E’ salito veloce l’autobus Lion’s City E di MAN (Gruppo VW), anche con minor affanno di un modello termico, fino ai 2160 metri del passo Valparola sulle Dolomiti. A bordo anche noi di Vaielettrico in un percorso di 198 chilometri dove grazie al dislivello il veicolo ha recuperato oltre il 50% di energia.
Sali, scendi e ricarica
Siamo partiti con il “pieno” da Chiusa (circa 530 metri slm) e senza problemi abbiamo raggiunto tre passi: Gardena (2136 mslm), Valparola (2168 mslm), Falzarego (2105 mslm). Tante curve, un salire e uno scendere continuo che hanno permesso di creare energia in movimento. Il 50%, secondo le verifiche finali dei tecnici di Man, che ci ha permesso di tornare alla base con quasi il 40% della capacità delle batterie (38,8% per la precisione).
Numeri che confermano che l’elettrico oltre a non avere problemi in città può affrontare percorsi extra urbani impegnativi. Non collegamenti extra regionali da centinaia di chilometri, ma si può ben fare a livello di linee provinciali. L’autonomia media di questo Lion’s City E – un autobus da 10.30 metri – è di circa 320 chilometri. Man offre anche i modelli 12E e 18 E.
Il viaggio elettrico sulle DolomitiÂ
In Europa vendute 1000 unità della serie Lion’s City E
Abbiamo partecipato a una prima italiana, ma sono già un migliaio le unità  di Lion’s City E vendute negli altri Paesi europei per questo modello del brand del gruppo VW ma costruito in Polonia, nello stabilimento Starachowice e che può già vantare interessanti riconoscimenti come: “Autobus del 2023 in Spagna”.
Lion’s City 10 E è il fratello minore di Lion’s City 12 E che ha debuttato nel 2018 e inaugurato la serie elettrica di MAN. Le batterie al litio come si vede bene nella foto sono montate sul tetto e possono variare a seconda delle esigenze del cliente da 4 a 5 moduli. I pacchi sono una produzione interna di MAN.
Vediamo nel dettaglio la capacità : con cinque pacchi si raggiungono i 400 kWh (ma si può arrivare anche a 640 kWh) di cui utilizzabili 320 corrispondenti ad una profondità di scarica dell’80 per cento e offrono un’autonomia fino a 300 km. C’è una configurazione minore a 320 kWh con utilizzabili 250, corrispondenti a una profondità di scarica del 78 percento e un’autonomia di 235 km.
Per l’eBus da 10 metri, come per i fratelli maggiori da 12 e 18 metri, è prevista la ricarica con connettore CCS fino a 150 kW. In modalità più lenta con il 40 kW.  La ricarica con quattro pacchi batteria richiede meno di due ore e mezza mentre la versione con cinque pacchi impiegano circa tre ore. Il partner tecnologico in Italia per i dispositivi di ricarica che richiedono sempre uno studio ad hoc secondo le specificità del cliente è ABB. La potenza del motore è di 240 kW (326 CV), con un funzionamento a potenza continua di 160 kW (217 CV), potenza decisamente non modesta.
La formazione dei piloti: quelli bravi arrivano a 500 km
Come abbiamo visto nel tour dolomitico un fattore importante è quello relativo alla gestione dei consumi e all’autoproduzione dell’energia. Per usare al meglio la tecnologia serve esperienza e formazione.
Giovanni Tosi, Public Procurements & Product Bus Manager di Man, ci ha raccontato che si è arrivati a percorrere oltre 500 km con una ricarica anche in strade extra urbane. Un punto di forza che sottolineano dall’azienda: “Quando al volante vi sono conducenti formati da MAN ProfiDrive si è riusciti a circolare per 24 ore nel traffico urbano, percorrendo 550 chilometri senza dover effettuare alcuna ricarica intermedia“. Altri numeri che confermano le enormi potenzialità di crescita della tecnologia con gli attesi sviluppi futuri. A Man ci credono visto che entro il 2025 metà della flotta sarà elettrica.
L’elettrificazione del trasporto locale con gli autobus è già oggi una realtà matura sia per l’autonomia che garantisce di coprire i turni di lavoro che per la qualità del viaggio che abbiamo potuto vivere nel salire sui tre passi dolomitici senza il minimo problema.
Buongiorno a tutti, a fronte delle giuste osservazioni riportate dai lettori, mi permetto di aggiungere qualche informazione, disponibile ad eventuali ulteriori chiarimenti.
La posizione delle batterie sul tetto è una scelta quasi obbligata per gli autobus a pianale ribassato, nonché la più sicura, poiché al riparo da eventuali urti laterali o dal basso (cosa non infrequente su autobus di linea). Inoltre è quella che assicura la migliore manutenibilità , per operazioni di controllo, riparazione e sostituzione. Il vano normalmente riservato al motore termico viene ridotto al fine di migliorare l’abitabilità del vano passeggeri. Inoltre, il peso del pacco batterie corrisponde a poco più di 1/4 del peso a vuoto dell’autobus, quindi relativamente influente sul baricentro.
La gestione termica delle batterie è più o meno impattante a seconda della tecnologia usata. Nel nostro caso, la temperatura ottimale di funzionamento è tra i 25 ed i 30 gradi, quindi richiede poco riscaldamento d’inverno ed altrettanto poco raffreddamento d’estate. Le coperture esterne, infine, sono in materiale isolante che può essere di colore chiaro o scuro a seconda del clima, così da ridurre l’intervento del sistema di “climatizzazione”, attraverso uno scambiatore di calore a liquido.
CordialitÃ
Giovanni Tosi
Grazie, molto interessanti queste annotazioni tecniche/progettistiche
Se possibile, approfitto per qualche curiosità :
– sono già commercializzati o sono quasi prototipi/piccole pre-serie?
