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Sacrilegio, la Tesla Model 3 convertita ibrida plug-in-in

La Tesla Model 3 trasformata in ibrida plug-in da Obrist.

Sacrilegio, una Tesla Model 3 convertita all’ibrido. Un ingegnere austriaco l’ha fatto. Sostenendo che con questa soluzione l’auto di Elon Musk ha molta più autonomia e costa la metà.

Sacrilegio firmato Obrist, un’azienda austriaca

Scriviamo spesso di retrofit che riguardano auto con motori endotermici convertiti all’elettrico. Ma mai avevamo riferito del processo contrario. Ci ha pensato Frank Obrist, fondatore di Obrist Powertrain (qui il sito) e ideatore di una generazione di propulsori che ha definito”hyper hybrids“.

Il bagagliaio anteriore della Tesla: in questo spazio è stato alloggiato un bicilindrico da 54 Cv.

Il tecnico austriaco ha un pedigree di tutto rispetto per quel che riguarda le soluzioni originali nell’automotive. All’inizio della carriere lavorò con Felix Wankel, il padre del motore rotante, una soluzione spesso adottata da Mazda. Ora Obrist sostiene che un motore ibrido plug-in su anche una Tesla Model 3 sia molto più razionale dell’elettrico puro originale. E ne ha costruito un primo esemplare, l’Obrist Mark II, che dichiara mille km di autonomia. Il bagagliaio anteriore è stato utilizzato per ospitare un piccolo motore termico bicilindrico. Mentre il pacco-batterie originale da 54 kWh è stato tolto e sostituito da altre celle con una capacità complessiva di 17,3 kWh. L’ingegnere austriaco sostiene che questo pacco-batterie e il motore a benzina hanno un costo complessivo che è la metà delle celle originarie della Tesla. Ma assicurano un’autonomia che è praticamente il doppio, senza ansia da ricarica.

“Costa meno, ha più autonomia e preserva le batterie”

Più che l’apertura di un nuovo business, quella di Obrist sembra una provocazione, realizzata sull’auto elettrica più in voga del momento. Fa scandalo, ma se ne discute parecchio ed è una bella pubblicità per la sua azienda. La sua tesi di fondo è che per ora le auto elettriche non dispongono di un’infrastruttura di ricarica adeguata. E per di più costano troppo e offrono un’autonomia limitata.

Frank Wolf, CEO, di Obrist, con il fondatore e presidente dell’azienda autriaca, Frank Obrist, a destra.

Ergo: la sua soluzione di un retrofit con motori ibridi plug-in sarebbe comunque positiva per l’ambiente, ma con un esborso alla portata di un numero molto maggiore di automobilisti. Non solo. A suo dire il fatto che il motore termico da 54 cavalli entri in funzione ogni volta che la velocità supera i 50-60 km/h, protegge le batterie, evitandone un precoce deterioramento. E i consumi sono comunque limitatissimi. Ma i “teslari” di tutto il mondo sono in rivolta, scandalizzati di questa operazione che ritengono un sacrilegio.

— Leggi anche: le ibride plug-in? “vanno quasi sempre a benzina”.

 

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