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Ricariche troppo care, lo Stato non interviene?

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Ricariche troppo care, perché lo Stato non interviene? Si tratta di un servizio pubblico, sostiene Flavio, un lettore, da monitorare con attenzione. Vaielettrico risponde. Ricordiamo che i vostri quesiti vanno inviati a info@vaielettrico.it

Ricariche troppo care, si superano i 90 centesimi/kWh, che cosa aspettano a…?

“Complimenti per il blog che trovo interessantissimo essendo il felice possessore di una Kona da 64 kWh con la quale ho già fatto più di 20.000 km con grande soddisfazione. Io ho la fortuna di poterla ricaricare a casa con un vantaggiosissimo costo, dovuto a un ottimo contratto di fornitura. In occasione di percorrenze lunghe ho dovuto ovviamente fare la ricarica a colonnine di vari circuiti. Ho trovato scandaloso che si possa arrivare anche a costi superiori a 0,90€ per kWh. E trovo altrettanto incredibile che per accedere alla fornitura le procedure siano così complesse e dall’esito spesso imprevedibile. La domanda è: perché lo Stato non interviene in maniera più decisa? Impedendo eccessi e distorsioni nelle modalità di fornitura, trattandosi di un servizio pubblico alla stessa stregua della fornitura di carburanti o ai costi del trasporto pubblico? Spero che l’esempio da voi riportato della Gran Bretagna (che ha legiferato per obbligare i fornitori di ricarica ad adottare il pagamento diretto) venga al più presto seguito non solo in Italia, ma in tutta Europa. Flavio

(Credit foto: Autorità Garante della Concorrenza – Antitrust).

Solo l’Antitrust può intervenire, per ora lo fa sui carburanti

Risposta. Da tempo lo Stato non interviene più in questi settori, non trattandosi di prezzi amministrati. C’è la libera concorrenza e ognuno è libero di fissare i listini che vuole. Chi potrebbe essere chiamata in causa è invece l’Autorità indipendente che vigila sulla concorrenza, la famoso Antitrust. Ma questo nel caso in cui si sospettassero accordi sottobanco che falsano il libero mercato, ma al momento non risulta nulla di tutto questo. Mentre invece un’indagine è appena stata avviata contro Eni, Esso, Ip, Iplom, Q8, Tamoil e Saras per “presunto cartello nel settore dei carburanti per autotrazione“. Ci sono solo due modi per difendersi dal caro-colonnina. Ricaricare a casa (o al lavoro), per chi ne ha la possibilità come Flavio. O sottoscrivere un abbonamento mensile, a prezzi decisamente inferiori ai 90 centesimi al kWh citati dal lettore. In attesa che i prezzi alla colonnina diventino più umani.

– Leggi anche: elettriche o plug-in, con questi costi di ricarica…

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