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Scooter elettrici: basta alibi su autonomia, prezzi e prestazioni

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Gli scooter elettrici stanno conoscendo un periodo veramente nero. Da cosa dipende? C’è chi dice che sono inadeguati alle esigenze degli italiani. Cerchiamo di capirlo con i numeri.

Come ogni mese, anche venerdì scorso abbiamo pubblicato i dati di mercato delle due ruote elettriche. Dati sconfortanti nonostante gli Ecobonus siano stati riattivati. Ci siamo chiesti il motivo e abbiamo ipotizzato una mancanza di comunicazione e una generale diffidenza in merito all’erogazione degli incentivi. Nei commenti abbiamo letto invece un’opinione interessante che attribuisce la drastica riduzione delle vendite all’inadeguatezza del prodotto rispetto alle reali necessità di chi “è chiamato a metterci i suoi soldi”.
Quello che ci ha intrigato in particolare è stata la conclusione: “bisognerebbe serenamente cominciare a farsene una ragione senza continuare ad evocare l’alibi di una clientela che non è capace di capire il cambiamento. Io direi piuttosto che di fronte a certi numeri impietosi è il cambiamento che non è capace di capire la clientela”.

Il commento per esteso è a conclusione dell’articolo, ma, riassumendo, i punti in cui l’elettrico sarebbe “al di sotto delle aspettative” sono quattro:

Prestazioni/ La velocità

Analizziamoli uno alla volta e iniziamo dalle prestazioni. Per prestazioni supponiamo si intendono velocità e autonomia (visto che maneggevolezza e coppia sono i punti di forza dell’elettrico). La percezione del nostro lettore è ampiamente diffusa, ma è anche ampiamente smentita dai numeri e dalle reali necessità della maggior parte degli italiani.

Iniziamo dalla velocità. La stragrande maggioranza dei modelli di scooter elettrico (i più diffusi e venduti) viene proposto in due allestimenti. Quelli immatricolati L1e che non possono superare i 45 km/h e i 4kW di potenza e gli omologati L3e, che solitamente hanno più o meno gli stessi kW ma velocità ben superiori, tra i 70-100 km. Per circolare nei centri urbani, dove il limite è 50 km/h è quindi una velocità molto più che sufficiente.

Prestazioni/ L’autonomia

Altro aspetto, il più controverso, è quello dell’autonomia. Spesso si discute del fatto che non si può viaggiare per lunghe distanze, circolare in tangenziale o in autostrada e che, più in generale, non si riescano a compiere senza ansia gli spostamenti quotidiani. Sicuramente ci sono persone che ogni giorno fanno lunghissimi viaggi in scooter, decine e centinaia di chilometri ed è bene che (per ora) questi continuino a scegliere il benzina.

Ma cerchiamo di capire in quanti realmente hanno questa necessità. Ci vengono in aiuto alcuni numeri, molto precisi e molto recenti. Sono quelli del report dell’Istituto Superiore di Formazione e Ricerca per i Trasporti pubblicati a novembre del 2023. Secondo la ricerca, tre italiani su quattro non si spostano per più di 10 km da casa e in questi numeri sono comprese anche le automobili (che rispetto alle due ruote sicuramente alzano la media). Nello specifico, il 30% si muove addirittura in un raggio di 2 km da casa e il 45% tra i 2 e i 10 km. Distanze superiori (tra i 10 e i 50 km) non sono adatte ad uno scooter elettrico equivalente 125 cc, ma stiamo parlando solo del 23% degli spostamenti.

Riassumendo: il 75% degli italiani si muove in un raggio non superiore ai 10 km da casa, distanza abbondantemente alla portata di uno scooter elettrico. Le autonomie dichiarate infatti si aggirano di solito intorno agli 80-100 km che anche con un utilizzo disinvolto dell’acceleratore possono scendere fino a un 20% in meno.

Numeri alla mano, velocità e autonomia non sono motivi per non scegliere l’elettrico.

