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Venezia, polemiche sulla “ZTL” a Rio Novo: troppo timida

Una ZTL in salsa veneziana nel canale Rio Novo. Passaggio libero per le barche  elettriche, il divieto riguarda solo le unità senza passeggeri.

Una ZTL nel canale Rio Novo dove possono navigare tranquillamente le barche a batteria, comprese le ibride, o quelle cariche di passeggeri. Il divieto è solo per chi solca le acque interne in solitudine. Tante le deroghe in questa ZTL, chiamiamola così per comodità, che pur lodevole nelle intenzioni sembra non risolvere o almeno attenuare l’inquinamento atmosferico. I valori sono altissimi (guarda).

Una misura tampone

Il sindaco Luigi Brugnaro

L’ordinanza firmata dal sindaco Luigi Brugnaro  è un primo passo, prende il via venerdì 19 aprile, e  sarà  sperimentale: due mesi di prova, poi si vedrà. Chiaro che si tratta di una misura tampone. Soprattutto ora che piovono le proteste dei cittadini armati di dati (guarda) che confermano una forte criticità dell’aria che si respira. Senza dimenticare l’inquinamento acustico.

Divieti per i trasportatori, deroghe per i turisti 

La sperimentazione vuole essere un monitoraggio, un test sugli effetti della limitazione, seppur ristretta, della circolazione dei natanti. Il divieto interessa soprattutto i trasportatori di merci in conto terzi e in conto proprio. Non tocca le barche che traboccano di passeggeri. Leggi turisti.

La protesta della municipalità

Il provvedimento ha visto salire sulle barricate il presidente della municipalità Giovanni Andrea Martini che in un post su Facebook non ha usato mezze misure: “Ma come si fa? Sembra un insulto all’intelligenza dei cittadini. L’ordinanza sulle limitazioni del traffico acqueo in Rio Novo è l’ultimo annuncio mediatico“. Solo aria fritta secondo Martini: “Uno spot pubblicitario. Con tutte le migliaia di turisti paganti che arrivano, come si fa a dire che si limita il traffico bloccando le barche vuote?”.

Diritto alla salute, diritto al lavoro

Siamo alla contrapposizione totale. In una situazione molto difficile perché bisogna mediare tra interessi contrapposti il diritto alla salute e il diritto al lavoro. Una soluzione, anche se non con tempi brevi, è la conversione a emissioni zero della flotta. Nell’ordinanza si legge con piacere che “un intervento che miri a ridurre le emissioni inquinanti dovute al traffico acqueo deve agire: promuovendo l’uso di motori a basso impatto e/o a propulsione elettrica”. La presa di coscienza c’è, si legge ancora che bisogna limitare i “transiti non essenziali” e “contenere la velocità”. Belle parole, ma serve un’accelerazione.

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