Corrono le imprese che hanno tempo solo fino al 9 giugno per partecipare ai primi due bandi colonnine finanziati con i fondi Pnrr. Dovranno presentare progetti per l’installazione di colonnine fast e ultrafast da minino 90 kW nei centri urbani e da minimo 175 kW nelle strade extraurbane. Il budget per il 2023 è di 270 milioni totali, contributo a fondo perduto pari al 40% del costo.
In totale, nel triennio, i fondi disponibili ammonteranno a 715 milioni e permetteranno di installare, attraverso bandi colonnine annuali, più di 21 mila punti di ricarica fast e ultrafast.
Se i piani saranno rispettati _ per le opere finanziate c’è il limite di realizzazione delle opere entro il 2026 _ tutta l’Italia sarà dotata in modo omogeneo e capillare di una rete di infrastruttue di ricarica rapida per auto elettriche. L’investimento infatti prevede la suddivisione del Paese in 29 ambiti territoriali e ciascun ambito in lotti, con numeri prefissati di caricatori da installare.
La transizione, si legge nel sito del ministero dell’Energia, mira a passare «dal modello tradizionale di stazioni di rifornimento basate su carburante verso punti di rifornimento per veicoli elettrici».
Vediamo i numeri. Il piano per i centri urbani prevede l’installazione di almeno 13.755 stazioni di ricarica rapida da almeno 90 kW di potenza. Quello per strade extra urbane e superstrade 7.500 stazioni da almeno 175 kW. Il primo è dotato di un budget totale di 353 milioni; il secondo di 359 milioni.

Le risorse messe a bando per le prima tranche 2023 sono 127 milioni per le aree urbane e 149 milioni per strade extraurbane e superstrade. Il vincolo è l’entrata in esercizio delle stazioni di ricarica entro il 2024. I tempi sono molto stretti, perchè ogni operatore, singolo o in forma di raggruppamento temporaneo di imprese, dovrà presentare i progetti entro il 9 giugno.

In meno di un mese dovrà identificare i siti per ogni ambito e per ogni lotto, presentare i progetti, le autorizzazioni e la documentazione che dimostri un’esperienza pregressa (deve già avere in gestione un numeri di caricatori pari almeno al 5% di quelli per cui presenta istanza di partecipazione al bando).

Seguirà un’istruttoria da parte del GSE (Gestore del sistema energetico) e dell’Antitrust con l’obiettivo di stilare le graduatorie entro il 30 giugno.

Il punteggio a ogni singolo progetto verrà attribuito secondo criteri che tengono conto dei costi, delle locazioni prescelte (massimizzando per esempio il ricorso alle stazioni di rifornimento di carburanti tradizionali e l’utilizzo di aree di sosta esistenti) e della ottimale integrazione alla rete elettrica preesistente.

I due bandi sono stati illustrati ieri dal GSE, in un webinar al quale hanno partecipato oltre 190 operatori del settore e amministratori pubblici.
A nostro parere- I tempi sono strettissimi e come sempre gli adempimenti richiesti agli operatori esagerati. Alla fine solo i network maggiori riusciranno a presentare progetti che rispettino tutti i requisiti. Anche perchè i piani, in realtà, li hanno già nel cassetto da mesi. I più piccoli avanno qualche possibilità di aggiudicarsi le briciole solo unendosi, per mettere in sinergia forze e i contatti privilegiati che ciascuno ha sui territori di propria competenza.
Ma non è detto che questo sia un male, dal momento che un mercato frammentato, più che favorire una sana concorrenza, finisce per complicare la vita agli utenti. L’installazione di una rete di stazioni di ricarica ad alta potenza, infatti, comporta grandi competenze tecnologiche e spalle robuste, senza le quali è impossibile garantire la qualità del servizio. Cioè affidabilità e accessibilità. Sono due requisiti ai quali i bandi non dedicano nemmeno una parola, tanto meno una premialità nell’assegnazione del punteggio.
Non comprenderò mai perché ci si deve ridurre sempre all’ultimo momento per fare cose che incideranno sul nostro vivere futuro 😔…la gatta frettolosa ha partorito i gattini ciechi,diceva mio nonno🥺
270 milioni per le colonnine e 41,8 miliardi di sussidi ai petrolieri (dato del 2021)
Direi che le cifre parlano da sole.
In molti miei commenti suggerivo che mettere colonnine rapide nei distributori avrebbe aiutato molti alla scelta elettrica probabilmente non faremo in tempo come il solito ma almeno l’idea c’è
Il pieno di benzina richiede meno di 5 minuti, ma durante il rifornimento l’auto termica non può essere abbandonata. Il pieno di elettroni, anche da colonnina ultrafast, richiede almeno 20-30 minuti, ma un’auto elettrica in ricarica può essere abbandonata per fare altro. Perciò un distributore di carburante può essere collocato in qualsiasi punto di una strada extraurbana, anche in aperta campagna e circondato dal nulla (e molto spesso è così), mentre una stazione di ricarica deve essere in prossimità di servizi che consentano di ottimizzare la sosta “facendo altro”. Il primo bando per i contributi Pnrr non ne tiene conto e questo, a nostro giudizio, è un grave errore.
E’ come nei Lavori Pubblici: chi amministra dorme per anni e poi vuole progetti e realizzazioni in pochissimo tempo.
Il risultato è spesso che a queste condizioni partecipano i più “furbi” eproducendo un lavoro raffazzonato.
In politica si fa finta di dormire e quando lo si fa lo si fa di proposito.