Il prezzo degli scooter elettrici

Il prezzo è sempre un argomento che i detrattori dell’elettrico sbandierano con grande entusiasmo. Anche in questo caso vediamo un po’ i numeri.
Andando a verificare quali sono i cinque scooter più venduti nel 2023 troviamo tre 125 cc, un 150 cc e un 350 cc. Eliminiamo quest’ultimo dalla media perché è evidentemente fuori dal nostro bacino d’indagine (e perché alzerebbe ulteriormente il prezzo degli scooter a benzina).

Il più venduto risulta l’Honda SH125, uno scooter che ha un prezzo FC compreso tra 3.090 e 3.890 euro a seconda degli allestimenti. Il secondo è il fratello maggiore, l’SH150i che ha lo stesso prezzo del 125cc: 3.890 euro. Al 4° posto c’è il Kymko Agility 125 R16, venduto ad un prezzo di 2.290 euro. Chiude la classifica dei cinque scooter più venduti il Piaggio Liberty 125, 2.999 euro. Senza calcolatrice alla mano, potremmo dire che gli italiani sono pronti a spendere intorno ai 3.000 – 3.500 euro per uno scooter L3e a benzina.

Passiamo agli scooter elettrici L3e. Evincere quali sono i mezzi elettrici più venduti non è semplice come per il benzina. Infatti pesano ancora parecchio le flotte sharing e quelle aziendali. Per questo motivo abbiamo scelto come riferimento tre scooter L3e di gamma medio-alta: l’Askoll NGS3 che con gli incentivi costa 3.763 €; il NIU NQI 3.543 € e il Vmoto F01 che ha un prezzo di 3.612 €.

Cinquecento euro di differenza, ma…

I prezzi degli scooter elettrici sono scontati del 30% offerto dall’Ecobonus mentre quelli a benzina invece no. Questo perché mentre scriviamo i fondi per i veicoli termici sono già esauriti mentre per gli L elettrici si spera bastino ancora per diversi mesi. I prezzi riportati rispecchiano quindi esattamente quelli che un concessionario applicherebbe concretamente in fase d’acquisto e sono tutti Franco Concessionario.

Riassumendo, il prezzo di acquisto per gli elettrici è superiore al benzina di circa 500 €, ma mediamente resta comunque più economico di circa 300 € rispetto ai due scooter attualmente più venduti in Italia. Gli scooter più comprati dagli italiani nel 2023 costano più cari di quelli elettrici.

Parlando di prezzi è inoltre necessario nuovamente ribadire che “prezzo di acquisto” e “prezzo di utilizzo” sono cose ben diverse e che considerare solo il primo è un grosso errore. Il risparmio di un elettrico sui costi di gestione e manutenzione infatti colma in fretta una eventuale iniziale differenza nel prezzo di acquisto.

Difficoltà di utilizzo

Diamo per scontato che il nostro lettore per “difficoltà di utilizzo” non si riferisse alla “difficoltà” di guidare uno scooter elettrico. Sono notoriamente più semplici e più piacevoli nella guida. Detto questo, possiamo pensare che facesse cenno alle difficoltà di ricarica/rifornimento.

Ovviamente qui si passa in una sfera più soggettiva, relativa a cosa è “difficile” per ciascuno di noi. Per esempio: arrivare a casa, parcheggiare lo scooter nel box, togliere il casco e collegare il cavo di ricarica, per alcuni può risultare “difficile” e per altri invece più comodo che andare dal benzinaio.

E chi non ha il box, come ricarica? Anche qui è bene chiedersi quanti non hanno il box. Dai dati Censis su un’indagine condotta nel 2022 il 62% degli italiani ha un garage. Il 38% che non può collegare lo scooter direttamente alla presa può portare la batteria in casa e ricaricarla come con uno smartphone. I pacchi hanno pesi molto variabili (da 7 a quasi 20 kg) e quindi chi non ha un box sceglierà i modelli con batterie più leggere.
Tutto sommato, anche la ricarica non sembra un’impresa titanica.

E le moto?

Se per gli scooter i numeri danno ragione alle Case e torto al mercato, per le moto è più difficile capire chiaramente come stiano le cose. Innanzitutto, la differenza di prezzo a parità di prestazioni è ancora piuttosto sbilanciata verso il benzina e, sui lunghi spostamenti (specialmente in autostrada) le moto elettriche hanno autonomie che ancora non convincono i motociclisti.


