Site icon Vaielettrico

Toyota come Ponzio Pilato: il futuro non lo decidiamo noi

La prima Toyota elettrica, La Lexus UX 300e, e la Mirai a idrogeno: finora due insuccessi.

Toyota come Ponzio Pilato: “Non sta a noi prevedere quale soluzione sia la migliore o dire che funzionerà solo questa”. Parole di Gill Pratt, Chief Scientist.

Gill Pratt, Chief Scientist di Toyota.

Toyota come Ponzio Pilato: va bene tutto, anche l’idrogeno

Il capo degli scienziati del colosso giapponese ha parlato durante una evento della Reuters sul futuro del mondo automotive. E ha nuovamente negato che sia l’elettrico il mezzo per combattere i cambiamenti climatici. Sulla scia di quanto affermato a più riprese, e con maggiore durezza, dal n.1 della Toyota, Akio Toyoda. Pratt ha spiegato che il tema del climate change è di grande attualità in tutto il mondo, ma che questo non comporta che si passi tutti all’auto elettrica. La Casa giapponese è convinta che l’ibrido sia una tecnologia valida almeno per i prossimi 30 anni. E lavora duramente, a livello di lobby, per evitare che venga messa fuori gioco dalle normative dei vari Paesi. Pratt spiega di preferire che vengano portate avanti tutte le soluzioni, compresi i veicoli elettrici a celle a combustibile alimentati a idrogeno. Professando il suo credo nella “diversità delle trasmissioni” per ridurre le emissioni di CO2.

OPPOSTI ESTREMISMI / Akio Toyoda, capo della Toyota, e il n.1 di VW Group, Herbert Diess: uno scettico, l’altro entusiasta dell’elettrico.

Su fronti opposti rispetto alla Volkswagen

Mentre la concorrenza, Volkswagen Group in primis, spende cifre enormi per convertirsi all’elettrico, la Toyota procede in questa direzione a piccoli passettini. L’unico modello lanciato finora, la Lexus UX 300e, è passata praticamente inosservata, mentre un primo Suv marchiato Toyota è previsto nel 2022. L’azienda spiega di voler investire 13,5 miliardi di dollari di qui al 2030 per sviluppare una vera gamma elettrica. Ma i concorrenti ragionano su scadenze molto più brevi e per quell’epoca il rischio è che il mercato sia già saturato. Molto dipenderà da quel che decideranno i governi sui limiti alle emissioni. A suo tempo Toyota, con FCA, è stata tra i sostenitori dell’amministrazione Trump nel tentativo di bloccare norme restrittive  emesse dallo Stato della California. Ricavandone un notevole danno d’immagine. Le sue posizioni sono all’opposto rispetto a Volkswagen, il principale competitor per la leadership nel mercato mondiale dell’auto. Uno dei due sta sbagliando direzione. Chi perderà, finirà fuori strada facendosi molto male.

SECONDO NOI. All’epoca del lancio del lancio della prima ibrida (la Prius, nel 1997), la Toyota scelse, eccome. Disse che questo era il futuro e spese cifre enorme per dimostrarlo, con ottimi risultati. Ora, con questa non-scelta, si assume rischi enormi: raramente vince chi tiene il piede in troppe staffe. E una di queste, l’idrogeno, per l’automotive ha già dimostrato tutti i suoi limiti. (M.Te)

————————————————————————————————

— Vuoi far parte della nostra community e restare sempre informato? Iscriviti gratuitamente alla newsletter e al canale YouTube 

Exit mobile version