più sostenibile delle vetture a benzina o a gasolio. L’ha fatto già nel 2019, con uno studio dell’Agenzia Europea per l’Ambiente- AEA, quando l’efficienza delle batterie era molto inferiore ai modelli che escono oggi. E soprattutto a quelli che arriveranno nel prossimo futuro, su cui tutto il mondo sta lavorando (l’Italia no, aspetta…).

L’inaugurazione di una fabbrica d Phoenix per cavi di batterie: nascono nuovi impianti in tutta Europa, ma l’Italia al momento sembra tagliata fuori.

Fabbriche EV ovunque tranne che qui: un caso?

Sì, il mondo (e la UE, di cui in Italia ci si riempie la bocca solo quando fa comodo) vadano in tutt’altra direzione rispetto a quella indicata da Cingolani. Secondo il quale bisogna aspettate che produzione e accumulo progrediscano a livelli al momento inimmaginabili. Campa cavallo…Sulla stessa lunghezza d’onda si trova il collega dello Sviluppo Economico, Giorgetti, che invece ritiene che l’auto elettrica sia il cavallo di Troia della Cina: “Dobbiamo considerare chi controlla le materie prime ed evidentemente questo soggetto non si trova in Europa. Quindi, facciamo attenzione perché stiamo consegnando il futuro del settore dell’auto a un soggetto che sta fuori dall’Europa. E mi fermo qui perché credo che tutti abbiamo capito di chi sto parlando“. In realtà i grandi costruttori tedeschi e francesi si stanno attrezzando per reperire le materie prime e fabbricare batterie senza dipendere dalla Cina. E non è un caso se ovunque in Europa stanno nascono fabbriche legate all’auto elettrica, con investimenti enormi che portano posti di lavoro. Con ministri così…Il mondo cambia, noi storciamo il naso. Come sempre.

 

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