A secco il primo bando per 2.500 colonnine
Pochi giorni fa il primo bando colonnine da 270 milioni, finanziato con 715 milioni del Pnrr, si è chiuso con la copertura della quota riservata ai progetti urbani per 4.718 nuovi punti di ricarica. Le strade extraurbane restano invece a secco: su una disponibilità di fondi per 2.500 nuovi punti ricarica ad alta potenza, nessun progetto è stato ammesso.
Il Ministero per l’ambiente e la sicurezza energetica (MASE) ha comunicato infatti che «non è stato possibile selezionare progetti, in quanto le poche proposte progettuali presentate non avevano i requisiti di ammissibilità alla misura». Del resto i candidati hanno avuto un mese appena per partecipare al bando e il flop era più che annunciato. Per le strade extra urbane l’impegno progettuale era significativo: ogni punto di ricarica doveva garantire una potenza minima di 175 kW, quindi un allacciamento diretto a una cabina a media tensione.
I fondi non utilizzati (149 milioni in tutto per il 2023) saranno riversati sul prossimo bando Pnrr. Il vincolo è però che l’installazione avvenga entro il 2024. Il Ministero fa sapere di essersi «già attivato con gli operatori interessati per individuare le motivazioni che hanno portato alla scarsa adesione, al fine di adottare le misure più opportune per stimolare una più ampia partecipazione».
Finanziate solo le fast urbane, ma a macchia di leopardo
Quanto alle installazioni nelle aree urbane (importo complessivo di 70 milioni di euro, per colonnine con potenza di almeno 90 kW e copertura fino al 40% dei costi di realizzazione) nessuno dei progetti per totali 4.718 punti di ricarica riguarderà Sardegna, Calabria e parte della Sicilia. Dunque l’esito è soddisfacente solo a metà perchè la copertura territoriale sarà a macchia di leopardo. E infine il bando è stato monopolizzato da due principali operatori, Plenitude Be Charge (Eni) ed Enel X Way (Enel) mentre piccoli e medi operatori sono stati tagliati fuori per i tempi stetti (28 giorni) previsti per la presentazione dei progetti.
E molti gestori autostradali non hanno rispettato l’obbligo di legge
Criticità, queste, messe in evidenza dal segretario generale di Motus-E Francesco Naso che sollecita «interventi mirati sui relativi decreti» per evitare «una dispersione di risorse molto preziose per il nostro Paese». Denuncia inoltre «l’immobilismo di tutti quei concessionari autostradali che nonostante un obbligo di legge continuano a non bandire le gare per installare le colonnine nelle aree di servizio».
Ma si scatena il privato: 304 mila wallbox in due anni
Tuttavia nel primo semestre 2023, senza alcun contributo pubblico, sono stati installati 8.438 nuovi punti a uso pubblico (+80% rispetto allo stesso periodo del 2022). Il totale sale così a 45.210.
A questi si aggiungono oltre 400.000 punti di ricarica privati, con un aumento del 700% rispetto al 2021, grazie anche agli incentivi per riqualificazione energetica degli edifici. Il Superbonus 110%, in particolare, ha prodotto 304 mila installazioni, come risulta dai dati ENEA. Un risultato straordinario visto che le auto elettriche circolanti in Italia hanno appena toccato le 200.000 unità.
Il Mezzogiorno continua a recuperare terreno. Sud e Isole contano infatti il 23% del totale dei punti di ricarica italiani, scavalcando il Centro (21%) e rosicchiando un altro punto percentuale sul Nord Italia (56%).
La ricarica in autostrada? C’è in 121 stazioni su 476
Infine un quarto delle aree di servizio autostradali è oggi dotato di punti di ricarica a uso pubblico. In tutto si contano 657 punti di ricarica (+422 rispetto a un anno fa) distribuiti in 121 aree di servizio sulle 476 totali. Oltre il 58% dei punti di ricarica in autostrada hanno una potenza superiore ai 150 kW. Sono i dati del monitoraggio trimestrale delle infrastrutture di Motus-E.