C’è differenza tra la progettazione di uno yacth elettrico rispetto a quello con motore termico? Abbiamo chiesto ad un architetto navale: Marco Casali che ha messo la firma su Silent 79 (guarda)
Ha disegnato per Ferretti e altri grandi brand
Casali è un architetto italo-danese _ non sembra un caso vista la grande sensibilità della cultura nord europea per la navigazione sostenibile – che ha fondato lo studio Too-design nel 2002 a Roma.
Tra le tappe più significative della sua carriera: responsabile del brand Itama del gruppo Ferretti dal 2004; collaborazioni per imbarcazioni di produzione per i cantieri Canados, Bavaria, Greenline, Silentyachts e molti altri. Negli ultimi anni lo studio ha anche iniziato a progettare e realizzare imbarcazioni custom da 30 a 90metri per cantieri come Benetti, Rossinavi, Lurssen, Columbus ed Isa.
L’intervista
Architetto Casali iniziamo dalla sua biografia professionale. Quali sono i suoi lavori legati alla navigazione sostenibile? Oltre al Silent 79 di cui abbiamo scritto di recente.
Ho altri progetti in corso, ma nessuna barca in acqua, ancora, tra le elettriche. Le imbarcazioni ibride esistono da decenni, nel commerciale da più di 20 anni, quindi salterei i vari progetti ibridi di cui mi sono occupato.
In merito a progetti capaci di auto produrre elettricità invece ho un progetto di 44’ per il charter e una serie di Superyacht chiamati Iperione di 50, 72 e 120 metri, stiamo presentando il concept in questi giorni.
Si hanno delle differenze nella progettazione, a livello di metodo?
Grandi differenze esistono qualora si voglia realizzare un’imbarcazione elettrica per la presenza del “pacco batterie” e per la necessità di doversi auto produrre l’energia per avere una maggiore autonomia.
E per quanto riguarda la progettazione di una barca ricoperta di pannelli solari? Quali sono, se ci sono, le difficoltà?
Questo è il punto più caratterizzante per le notevoli dimensioni da adibire alla produzione, per la necessità di posizionarli correttamente e garantire la necessaria aerazione.
Dal punto di vista del design la difficoltà maggiore è ovviamente l’integrazione di queste superfici sulle volumetrie esistenti senza devastare la naturale armonia delle forme ed anzi andando a cercare un’esaltazione della componente tecnica come abbiamo cercato di fare nel Silent 79
Cosa pensa delle barche elettriche? Saranno il futuro della nautica?
Uno è sicuramente la silenziosità, un’altro è la possibilità di avere, ad una data velocità, un’autonomia pressoché infinita. A questo si aggiunga il piacere di poter fare il bagno senza respirare le esalazioni del generatore o la possibilità di accede alle aree protette in modalità emissioni zero. Quindi si, sono sicuramente convinto che rappresentano il futuro.