Oltre mille cavalli, trazione integrale
Mentre Francia e Germania si disputano la possibilità di ospitare la fabbrica europea di Tesla, l’Italia mette a segno un primo colpo grazie all’azienda di Moncalieri. Che ha convinto i cinesi di LVCHI Auto a scegliere il Piemonte per assemblare la supercar a emissioni zero Venere, ma che in un secondo momento potrebbe indurre il partner cinese a costruire qui per l’Europa anche una piccola gamma di tre citycar elettriche. La Venere sarà mostrata in anteprima tra poco più di un mese al Salone di Ginevra, per poi essere messa in produzione tra un anno, in una serie limitata di 500 pezzi.
E dopo si faranno le citycar
LVHCI fa parte del gruppo ZNDD ed è una delle tante aziende nate in Cina nel 2016 sotto la forte spinta del governo verso la mobilità elettrica. Il suo business model si richiama apertamente agli insegnamenti di Confucio: lealtà, unità e persistenza, in questo caso applicati alla costruzione di veicoli di alta qualità e sostenibilità. Tutti concetti espressi qualche giorno fa a Milano dal presidente e amministratore delegato del brand di Shangai, Xiangyin Wang, venuto a presentare l’accordo assieme al vertice di Idea Institute, Domenico Morali e Giuseppe Migliora.
Altri cinesi in arrivo?
E’ chiaro che per l‘Idea Institute, ripartito nel 2016 dopo una pesante crisi, il matrimonio con i cinesi rappresenta una grande opportunità, dato che non si tratta di lavorare solo sullo stile. L’azienda piemontese ha infatti sviluppato il pianale modulare su cui si baserà la costruzione dei veicoli anche in Cina e sovrintenderà a tutta l’operazione europea.Del resto sono in molti a guardare ai produttori cinesi per futuri accordi di produzione o di semplice commercializzazione. In questo momento il mercato cinese è di gran lunga il più vivace al mondo, sia come produttori, sia come veicoli elettrici venduti. E finora l’unico a far base in Italia tra i produttori di Pechino è stato il gruppo Xindayang, che produce le macchinette del car sharing Sharen’go . Per ora solo per la distribuzione, ma presto le macchinette gialle potrebbero essere assemblate a Livorno.