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Ricariche esose, vendo la Kona e torno al diesel

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Ricariche esose, costo triplicato in 3 anni vendo la mia Hyundai Kona e torno al diesel: è l’amaro bilancio dell’esperienza elettrica di Giovanni. Vaielettrico risponde. Ricordiamo che i vostri messaggi vanno inviati a info@vaielettrico.it

Siamo passati da abbonamenti vantaggiosi a tariffe a consumo da 0,95, possibile?

“Scrivo per manifestare il mio profondo dissenso per la totale abolizione delle tariffe flat da parte di tutti gli operatori. Possiedo una Kona full elettric da quasi 3 anni. Quando ho acquistato la macchina, il mio primo abbonamento è stato con Duferco, 500 kWh al costo di 50€. Esatto, 50 € per 500kWh, non è un errore!! Sono passati 31 mesi e non esiste più la tariffa flat. Le ricariche in autostrada costano 0,95€ /kWh e con immenso dispiacere e tanta rabbia ho messo in vendita la Kona per tornare al diesel. Se penso ai soldi stanziati per elettrificare la rete, alle pompose dichiarazioni bipartisan dei politici su quanto l’Italia diventasse green e all’ennesimo spreco di risorse pubbliche… L’unica cosa che mi consola è immaginare la faccia dei CEO di Plenitude, Enel, A2A ecc quando le loro bellissime colonnine saranno deserte e l’auto elettrica affossata. Grande Tesla, tira fuori una batteria con 500 km di autonomia autostradale e torno di corsa all’elettrico. Evviva la repubblica delle banane!“. Giovanni Arecco

Ricariche esose, ci fosse un governo a occuparsene…

Risposta. L’amarezza è più che giustificata e il racconto è il fedele specchio di quel che è successo negli ultimi anni. Prima si è fatto di tutto per invogliare gli italiani a passare all’elettrico, con formule di ricarica in abbonamento molto vantaggiose. Poi gli abbonamenti sono stati eliminati e sono stati introdotti gli sconti, a fronte di una quota fissa iniziale, per chi fa un certo numero di km. E infine, zac, sono stati eliminati anche questi, lasciando gli automobilisti elettrici con un palmo di naso. E con la sola opzione di tariffe a consumo che non hanno eguali nel resto d’Europa. Tutto questo ad opera di società controllate dalla mano pubblica, che non offrono un minimo di spiegazione a politiche che è poco definire sconcertanti. Non si capisce neppure chi sia il ministro competente a mettere il naso in questa bella situazione che, peraltro, al governo in carica sembra non dispiacere affatto. Sì, è proprio il caso di dire: “Evviva la repubblica delle banane!”.

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