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Altra Panda cinese, sempre elettrica

 

Altra Panda cinese: via abbiamo parlato del clone estetico della piccola Fiat, che però di nome fa Leap T03. Ora arriva un’altra EV che si chiama proprio Panda.

Altra Panda cinese, una macchinetta da città e poco più

A portarla sul mercato è il colosso Geely, proprietario di marchi come Volvo e Polestar e socia al 50% della Mercedes nella Smart. La Panda cinese è una macchinetta lunga 3,06 metri (la 500 elettrica, per dare un raffronto, è 3,63), larga 1,52 e alta 1,60 (passo 2,01).  Con due sole portiere più il portellone posteriore. I posti a sedere sono quattro e c’è anche la finezza del tetto panoramico in vetro. Sui dati tecnici ci sono ancora alcuni aspetti da chiarire. Si sa che il motore avrà una potenza bassina, 30 kW (poco più di 40 Cv), il che la fa un’auto solo per città e dintorni. La batteria sarà fornita da Gotion, ma non è stato reso noto né il dato della capacità delle celle, né l’autonomia omologata, anche se si parla di circa 150 km, secondo lo standard cinese CLTC. Diciamo un centinaio reali su strada. Quanto al prezzo in Cina, si parla di una forchetta  tra i 40.000 e i 50.000 RMB (da 5.400 a 6.750 euro).

Arriverà in Europa? E a che prezzo rispetto alla Cina?

A questo punto gli interrogativi che si aprono sono molti. Arriveranno anche da noi queste piccole citycar? Omologate come automobili o come macchinette da guidare con la patente dei 16 anni? E a che prezzi? Diciamo subito che la Cina è proprio un altro pianeta, in cui è esplosa una vera mania per questo tipo di vetturette elettriche, sull’onda del successo della Wuling Honguang Mini EV. Ovvero dell’unico modello in grado di tener testa alla due Tesla nella classifica delle auto elettriche più vendute al mondo, nonostante sia commercializzata solo in Cina. Portare in Europa queste ‘pulci‘ porrebbe domande sugli standard di sicurezza: sono abbastanza dotate per superare in crash-test fondamentali come quelli di Euro NCAP? Sul prezzo non ci sono dubbi: anche non potrà mai essere pari a quello cinese, sarebbe comunque competitivo. E lo spazio di mercato ci sarebbe, anche per inserirsi nelle sempre più folte flotte di car sharing cittadini.

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