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Questo odio verso l’auto elettrica è messo in piedi da…?

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Questo odio verso l’auto elettrica è forse ispirato da chi commercia e vende i combustibili fossili? È la domanda di Stefano, un lettore. Vaielettrico risponde. Ricordiamo che i vostri messaggi vanno inviati alla mail info@vaielettrico.it

Questo odio mediatico non si spiega se non se dietro c’è un interesse…

“Seguo da vicino il mondo automotive da diverse decadi. E non ho potuto fare a meno di notare come, all’ufficializzazione dell’obiettivo 2035 da parte della UE, ci sia stata una vera e propria “reazione allergica” nel nostro paese. Sfociata in una guerra mediatica vera e propria. E che ha portato alle percentuali di penetrazione delle auto elettriche molto modeste nel mercato auto nazionale, praticamente ultimo nei paesi comunitari tra i principali mercati.

Eppure la tecnologia di base è la stessa presente sulle ibride ed ibride plug-in, tipologie di auto assolutamente accettate dal mercato italiano. E ben viste sin dal tempo del debutto come naturale anello di giunzione per la transizione.

Quindi mi sono domandato quale possa essere stata la molla che ha fatto scattare questa vera e propria inversione repentina di pensiero. Ovviamente la differenza sostanziale è nell’utilizzo di carburante da combustibile fossile per ibride e ibride plug-in. Che la macchina dell’odio mediatico sia stata messa in piedi da chi commercia e vende l’oro nero?“. Stefano Tetti

Qualcuno è stato anche pizzicato mentre…

Risposta. Diciamo che l’impressione è quella:  noi stessi siamo invasi da commenti che sembrano teleguidati, con firme e indirizzi mail del tutto improbabili. In qualche caso si  è riusciti anche a provare che dietro a certe campagne c’erano mani forti, che muovevano i fili con interessi ben precisi.

È rimasto celebre, per esempio, un caso accaduto quattro anni fa negli Stati Uniti. Un lobbista della Chevron fu pizzicato mentre organizzava una campagna di discredito nei confronti dell’auto elettrica, mobilitando un gruppo di pensionati dell’azienda. Ai vecchietti era stato fatto credere che il loro assegno mensile era messo a rischio dall’avvento delle auto a batterie.

Peccato che uno di questi, nel frattempo, avesse abbracciato la causa ambientalista, svelando il misfatto all’opinione pubblica. Il fatto è che in Italia, Paese da sempre allergico all’innovazione, certi argomenti sembrano avere più presa che altrove. Con i risultati che vediamo…

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