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Addio all’energia russa: ecco il piano di Energia per l’Italia

energia per l'italia
Il gruppo di scientifico “Energia per l’Italia” ha presentato un documento  che sollecita le istituzioni ad adottare con urgenza un piano energetico d’emergenza per affrancare l’Italia dalla dipendenza energetica dalla Russia. Il piano è incentrato sulla sostituzione degli idrocarburi con elettricità da fonti rinnovabili. Valuta la fattibilità e i benefici che ne deriverebbero, raggiungendo tra l’altro gli obiettivi di decarbonizzazione fissati per l’Italia dall’Unione europea.

Le tre schiavitù: gas, carbone e petrolio

La Russia, premette il documento,  è l’unico paese da cui l’Italia dipende per tutte le fonti fossili: è il primo fornitore nazionale di carbone (3,6 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio, Mtep) e di gas (24 Mtep), e il terzo di petrolio (8,4 Mtep). In particolare dalla Russia proviene il 40% del gas utilizzato in Italia, il 12% del petrolio e il 52% del carbone. Questi flussi di risorse da un lato, e di denaro dall’altro, proseguono nonostante il terrificante conflitto scatenato da Putin contro l’Ucraina dal 24 febbraio 2022.
Secondo le analisi del gruppo di scienziati impegnati sui temi dell’energia e del clima (tra questi Nicola Armaroli, Leonardo Setti e Vincenzo Balzani che lo presiede) «l’attuale dipendenza grave dell’Italia dalle fonti fossili russe potrebbe essere eliminata o drasticamente ridotta attivando subito un Piano di emergenza energetica e climatica che trasformi radicalmente la condizione energetica del Paese».
Leonardo Setti, a sinistra, e Nicola Armaroli

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Case e auto, tutto alla spina

Secondo l’analisi di Energia per l’Italia sarebbe necessario portate alla ristrutturazione almeno 430mila abitazioni ogni anno di qui al 2030. Si arriverebbe così ad avere 3,5 milioni di case coibentate e senza più caldaie. Per annullare la dipendenza dal petrolio russo bisognerebbe rimpiazzare 3 milioni di auto termiche con altrettante elettriche. Bisognerebbe quindi passsare dai 60mila veicoli elettrici a batteria (veb) venduti ogni anno (4% su circa 1,5 milioni auto nuove acquistate) ad almeno 350mila.

Raddoppiare la generazione elettrica rinnovabile

Per spegnere le centrali termoelettriche alimentate oggi da carbone e gas russi corrispondenti a circa 53 TWh (terawattora) sui 278 totali (importazioni
escluse) è necessario raddoppiare la generazione elettrica da fotovoltaico ed eolico (da 33 a 66 GW). Di questi circa 10 verrebbero dal fotovoltaico sulle abitazioni derivante dalla citate ristrutturazioni edilizie.
Considerando anche gli ulteriori consumi dovuti alle abitazioni e ai veicoli elettrici si dovrebbe passare dal 40% attuale al 66% di elettricità da rinnovabili, una stima che sostanzialmente coincide con le recenti proposte di Elettricità futura (Confindustria). Il tutto entro il 2030.

Emissioni, 27 milioni di tonnellate in meno

Questa trasformazione radicale consentirebbe di «arrivare ad eliminare almeno 16 milioni di tonnellate di CO2 emesse dal settore elettrico, 4,5 milioni emesse dagli automezzi sostituiti con veicoli elettrici, e 6,9 milioni dalle abitazioni private della caldaia a gas, per un totale di almeno 27,5 milioni di tonnellate CO2 ogni anno, dando un contributo sostanziale e stabile agli obiettivi climatici nazionali e internazionali».

Ma il Governo batte strade già vecchie

Di fronte alla crisi bellica europea, sottolinea invece Energia per l’Italia, il Governo italiano «mantiene inalterata la politica energetica nazionale, cercando sia altrove sia nel nostro sottosuolo le medesime tipologie di fonti fossili che oggi arrivano dalla Russia, ignorando così l’opportunità storica di passare alle rinnovabili».
L’analisi completa è disponibile qui.

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