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Premiare chi ricarica le plug-in: proposta Land Rover

Premiare chi ricarica le plug-in, disincentivando così chi usa solo il motore termico, trascurando l’elettrico. Lo propone che le plug-in (e anche le elettriche) le vende: Marco Santucci, numero uno di Jaguar-Land Rover Italia.

L’installazione Land Rover al Salone Nautico di Venezia.

Premiare chi ricarica, controllando con una blackbox

Le plug-in che vengono caricate poco o nulla trascinano per le strade pacchi batteria, oggi sempre più voluminosi. E non contribuiscono per niente a ridurre l’inquinamento atmosferico. Questo il problema, riconosciuto con onestà intellettuale dal manager. L’abbiamo incontrato accanto all’esposizione, molto artistica, della Nuova Range Rover Velar e della Discovery Sport all’Arsenale di Venezia, durante il Salone Nautico. Dove, all’interno di una delle prime fabbriche al mondo, si è celebrata la collaborazione della Land Rover con il brand Ferretti Yachts. I Suv ibridi plug-in prodotti dalla marca inglese hanno rispettivamente oltre 50 e oltre 80 km di autonomia in elettrico. Con batterie da oltre 30 kWh e, quindi con più capacità di alcune piccole full electric, tali da coprire completamente le esigenze quotidiane degli spostamenti urbani. La media italiana di percorrenza italiana è di 40 km. Ma c’è il rischio di una sorta di un bluff energetico.

Marco Santucci, ad di Jaguar-Land Rover Italia?

Vincere la pigrizia e la consuetudine al termico

Concetto di Santucci che ricorda come la Jaguar già dal 2025 sarà solo elettrica (leggi) mentre è noto il passaggio alla sola batteria di alcuni modelli della Land Rover. “Secondo me sarebbe bello e utile introdurre delle formule assicurative che incentivino il cliente ad andare in elettrico. Con la blackbox che ti dice quanto hai guidato elettrico”. Non il bastone, ma una sorta di pedagogica carota: “Un processo di educazione perchè quando vai in elettrico ti rendi conto che le tue necessità sono pienamente soddisfate e allora il tuo salto alla batteria è immediato. Premiare l’utilizzo elettrico per motivare la persona che ha una maggiore resistenza mentale al passaggio di motorizzazione“. Santucci è molto diretto: “Io personalmente non credo nel plugin hybrid, ma penso possa essere una forma di tecnologia per portare all’elettrico. Purtroppo uno dei motivi e dei blocchi alla transizione alle emissioni zero è la mentalità.Siamo stati abituati per decenni a guidare auto con motore termico, a guidarle in maniera inefficiente...”.

Premiare chi ricarica, oggi c’è chi sceglie plug-in per gli incentivi

Il Ceo non ha dubbi: “Serve un passaggio mentale per vincere la pigrizia e scegliere l’elettrico. Uno degli strumenti che può aiutare in tal senso è il plug-in, a patto che la batteria sia di dimensioni tali da permettere la guida in elettrico per l’intera giornata. Purtroppo molti dei plug-in finora non lo erano, mentre la seconda generazione inizia ad essere più efficace. La Range Rover Sport ha una batteria che consente più di 80 km veri, la Velar una cinquantina. L’utilizzo medio dell’auto in città è di 15/30 km“. Si può fare, quindi, a una condizione:  “A patto che si ricarichi la batteria, ma  non puoi certo obbligare il cliente. C’è chi sceglie la plug-in non per la transizione energetica, ma per gli incentivi.  Servirebbe un premio  legato all’utilizzo effettivo, che con il tempo andrebbe a cadere, perché quando provi la guida elettrica non torni indietro. È come il cambio automatico: prima nessuno lo voleva, ora nessuno ci rinuncerebbe.  Ovviamente l’elettrico non è per tutti, soprattutto se fai lavori come il commesso viaggiatore. Ma la maggior parte delle persone non fa quel tipo di lavoro e non ha quel tipo di esigenza“. LEGGI ANCHE: Jaguar e Land Rover contro i No Watt dell’auto

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