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Votai contro il nucleare, ma oggi…Cosa ne pensate?

ritorno al nucleare

Nucleare sì, nucleare no. Ci scrive Andrea Tavullia chiedendoci un parere sulla controversa questione, alla luce delle crescenti difficoltà della comunità internazionale nell’arrestare le emissioni di gas serra in atmosfera. Ricordiamo che i vostri quesiti vanno inviati alla mail info@vaielettrico.it .

Forse non c’è alternativa per salvare il Pianeta

Buongiorno, Seguo con molto interesse il vostro sito e mi piacerebbe avere la vostra opinione circa la produzione di energia elettrica. Si parla molto di rinnovabili, ma a mio parere si è sottovalutata molto l’opzione nucleare. Pur avendo votato contro al referendum di molti anni fa, nel corso del tempo mi sto ricredendo alla luce di molte evidenze (Si prenda ad esempio quanto esposto nel sito https://nucleareeragione.org/).
Cosa ne pensate? Grazie e buon lavoro.

RISPOSTA Per taglliar corto, Andrea, le diciamo subito che Vaielettrico è contrario a una ripresa del programma nucleare italiano. Apprezza poi il fatto che tutti i grandi Paesi europei, Francia compresa, abbiano sospeso o annullato i futuri investimenti in nuovi impianti nucleari. Infine è preoccupato che in altre aree del mondo stia ancora aumentando la capacità di generazione da fonte nucleare. I motivi sono più di uno e molto complessi.

No al nuclare: non c’è un rischio calcolato

La sicurezza. Per quanto si evolva la tecnologia, riducendo il rischio di eventi catastrofici a percentuali infinitesimali, gli effetti globali di un solo incidente sono tali e tanto difficili da contrastare da renderli comunque inaccettabili.

Il disastro di Chernobyl

No al nucleare: i costi reali sono più alti

I costi. La sostenibilità economica e ambientale (in termini di emissioni) è solo apparente. Infatti viene di solito calcolata al netto dei costi di messa in sicurezza delle scorie radioattive. E spesso anche dei costi per lo smantellamento delle centrali a fine vita (40 anni circa). Nessun Paese, al momento, ha ancora realizzato siti di stoccaggio definitivi in cui depositare migliaia e migliaia di tonnellate di materiali altamente pericolosi per i circa 25 mila anni necessari al completo degrado.

Ogni progetto ipotizzato comporta investimenti da molte decine di miliardi di euro, oltre alla difficoltà di identificare luoghi con idonee caratteristiche geofisiche. E ce ne vorrebbero almeno due o tre, in prospettiva, per ogni Paese. Il trattamento e il trasporto di tali scorie genera spesso piccole fughe redioattive che non vengono registrate dai media ma creano allarme e danni ambientali circoscritti. Anche la materia prima, l’uranio, non è infinita. Anzi. Un suo utilizzo massiccio provocherebbe nel tempo un aumento dei prezzi, aumentando anche i costi ordinari di funzionamento della centrali.

No al nucleare: troppo rigido, “ammazza” le rinnovabili

La gestione. Il problema delle fonti rinnovibili è l’imprevedibilità e l’intermittenza. Quello del nucleare è l’esatto opposto: la rigidità. Le centrali nucleari non si possono spegnere e accendere a piacimento. Producono elettricità  in modo continuativo e costante, a prescindere dalla domanda. Quindi il nucleare coprirebbe efficacemente i “buchi” di produzione quotidiani o stagionali delle rinnovabili, ma genererebbe energia inutilizzabile in altrettanti momenti.

Tant’è vero che la Francia, maggior produttore di energia nucleare in Europa, è spesso costretta a svendere energia ai paesi limitrofi. Si riproporrebbe il problema dello stoccaggio di energia (con pompaggi nei bacini idroelettrici  o produzione di idrogeno da elettrolisi) ma questo alla lunga andrebbe in conflitto con lo sviluppo delle energie rinnovabili.

No al nucleare: un consiglio per la lettura

Il sito pro nucleare che lei cita, Andrea, è realizzato con correttezza e buon gusto. Tuttavia a nostro giudizio omette di sviscerare tuttu questi problemi. Le consiglierei di leggere, non solo in relazione al nucleare, il libro di Nicola Armaroli e Vincenzo BalzaniEnergia per l’Astronave Terra” ed. Zanichelli, 296 pagine. E’ un best seller, scientificamente inappuntabile, ma compensibile a qualsiasi lettore di buona volontà.

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