I numeri non ci aiutano a capire nemmeno le reali necessità dei motociclisti perché gli scooter sono veicoli per muoversi, le moto invece per divertirsi. Nonostante le cifre ci dicano che mediamente in sella si fanno annualmente tra i 5.000 e i 10.000 km, ad oggi l’autonomia di 150-200 km garantita dall’elettrico sta decisamente stretta alle ambizioni di libertà su due ruote. Le Case stanno lavorando molto bene e molto in fretta per andare incontro ai centauri e nei prossimi anni vedremo veicoli sempre più performanti e con tempi di ricarica che oggi sembrano fantascientifici.

In conclusione

Gli scooter elettrici sono veicoli alla pari o addirittura più vantaggiosi di quelli a benzina. Resta sottinteso che ci sia una minoranza con necessità particolari, ma emerge con chiarezza che non è il prodotto ad essere inadeguato alla richiesta, ma la richiesta inadeguata alle reali necessità di chi “è chiamato a metterci i suoi soldi”.

Questo è un comportamento d’acquisto che si riscontra in tantissime situazioni. Compriamo automobili che raggiungono i 200 km orari, circoliamo a una velocità media di 15-20 km/h e ci lamentiamo se il limite è fissato a 30. Abbiamo al polso orologi in grado di scendere fino a 100 metri di profondità e facciamo giusto una nuotatina ad agosto. Gli esempi sono infiniti e circondano ogni giorno tutti noi.

Cominciamo a capire quelle che sono le nostre reali necessità e a scegliere quello che davvero ci serve. Se rientriamo in quel 75% che si muove nel raggio di 10 km non raccontiamoci che gli scooter elettrici non hanno abbastanza autonomia. Cominciamo a sommare al “quanto costa” anche il “quanto costa la gestione”.

Un futuro

Abbiamo lasciato per ultima la prima e più importante delle considerazioni, quella che dovrebbe essere scontata e che dovrebbe far pendere la bilancia verso i veicoli a zero emissioni a prescindere da quanto scritto sopra. La transizione all’elettrico è indispensabile, irrimandabile e ognuno di noi è chiamato a fare la propria parte. Questo ovviamente comporta sacrifici. Sacrifici che sono piccoli (come mettere in carica una batteria) se li affrontiamo ora e tutti insieme; oppure sacrifici che diventeranno enormi quando sarà troppo tardi.

Il commento del lettore che ha avviato la nostra riflessione

“Sinceramente, e molto serenamente, mi sembra veramente surreale continuare a chiedersi “che cosa va storto” nel mercato delle due ruote elettriche.
Ormai dovrebbe essere evidente anche a un cieco che questo tipo di prodotti non incontra minimamente le aspettative di chi, in ultima analisi, è chiamato a metterci i suoi soldi.

Per quanto riguarda gli scooter, di per sé simpaticissimi e idealmente anche molto indovinati, all’atto pratico si tratta di prodotti che oggi offrono delle prestazioni “globali” grandemente al di sotto delle aspettative, con prezzi di acquisto (anche al netto degli incentivi) grandemente al di sopra delle aspettative, e con una “difficoltà di utilizzo” persino superiore a quella delle non già semplicissime automobili elettriche. Tant’è che non riscuotono successi unanimi nemmeno tra coloro che l’auto elettrica ce l’hanno già.

La verità è che c’è da essere contenti che nonostante tutto ciò ne abbiano comunque venduti così tanti. Stendiamo poi un velo pietoso sul discorso motociclette: il perdurare immutabile di numeri così inappellabili dovrebbe come minimo far riflettere chi si ostina a presentare questo tipo di proposte sul fatto che evidentemente il mercato non le vuole nemmeno incentivate.

L’offerta è completamente cannata e bisognerebbe serenamente cominciare a farsene una ragione senza continuare ad evocare l’alibi di “una clientela che non è capace di capire il cambiamento”. Io direi piuttosto che di fronte a certi numeri impietosi è il “cambiamento” che non è capace di capire la clientela. A cui, in linea di massima, non si può certo puntare una pistola alla tempia ed obbligarla a comperare ciò a cui non è interessata o che non ritiene di suo gradimento.

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