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Toc toc Di Maio, stiamo perdendo l’auto elettrica

Luigi Di Maio

Luigi Di Maio all'uscita da un tavolo di lavoro al Ministero dell'Industria

Toc toc Di Maio, stiamo perdendo l’auto elettrica. Qualcuno al ministero dell’Industria si è accorto che in tutta Europa, Italia esclusa, stanno partendo grandi investimenti?

Tutta l’Europa invece, da noi si chiude

Ancora una volta l’Italia è in controtendenza. Mentre Francia, Germania e anche Spagna si contendono i grandi investimenti delle aziende di tutto il mondo, l’Italia sta a guardare. Anzi, salvo pochissime eccezioni, perde anche quelle poche iniziative che erano in cantiere. Il 3 luglio il gruppo Bolloré ha annunciato la fine della produzione della sua Bluecar nello stabilimento ex Pinifarina di Cairo Canavese, in Piemonte.

Una Bluecar, l’auto prodotta nel Canavese dal Gruppo Bolloré

Prima era naufragato, con un bello scandalo, il progetto della Blutec di fabbricare il Doblò in versione elettrica nello stabilimento ex Fiat di Termini Imerese, in Sicilia. E uno dei più coraggiosi nomi nuovi delle auto a emissioni zero, Erik Tazzari, aveva venduto alla tedesca Artega gran parte delle sue attività sviluppate a Imola. Il resto d’Europa, invece, annuncia ogni giorno nuove aperture e nuove assunzioni.

I cinesi investono ovunque, tranne che…

È di ieri la notizia che Francia e Germania si stanno contendendo la fabbrica che la cinese Svolt ha deciso di impiantare in Europa, con 100 GWh di capacità. Ma i tedeschi si sono già accaparrati il nuovo stabilimento di un altro colosso cinese delle batterie, CATL, di cui sta per iniziare la costruzione. Più tutti gli investimenti delle Case del made in Germany, che ormai si moltiplicano di giorno in giorno.

Una fabbrica di batterie

Lo stesso avviene in Francia, ma anche l’Inghilterra della Brexit non è da meno, con il gruppo Jaguar-Land Rover convinto dal dal derelitto governo della signora May ad avviare un’intera filiera dell’auto elettrica (qui l’articolo). E non è da meno la Svezia, che ha portato grandi gruppi cinesi a investire nella Volvo e in quel che restava della Saab. Oltre ad avere avviato la più grande fabbrica europea di batterie, la Northvolt (qui il sito), di cui è socio anche il Gruppo Volkswagen-Audi.

C’è la solita Fiat. E molti tavoli di crisi

Toc toc Di Maio, urge dare segni di vita, perché l’Italia nell’elettrico è ben poca cosa. C’è la Fiat, certo, che sta preparando per il 2020 la 500e a Mirafiori e il Ducato a emissioni zero nella fabbrica abruzzese di Atessa (leggi qui). Forse, ma non se ne è più saputo nulla, potrebbe arrivare anche la Maserati. Più i produttori di colonnine: la grande fabbrica della ABB a Terranova Bracciolini, in Toscana, la Fimer a Vimercate

Il Ducato elettrico sarà prodotto dall’anno prossimo ad Atessa, in Abruzzo

Non c’è molto altro. Lo sport più diffuso, per una classe politica troppo impegnata nelle solite baruffe quotidiane, è organizzare tavoli di crisi quando ormai i buoi stanno scappando. È quello che sta facendo la Regione Piemonte per la Bluecar di Bairo, dove per fortuna le persone da ricollocare sono solo 47. Ma in un mondo così competitivo le chiusure purtroppo ci stanno. Quelle che mancano, all’Italia, sono le nuove aperture, gli investimenti stranieri. Toc toc Di Maio.

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