– in italia li ha già aquistati o noleggiati qualche ente?
viene fornito supporto anche per le pratiche per installare le stazioni di ricarica?
– ha disponibili per il pubblico anche informazioni di massima sul costo relativo di investimento e gestione rispetto ad un autobus equivalente termico comprabile nuovo ad oggi? oppure è una fase ancora molto iniziale, con costi non ancora scalati in serie, ed è presto per parlare di costi più o meno calcolabili?
Buona giornata
Salve come c’è scritto nell’articolo ne sono stati venduti parecchi e sono in servizio da tempo in diversi Paesi europei
Vero, ho riletto non ricordavo, grazie!
Premesso che togliere fumosità in città è un notevole plus che si potrebbe anche pagare volentieri,
rimane la curiosità se sono già competitivi come costo aquisto+gestione nei vari scenari d’uso in proporzione agli autobus termici
immagino che sul lungo periodo potrebbero già esserlo, specialmente in città dove l’elettrico ha il vantaggio maggiore in manutenzione e consumi, vaghi ricordi anche gli autobus termici sono parecchio costosi
Grazie per le domande. Gli autobus si vendono soprattutto con bandi e gare dove il prezzo è determinato anche dal numero di veicoli che si vogliono acquistare. Indubbiamente gli autobus elettrici costano ma fanno risparmiare un bel o’ di euro di carburante e manutenzione del motore, senza dimenticare come ci ricordano 14mila pediatri (quelli che conoscono il problema dell’inquinamento atmosferico) che le emissioni locali (il gas di scarico per capirci hanno un costo umano, sociale, ecologico e anche economico altissimo. L’investimento ha un ritorno positivo, senza dubbio.
Man ha dichiarato che venderá solo autobus urbani elettrici in Europa a partire dal 2030 https://www.hibridosyelectricos.com/autobuses/man-desiste-contra-euro-7-decide-abandonar-diesel-en-sus-autobuses-urbanos_69644_102.html
Era ora che finalmente si tolga dai polmoni dei piccoli scolari il fumo di scarico dei pullman diesel e affini! ..se poi metteranno le batterie sul pianale aumenterà decisamente anche il confort sulle strade di montagna.
Spero che gli autobus usati in montagna non sono previsti con batterie sul tetto , non mi sembra grande idea acccumulare quel peso in alto e spostare il baricentr0 .
Interessante parlare anche degli autobus/pulman,
cosi come del settore dei furgoni commerciali/mezzi da consegna,
è un intero mondo parallelo, quello professionale/servizi, a quello delle auto, e dove i vantaggi gestionali ed economici, dove già si fossero raggiunti in elettrico, avrebbero un certo “peso”, sarebbero in cima alla lista delle valuzioni di scelta, insieme a garanzia e assitenza offerta dal costruttore, fregandosene di posizioni ideologiche, a meno che l’amministrazione locale non ne faccia un tema “politico” divisivo
anche leggere che autobus possono già ambire a fare una giornata di lavoro in percorso urbano (marcia + pause)
bello vedere un test dal vero, che fosse possibile anche per gli autobus avere discrete autononomia ci speravo dopo aver visto le imprese del primi camion Semi Tesla
(5oo miglia – 800km di autonomia da carico, ma con batterie quasi il doppio di queste, costo iniziale di investimento più alto)
Speriamo di vedere nascere un “mercato” crescente, anche per gli autobus cittadini (vaghi ricordi qualche città come Milano ne ha già aquistati un po’ di autobus elettrici), se non per pulmam a tratte medie
con relativa concorrenza tra proposte di più brand e corsa a batterie/soluzioni sempre più economiche
leggo questi li hanno montati con “relativamente” costose batterie NMC, che sino a un paio di anni fa, quando avranno concretizzato il progetto, erano le uniche con buona densità gravimetrica
le batterie ho visto negli anni sono migliorate in densità mediamente 7% ogni anno, i costi per costruirle anche (energetici e deconomici) anche sappiamo che scendono anno per anno
non è più “se arriveranno”, ora è già “tra quanti anni arriveranno” in quantità uin strada nelle città , ma mano che viene sostituito il parco mezzi, forse dovremmo essere noi elettori a parlarne di più e richiederli all’amministrazione, di qualunque colore sia
Per le batterie sul tetto:
si, starnisce vederle li, ma mi fido del progettista,
avranno un sistema di raffreddamento per farle durare più a lungo e ci saranno stati dei vantaggi ( es.facilità di accesso per riparazione di singoli moduli, quasi zero spese per non dover modificare il telaio dei pulman, oltre a lasciare una soglia bassa del pavimenti nel caso di autobus ? )
magari una seconda generazione avrà (?) le batterie nel vano posteriore dove ora è alloggiato il motore termico e relativi accessori?
Leggendo lo schema con i dati tecnici, mi ha colpito la collocazione delle batterie sul tetto : non credo che il baricentro alto che ne consegue sia un grosso problema – vista la velocitá raggiunta da un autobus – ma mi chiedo se questa soluzione tecnica contribuisca o meno alla sicurezza delle batterie NMC ; da una parte offre un raffreddamento migliore rispetto all’abituale collocazione nella scocca ma dall’altra le espone di piú al cocente sole estivo.. A parte questo mi piacerebbe sapere in cosa consiste il cambio autoregolante.
Fare un pullman e’ difficile, la batteria sul tetto e’ indicata solo per recupero.
Cosa vuol dire è indicata solo per recupero? Ho fatto la prova, ho visto le batterie e sono le uniche presenti nell’autobus salito a oltre 2mila metri senza nessun problema e ricaricando fino al 50%